“L’articolo di Frank è apparso sulla rivista tedesca della società Teosofica (Adyar)
L’ordine universale – ovvero perché l’uomo, in unità con il principio universale superiore, può dominare quello inferiore.
È l’ignoranza a causare sofferenza e angoscia a tutta l’umanità, come sapeva già Gautama Siddharta, il Buddha.
Tuttavia, ha anche detto:
“Non credete a ciò che vi dico io, il Buddha, a meno che non sia in accordo con il vostro buon senso, ma se lo è, agite di conseguenza e senza ritegno”.
Quest’ultima osservazione del Buddha si applica anche a ciò che segue; nessuno è obbligato a crederci perché si tratta essenzialmente di forze e leggi della natura universalmente efficaci e non create dall’uomo. Sono principi, leggi e forze eterne, senza tempo, cosmicamente universali, che non possono essere influenzate né modificate. Tuttavia, coloro che conoscono la loro natura più intima ed essenziale, che agiscono con e non contro le loro cause e conseguenze, possono persino sfruttarli come “aiuti allo sviluppo”.
Il non sapere dell’uomo è non di rado anche un non voler sapere, ad esempio, la verità delle leggi universalmente efficaci, i principi naturali ermetici del cosmo, che determinano tutto l’andare e il venire, l’ascendere e il discendere, il cambiare e il divenire.
L’ignoranza è decisiva anche per il fatto che l’uomo non conosce il suo vero sé; che non sa che come essere umano non ha un’anima, perché lui stesso è un’anima; una differenza piccola ma molto significativa.
Inoltre, non è consapevole del fatto che esistono due correnti di sviluppo dell’involuzione e dell’evoluzione universale-ciclica, essenzialmente distinguibili: da un lato, la corrente di sviluppo causale dello spirito-coscienza tutto intero, atemporale e immortale (chiamato in breve “vita”) e, dall’altro, la varietà differenziata di energia e di correnti di sviluppo dei fenomeni mortali, informi e generatori di forme.
Molte persone, anche cosiddette esperte, trattano il termine “anima” in modo ignorante e quindi senza alcuna idea di cosa sia realmente, dove abbia sede e origine e quale compito debba svolgere.
Nella dottrina della saggezza senza tempo, la “teosofia”, si dice che le anime sono “gusci” o “portatori” oltre che entità viventi. Le anime appartengono fondamentalmente ai cosiddetti mondi dell’apparenza, dietro i quali si trova a sua volta, in ogni singolo caso, lo spirito-coscienza tutto intero come principio essenzialmente causale.
Le anime si evolvono lentamente e gradualmente, lungo un percorso inconcepibilmente lungo di periodicità ciclica, e sono guaine o vettori leggeri ed eterei, in parte immortali, attaccati all’individuo, e in parte mortali, che gravitano verso l’essere inferiore della personalità. Nella loro parte mortale che si affaccia sulla materia fisica, sono elementi puramente espressivi abitati dai cosiddetti “elementali”, cioè esseri la cui costellazione o composizione unisce elementi della più varia frequenza vibrazionale, che nel corso degli analoghi cicli evolutivi diventano animati dalla loro anima spirituale-individuale, immortale, ed esprimono così, attraverso il loro involucro animico, i tratti caratteriali, le peculiarità, le capacità, i talenti e le potenzialità dell’essere spirituale.
Ogni anima, tuttavia, racchiude solo le guaine o le forme di espressione che corrispondono al suo grado individuale di vibrazione e verso le quali è attratta psicomagneticamente più e più volte nel corso dei cicli coinvolgenti ed evolutivi.
Ogni corpo d’espressione viene quindi asservito da un’anima secondo il suo livello di vibrazione solo quando ha raggiunto la costellazione degli elementi e la maturità necessaria a questo scopo, che è essenzialmente favorevole al rispettivo livello di coscienza e di anima. Per questo motivo, esistono sia forme non animate sia forme prive di coscienza spirituale.
