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Rivista Teosofica Svizzera/Ticinese (ADYAR)

~ Società Teosofica Ticinese ri-fondata il 29/9/2009.

Rivista Teosofica Svizzera/Ticinese (ADYAR)

Archivi della categoria: Marco Boccadoro

Marco Boccadoro : Le lezioni … d’Oro. Gli occhi della mente e del cuore.

12 venerdì Nov 2021

Posted by abcsocial in Articoli della Rivista Teosofica Ticinese, Marco Boccadoro

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Il testo della conferenza :

Gli occhi della mente e del cuore.pdfDownload

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Marco Boccadoro. L’individuo e l’universo alla luce della terza proposizione fondamentale de “La Dottrina Segreta”

13 lunedì Set 2021

Posted by abcsocial in Articoli della Rivista Teosofica Ticinese, Marco Boccadoro, News

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Seminario Teosofico del 20.3.2021

Per orientarsi nella lettura della Dottrina Segreta, a mò di bussola nel labirinto di quest’opera affascinante, incredibile e gigantesca, è necessario tenerne presente i principi o assiomi fondamentali, cioè:

  • L’esistenza di un Principio Onnipresente, eterno, illimitato, immutabile
  • L’eternità dell’universo
  • La Fondamentale unità di tutte le anime con l’Anima universale e l’obbligatorio pellegrinaggio di ogni anima attraverso il ciclo delle incarnazioni e del Karma.

E’ di questa terza proposizione che ci occupiamo oggi. Per semplicità la possiamo dividere in due parti:

  1. L’anima di ognuno di noi è unita alla Super-Anima-Universale, o Alaya.

Il concetto di anima universale, o Anima Mundi, lo Spirito Santo del Cristianesimo, per cui ogni elemento della manifestazione contiene la scintilla divina, l’Unità della vita, ha accompagnato il genere umano fin dagli albori dell’umanità.

 Per citare solo alcune fonti, ne parla Platone nel Timeo, è elemento centrale dell’opera di Plotino, ne hanno disquisito Marsilio Ficino, (che aveva tradotto le Enneadi di Plotino), Giordano Bruno, Tommaso Campanella e tanti altri .

Scrive Marsilio Ficino:

“Tra le cose che sono soltanto eterne e quelle che sono soltanto temporali vi è l’anima che è come una connessione e un vincolo fra le une e le altre.”

All’opposto abbiamo il meccanicismo di Democrito, secondo il quale parti che si uniscono casualmente hanno generato gli esseri viventi, e non vi sono forze esterne di natura trascendente che ordinano tutte le cose in vista del raggiungimento di un fine.

In fondo abbiamo due opposte visioni del mondo, la prima che parte dall’alto, la seconda dal basso:

  • La prima, che coincide con la visione teosofica, in cui l’Essere Immanente è onnipresente, e pervade la Manifestazione
  • La seconda, in cui è il caso a generare la vita.

Anche Einstein la pensava come la signora Blavatsky, a questo proposito. Polemizzando al congresso Solvay a Bruxelles con Niels Bohr, premio Nobel inventore del modello dell’atomo, diceva:

“Non posso credere nemmeno per un attimo che Dio giochi a dadi!”

Le implicazioni di questo postulato sono importantissime: l’insieme dell’umanità, e dell’universo, nel tempo e nello spazio è una cosa sola.

 Il Male equivale a ignorare questa grande verità: la separatività, l’egoismo, la violenza, lo sfruttamento dei nostri simili, degli animali, delle risorse del pianeta, le guerre perdono ogni senso alla luce della consapevolezza che stiamo solo danneggiando noi stessi, turbando l’Unità della Vita.

Non a caso Aristotele dice nella “Politica” che L’uomo è per natura un animale sociale.

Le scintille divine presenti in ognuno di noi si attirano, e ce ne rendiamo conto in particolare in questi tempi di confinamento forzato. Ci manca soprattutto il nostro prossimo.

E da sempre il genere umano ha avuto una grande attrazione per l’Universo, di cui il nostro pianeta è una parte infinitesimale: solo nella nostra galassia vi sono, secondo stime della NASA e dell’ESA, circa 100 miliardi di stelle, e probabilmente nell’universo due trilioni di galassie.

Cerchiamo da 60 anni di comunicare con altre forme di vita extraterrestri, ad esempio il progetto SETI Breakthrough Listen utilizza centinaia di radiotelescopi che ascoltano giorno e notte eventuali segnali intelligenti dallo spazio interstellare [1]

La seconda parte della terza proposizione ci insegna inoltre che

  • La scintilla scaturita dal Sesto Principio Universale (Buddhi) deve passare attraverso forme elementari, poi acquistare individualità, e seguire un percorso di crescita, accompagnato dal suo Karma, fino a Dhyani-Buddha.

Edoardo Bratina ci spiega in modo molto elegante che cosa sia il Karma, utilizzando le leggi della fisica[2]:

“Il Karma è la legge di causa-effetto, agente su tutti i piani della natura, definita dai tre principi della dinamica,

 1) Un corpo permane nel suo stato di moto o quiete finché non subentra una forza esterna (quindi qualunque cosa accada è dovuta ad una causa determinata) . Non esistono effetti senza cause.

2)Una forza applicata ad un corpo imprime al corpo stesso un’accelerazione proporzionale alla forza stessa, cioè i risultati sono sempre proporzionali alle forze poste in azione.

3) Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.”

La Legge del Karma è forse l’unica dottrina che può spiegarci il problema misterioso del Bene e del Male, e riconciliare l’uomo con la terribile e apparente ingiustizia della vita.

