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Rivista Teosofica Svizzera/Ticinese (ADYAR)

~ Società Teosofica Ticinese ri-fondata il 29/9/2009.

Rivista Teosofica Svizzera/Ticinese (ADYAR)

Archivi della categoria: Antonio Girardi

Presentazione dell libro “La Società Teosofica: storia, valori, realtà attuale”

22 sabato Nov 2014

Posted by abcsocial in Antonio Girardi, News, Newsletters Italiane

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teosofia


Care Sorelle e cari Fratelli,
                                            Vi giunga innanzi tutto un cordiale e fraterno saluto. Desidero segnalarVi un appuntamento Teosofico di grande importanza e significato, anche simbolico.
Il 5 dicembre prossimo – è un venerdì – alle ore 16,30 presso la sala Roccati del Circolo della Stampa, in Corso Stati Uniti 27, verrà presentato il libro “La Società Teosofica: storia, valori, realtà attuale”. Si tratta di un volume di oltre 300 pagine, curato dalla Segreteria Generale della S.T.I. e che ripercorre non solo le vicende storiche del movimento teosofico internazionale e italiano, ma illustra anche le ragioni profonde e gli scopi che hanno fatto sì che la Società Teosofica si diffondesse nel mondo e contribuisse in modo altamente significativo allo sviluppo di alcuni elementi importanti dello spirito del nostro tempo. Un volume inoltre che contiene approfondimenti su temi di grande importanza quali i Maestri, i rapporti fra Teosofia e Scienza, il significato profondo della Teosofia, con i suoi collegamenti culturali con il neoplatonismo e con la gnosi. Sono inoltre pubblicati documenti storici come il verbale di costituzione della Società Teosofica Italiana e il decreto di scioglimento della Società Teosofica Italiana da parte del regime fascista.
Alla luce di tutto questo spero di poter contare sula presenza di rappresentanti del Vostro Gruppo (o Centro).
In allegato troverete il programma dettagliato di questo incontro, che vuole essere per la S.T.I. di contatto e di dialogo anche con tutto il mondo esterno.
Confidando nella Vostra sensibilità, resto in attesa di un cortese cenno di riscontro e colgo l’occasione per un augurio di Ogni Bene.
                                                                                           Antonio Girardi
PRESENTAZIONE VOLUME SULLA ST (Torino 5.12.2014)

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– La presenza della chiesa e gli uomini del mondo – Giancarlo Fabbri

23 giovedì Ott 2014

Posted by abcsocial in Antonio Girardi

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– La presenza della chiesa e gli uomini del mondo –

 

 

Su autorevoli quotidiani e televisioni di alto indice di ascolto è apparsa la notizia della convocazione di un sìnodo con l’obiettivo di affrontare temi riguardanti l’omosessualità dal titolo: “ Le persone omosessuali hanno doti e qualità da offrire alla comunità cristiana”; e come se non bastasse è arrivata la dichiarazione di un eminente cardinale che afferma di avere conosciuto “una esemplare coppia di omosessuali”. Il tutto è accettabile e comprensibile ma si trae un’umana benevolenza per un singolo caso tralasciando il resto dell’umanità: è ovvio che qualcosa sfugge a una realtà concreta e a una concezione logica per trarne un giudizio generico da un singolo caso.

La chiesa, dopo secoli di silenzioso oscurantismo che l’aveva contraddistinta, si manifesta, fa sentire la sua voce e decide di aprirsi alla mondana caducità commettendo una ingannevole imprudenza: quella di avere tessuto le doti e le qualità degli omosessuali, mentre il presupposto sarebbe stato quello di affermare che le doti e le qualità non dipendono da una tendenza sessuale, perché possono trovarsi o non trovarsi tra gli omosessuali o gli eterosessuali e perché vi sono omo o etero che conducono una vita di grande dignità ed onestà di coscienza, e altri che la disertano.

Anche nell’elogio e nel plauso verso i divorziati o i separati, la chiesa non dice tutta la verità sull’argomento, poiché le doti e le qualità umane non dipendono dallo stato civile; ed è altrettanto ipocrita nell’affermare “imperfette” le unioni omosessuali o le coppie non sposate come se la perfezione esistesse solo nei rapporti statuiti per legge. Si tratta di un “perfettismo” inopportuno e sconveniente mentre sarebbe stato meglio parlare di unioni e famiglie con un valido fondamento sociale, religioso e culturale e aperto al progresso dell’umanità.

