Quando l’abbiamo studiato a scuola nessuno ci ha fatto notare che si parla di Teosofia nell’opera di Pirandello e nessuno ce l’ha voluta spiegare … ammesso che i nostri professori sapessero di cosa stesse parlando Pirandello. Eccovi il primo passo che trovo cercando un termine teosofico come “piano astrale” ne “Il fu Mattia Pascal” :

“Il signor Anselmo però, come potei vedere poche sere dopo, non ne usava
alcuno. Ma erano esperimenti in famiglia! Poteva mai sospettare che la signorina
Caporale e Papiano si prendessero il gusto d’ingannarlo? e perché, poi? che
gusto? Egli era più che convinto e non aveva affatto bisogno di quegli esperimenti
per rafforzar la sua fede. Come uomo dabbenissimo che era, non arrivava a
supporre che potessero ingannarlo per altro fine. Quanto alla meschinità
affliggente e puerile dei resultati, la teosofia s’incaricava di dargliene una
spiegazione plausibilissima. Gli esseri superiori del Piano Mentale, o di più sù,
non potevano discendere a comunicare con noi per mezzo di un medium
bisognava dunque contentarsi delle manifestazioni grossolane di anime di trapassati inferiori, del Piano Astrale, cioè del più prossimo al nostro: ecco. E chi poteva dirgli di no?”

A pagina 76 troviamo il termine Tesofia :

Lo avevano messo a riposo, da caposezione in non so qual Ministero, prima del
tempo, e lo avevano rovinato, non solo finanziariamente, ma anche perché libero
e padrone del suo tempo, egli si era adesso sprofondato tutto ne’ suoi fantastici
studii e nelle sue nuvolose meditazioni, astraendosi più che mai dalla vita
materiale. Per lo meno mezza la sua pensione doveva andarsene nell’acquisto di
quei libri. Già se n’era fatta una piccola biblioteca. La dottrina teosofica però non
doveva soddisfarlo interamente. Certo il tarlo della critica lo rodeva, perché,
accanto a quei libri di teosofia, aveva anche una ricca collezione di saggi e di
studii filosofici antichi e moderni e libri d’indagine scientifica. In questi ultimi tempi
si era dato anche a gli esperimenti spiritici.

A pagina 78 si cita addirittura Leadbeater !!!

E non avevo risolto nulla, io, intanto. Mi trovavo ora coi libri d’Anselmo Paleari tra
le mani, e questi libri m’insegnavano che i morti, quelli veri, si trovavano nella mia
identica condizione, nei « gusci » del Kâmaloka, specialmente i suicidi, che il
signor Leadbeater, autore del Plan Astral (premier degré du monde invisible,
d’après la théosophie), raffigura come eccitati da ogni sorta d’appetiti umani, a cui
non possono soddisfare, sprovvisti come sono del corpo carnale, ch’essi però
ignorano d’aver perduto.

Chiedo a Perplexity :

Ne “Il fu Mattia Pascal” di Luigi Pirandello emergono diversi temi che possono essere collegati alla teosofia, sia in senso filosofico che nei riferimenti ad atmosfere e pratiche esoteriche, tipiche della cultura di inizio Novecento.pirandelloweb+2

Relativismo della verità e crisi dell’identità

Un tema centrale, in linea con la visione teosofica, è la relatività della verità e l’idea che l’identità individuale sia fluida, mai fissa, bensì soggetta a continue trasformazioni. Pirandello esprime questa visione attraverso la contrapposizione tra la “forma” (quella che la società ci impone) e il flusso variabile della vita. Il protagonista vive due identità – Mattia Pascal e Adriano Meis – senza mai poter trovarne una stabile, riflettendo sulla possibilità di reincarnarsi o rigenerarsi in una nuova esistenza, concetti molto vicini alle dottrine teosofiche.pirandelloweb+2

Spiritismo e ricerca dell’aldilà

Il romanzo contiene scene e passaggi che fanno esplicito riferimento allo spiritismo: Mattia partecipa a sedute medianiche e cerca di entrare in contatto con “l’aldilà”, tema ricorrente nell’ambiente culturale di Pirandello e assolutamente centrale nella teosofia, in cui la comunicazione con altri piani dell’esistenza viene accettata e “indagata”. Questi elementi collegano il romanzo al clima di crisi del positivismo e all’apertura verso dottrine esoteriche della fine dell’Ottocento e inizio Novecento.ibs+2

Libertà, distacco e solitudine esistenziale

Il desiderio di distaccarsi dalla società e dalle convenzioni, vissuto dal protagonista come una “liberazione dalla forma”, richiama la teoria teosofica della vita individuale come esperienza temporanea e parziale, destinata a dissolversi o a trasformarsi di continuo. Questo tema sfocia nella solitudine esistenziale e nel senso tragico della condizione umana, altro aspetto caro agli autori spiritualisti e ai fondatori della teosofia.indagatoredellinsolito.jimdofree+2

Maschere e molteplici realtà

Il motivo delle “maschere” e del moltiplicarsi dei punti di vista, già presente in Pirandello ma ben radicato anche nella concezione teosofica di mondi molteplici e livelli di realtà, rappresenta il rifiuto di una sola, rigida identità. L’individuo appare “uno, nessuno, centomila” – una formula che ben si presta a rappresentare la pluralità dell’essere tipica della teosofia.library.weschool+1

In sintesi, “Il fu Mattia Pascal” riflette uno spirito teosofico attraverso il dubbio radicale su realtà, identità e destino; ospita nel romanzo discussioni sul soprannaturale e la possibilità di “rinascita spirituale”, inserendo così Pirandello nel grande panorama di autori occidentali sedotti dalle discipline occulte e dalle nuove filosofie dell’epoca.pirandelloweb+2