Scrive la Signora Blavatsky[3]:

“Di tutte le terribili bestemmie e accuse rivolte virtualmente al loro Dio dai monoteisti, nessuna è più grande o più imperdonabile di quella (quasi sempre) falsa umiltà che fa affermare il presumibilmente “pio” cristiano, in connessione con ogni colpo malvagio e immeritato, che “tale è la volontà di Dio”.

“Non è l’onda che annega un uomo, ma l’azione personale del disgraziato, che va deliberatamente e si pone sotto l’azione impersonale delle leggi che governano il moto dell’Oceano. Il karma non crea nulla, né progetta. È l’uomo che pianifica e crea le cause e la legge karmica regola gli effetti; il quale aggiustamento non è un atto, ma un’armonia universale, che tende sempre a riprendere la sua posizione originaria, come un ramo, che, piegato con troppa forza, rimbalza con corrispondente vigore”

“Intimamente, o meglio indissolubilmente, connessa al Karma, quindi, è la legge della rinascita, ovvero della reincarnazione della stessa individualità spirituale in una lunga, quasi interminabile, serie di personalità. Queste ultime sono come i vari costumi e personaggi interpretati dallo stesso attore, con ognuno dei quali quell’attore si identifica e viene identificato dal pubblico, per lo spazio di poche ore. L’uomo interiore o reale, che personifica quei personaggi, sa per tutto il tempo di essere Amleto per il breve spazio di pochi atti, che rappresentano però sul piano dell’illusione umana l’intera vita di Amleto. E sa di essere stato, la sera prima, Re Lear, la trasformazione a sua volta dell’Otello di una notte ancora precedente; ma si suppone che il personaggio esterno e visibile ignori il fatto. Nella vita reale questa ignoranza è purtroppo, ma troppo reale. Tuttavia, l’individualità permanente è pienamente consapevole del fatto, sebbene, attraverso l’atrofia dell’occhio “spirituale” nel corpo fisico, la conoscenza non sia in grado di imprimersi nella coscienza della falsa personalità.

Questa dottrina della reincarnazione non ha i suoi eguali sulla terra. È un credo in un progresso perpetuo per ogni Ego incarnato, o anima divina, in un’evoluzione dall’esterno all’interno, dal materiale allo spirituale, arrivando alla fine di ogni fase all’unità assoluta con il Principio divino. Di forza in forza, dalla bellezza e perfezione di un piano alla più grande bellezza e perfezione di un altro, con arricchimento di nuova gloria, di nuova conoscenza e potere in ogni ciclo, tale è il destino di ogni Ego, che diventa così il proprio Salvatore in ogni mondo e incarnazione. In altre parole, può ritornare allo stato originale dell’omogeneità dell’essenza primordiale solo attraverso l’aggiunta del frutto del Karma, che solo è in grado di creare una divinità cosciente assoluta, distante solo di un grado dall’assoluto TUTTO.”[3]

Concludendo, qual è il significato della terza proposizione per l’individuo?

Siamo sì tutti sottomessi alla Legge karmica, ma siamo pur sempre liberi di agire, generiamo continuamente nuovo karma, siamo liberi di tendere al Male o al Bene, (e attenzione alle forme-pensiero), influenzando così il destino nostro e dei nostri simili per il futuro.

La consapevolezza del libero arbitrio deve farci tendere verso il Bene, ad un percorso di miglioramento continuo, verso il  Bello ed il Buono .

Inoltre, essendoci addentrati sul sentiero della conoscenza dell’Antica Saggezza, abbiamo il dovere morale di mettere in pratica e di servire da esempio per il nostro prossimo quanto vi è enunciato.

Ogni mattina, al nostro risveglio, chiediamoci quindi cosa possiamo fare oggi per essere migliori di ieri.

Bibliografia:

[1] IEEE Spectrum, February 2021, p.35

 [2] Annie Besant, Karma o l’Enigma del Destino, E.T.I , 2005

[3] Brani tratti da scritti di  H.P. Blavatsky, in particolare da  The Key to Theosophy, The Secret Doctrine e H.P.B. Articles.

Pubblicato da Theosophy Magazine (Los Angeles, California, USA), nel giugno 1974, luglio 1988, agosto 1988 e settembre 1988

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Marco Boccadoro, Karma e impegno teosofico

30 giovedì Mag 2013

Posted by abcvisibility in Articoli della Rivista Teosofica Ticinese, Marco Boccadoro

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Tag

Alfred Percy Sinnett, Annie Besant, Catene, Galileo Galilei, Glossary of musical terminology, impegno teosofico, karma, Leonardo Da Vinci, Ronde, servizio, società teosofica, teosofia, Theosophical Society


Henry Steel Olcott (1832-1907, links), Annie B...

Henry Steel Olcott (1832-1907, links), Annie Besant (1847-1933, mitte), Charles Webster Leadbeater (1847-1934, rechts) in Adyar (Chennai) im Dezember 1905 (Photo credit: Wikipedia)

Alfred Percy Sinnett (1840-1921)

Alfred Percy Sinnett (1840-1921) (Photo credit: Wikipedia)

Annie Besant in 1897

Annie Besant in 1897 (Photo credit: Wikipedia)

Marco Boccadoro

Karma e impegno teosofico

Relazione tenuta al 99o congresso Italiano, Aosta

“E ‘solo la consapevolezza delle costanti  rinascite di una stessa individualità in tutto il ciclo della vita, la garanzia che le stesse Monadi devono passare attraverso il “Circolo di Necessità”, premiate o punite da tale rinascita per la sofferenza subita o crimini commessi nella vita precedente; che quelle Monadi stesse, che sono entrate nei vuoti gusci senza sentimenti, o figure astrali della prima Razza emanata dai Pitri, sono le stesse che ora sono in mezzo a noi – anzi, noi stessi, forse, è solo questa dottrina, sosteniamo, che può spiegarci il problema misterioso del Bene e del Male, e riconciliare l’uomo con la terribile e apparente ingiustizia della vita.