Di enorme importanza è anche la consapevolezza che tutte le forme fisicamente visibili della natura che hanno una vibrazione inferiore a quella del corpo fisico dell’essere umano, ergo quelle dei minerali, delle piante e degli animali, sono animate dalle cosiddette anime di gruppo che corrispondono alle rispettive specie e generi.
Solo il corpo espressivo dell’essere umano fisicamente maturo poteva e può essere animato da un’anima individualizzata che si è sviluppata oltre l’anima del gruppo animale.
Solo questa individualizzazione dell’anima egoica rende possibile la reincarnazione e quindi un analogo sviluppo ininterrotto dell’essere umano.
E così, quasi “incidentalmente” con l’individualizzazione, l’anima dell’uomo, circa 1 milione di anni fa (5a razza radice), e le successive ondate di umanità ricevono anche l’aggiunta speciale della capacità di pensare (Manas = sanscrito, il pensatore), che non si è (ancora) evoluta nell’elementare dell’essere animale, perché per mancanza di coscienza di individualizzazione e di maturità corporea, l’anima dell’animale non può ancora essere ingraziata con ‘Manas’. Tuttavia, alcune specie animali o esseri animali si sono evoluti ai massimi livelli di “comportamento istintuale”, motivo per cui alcuni loro comportamenti vengono spesso confusi con l'”intelligenza mânasica”.
Poiché ogni evoluzione segue una catena d’azione analoga, ciclicamente ascendente e discendente, che senza interruzione, ma a ondate successive dal “fiume della vita”, riversa sempre nove anime successive in forme altrettanto nuove, si può giustamente affermare che le rispettive anime più vecchie – con ciò si intendono in linea di principio tutti i tipi di anime, Qui, però, soprattutto quelle degli animali – sono eternamente seguite da nuove anime, cioè più giovani (catena causale/flusso di vita), che, analogamente alle anime predecessore, possono e continueranno a evolversi su “percorsi” naturali, se nessun intervento innaturale, per esempio da parte dell’uomo, distrugge questo processo e flusso naturale di evoluzione.
Tutte le anime hanno origine da o all’interno di un’unica anima radice spirituale, l’anima universale, e tutti gli elementi, gli attributi, le capacità, i talenti e le potenzialità di un’anima che sono decisivi per la sua evoluzione sono già stati avvolti in elementi spiritualmente cristallizzanti nella fase ciclica-universale di involuzione. Un fatto causale che l’uomo dovrebbe conoscere e riconoscere.
Perciò ogni mente umana sana e logicamente pensante riconosce che nulla, ma proprio nulla, può nascere dal nulla; deve sempre esserci qualcosa che lo precede, un’idea o un pensiero elementare e fondamentale di quella cosa che deve apparire.
Nessun architetto potrebbe mai costruire una struttura senza aver prima prodotto un’idea, un pensiero, poi degli schizzi iniziali, successivamente altri schizzi e infine dei piani dettagliati abbastanza concreti.
L’ideazione è la base di tutta la creazione.
L’evoluzione nel solo cosmo non funziona in modo digitale secondo gli standard cerebro-fisici abituali dell’uomo, ma nella catena analogica di causa ed effetto di cui sopra; senza inizio, senza fine.
Ma al più tardi a questo punto il nostro cervello fisico è sovraccarico, perché lo strumento cerebrale che funziona in modo puramente digitale può comprendere solo ciò che ha un inizio e una fine. Una catena analogica di cause ed effetti senza un inizio e una fine deve essere rifiutata dalla mente digitale come “impensabile”.
Da tutto ciò consegue che, prima che un’anima possa dispiegarsi o svilupparsi ciclicamente e per miriadi di volte, un essere spirituale intelligente che sta dietro di essa deve aver già impacchettato tutte le parti dell’anima concepite per dispiegarsi e svilupparsi in elementi adatti.