  1. https://www.pirandelloweb.com/il-fu-mattia-pascal-spiritismo/
  2. https://www.ibs.it/ai-limiti-della-vita-storia-libro-domenico-tenerelli/e/9788866742623
  3. https://indagatoredellinsolito.jimdofree.com/2020/05/31/lo-spiritismo-nella-poetica-di-pirandello/
  4. https://www.pirandelloweb.com/il-fu-mattia-pascal-riassunto-analisi/
  5. https://library.weschool.com/domanda/il-fu-mattia-pascal-24571.html
  6. https://www.skuola.net/appunti-italiano/luigi-pirandello/pirandello-luigi-il-fu-mattia-pascal-temi-principali.html
  7. https://it.wikipedia.org/wiki/Il_fu_Mattia_Pascal
  8. https://www.atuttarte.it/riassunti/pirandello/fu-mattia-pascal.html
  9. https://maturansia.it/analisi-del-testo-il-fu-mattia-pascal-luigi-pirandello/
  10. https://www.facebook.com/photo.php?fbid=1115485623922456&id=100063830850909&set=a.615815093889514

Ecco le opere di Pirandello in cui la teosofia è citata esplicitamente o comunque entra come trama/lessico:

  • Il fu Mattia Pascal (1904) — il personaggio Anselmo Paleari è “grande appassionato di teosofia e spiritismo”; nel romanzo compaiono titoli teosofici (ad es. The Key to Theosophy, The Secret Doctrine di Blavatsky; The Astral Plane di Leadbeater; testi su Karma, “sette principi dell’uomo”, ecc.). Wikipedia+2L’Archipendolo+2
  • All’uscita (atto unico, 1916) — lavoro teatrale letto dagli studiosi come intrecciato a fonti teosofiche (Besant/Leadbeater), con rimandi dottrinali riconoscibili nella costruzione simbolica. O.b.l.i.o.+1
  • Lo spirito maligno (novella, 1910) — qualificata in sede critica come “novella teosofica” (analisi di G. Cucugliato), per struttura di motivi e idee (p.es. “forma-pensiero”). Edizioni ETS+1
  • La casa di Granella (novella, 1905) — non teosofica in senso stretto, ma ambientata nel clima occultistico/spiritista coevo che Pirandello frequenta e documenta (elenco di autori e letture “parascientifiche”). Utile come contesto che porta poi ai riferimenti teosofici espliciti. L’Archipendolo+1

Per un quadro d’insieme: gli studi recenti (Cucugliato) mostrano percorsi teosofici nel “primo Pirandello” (1886–1909) e ribadiscono come l’influsso non sia episodico ma pervasivo in più testi e fasi. Sudoc+2Academia+2

Ma il punto di vista si allarga se prendiamo la teosofia in senso lato e facilmente si comprende che ovunque la si ritrova, per esempio :

In senso lato, la Teosofia è davvero “onnipresente” nella poesia dantesca, sia come trasmissione di temi esoterici (iniziatici, misterici, spiritualisti) sia come filone di pensiero che percorre tutta la Divina Commedia e gran parte delle opere del “Fedele d’Amore”.arsregia+2

Dante e l’esoterismo spiritualista

Dante costruisce la Commedia come un viaggio iniziatico, secondo le regole dei misteri antichi: il percorso attraverso Inferno, Purgatorio e Paradiso simboleggia le tappe della trasmutazione interiore, dalla “morte” della coscienza materiale alla rinascita spirituale e all’unione con il divino. Il protagonista affronta prove simboliche, discende in “luoghi” che rappresentano le passioni e il lato oscuro dell’anima, per poi ascendere verso la luce della consapevolezza metafisica.duepassinelmistero2+2

Simbolismo, amore e conoscenza

Il ruolo di Beatrice come guida mistica riflette il principio della “Sophia” divina, archetipo al centro di molte correnti teosofiche; Virgilio rappresenta la ragione umana, mentre Beatrice accoglie la fede e la sapienza superiore, secondo un modello complementare alle visioni della Teosofia occidentale. Il continuo riferimento ai passaggi dalla selva oscura al colle luminoso, all’ascesi, all’estasi e alla contemplazione mistica rispecchia il viaggio iniziatico teosofico, anche nell’intreccio tra amore e religione.knowunity+2

Allegoria e iniziaticità

La Commedia è strutturata interamente come allegoria spirituale: ogni personaggio e luogo corrisponde a una condizione dell’anima e a una lezione universale, funzione che Dante attribuisce al racconto e alla poesia in modo da poter operare una “purificazione” per ogni lettore. Questo è tipico della letteratura teosofica, dove il mito diventa veicolo di elevazione e conoscenza cosmica.wikipedia+2

Dante e i “Fedeli d’Amore”

Il tema dell’amor sacro e profano, la tensione verso una donna divina come modello di contemplazione ed elevazione (Beatrice), la ricerca di una “Rosa Mistica” finale: tutti questi sono aspetti propri ai cosiddetti “Fedeli d’Amore”, affini a modelli rosicruciani e teosofici. In questo modo, Dante anticipa e ispira le tradizioni spiritualistiche occidentali, compresa la Teosofia, in modo pervasivo e universale.teosofica+1

In conclusione, anche senza una teosofia sistematizzata (come quella dei moderni teosofi), l’opera di Dante risponde intimamente a istanze che saranno poi codificate dalla Teosofia, mantenendo una presenza costante di motivi universali, spiritualistici e metafisici.duepassinelmistero2+2

Oltre ai noti autori esplicitamente legati alla Teosofia o all’esoterismo, esistono molti scrittori internazionali celebri per altri motivi ma che nelle loro opere hanno trattato temi di spiritualità, misticismo o ultraterreno in modo significativo, spesso in modo sottile o metaforico:​