Nient’altro che tale certezza può placare il nostro disgustato senso di giustizia. Infatti, se uno non conosce la nobile dottrina e si guarda intorno, e osserva le disuguaglianze di nascita e di fortuna, di intelligenza e capacità, quando si vedono onori elargiti a  sciocchi e intemperanti , su cui la fortuna ha accumulato i suoi favori per semplice privilegio di nascita, e il loro vicino più prossimo, con tutta la sua intelligenza e nobili virtù – molto più meritevole in ogni modo – perire di povertà e per mancanza di compassione, quando uno vede tutto questo e deve allontanarsi, impotente ad alleviare questa sofferenza immeritata, le orecchie che risuonano e il cuore gonfio per le grida di dolore intorno a lui – che la conoscenza benedetta del Karma solo gli impedisce di maledire la vita e gli uomini, come pure il loro  presunto Creatore.” [1]

Inizio la mia relazione con questo bellissimo brano della signora Blavatsky, che, mi pare, riassume in poche righe uno dei motivi per cui vale la pena di occuparsi del Karma.

Ecco  la lucidissima spiegazione che ne dà Edoardo Bratina nell’introduzione al libro di Annie Besant sul Karma.[2]

“Il Karma è la legge di causa-effetto, agente su tutti i piani della natura, definita dai tre principi dellla dinamica, scoperti rispettivamente da Leonardo Da Vinci, Galileo Galilei e Isaac Newton:

1) Un corpo permane nel suo stato di moto o quiete finchè non subentra una forza esterna (quindi qualunque cosa accada è dovuta ad una causa determinata) .Non esistono effetti senza cause.

2)Una forza applicata ad un corpo imprime al corpo stesso un’accelerazione proporzionale alla forza stessa , cioè i risultati sono sempre proporzionali alle forze poste in azione.

3) Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.”

Questo terzo principio è la Legge Unica che sostiene l’universo, il grande equilibrio.

La legge che riaggiusta l’equilibrio disturbato nel mondo fisico, e l’armonia spezzata nel mondo morale. Quindi, dicevamo, il rapporto causa-effetto. Non vi è effetto senza causa.

Le cause sono da ricercare nelle nostre azioni passate e presenti. Non solo nelle azioni, però. A monte di un’azione, c’è il pensiero, la straordinaria capacità dell’essere umano di creare, visualizzare, avere delle visioni. In teosofia, però, il pensiero è materia, si parla di  le forme – pensiero.

Le forme pensiero possono essere buone o malvagie , e purtroppo esse sono molto più potenti di quanto si pensi. Infatti queste magnetizzano attorno a sé gli elementali dello stesso tipo, e si rinforzano, nel bene e nel male.

Scrive La signora  Besant in merito alle forme pensiero:

“Angeli e Demoni di nostra creazione si assiepano attorno a noi, da ogni lato, apportatori del bene e del male agli altri, del bene e del male a noi stessi, come veri agenti karmici.”

E attualmente, vista l’onnipresenza dei mezzi di comunicazione, una forma pensiero può raggiungere in tempo reale tutta l’umanità: pensiamo all’aereo che distrugge le torri del World Trade Center , credo che tutti l’abbiano visto, alle immagini delle varie guerre che quotidianamente vediamo alla televisione, ai film farciti di  omicidi e di violenza, al potere di internet, all’insipido chiacchiericcio di parte dei social networks.

L’effetto di aggregazione e di rinforzo mutuale delle forme pensiero è chiaro nella manifestazione del karma collettivo: ad esempio si pensi all’atmosfera di odio che regnava in Germania negli anni precedenti la seconda guerra mondiale. E La legge del Karma ha puntualmente assegnato un effetto alla causa così generata.

Purtroppo gli esempi non mancano, uno fra tanti:

poco tempo fa, un disoccupato spara davanti a Palazzo Chigi a Roma colpendo un carabiniere innocente e rendendolo tetraplegico. Questa, di sicuro non è la volontà divina, ma un effetto Karmico.

Dove va ricercata la causa di questa azione ? Nel Karma collettivo della crisi economica? Nel licenziamento dell’attentatore ? Negli incitamenti all’odio sui social networks da parte di qualche uomo politico? Nel Karma personale?

E’ giusto che un innocente venga punito?

Nella lettera numero 16 dei Mahatma  ad Alfred Percy Sinnett , il Maestro Koot Hoomi scrive,  a questo proposito:

“ il Karma è simile ad un Libro delle Entrate, in cui tutti gli atti dell’uomo, buoni, cattivi o indifferenti, sono accuratamente registrati a debito ed a credito…

Dove la letteratura poetica cristiana ha creato e vede un Angelo Custode “ che registra”,

la severa e realistica logica buddista, comprendendo la necessità che ogni causa abbia il proprio effetto, mostra la sua vera presenza. Gli oppositori del buddismo hanno molto sottolineato la pretesa ingiustizia che la persona che compie l’azione resti impunita ed una vittima innocente abbia a soffrire- dal momento che la persona che agisce e quella che soffre sono due esseri differenti. Ma mentre in un senso esse possono essere considerate tali, in un altro  sono identiche”.