È noto il disinteresse e l’insensibilità della chiesa nelle vertenze umane e ora non può cercare o pretendere di placare gli antichi dissapori verso l’omosessualità e gli omosessuali attraverso degli “accorgimenti omofiliaci”, proiettati verso la modernità e dove il termine emofilia è sinonimo di omosessualità.

È sufficiente che la chiesa si faccia carico dell’uomo aldilà di ipotetiche apparenze, di indizi o preferenze sessuali. Se poi tutto ciò non fosse conforme all’ordine naturale delle cose, essa dovrebbe prestargli delle amorevoli cure però prive di qualunque ingerenza, perché è l’uomo che deve convertirsi a lei secondo i principi cristiani e perché la chiesa è sempre pronta ad accoglierlo con tanta clemenza e infinito perdono, nonostante non sia né perfetto né inaffidabile e, soprattutto, incapace di dominare le proprie debolezze.

È giunto il momento delle certezze e la chiesa non può rincorrere i giorni dell’uomo che mutano e passano veloci bensì, deve rimanere il punto di riferimento e l’incrollabile caposaldo della sua vita altrimenti, continuando su questa strada, essa dovrà ricorrere a degli espedienti per sostenere che la beatitudine celeste si può conseguire senza il bisogno di credere in Dio.

Sono passati due millenni dal sacrificio di Gesù per espiare le mancanze degli uomini ma poco è cambiato d’allora per una mancanza di vero amore – quello della chiesa e degli uomini – che avrebbe potuto evitare tante sprezzanti ed oltraggiose derisioni che Dio non ha di certo apprezzato.

È il cammino della storia nel mondo, che non cambia e si replica senza speranza e senza arrivare ad un adempimento.

 

Ascona, novembre 2014

Fabbri Giancarlo

“Membro della Società Teosofica Svizzera”

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Giancarlo Fabbri

05 martedì Ago 2014

Posted by abcsocial in Antonio Girardi, Articoli della Rivista Teosofica Ticinese

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Alla ricerca della felicità …

 

Secondo autorevoli recensioni giornalistiche apparse sulla stampa statunitense, pare che gli scienziati del laboratorio di ricerca dell’istituto Gottman siano in grado di prevedere, in maniera affidabile ed esauriente, il “decorso” e la “fine” del matrimonio.

Il fatto più sorprendente, però, è che i ricercatori in questione non sbagliano quasi mai le previsioni e colgono per lo più nel segno suddividendo i coniugi in due ordini: coloro che resistono “stoicamente” ad una vita in comune per tanti anni e quelli, i più soggetti all’emotività, che tracollano, collassato in breve tempo e s’incamminano mestamente verso il divorzio o la separazione.

È altresì stupefacente capire come gli scienziati siano potuti arrivare alla scoperta “dell’acqua calda” mentre noi, poveri e inermi sprovveduti eredi di antica italica memoria, eravamo già al corrente che il matrimonio è un desiderio che dura il tempo che trova dopodichè, non ci resta che custodire il salvabile dal totale marasma con infinita e santa rassegnazione e tanta mancanza di sincerità.

Non è facile comprendere le ragioni di questi avvenimenti, per i quali i coniugi non si sopportano più; sono alla ricerca di una nuova libertà (e di identità) ; non vogliono più condividere la camera nuziale e lo stesso tetto; non desiderano trascorrere le giornate e, tanto meno, le vacanze insieme dopo la cosiddetta “luna di miele” divenuta nel frattempo una “luna di fiele”, a meno che i coniugi non accettano un altro “modus vivendi” di maggiore comprensione.

È risaputo che dopo i confetti arrivano i difetti e con essi le sofferenze, le intolleranze e i vari problemi legati all’attuale stile di vita, che portano disunioni o a inseguire fatue chimere che, il più delle volte, non vanno da nessuna parte o, se tutto va bene, maturano situazioni reiteràte.

Se in passato il matrimonio era non solo una meta ambita ma anche un impegno morale, adesso si pronuncia quel fatidico “si” pensando, in maniera retroattiva, al modo con cui liberarsene.

La presenza del divorzio sminuisce di per sé le responsabilità morali degli sposi, li rende instabili e quindi più vulnerabili tantochè, si stancano presto, sono annoiati della presenza dell’altro e s’involano, ahimé, raggianti (ma un po’ incoscienti) verso emozioni “estemporanee”.