Questi elementi adatti sono assemblati in forme e corpi di espressione, che gravitano da atomi, molecole, cellule ecc. e poi si fondono in quei corpi di espressione fine-materiale e grossolana di un essere elementare, in modo che le anime evolute, secondo il loro grado di coscienza specifico della specie, possano animare i corpi di espressione adatti.
Infine, tutte le anime sono come quei pellegrini che viaggiano attraverso gli universi per visitare varie stelle e pianeti sul loro percorso, ognuno in un nuovo corpo di espressione adattato ai livelli vibrazionali, che a loro volta consentono di raccogliere esperienze molto specifiche attraverso le quali possono sviluppare ed esprimere tratti di carattere, abilità, talenti e potenzialità che riflettono la coscienza.
Quindi, se l’uomo sapesse, o meglio riconoscesse e comprendesse, che le anime che attualmente vogliono svilupparsi sul piano animale dell’esistenza (un piano intermedio come quello umano) sono elementari, proprio come lo era un tempo l’uomo in ascesa, che sono anime viaggiatrici e pellegrine, proprio come l’uomo stesso è sempre stato e sempre sarà, allora questa conoscenza potrebbe servire al bene comune di tutti gli esseri e assumere forme di espressione corrispondenti, di aiuto fraterno.
L’uomo potrebbe davvero riconoscerlo e saperlo:
- tutte le anime, comprese quelle animali, discendono dalla stessa anima radice universale tutta intera e, in quanto elementari in evoluzione, sono anime discendenti-curanti dell’umanità, che sono solo nel loro percorso evolutivo, in ascesa verso l’esistenza umana, proprio come l’anima umana di oggi un tempo era in grado di ascendere dall’anima animale di allora;
- che ergo le persone che abusano degli attuali corpi di espressione dell’anima degli animali come bestiame da usare e da macello, li stressano, li sfruttano e li massacrano, lo fanno in modo assolutamente innaturale, cioè contro le leggi dell’ordine, dell’armonia, dell’evoluzione e della natura.
Queste persone a volte disturbano, ritardano o distruggono la “prole naturale e l’evoluzione dell’anima animale” preparata da Madre Natura, per lo più senza averne bisogno, per puro scopo di lucro umano – e causano alle anime indicibili agonie infernali, che non rimangono senza conseguenze cosmico-universali.
Le anime animali sono elementari che salgono dal mondo minerale, dal mondo vegetale, sono esseri animici nel loro sviluppo verso l’umanità.
Se, infine, l’uomo sapesse che è un vantaggio per il proprio sviluppo di ogni anima più sviluppata se fa veramente del bene a un’anima meno sviluppata. Non importa se aiuta quest’anima meno sviluppata nel suo percorso di sviluppo attraverso pensieri, sentimenti o azioni, se si limita a sostenere il percorso di quest’anima dato da Madre Natura, allora l’uomo sperimenta ciò che l’ordine cosmico, l’armonia e la giustizia portano sempre con sé; perché ognuno raccoglie ciò che ha seminato. Perciò, chiunque provochi sofferenza a un’anima, la provocherà a sua volta.
Va inoltre sottolineato che anche la non-azione, nel senso delle leggi universali, corrisponde a un’azione; infatti, anche se stiamo fermi e ci comportiamo passivamente, cioè guardiamo passivamente e permettiamo la sofferenza, agiamo comunque con conseguenze karmiche universali.
Le conseguenze più gravi del “karma” (nome sanscrito dell’azione, rispettivamente del principio universale di causa ed effetto) colpiscono la parte mortale dell’anima dell’uomo al più tardi dopo la morte (o in uno dei successivi cicli di reincarnazione), nei cosiddetti mondi astrali; perché i guardiani del “karman”, il principio universale, non dimenticano niente e nessuno. Così anche quell’essere umano che, per qualche motivo, non ha potuto o non può essere sufficientemente chiamato a rispondere delle sue azioni sofferenti sulla terra, viene portato alla giustizia universale nei mondi vibranti superiori dalle forze cosmiche.