… “l’uomo di una data età, mentre senzientemente non cambia, fisicamente non è quello che era alcuni anni prima. I suoi Skandha (cioè la sua individualità fisica e mentale) sono cambiati.

… Ebbene, se è giusto che un uomo di quarant’anni debba godere o soffrire per le azioni dell’uomo di vent’anni, è ugualmente giusto che l’essere rinato, che è essenzialmente identico al precedente, sopporti le conseguenze de Sé o della personalità che l’ha generato.” [3]

Tornando all’onnipresenza dei mezzi di comunicazione, forse l’effetto peggiore di questa invasione di informazioni per lo più banali o negative è che tutto questo rumore ci impedisce di pensare. Per evolvere, bisogna infatti far sì che alla fine di un’esistenza terrena, nel Devachan le immagini mentali vengano trasformate in virtù, che le aspirazioni di questa vita divengano qualità per la prossima. Se una volta nel Devachan ci presentiamo con un bagaglio leggero, non ci sarà una grande evoluzione nella prossima incarnazione…

Bisogna stare attenti, quindi, ai pensieri, ai desideri, i desideri sono catene.

Ciò che desideriamo l’otterremo, se non in questa vita, in una prossima. E questo vale nel bene e nel male. Aspirazioni positive diverranno talenti, qualità; desideri malvagi, egoistici, violenti, bramosie, passioni, verranno pure esauditi, con conseguenze deprecabili.

Pensiamo piuttosto ad avere un pensiero buono di riserva quando la nostra mente è vuota.

Citando  Peter Pan. : “bastano pensieri felici..sono quelli a portarti in aria”

E qui arriviamo al discorso della libertà individuale, all’impegno personale, all’impegno teosofico.

Siamo sì tutti sottomessi alla Legge karmica, ma siamo pur sempre liberi di agire, generiamo continuamente nuovo karma, siamo liberi di tendere al Male o al Bene, anche solo con il pensiero, influenzando così il destino nostro e dei nostri simili per il futuro.

In particolare come teosofi, senza voler peccare di orgoglio, siamo pur sempre al corrente di tante cose rispetto ai tanti che non sanno, e questa è una pesante responsabilità. Come teosofi, la consapevolezza che ci viene dalla Conoscenza, deve farci  tendere verso il Bene, ad un percorso di miglioramento continuo, verso il  Bello ed il Buono . Invece di opporre l’odio all’odio, ricordiamoci, come scrive la Signora Besant, che l’odio cessa con l’amore.

Dovendo viaggiare spesso in aereo per motivi professionali, ho scoperto che esistono delle cuffie attive, che misurano il rumore esterno con un piccolo microfono, e generano un rumore in contro fase che viene aggiunto al rumore iniziale, in modo da ottenere il silenzio assoluto all’interno delle cuffie.

Vi assicuro che funziona anche con un bambino urlante nelle vicinanze.

Beh, bisogna comportarsi in modo analogo, penso, con il Karma negativo, annullarlo con comportamenti opposti. Ricreare l’equilibrio che regge tutto l’universo.

Opporre l’amore all’odio, l’altruismo all’egoismo, la generosità all’avarizia, la gentilezza all’aggressività. Non è facile, naturalmente, ma funziona, con grande vantaggio verso il grande hard disk akasico che tutto registra, verso il nostro prossimo, e verso noi stessi.

Grazie per l’attenzione.

———————————————————————————————————-

Bibliografia:

[1] Brani tratti da scritti di  H.P. Blavatsky, in particolare da  The Key to Theosophy, The Secret Doctrine e H.P.B. Articles.

Pubblicato da Theosophy Magazine (Los Angeles, California, USA),  in giugno 1974, luglio 1988, agosto 1988 e settembre 1988

[2] Annie Besant, Karma o l’Enigma del Destino, E.T.I , 2005

[3] Lettere dei Mahatma ad A.P.Sinnett, E.T.I., 2010

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Marco Boccadoro : “L’evoluzione: prospettive teosofiche”

19 martedì Mar 2013

Posted by ancaroni in Articoli della Rivista Teosofica Ticinese, Marco Boccadoro

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Bruno G

Marco Boccadoro

 “L’evoluzione: prospettive teosofiche”

Il tema di questo seminario teosofico è l’Evoluzione.

Quando si parla di evoluzione, il pensiero corre subito a Charles Darwin.

La teoria dell’evoluzione di Darwin (On the origin of species, 1859) ci dice che le varie forme di vita discendono da un antenato comune, e che le creature complesse derivano da organismi più semplici in modo naturale, con il passare del tempo. Le mutazioni casuali genetiche degli organismi che permettono la continuazione della specie rimangono, e sono trasmesse alle prossime generazioni. Questa è la selezione naturale. Gli organismi che non beneficiano di queste mutazioni si estinguono. (un  po’ come succede per le razze d’allevamento o per le piantine di pomodori selezionate…)

Se Darwin ha intuito l’Armonia e l’Unità della Vita, dove la teoria  non convince, invece, è di fronte all’ enorme complessità anche solo a  livello cellulare, persino dei batteri più semplici.

Come la Teosofia ha sempre sostenuto, il grande progetto Divino, non il caso, determina l’evoluzione.

Nessuna persona dotata del minimo buon senso potrebbe infatti sostenere  che il corpo umano, o anche solo una sua parte, nella sua perfezione, possa essere il frutto di mutazioni casuali.

Comunque il grande merito di Darwin rimane quello di aver enunciato l’Evoluzione della forma, e per quanto riguarda l’Umanità, l’Evoluzione del corpo fisico.

L’approccio olistico all’evoluzione è invece uno dei grandi meriti della dottrina teosofica.