William Shakespeare

L’opera di Shakespeare contiene molti riferimenti a spiriti, fantasmi e forze ultraterrene, come il fantasma di Amleto, che è simbolo di coscienza inquieta e conoscenza nascosta. Questi elementi si inseriscono in un contesto rinascimentale ricco di filosofia occulta e simbolismo esoterico, anche se non esplicitamente teosofici, anticipando temi che la Teosofia rielaborerà.esquire+1

Percy Bysshe Shelley

Shelley è un poeta profondamente spirituale e rivoluzionario, con sublime attenzione verso l’immortalità dell’anima, l’infinito, la natura come manifestazione divina. I suoi scritti spesso lavorano su una concezione panteistica e idealistica, e pur non aderendo formalmente alla Teosofia, anticipano molte idee spiritualiste e idealiste che questa raccoglierà.wikipedia+1

Altri esempi di scrittori “insospettabili”

  • Emily Dickinson, poetessa americana, con poesie dense di simbolismo spirituale e meditazioni sulla morte e l’aldilà.
  • James Joyce, il cui simbolismo e struttura narrativa in certe opere come “Finnegans Wake” contiene riferimenti occultisti derivati da una vasta cultura esoterica.esquire
  • Thomas Hardy, noto per il realismo, ma con opere che toccano spesso il destino, la spiritualità e la superstizione popolare.
  • George Eliot (Mary Ann Evans), che approfondì filosofie spiritualiste e morali tipiche dell’epoca vittoriana.

Caratteristiche comuni

Questi autori non si presentano come teosofi o maestri esoterici, ma nei loro scritti la spiritualità, il mistero e il senso dell’ultraterreno sono temi importanti, presenti a volte in modo sottile, simbolico o critico. Portano avanti quelle questioni di coscienza e di realtà multiple che la Teosofia popolarizzerà in modo sistematico nel XX secolo, intrecciando letteratura, filosofia e misticismo.wikipedia+3

Questo filone “nascosto” nella letteratura mondiale amplia la comprensione della spiritualità oltre l’ambito strettamente occulto o iniziatico, mostrando un dialogo ricco e articolato con il mistero e il trascendente.

Ecco un elenco dei principali filosofi e scrittori neoplatonici e personaggi legati alla tradizione neoplatonica, che hanno contribuito significativamente allo sviluppo e alla diffusione del Neoplatonismo nella storia:

Filosofi Neoplatonici principali

  • Plotino (204-270 d.C.): Fondatore della scuola neoplatonica, autore delle Enneadi, ha formulato la dottrina dell’Uno, dell’Intelletto e dell’Anima del Mondo.treccani+1
  • Ammonio Sacca (III secolo): Precursore di Plotino, fondatore della scuola neoplatonica di Alessandria, importante per la sintesi tra filosofia greca e misticismo orientale.wikipedia+1
  • Porfirio (234-305 d.C.): Discepolo di Plotino, curatore delle Enneadi, ha sistematizzato e diffuso il pensiero neoplatonico.skuola+1
  • Giamblico (ca. 245-325 d.C.): Importante filosofo della scuola siriaca, ha introdotto la teurgia (pratiche rituali) come via di elevazione spirituale.treccani+1
  • Proclo (412-485 d.C.): Grande esponente della scuola di Atene, ha sistematizzato il neoplatonismo in forma complessa, integrando elementi magici e religiosi.wikipedia+1
  • Ippazia di Alessandria (ca. 355-415 d.C.): Filosofa neoplatonica e matematica, esponente della scuola neoplatonica di Alessandria, simbolo di cultura antica.wikipedia
  • Damascio (circa 458–538 d.C.): Ultimo scolarca della scuola di Atene, ha scritto commenti e trattati sui testi di Platone e Aristotele.treccani+1
  • Simplicio di Cilicia (circa 490-560 d.C.): Filosofo neoplatonico e commentatore di Aristotele.treccani

Altri nomi di rilievo nella tradizione neoplatonica

  • Plutarco di Atene
  • Siriano
  • Domnino
  • Marino
  • Isidoro
  • Prisco di Elvira
  • Sopatro di Apamea
  • Teodoro di Asine
  • Edesio di Pergamo

Questi personaggi rappresentano le varie scuole e fasi del neoplatonismo, dalla sua origine con Ammonio e Plotino, passando per la scuola siriaca (Giamblico), la scuola di Atene (Proclo e Damascio) fino alla sua evoluzione finale con i commentatori tardoantichi.wikipedia+3

Il Neoplatonismo ha influenzato profondamente la filosofia medievale, rinascimentale e le correnti esoteriche, compresa la teosofia e molti ambiti culturali successivi.

​Per non parlare di : https://viaggiatoredelweb.org/2025/11/03/quegli-anni-pazzeschi-di-fine-800/

e di : https://theosophyart.org/

Oltre che di : https://artascona.org/

Il caso di Luigi Pericle e il Genius Loci di Ascona

Introduzione

Occultismo, Teosofia, Spionaggio, Anarchia, Neutralità e Incontri Storico/Strategici

Molte personalità legate all’occultismo, alla spiritualità o alla Società Teosofica in senso stretto o più ampio sono passate o hanno risieduto ad Ascona. È degna di nota la presenza di rifugiati russi, polacchi ed ebrei tra la Rivoluzione, la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. Anche Bakunin e Kropotkin vi soggiornarono per periodi.

La zona neutrale di Ascona dovrebbe essere vista come un rifugio in cui le forze contrapposte preparano le rispettive strategie e occasionalmente si incontrano segretamente o vivono a pochi metri di distanza in una strana ambivalenza.