La coscienza del nostro mondo fisico conosce già la distinzione tra sostanze fisiche solide, sostanze fisiche liquide e sostanze fisiche gassose, nonché l’esistenza di sostanze fisiche vibranti ancora più elevate, come ad esempio: Calore, luce e raggi sono stati scientificamente provati.
Non sorprenderà quindi che la saggezza senza tempo, la teosofia, parli del fatto che nell’universo esistono sostanze, forme e mondi di vibrazione ancora più elevati.
Il mondo astrale, che ha una vibrazione più alta del mondo fisico-terrestre ed è il più vicino di tutti i mondi a vibrazione più alta al mondo fisico, è quindi chiamato anche mondo emotivo e dei sentimenti, perché qui tutta la vita è pura esperienza di sentimenti, derivante da desideri, voglie, desideri e azioni terrene.
Solo dopo la morte, nei mondi astrali del cosiddetto “Kâma Loka” (termine sanscrito), quando tutte le energie di questa vita emotiva terrena sono state bruciate, ergo estinte, l’anima purificata e pellegrina sale ulteriormente con la sua coscienza nei mondi mentali.
In questi mondi astrali, tuttavia, la coscienza umana continua a esistere dopo la morte nella parte mortale della sua anima, ma è ora rivestita solo del manto astrale-eterico della sua forma di espressione composta da elementi emotivi. Dopo la “morte fisica”, la coscienza si è risvegliata su questo piano astrale senza alcuna mente o intelletto, perché questa “parte Mânas della coscienza”, dopo il decadimento e la dissoluzione delle forze di coesione del corpo fisico, si è immediatamente staccata dal piano vibrazionale inferiore ed è tornata nel proprio mondo, quello mentale.
Questa coscienza, ora risvegliata nel corpo astrale, vive all’interno del suo mondo astrale esclusivamente nelle e dalle energie dei suoi desideri, delle sue voglie, dei suoi sentimenti e delle sue emozioni sviluppate a livello personale e terreno. Anche la materia elementare astrale, più facilmente plasmabile, assume la “fisionomia” di queste energie emozionali, che a loro volta attraggono energie e forme di espressione psico-magnetiche comparabili da altri abitanti del mondo astrale, per connettersi con loro ai fini della generazione di energia e del supporto vitale.
Il loro destino comune, il loro karma, è quello di dover sperimentare le conseguenze e gli effetti delle loro azioni emotive terrene ancora e ancora e ancora, e di sopportare le “fisionomie” di piante, animali ed esseri umani che soffrono giorno dopo giorno a causa delle loro azioni. Nel loro corpo astrale sperimentano ora loro stessi quella sofferenza, del tutto consapevole e del tutto reale per loro, proprio come sulla terra, che hanno inflitto alle “anime sorelle” delle piante, degli animali e degli altri esseri umani.
Il motivo terreno per cui agiscono diventa la misura delle ripercussioni karmiche su di loro. Non è un segreto che tali vite astrali, se si volesse misurarle con una concezione terrena del tempo, possono facilmente durare diverse migliaia di anni.
Per tutte le anime che hanno fatto del bene durante la loro esistenza terrena, che hanno incontrato altre anime, siano esse piante, animali e/o esseri umani, in modo disponibile e amorevole, che le hanno aiutate, il “Kama Loka” può essere certamente uno stato paradisiaco; ma per tutte le persone che sono state meno disponibili durante la loro esistenza terrena, che hanno addirittura maltrattato, tormentato o ucciso volontariamente gli altri, il “Kama Loka” diventa il vero inferno descritto da Dante e dalla Bibbia cristiana – con i tormenti infernali autoimposti.