Già un grande apostolo della teosofia, Giordano Bruno, concepiva l’evoluzione in questo modo:

L’animo umano è l’evoluzione più alta della vita cosmica. Proviene dalla sostanza di tutte le cose. Tutti gli esseri umani sono al tempo stesso anima e corpo. Tutti sono monadi viventi, riproducendo in una forma particolare la Monade delle Monadi, in altre parole il Dio- Universo.

La corporalità è l’effetto della forza espansiva della Monade, poi la Monade ritorna su sé stessa. Questo doppio movimento di espansione e di contrazione costituisce la vita della monade. Ma la Monade sparisce solo per riapparire in altra forma in seguito. [1]

 

Giordano Bruno ha predicato l’Immanenza di Dio che è la vita universale, l’eternità dello Spirito, che ne è parte, e una vita dedicata al Vero, al Buono, al Bello, l’unico modo per vivere la nostra vita particolare in  modo da renderla degna della vita universale. [2]

Nel campo scientifico, Bruno ha intuito che l’Universo non ha né centro né limiti,

ha anticipato la teoria della relatività di Einstein e quella dell’evoluzione di Darwin.

Bruno sosteneva, infatti, che spazio, tempo, dimensioni, peso, movimento cambiamenti, eventi, relazioni, prospettive sono sempre relative ad un sistema di referenza (la base della Teoria della Relatività), e la cruciale differenza tra apparenza e realtà.[3]

Si può dire inoltre che Bruno intuì la teoria scientifica dell’evoluzione organica, sostenendo che l’universo è teso al rinnovamento e alla perfezione. Sostenendo l’unità essenziale della natura come pure suggerendo lo sviluppo di forme di vita semplici in esseri complessi, Bruno ha riconosciuto la trasformazione storica di tutti gli organismi sulla terra.

Egli ha percepito l’universo intero come un’entità organica che manifesta un essere superiore immanente, l’Unità della Vita.

Sappiamo che per queste sue idee Giordano Bruno fu imprigionato per otto anni, torturato dall’Inquisizione durante tre anni, e finalmente  bruciato sul rogo il 17 febbraio 1600 in Campo dei Fiori a Roma. Nel 2000 la Chiesa Cattolica, per il tramite di Giovanni Paolo II, ha espresso profondo rammarico per l’accaduto.

Giordano Bruno non è mai stato riabilitato dalla Chiesa.

A proposito di evoluzione, la sorte subita da Giordano Bruno è tragicamente attuale anche quattro secoli dopo, pensando alle sofferenze provocate al giorno d’oggi dal fondamentalismo religioso e dall’odio etnico.

Van der Leeuw scrive, a proposito dell’evoluzione:

“ Precisamente come l’evoluzione della forma ci dimostra che il nostro corpo fisico è il risultato di un lungo processo di evoluzione fisica, così nell’evoluzione della vita, la vita dentro di noi è veduta come il risultato di una evoluzione dalle manifestazioni più semplici a stadi sempre più alti, fino a che nel Grande Ritmo della creazione la vita separata ha riguadagnato l’Unità con la divinità da cui provenne “[4]

Evoluzione significa quindi creazione continua per opera di Dio. Come accennavo  nello scorso seminario qui a Monte Verità, un ordine e un equilibrio  superiori reggono l’universo, e se l’attenzione di Dio dovesse venir meno anche per un solo istante, tutto svanirebbe:

Ad esempio, basterebbe che la forza nucleare forte variasse dello 0.5 %, o la forza elettromagnetica del 4% per distruggere tutto il carbonio e l’ossigeno in tutte le stelle, e quindi ogni possibilità di vita nell’universo!

E ancora, se la forza nucleare debole diminuisse leggermente non esisterebbero le stelle, se i protoni fossero dello 0.2 % più pesanti questi si trasformerebbero in neutroni, destabilizzando gli atomi.

Quindi una leggera variazione del grande equilibrio distruggerebbe tutto.

Ma qual è lo scopo dell’evoluzione umana?

Per gli insegnamenti teosofici, si può riassumere nel raggiungere piani di coscienza sempre più elevati, in un viaggio attraverso la reincarnazione, la sofferenza, la legge del Karma, fino al ricongiungimento con l’Essere Supremo.

L’Evoluzione, il progetto evolutivo, è l’interazione dello Spirito e della Materia.

Attraverso incarnazioni successive, l’Uomo raggiunge piano sempre più elevati, fino ad arrivare al Logos.

Scrive la signora Besant:

L’Uomo nel corso della sua Evoluzione è destinato, nel pensiero dei suoi costruttori, a conquistare e occupare nel corso della presente evoluzioni cinque dei sette piani dell’universo. Egli è destinato ad agire e dominare sul piano fisico, ad agire e dominare sul piano astrale , sul piano mentale , che include lo Svarga degli Indù, il Devacian dei Teosofi; …al disopra di questo viene il piano di Buddhi e più sopra ancora il piano di Nirvana o Turyia-tita. Con che si hanno le cinque distinte regioni dell’universo destinate ad essere occupate dall’umanità nel corso di questa evoluzione. Questi sono gli stadi dell’espansione della coscienza, per i quali l’uomo deve passare per poter condurre a termine il suo pellegrinaggio.[5]

Per quanto riguarda l’individuo, in cosa consiste, nella quotidianità, l’evoluzione?

Al di là di ronde, globi , catene, razze, sottorazze ?

Nel Qui e Ora, l’evoluzione significa  purificazione, cioè nel far sì prima di tutto che  il nostro corpo non sia  tiranno, ma  servitore.