La rete di legami tra personaggi di spicco è molto fitta in quest’area, in particolare per la nostra sfera teosofica: ad acquistare il terreno su cui sarebbe dovuto sorgere il Monte Verità fu Alfredo Pioda (1848-1909, presidente della loggia di Milano e uno dei primi a portare la Teosofia in Italia) insieme a Franz Hartmann e alla contessa Wachmeister che, cercando di fondare il Convento Laico Teosofico Fraternitas nel 1889, posero le basi per il substrato teosofico nella zona. Va notato che Hartmann svolse un ruolo chiave ad Adyar come presidente del comitato di supervisione per l’affare Coulomb, consigliando a una riluttante HPB di licenziare il signor e la signora Coulomb. In questa occasione si dice che Hartmann abbia contravvenuto alle istruzioni di Koot Hoomi.

Poiché il convento secolare della Fraternitas del Monte Verità di Ascona non ebbe successo, il terreno fu venduto e il Monte Verità nacque come colonia utopica/anarchica/vegetariana, importante per l’avanguardia del XX secolo. L’attività della Società Teosofica continuò nella regione con la loggia di Locarno, e nel 1910 la Svizzera ne divenne una sezione. I teosofi della regione si riunirono attorno alle famiglie Balli, Franzoni e Pioda, mentre al Monte Verità si svolsero sperimentazioni ispirate agli ideali teosofici legati alla Lebensreform e alla libertà dagli schemi sociali, al matrimonio per amore, al vegetarianismo, all’anarchia e agli ideali socialdemocratici. La colonia utopica del Monte Verità cercava di essere autosufficiente e consisteva in cottage di legno che fungevano da sanatorio per disintossicarsi dalla vita sociale oppressiva dell’epoca. Il Monte Verità divenne legato all’OTO poiché Theodor Reuss , il suo fondatore, risiedeva ad Ascona (anche Karl Germer). Nel 1917, con Rudolf Laban e Mary Wigmann, si tenne un congresso internazionale dell’OTO. Incaricato da Crowley di fondare una loggia dell’OTO chiamata Fraternitas Saturni, Gregor A. Gregorius (vero nome Eugen Grosche) viveva anch’egli non lontano da Verscio. Occultisti e mistici tedeschi trovarono rifugio in Svizzera per sfuggire alla persecuzione nazista, poiché il regime di Hitler reprimeva le attività esoteriche e le società segrete che non facevano parte della sua cerchia, considerandole potenzialmente sovversive e incompatibili con l’ideologia nazista. In seguito, coloro che non continuarono a far parte della “deriva” dell’OTO (se la si considera massoneria irregolare) furono reintegrati nelle logge massoniche svizzere o tedesche.

La storia completa del Monte Verità qui https://mediaguide.monteverita.org/it/la-storia .

Una bella galleria con spiegazioni https://mediaguide.monteverita.org/it/personalità .


Va notato che la biblioteca svizzera ST contiene libri di autori tedeschi che sono andati distrutti in Germania e in Austria, ma sono conservati qui ad Ascona.

Tuttavia, secondo il sito web dell’OTO, si dice che ne sia stato uno dei fondatori e che gli sia stato conferito il titolo di “Gran Maestro Onorario del Sovrano Santuario”.

Uno dei fondatori del Monte Verità, Gusto Gräser, aveva studiato a Vienna ed era giunto ad Ascona. Franz Hartmann aveva sperimentato a Vienna ed era giunto a Locarno. Rudolf Steiner aveva studiato a Vienna ed era giunto anche a Locarno e Ascona. Si incontrarono fisicamente e/o spiritualmente al Monte Verità.
Il medico e scrittore Franz Hartmann aveva conosciuto il poliedrico ed esoterico Friedrich Eckstein a Vienna dalla metà degli anni Ottanta dell’Ottocento; questi aveva già familiarizzato con la Teosofia e aveva incontrato Blavatsky e Olcott in Inghilterra nel 1884; Hartmann trovò qui uno spirito affine e introdusse lui, e in seguito sua moglie Bertha Diener, a diverse tecniche yoga e alla Teosofia. Eckstein, a sua volta, era un caro amico di Sigmund Freud, che così conobbe la teosofia e lo yoga. La cerchia di conoscenze di Eckstein includeva anche Rudolf Steiner, che all’epoca studiava a Vienna e che per primo entrò in contatto intenso con la Teosofia attraverso questa fonte. Eckstein, che conobbe numerosi “grandi” del periodo a cavallo tra XIX e XX secolo, trasmise le sue idee teosofiche anche ad Anton Bruckner , Hugo von Hofmannsthal, Karl Kraus, Adolf Loos, Robert Musil, Rainer Maria Rilke, Felix Salten, Arthur Schnitzler, Franz Werfel e Hugo Wolf, tra gli altri. Quando Eckstein, autorizzato da un atto di fondazione rilasciato da Helena Blavatsky nel 1886, fondò una Società Teosofica viennese, Hartmann fu eletto presidente. …
Karl Kellner, un industriale cartario viennese, entrò in contatto con la teosofia e lo yoga tramite Hartmann. … Hartmann, Kellner e Theodor Reuss lavorarono dal 1902 in poi per diffondere un rituale di alto grado della Massoneria egiziana, che l’occultista inglese John Yarker aveva creato fondendo i riti di Memphis e Misraim.
Eckstein era amico di Freud e il suo allievo era Otto Gross. Anche lui si trasferì ad Ascona.

Monte Verità chiuse i battenti nel 1920 per trasferirsi in Brasile. Un aneddoto simpatico: ho incontrato l’ex presidente della ST brasiliana che aveva avuto contatti in famiglia con Ida Hoffmann. Il mondo è piccolo, e quello teosofico lo è ancora di più.