Come già sottolineato all’inizio: non è causalmente necessario credere in tutte queste cose, perché sono leggi universali, rispettivamente principi di ordine e di evoluzione, che funzionano incrollabilmente senza alcuna credenza, senza alcuna possibilità di influenza; eternamente.
In questo modo si chiude il cerchio della conoscenza dei principi universali della vita, della natura e dell’evoluzione: il causante e il causato sono una cosa sola, per cui la causalità deve sempre tornare al causante.
Le scienze materiali, che ancora oggi presuppongono il big bang della materia e la tesi di Charles Darwin, secondo cui l’evoluzione è una progressione dell’autosviluppo materiale, cioè il potenziale spirituale dell’uomo si evolve unicamente a partire dalla materia che si autosviluppa, è, secondo gli studi scientifici dell’occulta saggezza senza tempo tramandata dalle antiche culture umane, un chiaro errore di interpretazione. Si basa sul puro materialismo e semplicemente esclude qualsiasi involuzione dallo spirituale, non bene l’ideazione dello spirituale.
René Descartes seguì questa ignoranza e concluse:
“cogito ergo sum”, penso, quindi sono.
A quanto pare, Cartesio non ha riconosciuto ciò che l’antico Socrate aveva già riconosciuto:
“Scio me nihil scire”, so di non sapere.
Cartesio apparentemente ignorava il fatto che Mânas (il Pensatore) non fa altro che rivelare il terzo principio universale. Ignorando che solo il primo principio universale testimonia lo SPIRITO. Perché TUTTO è SPIRITO, l’universo è spirituale.
All’interno dello Spirito Supremo, che nella Teosofia è chiamato “Ishvara” (nell’Ermetismo si parla di “Hen to pan” “UNO è TUTTO)”, l’ideazione pura trova la sua rivelazione nel divenire.
La Teosofia, con la trasmissione della saggezza senza tempo, nota bene, di quei principi ermetici della natura, testimonia anche il fatto che il piano fisico della vibrazione e della forma è sempre solo il palcoscenico dell’espressione di tutti i drammi, le cui cause risiedono esclusivamente in piani vibrazionali superiori della coscienza, in mondi vibrazionali più sottili. È quindi del tutto impossibile guarire causalmente i drammi che si verificano fisicamente, ad esempio sotto forma di malattie, somministrando farmaci fisici. La guarigione causale può avvenire solo attraverso un principio vibrazionale superiore universale. Le malattie fisiche possono quindi trovare una guarigione causale solo nei livelli astrali, mentali o addirittura vibrazionali superiori dell’esistenza. I rimedi fisici possono solo alleviare i sintomi o “neutralizzarli” temporaneamente. Sia la MTC (Medicina Tradizionale Cinese) che l’omeopatia classica hanno sempre tenuto conto di questa saggezza.
Infine, questo significa anche che qualsiasi “aiuto puramente fisico” – cioè senza l'”inclusione consapevole” di sentimenti, pensieri, intuizione, saggezza e spirito – rimane un trattamento puramente sintomatico.
Tutte le donazioni monetarie agli animali e alle persone bisognose di aiuto rimangono causalmente inefficaci (al massimo alleviano temporaneamente e spontaneamente i sintomi), se non sono prodotte in modo consapevole e sempre ripetuto, causalmente da sentimenti e pensieri di guarigione che purificano la causa.
Per ultimo, ma non meno importante, c’è l’amore incondizionato, il potere di comprensione e di guarigione. Quel potere del cuore universale che permea tutto, che accende la VERITÀ TUTTA UNICA, con la voce del silenzio, in un fuoco ardente nella nostra camera del cuore. Questo supremo potere vibrante del TUTTO-Spirito, che rivela l’UNITÀ cosmico-universale del divenire vivente.
*L’autore, Frank Henkel, è presidente dell’Associazione di studio Saggezza senza tempo della Società Teosofica Adyar in Svizzera e.V. e presidente della “Loggia Hermes” di Wädenswil sul lago di Zurigo, in Svizzera.
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