Poi nel distruggere la separatività, l’egoismo, nel lavorare per un progetto, per il bene comune e non per il proprio interesse.

Nel dominare le passioni, l’ira, la collera, la vendetta per un’ingiustizia subita, eccetera.

Nel dare amore invece che odio, nel sacrificio per le persone amate, quindi per tutti i fratelli. L’amore che non chiede nulla in cambio.

Ci si può chiedere come mai l’Evoluzione dell’Umanità proceda così a stento, con tanta difficoltà.

In realtà alcuni aspetti dell’Evoluzione procedono velocemente, ma altri molto meno.

L’Evoluzione dovrebbe essere, per così dire, bilanciata.

L’equilibrio, il giusto orientamento di queste attività reggono  l’ Evoluzione dell’Uomo.

Ripensiamo all’equilibrio che regge l’Universo cui accennavamo prima.

Tutte le grandi religioni rappresentano la Divinità con Il triplice Logos:

Potere, Sapienza, Amore.

L’Uomo è un’ emanazione della Divinità , perciò il progresso dell’Umanità si deve svolgere secondo questa Trimurti. [5]

Potere, Sapienza, Amore, quindi, in equilibrio tra di loro.

Il Potere regola l’organizzazione della società, la Sapienza le attività della mente, la conoscenza, la consapevolezza, l’Amore comprende la pietà, la compassione, lo spirito di servizio verso i nostri simili.

Per quanto riguarda un aspetto della Sapienza, e cioè la Scienza, vediamo che l’Evoluzione scientifica e tecnologica  ha raggiunto livelli impressionanti, e sembra sempre arrivata ai suoi limiti, eppure la Scienza non riesce a penetrare l’essenza delle cose, ma sospinge solamente un po’ più in là i dubbi, le perplessità, il mistero.

Da un punto di vista materiale, le scoperte scientifiche a tutto campo permettono di vivere una vita  di agi e di comodità, di annullare le distanze, di vincere la maggior parte delle malattie, di essere in collegamento con il modo intero.

Poiché ogni cosa ha almeno due facce, in realtà, le disparità sociali e la miseria restano immense, nuove guerre si preparano, con armi sempre più potenti, la qualità di vita di troppe persone è tutt’altro che ideale, e nel frattempo si sta depredando il pianeta delle risorse accumulate in millenni.

Ma, peggio ancora, il materialismo, la troppa attenzione rivolta al mondo fisico, ci distolgono dagli altri due aspetti della Trimurti.

Visto che la natura dell’uomo è divina, ciò che l’uomo desidera otterrà, presto o tardi; se non in questa incarnazione, nelle prossime.

Quindi l’attaccamento ai beni materiali lo costringerà a tornare sulla terra per un’altra incarnazione. Stiamo attenti ai nostri desideri! I desideri sono catene.

Il Materialismo pervade anche il Potere, con nefandi effetti sull’organizzazione delle Società.

I governi, invece di essere una guida di moralità, non danno alcun segnale in tal senso.

Nell’ideale Teosofico, il governo dovrebbe essere ispirato dai Grandi Esseri, ma al massimo vediamo instaurarsi dei governi teocratici o ideologie al servizio del Male.

Soprattutto L’Amore sembra essere sopraffatto troppo spesso dall’ odio.

Quindi, mancando l’equilibrio, che è una delle grandi leggi del Cosmo, tra Potere, Sapienza, Amore , non può esserci una evoluzione rapida, ma soltanto profondo malessere, insicurezza, insoddisfazione, dolore.

Che cosa dire, allora, dobbiamo disperare? No, l’evoluzione è il progetto divino,

il Male e l’Odio non sono i poteri che reggono il cosmo, quindi tutto ciò può solo rallentare il progresso dell’Umanità, ma non fermarlo.

Per tornare a Giordano  Bruno, egli ha anticipato con la legge della conservazione di massa il postulato di Lavoisier di ben due secoli (il nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma) e pure l’equivalenza massa-energia postulata da Einstein.

Andando oltre, Bruno ci dice:

“Non c’è morte per noi, né per ogni sostanza; niente diminuisce sostanzialmente, ma ogni cosa, viaggiando nello spazio infinito, cambia aspetto.

E poiché tutti siamo soggetti alla legge della miglior efficienza, non dobbiamo credere, ritenere e sperare altro che siccome tutto proviene dal bene, così tutto è Bene, lavora per il Bene, e finirà nel Bene”[5]

Ancora una cosa: sembra incredibile, ma ho scritto queste righe domenica  17 febbraio di quest’anno, e mi sono accorto solo scrivendo che questa data coincide con quella della morte di Giordano Bruno, e come ricordato sul numero di febbraio della Rivista italiana di Teosofia, con la nascita di C.W.Leadbeater e la dipartita di J. Krishnamurti e di Henry Steel Olcott con l’Adyar Day. Niente succede per caso…

Marco Boccadoro

___________________________________________________________________

Bibliografia:

[1] Giordano Bruno, De triplici minimo, pp 10-17

[2] A. Besant, Giordano Bruno, The Theosophical Publishing House, Adyar, Chennai 600020, India

[3] J. Birx, Interpreting Evolution, (Prometheus Books, 1991

[4] J.J . Van der Leeuw, Il Fuoco della Creazione, E.T.T

[5]  A.Besant, Il Sentiero del Discepolo, S.T.I., Roma

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Marco Boccadoro, Relazione Ascona 2013

12 martedì Mar 2013

Posted by ancaroni in Articoli della Rivista Teosofica Ticinese, Marco Boccadoro

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Charles Darwin, Giordano Bruno, Glossary of musical terminology, Monte Verità, On the Origin of Species, Svarga


The later of two Bruno portraits often uncriti...