Va inoltre ricordato che la Pace di Locarno, nei pressi di Ascona, ebbe luogo nel ’25: dopo la Prima Guerra Mondiale, il ripristino di una pace stabile in Europa era una priorità assoluta. Il Trattato di Versailles aveva gettato le basi per questo processo, ma si trattava di una pace imposta che i Paesi sconfitti non accettarono. L’applicazione schematica del principio di nazionalità, gli squilibri economici, l’emergere di nuovi equilibri di potere e la nascita di nuovi Stati crearono un complesso di tensioni che misero costantemente alla prova il sistema costruito a Versailles. In particolare, la questione tedesca doveva essere risolta, favorendo un riavvicinamento tra vincitori e vinti. In questo contesto si inseriscono gli Accordi di Locarno.

RIUNIONE ERANOS AD ASCONA:

Pagina ufficiale qui

Ad Eranos è presente anche Anne Bancroft, l’importante spia americana coinvolta nel tentato assassinio di Hitler. Bancroft è amante sia di Jung che di Dulles. Da notare l’importanza strategica di Ascona dovuta alla neutralità svizzera e la presenza di Allen Welsh Dulles dell’OSS (di stanza a Berna). Da notare che Jung era una spia arruolata da Dulles e finanziata da Paul Mellon, una delle più grandi fortune imprenditoriali americane, derivata dalla  Mellon Bank (anch’egli arruolato come spia nell’OSS). Alla fine del ’45, l’Operazione Sunrise fu condotta segretamente ad Ascona nella casa sopra l’ingresso dell’Hotel Ascona con l’affresco di una crocifissione. L’Operazione Sunrise fu un incontro segreto tra i generali italiano e tedesco e Dulles, escludendo la presenza russa. L’opprimente Dulles e suo fratello Forster rappresentano l’imperialismo anticomunista americano con lo sviluppo dell’eugenetica successivamente esportata nella Germania nazista. Si consideri l’ingente finanziamento del regime nazista da parte dello stesso Dulles attraverso il potentissimo studio legale Sullivan & Cromwell, che rappresentava le multinazionali americane. Dulles a Berna è a capo dell’OSS per spiare l’ambivalente cooperazione del governo svizzero con l’industria tedesca. Da considerare è la presenza dell’industria che costruì molte armi naziste, la Oerlikon-Bührle ad Ascona.


Un’altra figura importante nella ricerca della pace fu il nobile Gebhard Werner von der Schulemberg (1881-1958) , che ospitò statisti e diplomatici nella casa accanto all’Hotel Ascona. Schulemberg era confidente dell’amante ebrea di Mussolini, Margherita Sarfatti, e amico del Primo Ministro britannico Chamberlain, e cercò di evitare il conflitto e l’alleanza dell’Italia con Hitler. Il fratello di Schulemberg, ambasciatore tedesco, tentò un colpo di stato nel 1944 e fu giustiziato dai nazisti.

La madre artistica di Ascona, Marinanne Verefkin (1860-1938), ebbe una relazione con Roerich (1874-1947), che per un certo periodo fu nelle grazie del ministro di Roosevelt Herny Wallace (massone). Klee, Jawlensky, Werefkin, Hans Richter, Italo Valenti, Ben Nicholson o Arthur Segal, le personalità artistiche che animarono la scena asconese furono quasi tutte promosse dalla Galleria berlinese “Der Sturm”, la cui proprietaria, insieme al marito Hertwart Walden, Nell (1887-1975), costruì nel ’33 la casa in cui ora vivo con mia moglie. La Casa San Tommaso apparteneva a Lougi Pericle (1916-2001). In un modo o nell’altro, quasi tutti entrarono in contatto con la spiritualità o la Teosofia.

Archivio Luigi Pericle

Luigi Pericle

La riscoperta di un maestro

Non lontano dal Monte Verità, una villetta degli anni Trenta, chiusa da anni e inghiottita dai rovi, custodiva un segreto inimmaginabile. La storia di un maestro dimenticato. La sua arte. La sua cultura. Per quindici anni, Greta e Andrea Biasca-Caroni hanno osservato quella casa, sempre più rovinata dal passare del tempo, sognando di poterla acquisire. Il suo giardino confinava con la proprietà del loro albergo ad Ascona (Canton Ticino, Svizzera), l’Hotel Ascona, sul Monte Verità. Volevano visitare quelle stanze, affascinati dal magnetismo che emanavano e dai ricordi di un uomo silenzioso che le aveva vissute intensamente. Acquistata all’asta e riaperta dopo un lungo periodo di oblio, la casa ha rivelato un patrimonio straordinario. Centinaia di dipinti e disegni meticolosamente conservati in grandi scatole di legno stipate tra le stanze e la cantina. Gli alti scaffali conservavano ancora, rigorosamente allineati, volumi di filosofia, letteratura, arte delle civiltà passate, dall’Egitto all’Estremo Oriente, nonché testi scientifici di teosofia, antroposofia, astrologia, ufologia, che avevano nutrito la conoscenza e la saggezza del maestro, la sua vasta preparazione, che poi riversava nei dipinti e nelle carte come esercizio di meditazione, e in migliaia di documenti autografi, quaderni, disegni, testi teorici e narrativi. Riportare in vita dipinti, disegni a china, oroscopi e manoscritti ha permesso di restituire la figura di un autore di punta della storia dell’arte e della cultura in generale; un protagonista della ricerca estetica dal secondo dopoguerra in poi, la cui vicenda umana e intellettuale riemergeva improvvisamente in tutto il suo valore e la sua complessità.

Biografia

Pittore, illustratore, studioso di teosofia e dottrine esoteriche, Luigi Pericle (1916-2001) è stato una figura di spicco nella storia dell’arte della seconda metà del Novecento e ha partecipato attivamente ai dibattiti culturali contemporanei, abbracciando gli approcci della pittura informale europea. È stato ammirato da importanti personalità internazionali come Sir Herbert Read, trustee della Tate Gallery, il collezionista Peter G. Staechelin e Martin Summer, direttore di Arthur Tooth & Sons, galleria londinese di moda durante gli anni ’60. Le opere di Pericle sono state esposte accanto a quelle di maestri come Pablo Picasso, Karel Appel, Antoni Tàpies e Jean Dubuffet.

Instancabile studioso delle filosofie classiche e orientali, devoto alla spiritualità alternativa, Pericle si sforzò costantemente di raggiungere una verità assoluta che andasse oltre la contingenza e la materialità.

 Luigi Pericle Giovannetti nacque a Basilea il 22 giugno 1916. Il padre, Pietro Giovannetti, era originario di Monterubbiano, nelle Marche, mentre la madre, Eugénie Rosé, era di origini francesi. Pericle iniziò a dipingere giovanissimo, ricevendo la sua prima commissione a soli dodici anni e, a sedici anni, intraprese gli studi presso la scuola d’arte, che abbandonò presto deluso dalle discipline studiate e in disaccordo con i metodi didattici. Durante gli anni della sua formazione, fu attratto dalla filosofia antica e orientale, acquisendo una profonda conoscenza del pensiero Zen, cinese e giapponese, nonché di quello dell’antico Egitto e della Grecia. Queste influenze, diverse e al tempo stesso unite da una tensione verso la ricerca della trascendenza e del significato interiore, crearono un punto di riferimento artistico, spirituale e letterario che lo guidò lungo tutto il suo percorso esistenziale.

Nel 1947 sposò Orsolina Klainguti, affettuosamente soprannominata Nini, pittrice grigionese che sarebbe rimasta la sua inseparabile compagna di vita. Negli anni ’50, la coppia si trasferì ad Ascona, la cittadina che, fin dagli anni ’20, aveva ospitato artisti di fama internazionale ed era nota come vivace centro culturale. L’artista scelse di vivere ad Ascona per vivere l’atmosfera mistica associata al sito del Monte Verità e immergersi nella natura e nella tranquillità. Uomo poliedrico e dai molteplici interessi, Pericle è difficile da inquadrare: era tanto un artista professionista quanto un illustratore di talento.

Nel 1951 creò Max, la marmotta protagonista di un fumetto omonimo senza testo, che ebbe un grande successo non solo in Europa, ma anche negli Stati Uniti e in Giappone. Pericle ottenne fama internazionale grazie al suo lavoro di illustratore, pubblicato da Macmillan a New York e su quotidiani come il Washington Post e l’Herald Tribune, e apparso sulla rivista satirica britannica Punch. Per mantenere separate le sue due professioni, l’artista firmò le sue illustrazioni con il cognome Giovannetti. Nel 1958, raggiunse una svolta artistica, segnando una nuova fase nella sua produzione creativa distruggendo tutti i dipinti figurativi dei suoi primi anni tranne uno. Passò all’astrattismo informale e si specializzò in tecniche di lavorazione che caratterizzarono le sue opere, frutto di instancabile ricerca e sperimentazione.

Nel 1959, i suoi dipinti attirarono l’interesse di Peter G. Staechelin, un noto collezionista di Basilea, che considerava Pericle un “virtuoso della vista”. Staechelin acquistò le opere di Pericle e, in cambio, il collezionista donò all’artista una piccola villa ad Ascona, chiamata dal pittore Casa San Tomaso, che Pericle e Orsolina stabilirono come loro dimora per il resto della loro vita. Per realizzare questo acquisto, Staechelin vendette alcuni disegni di Schiele e Klimt al Leopold Museum di Vienna, dove si trovano ancora oggi. Pericle definì il periodo dal 1958 al 1965 come un periodo di “cambiamento radicale”: un periodo di incessante energia creativa ed entusiasmo, durante il quale realizzò le sue mostre più significative.

Nel 1962 conobbe Martin Summers della Arthur Tooth & Sons Gallery di Londra, dove Pericle tenne due mostre personali e due collettive, esponendo, tra gli altri, con Karel Appel, Sam Francis, Asger Jorn, Antoni Tàpies, Jean Dubuffet, Jean-Paul Riopelle e Pablo Picasso. I suoi dipinti furono acquistati da molti celebri collezionisti, tra cui Brigitte Helm, Bennet Korn, Helmut Kindler, Lady Tate e il parlamentare Sir Basil de Ferranti.

Una mostra personale si tenne nel 1963 alla Galleria Castelnuovo di Ascona, di proprietà di Trudi Neuburg-Coray, figlia di Han Coray, proprietario della Galleria Dada di Zurigo. Sir Herbert Read – critico d’arte, co-fondatore dell’Institute of Contemporary Art di Londra e consulente artistico di Peggy Guggenheim – visitò lo studio di Pericle nel gennaio del 1965 e rimase profondamente colpito dalla sua opera. Secondo Read, Pericle era impegnato in una “lunga ricerca di una bellezza assoluta” attraverso l’espressione astratta, una forma pura e metafisica, capace di restituire e comunicare, grazie alle armonie di linea e colore, un'”essenza interiore” delle cose e della loro condizione spirituale.

Hans Hess, museologo e curatore della York Art Gallery, organizzò una mostra personale itinerante di Pericle nel 1965, che toccò diversi musei britannici, tra cui York, Newcastle, Hull, Bristol, Cardiff e Leicester. Dopo questo periodo di successo, Pericle scelse di ritirarsi dal mondo dell’arte per immergersi nella sua ricerca e nella quiete di Ascona.

Dagli anni Sessanta agli anni Ottanta, Pericle realizzò un’ampia serie di dipinti su tela e masonite, inchiostro di china e disegni, in uno stato di ispirazione creativa e mistica che non lo abbandonò mai. Questo segnò un periodo di isolamento ma anche di ricca produttività nei campi della letteratura, dell’astrologia, della filosofia, dell’antroposofia e della teosofia.