The later of two Bruno portraits often uncritically accepted as genuine. Engraved by C. Meyer in Paris, first quarter of the 19th century (Photo credit: Wikipedia)

February 17, 2013

Marco Boccadoro

 “L’evoluzione: prospettive teosofiche”

Evoluzione : prospettive teosofiche

Il tema di questo seminario teosofico è l’Evoluzione.

Quando si parla di evoluzione, il pensiero corre subito a Charles Darwin.

La teoria dell’evoluzione di Darwin (On the origin of species, 1859) ci dice che le varie forme di vita discendono da un antenato comune, e che le creature complesse derivano da organismi più semplici in modo naturale, con il passare del tempo. Le mutazioni casuali genetiche degli organismi che permettono la continuazione della specie rimangono, e sono trasmesse alle prossime generazioni. Questa è la selezione naturale. Gli organismi che non beneficiano di queste mutazioni si estinguono. (un  po’ come succede per le razze d’allevamento o per le piantine di pomodori selezionate…)

Se Darwin ha intuito l’Armonia e l’Unità della Vita, dove la teoria  non convince, invece, è di fronte all’ enorme complessità anche solo a  livello cellulare, persino dei batteri più semplici.

Come la Teosofia ha sempre sostenuto, il grande progetto Divino, non il caso, determina l’evoluzione.

Nessuna persona dotata del minimo buon senso potrebbe infatti sostenere  che il corpo umano, o anche solo una sua parte, nella sua perfezione, possa essere il frutto di mutazioni casuali.

Comunque il grande merito di Darwin rimane quello di aver enunciato l’Evoluzione della forma, e per quanto riguarda l’Umanità, l’Evoluzione del corpo fisico.

L’approccio olistico all’evoluzione è invece uno dei grandi meriti della dottrina teosofica.

Già un grande apostolo della teosofia, Giordano Bruno, concepiva l’evoluzione in questo modo:

L’animo umano è l’evoluzione più alta della vita cosmica. Proviene dalla sostanza di tutte le cose. Tutti gli esseri umani sono al tempo stesso anima e corpo. Tutti sono monadi viventi, riproducendo in una forma particolare la Monade delle Monadi, in altre parole il Dio- Universo.

La corporalità è l’effetto della forza espansiva della Monade, poi la Monade ritorna su sé stessa. Questo doppio movimento di espansione e di contrazione costituisce la vita della monade. Ma la Monade sparisce solo per riapparire in altra forma in seguito. [1]

 

Giordano Bruno ha predicato l’Immanenza di Dio che è la vita universale, l’eternità dello Spirito, che ne è parte, e una vita dedicata al Vero, al Buono, al Bello, l’unico modo per vivere la nostra vita particolare in  modo da renderla degna della vita universale. [2]

Anche nel campo scientifico, Bruno ha intuito che l’Universo non ha né centro né limiti,

ha anticipato la teoria di Einstein e di Darwin.

Bruno sosteneva, infatti, che spazio, tempo, dimensioni, peso, movimento cambiamenti, eventi, relazioni, prospettive sono sempre relative ad un sistema di referenza (la base della Teoria della Relatività), e la cruciale differenza tra apparenza e realtà.[3]

Si può dire inoltre che Bruno intuì la teoria scientifica dell’evoluzione organica, sostenendo che l’universo è teso al rinnovamento e alla perfezione. Sostenendo l’unità essenziale della natura come pure suggerendo lo sviluppo di forme di vita semplici in esseri complessi, Bruno ha riconosciuto la trasformazione storica di tutti gli organismi sulla terra.

Egli ha percepito l’universo intero come un’entità organica che manifesta un essere superiore immanente, l’Unità della Vita.

Sappiamo che per queste sue idee Giordano Bruno fu imprigionato per otto anni, torturato dall’Inquisizione durante tre anni, e finalmente  bruciato sul rogo il 17 febbraio 1600 in Campo dei Fiori a Roma. Nel 2000 la Chiesa Cattolica, per il tramite di Giovanni Paolo II, ha espresso profondo rammarico per l’accaduto.

Giordano Bruno non è mai stato riabilitato dalla Chiesa.

A proposito di evoluzione, la sorte subita da Giordano Bruno è tragicamente attuale anche quattro secoli dopo, pensando alle sofferenze provocate dal fondamentalismo religioso e dall’odio etnico.

Van der Leeuw scrive, a proposito dell’evoluzione:

“ Precisamente come l’evoluzione della forma ci dimostra che il nostro corpo fisico è il risultato di un lungo processo di evoluzione fisica, così nell’evoluzione della vita, la vita dentro di noi è veduta come il risultato di una evoluzione dalle manifestazioni più semplici a stadi sempre più alti, fino a che nel Grande Ritmo della creazione la vita separata ha riguadagnato l’Unità con la divinità da cui provenne “[4]

Evoluzione significa quindi creazione continua per opera di Dio. Come accennavo  nello scorso seminario qui a Monte Verità, un ordine e un equilibrio  superiori reggono l’universo, e se l’attenzione di Dio dovesse venir meno anche per un solo istante, tutto svanirebbe:

Ad esempio, basterebbe che la forza nucleare forte variasse dello 0.5 %, o la forza elettromagnetica del 4% per distruggere tutto il carbonio e l’ossigeno in tutte le stelle, e quindi ogni possibilità di vita nell’universo!

E ancora, se la forza nucleare debole diminuisse leggermente non esisterebbero le stelle, se i protoni fossero dello 0.2 % più pesanti questi si trasformerebbero in neutroni, destabilizzando gli atomi.