Archiviò oroscopi, scritti di ufologia, quaderni pieni di citazioni e ideogrammi giapponesi, simboli astronomici e ricette omeopatiche. Sviluppò un bisogno impellente di liberarsi dei beni materiali, che divenne così forte da costringerlo persino a vendere la sua amata Ferrari (in precedenza appartenuta a Roberto Rossellini e Ingrid Bergman).

L’artista e regista Hans Richter visitò Pericle nel marzo del 1970 e in una lettera raccontò: “Ho sentito molto parlare di un artista che vive qui vicino in completo isolamento e finalmente l’ho visitato. Ciò che ho trovato è stata un’opera grafica e pittorica davvero notevole, diversa da qualsiasi cosa avessi mai visto prima”. In questo periodo iniziò la creazione di un catalogo monografico dedicato a Pericle, che sarebbe stato pubblicato nel 1979 da De Agostini. Nel frattempo, il fumetto Max continuava a essere un best seller a New York e in Giappone. A partire dal 1980, la curiosità e la voracità creativa di Pericle si rivolsero poi allo studio approfondito delle discipline a lui più care e alla scrittura di Bis ans Ende der Zeiten (Fino alla fine dei tempi), un romanzo sottilmente autobiografico e visionario, completato nel 1996.

In esso narrava le vite precedenti del suo alter ego Odisseo e della sua formazione artistica e spirituale; tuttavia, del libro sarebbe stato pubblicato solo un capitolo, con il titolo Amduat, nel 1995. L’amata moglie di Pericle, Orsolina, morì nel 1997, seguita nel 2001 dall’artista stesso, senza lasciare eredi. La loro casa rimase quindi abbandonata fino al dicembre 2016, quando fu acquistata dagli albergatori Andrea e Greta Biasca-Caroni, i vicini, affascinati dal glorioso passato della casa che oggi rivela il meticoloso e sistematico lavoro di ricerca espressiva di Pericle, un immenso tesoro di dipinti e opere grafiche, frutto della sconfinata cultura e sete di conoscenza dell’artista, una summa del pensiero universale catalogata da Pericle con rigore monastico.

Dopo essere stato salvato dall’oblio, Luigi Pericle è ora al centro di un ampio recupero critico e filologico. L’ampio progetto di studio, restauro, conservazione e catalogazione del suo patrimonio artistico è gestito dall’associazione no-profit Archivio Luigi Pericle, con sede ad Ascona, nell’ambito di un processo coordinato di rivalutazione e valorizzazione dell’eredità periclesca.

Le opere di Luigi Pericle sono oggi conservate nelle collezioni di importanti collezionisti e musei.

La storia completa

Luigi Pericle

Un giovane Luigi Pericle

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ASCONA-VIENNA

Teosofia

Teosofia

L’occultismo prosperava nella Vienna di fine secolo, quando Mahler aveva circa quarant’anni.

La Vienna di fine secolo era molto più di quanto a volte potesse sembrare agli studiosi. Oltre ai tipi di figure e argomenti che tendono a rafforzare le aree di indagine “legittime” – filosofia, musica, architettura e psicoanalisi, ad esempio – a Vienna, come in gran parte del mondo di lingua tedesca, era presente un mondo occulto sotterraneo. Era un mondo in cui la teosofia, l’antroposofia, il pitagorismo, l’astrologia, la chiaroveggenza, la numerologia e altre forme di credenze occulte giocavano un ruolo, a volte importante, nella vita di alcune delle stesse figure che spesso negli scritti sulla Vienna di fine secolo.

Nel suo libro Hammer of the Gods, David Luhrssen include Mahler come membro della Società Teosofica di Vienna.

I membri originari della Società Teosofica di Vienna, alla sua fondazione nel 1887, provenivano da un circolo di intellettuali e bohémien che si erano incontrati continuamente dalla fine degli anni ’70 dell’Ottocento. Frederick Eckstein (1861-1939) , il primo presidente della Società e in seguito una “eminenza grigia della vita culturale viennese”, aveva presieduto le discussioni a un tavolo in un ristorante vegetariano viennese per un decennio prima che la Società fosse formalmente organizzata nella capitale austriaca.

Il circolo intorno a Frederick Eckstein (1861-1939) , che era stato il segretario personale di Anton Bruckner (1824-1896) , era eterogeneo per origine etnica e politica. Comprendeva il poeta polacco Siegfried Lipiner (1856-1911) ; il maestro sinfonico ebreo Gustav Mahler; il compositore austriaco di canzoni d’arte tedesche Hugo Wolf (1860-1903) ; la femminista Rosa Mayreder, che discute i ruoli di genere in termini di fusione alchemica degli opposti; Rudolf Steiner, che in seguito fondò il movimento delle scuole Waldorf insieme a un ramo mistico cristiano della Teosofia chiamato Antroposofia; e, occasionalmente, Victor Adler (1852-1918) , fondatore del Partito socialdemocratico austriaco.

Tuttavia, nella Storia del Modernismo, Bernard Smith indica che Alma Mahler divenne una teosofa nel 1914, tre anni dopo la morte di Mahler, e che a lei è attribuita l’introduzione alla Teosofia di Johannes Itten, un pittore espressionista svizzero. Sebbene Mahler fosse interessato all’esoterismo, non è chiaro se Gustav Mahler stesso divenne un teosofo o fosse effettivamente un membro della Società Teosofica di Vienna.

Johannes Itten (1888-1967), che insegnò al Bauhaus dal 1919 al 1923, si interessò alla teosofia dopo aver incontrato la prima moglie di Walter Gropius, Alma Mahler, teosofa dal 1914. Lesse Thought Forms, Indian Philosophy e la cabbala di Besant e Leadbeater e sposò le idee della setta Mazdaznan che insisteva sulla meditazione e sul vegetarianismo.

Tuttavia, negli ultimi mesi prima della sua morte, Gustav e Alma condivisero l’interesse per la letteratura teosofica.

Mahler si sforzava di dimostrare il suo affetto ad Alma. La invitò alle cascate del Niagara e in generale fu più affascinante e attenta di quanto non fosse mai stato prima. Inizialmente, almeno, questi ultimi mesi non furono offuscati, se non dai problemi con l’orchestra. La coppia iniziò a interessarsi alla teosofia e all’occulto e studiò i libri di CW Leadbeater e Annie Besant, quest’ultima ex collaboratrice di Helena Blavatsky, che erano le dernier cri in Europa e in America.

Nel suo libro, Gustav Mahler: Memories and Letters, Alma Mahler conferma l’interesse della famiglia Mahler per l’occulto.

Ho visto spesso una giovane donna americana che cercava di infondermi l’occulto. Mi ha prestato libri di Leadbeater e della signora Besant. Andavo sempre dritto da Mahler non appena se ne andava e ripetevo parola per parola tutto ciò che aveva detto. Era qualcosa di nuovo a quei tempi e lui era interessato. Iniziammo a chiudere gli occhi per vedere quali colori riuscivamo a vedere. Praticavamo questo e molti altri riti ordinati dagli occultisti così gelosamente che Anna Justine Mahler (Gucki) (1904-1988) fu una scoperta che camminava su e giù per la stanza con gli occhi chiusi. Quando le chiedemmo cosa stesse facendo, rispose: “Sto cercando il verde”.

John Covac ipotizza che i Mahler stessero leggendo il libro di Leadbeater e Besant, Thought Forms.

Nel caso di questo aneddoto, il libro in questione è molto probabilmente Thought Forms di Leadbeater e Besant, che discute i significati spirituali dei colori in termini teosofici entusiastici.

È più probabile che la famiglia Mahler abbia imparato a “vedere” il colore verde leggendo la sezione Percezione del capitolo intitolato Note su alcuni insegnamenti orali nel “terzo volume” (volume 5 nell’edizione Adyar) di La dottrina segreta pubblicato da Annie Besant nel 1897:

Cerca di immaginare qualcosa che trascende il tuo potere di pensiero, ad esempio, la natura dei Dhyân Chohan. Quindi rendi il cervello passivo e vai oltre; Vedrai una luce bianca radiosa, simile all’argento, ma opalescente come la madreperla; poi delle onde di colore la attraverseranno, partendo dal viola più delicato, passando per le sfumature di verde bronzo fino all’indaco con riflessi metallici, e quel colore rimarrà. Se vedi questo, sei su un altro piano. Dovresti attraversare sette fasi.

Quando arriva un colore, guardalo e se non è buono, rifiutalo. Lascia che la tua attenzione sia attratta solo dal verde, dall’indaco e dal giallo. Questi sono buoni colori. Poiché gli occhi sono collegati al cervello, il colore che vedi più facilmente sarà il colore della personalità. Se vedi il rosso, è semplicemente fisiologico e deve essere ignorato. Il verde-bronzo è il Manas inferiore, il giallo-bronzo l’Antahkarana, l’indaco-bronzo è il Manas. Questi devono essere osservati e quando il giallo-bronzo si fonde con l’indaco ci si trova sul piano Manasico.

  1. Fin de siècle è francese e significa fine del secolo.
  2. Covach, John, Misticismo balzaciano, disegno palindromico e tempo celeste nella musica di Berg, messaggi criptati nella musica di Alban Berg, a cura di Siglind Bruhn Routledge (New York e Londra: Garland Publishing, Inc., 1998).
  3. Luhrssen, David, Il martello degli dei: la società Thule e la nascita del nazismo (Washington, DC, Potomac Books Inc., 2012) p.13.
  4. Staatliches Bauhaus, comunemente nota semplicemente come Bauhaus, era una scuola d’arte in Germania che combinava l’artigianato e le belle arti, ed era famosa per l’approccio al design che pubblicizzava e insegnava. Fu attiva dal 1919 al 1933. A quel tempo, il termine tedesco Bauhaus, letteralmente “casa della costruzione”, era inteso come “Scuola di costruzione”. Il Bauhaus fu fondato per la prima volta da Walter Gropius a Weimar.
  5. Il mazdaznan era una religione neo-zoroastriana che sosteneva che la Terra dovesse essere riportata a un giardino dove l’umanità potesse cooperare e conversare con Dio.
  6. Smith, Bernard Modernism’s History, (Sydney: University of New South Wales Press Ltd., 1998) pp.76-77.
  7. la moda più recente.
  8. Fischer, Jens Malte Gustav Mahler, trad. Stewart Spencer (Gran Bretagna: Yale University Press, 2011).
  9. Anna Justine Mahler (15 giugno 1904 – 3 giugno 1988) era la secondogenita del compositore Gustav Mahler e di sua moglie Alma Schindler. La chiamavano “Gucki” per via dei suoi grandi occhi azzurri (in tedesco “gucken” significa “sbirciare”).
  10. Mahler, Alma Gustav Mahler: Memories and Letters, a cura di Donald Mitchell, (New York, Viking Press, 1969), p.188.
  11. Covach, John, Misticismo balzaciano, disegno palindromico e tempo celeste nella musica di Berg, messaggi criptati nella musica di Alban Berg, a cura di Siglind Bruhn Routledge (New York e Londra: Garland Publishing, Inc., 1998) p.7.
  12. Blavatsky, Helena, Petrovna, La dottrina segreta, vol. V, (Adyar, Madras, India: The Theosophical Publishing House, Inc., 1971), 554.