Quindi una leggera variazione del grande equilibrio distruggerebbe tutto.

Ma qual è lo scopo dell’evoluzione umana?

Per gli insegnamenti teosofici, si può riassumere nel raggiungere piani di coscienza sempre più elevati, in un viaggio attraverso la reincarnazione, la sofferenza, la legge del Karma, fino al ricongiungimento con l’Essere Supremo.

L’Evoluzione, il progetto evolutivo, è l’interazione dello spirito e della Materia.

Attraverso incarnazioni successive, l’Uomo raggiunge piano sempre più elevati, fino ad arrivare al Logos.

Scrive la signora Besant:

L’Uomo nel corso della sua Evoluzione è destinato, nel pensiero dei suoi costruttori, a conquistare e occupare nel corso della presente evoluzioni cinque dei sette piani dell’universo. Egli è destinato ad agire e dominare sul piano fisico, ad agire e dominare sul piano astrale , sul piano mentale , che include lo Svarga degli Indù, il Devacian dei Teosofi; …al disopra di questo viene il piano di Buddhi e più sopra ancora il piano di Nirvana o Turyia-tita. Con che si hanno le cinque distinte regioni dell’universo destinate ad essere occupate dall’umanità nel corso di questa evoluzione. Questi sono gli stadi dell’espansione della coscienza, per i quali l’uomo deve passare per poter condurre a termine il suo pellegrinaggio.[5]

Ci si può chiedere come mai l’Evoluzione dell’Umanità proceda così a stento, con tanta difficoltà.

In realtà alcuni aspetti dell’Evoluzione procedono velocemente, ma altri molto meno.

L’Evoluzione dovrebbe essere, per così dire, bilanciata.

Tutte le grandi religioni rappresentano la Divinità con Il triplice Logos:

Potere, Sapienza, Amore.

L’Uomo è un’ emanazione della Divinità , perciò il progresso dell’Umanità si deve svolgere secondo questa Trimurti. [5]

Il Potere regola l’organizzazione della società, la Sapienza le attività della mente, la consapevolezza, l’Amore comprende la Pietà, la compassione, lo spirito di servizio verso i nostri simili.

L’equilibrio il giusto orientamento di queste attività reggono  l’ Evoluzione dell’Uomo.

Per quanto riguarda un aspetto della Sapienza, e cioè la Scienza, vediamo che l’Evoluzione scientifica ha raggiunto livelli impressionanti, e sembra sempre arrivata ai suoi limiti, eppure la Scienza non riesce a penetrare l’essenza delle cose, ma sospinge solamente un po’ più in là i dubbi, le perplessità, il mistero.

Da un punto di vista materiale, le scoperte scientifiche a tutto campo permettono di vivere una vita  di agi e di comodità, di annullare le distanze, di vincere la maggior parte delle malattie, di essere in collegamento con il modo intero.

Poiché ogni cosa ha almeno due facce, in realtà, le disparità sociali e la miseria restano immense, nuove guerre si preparano, con armi sempre più potenti, la qualità di vita di troppe persone è tutt’altro che ideale, e nel frattempo si sta depredando il pianeta.

Ma, peggio ancora, il materialismo, la troppa attenzione rivolta al mondo fisico, ci distolgono dagli altri due aspetti della Trimurti.

Il Materialismo pervade il Potere, con nefandi effetti sull’organizzazione delle Società.

I governi, invece di essere una guida di moralità, non danno alcun segnale in tal senso.

Nell’ideale Teosofico, il governo dovrebbe essere ispirato dai Grandi Esseri, ma al massimo vediamo instaurarsi dei governi teocratici al servizio del Male.

L’Amore per il prossimo, la generosità, l’apertura, l’altruismo, il Servizio sono qualità troppo rare.

Quindi, mancando l’equilibrio, che è una delle grandi leggi del Cosmo, non può esserci una evoluzione rapida, ma profondo malessere, insicurezza, insoddisfazione, dolore.

Che cosa dire, allora, dobbiamo disperare? No, l’evoluzione è il progetto divino,

il Male e l’Odio non sono i poteri che reggono il cosmo, quindi tutto ciò può solo rallentare il progresso dell’Umanità, ma non fermarlo.

Per tornare a Giordano Bruno:

“Non c’è morte per noi, né per ogni sostanza; niente diminuisce sostanzialmente, ma ogni cosa, viaggiando nello spazio infinito, cambia aspetto.

E poiché tutti siamo soggetti alla legge della miglior efficienza, non dobbiamo credere, ritenere e sperare altro che siccome tutto proviene dal bene, così tutto è Bene, lavora per il Bene, e finirà nel Bene”[5]

Ancora una cosa: sembra incredibile, ma ho scritto queste righe domenica  17 febbraio di quest’anno, e mi sono accorto solo scrivendo che questa data coincide con quella della morte di Giordano Bruno, e come ricordato sul numero di febbraio della Rivista italiana di Teosofia, con la nascita di C.W.Leadbeater e la dipartita di J. Krishnamurti e di Henry Steel Olcott con l’Adyar Day. Niente succede per caso…

Marco Boccadoro

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Bibliografia:

[1] Giordano Bruno, De triplici minimo, pp 10-17

[2] A. Besant, Giordano Bruno, The Theosophical Publishing House, Adyar, Chennai 600020, India

[3] J. Birx, Interpreting Evolution, (Prometheus Books, 1991

[4] J.J . Van der Leeuw, Il Fuoco della Creazione, E.T.T

[5]  A.Besant, Il Sentiero del Discepolo, S.T.I., Roma

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