In questo bailàmme, il rapporto trasforma il desiderio in una forma di ripugnanza; moglie e marito, o entrambi, hanno meno cura del loro aspetto fisico e diventano – per usare eufemismo – meno appetibili; proprio il contrario di ciò che accade in un furtivo appuntamento amoroso che risveglia i sensi sopiti, incentiva la cura della loro persona, suscita eccitanti fantasie.

Con l’epilogo del divorzio sono diminuite le nozze, poiché le persone privilegiano la convivenza senza troppi preamboli, dove ci si lascia senza traumi eccessivi per poi unirsi e disunirsi ancora una volta. Ora, le persone si sposano e divorziano, si risposano con figli o meno, in una babele di ruoli che mortificano gli affetti. Colui il quale aveva pensato di sfuggire ad una condizione di semilibertà, si ritrova, parimenti, nella medesima situazione; anzi, si è addirittura più ingabbiato e la colpa non è sempre dei coniugi bensì, di tutti e tre o quattro…

L’uomo è, purtroppo, eternamente combattuto tra spirito e materia, affinché si compia il disegno dell’altissimo, e affronta con consapevolezza questa sua vita “dualistica” in maniera semplice, nelle agiatezze ed opportunità; ma anche nelle incertezze ed i disagi, nelle avversità e negli imprevisti e s’incammina verso una mèta già prestabilita, perché è l’anima che interagisce tra lo spirito e la materia e genera sentimenti di bontà, di amore e di armoniose convivenze; ma nel contempo, atteggiamenti avversi e irriverenti di una instabilità emotiva.

L’anima ci accompagna e ci guida nel cammino dall’infanzia alla senilità; dapprìma con quella sua arrendevolezza per i nostri anni ruggenti fintantochè ritorna a primeggiare al tramonto della nostra esistenza, compromessa nel suo ardire e indebolita nel suo ardore. Essa è l’unica nostra ancora di salvezza; è l’esile filo di speranza e vuole congedarsi in maniera dignitosa e discreta.

Sarà nostro dovere fare in modo di preservarla, affinché essa possa continuare la sua alta missione nell’evoluzione umana e a gloria dell’infinita misericordia del signore.

E  non dimentichiamoci di recitare “un mea culpa” riparatore per le “nostre” mancanze e non di chi ci stava appresso, il quale non è migliore di noi, ma neanche peggiore e ricordiamoci che il segreto della felicità è quello di non pretenderla; se invece ci compiacciamo di una sua parte infinitesimale, possiamo vivere una meravigliosa esistenza nel silenzio della contemplazione e nel più profondo raccoglimento.

 

 

Ascona, Luglio 2014

 

Giancarlo Fabbri

Membro della società teosofica Svizzera

 

 

IIo testo

Della gioventù e della vecchiaia

 

Gioventù e vecchiaia sono gli estremi momenti della vita, di quel tratto designato in origine per la volontà di Dio che raccoglie il nostro sorgere nel mondo, come la luna in cielo e il sole all’orizzonte, e fa ardere in noi quella fiammella sempre viva, capace di creare struggenti sentimenti; suscitare ardenti passioni d’amore (Francesco Petrarca) e innalzarci a una visione filosofica – scientifica delle cose attraverso l’intuizione e la coscienza di sé per capire il processo percettivo, intellettuale e psicologico del mondo esterno.

Il vecchio, nella trascendentalità che gli appartiene, accarezza l’incomparabile e maestoso scenario del mondo in cui vede passare in rassegna le umane difficoltà e tensioni, e le irrealizzabili fantastiche aspirazioni, che raccoglie con la tacita e complice intesa di quel leggiadro spirito di bambino, che non può essere, né essere altrimenti da ciò che è stato.

Il vecchio non vuole essere ignorato e messo in disparte perché ha tante cose da raccontare e da proporre che sono, in verità, il racconto di tutte le umane vite vissute, da additare ai giovani come gli aspetti etico – morali di una incessante e frenetica esistenza, affinché esse ne siano testimoni.

Il vecchio guarda ai giovani con RINNOVATA FIDUCIA e si COMPIACE della loro DETERMINAZIONE VERSO NUOVE SFIDE, nonostante essi non ne concepiscano ancora e del tutto  la mèta prefissa.

L’uomo, pertanto, deve affrontare e confrontarsi nel mondo, attraverso tanti stati d’animo, alla ricerca di chiarimenti e giustificazioni che offrano soluzioni con il supporto di quella dialettica, fatta di sottili sfumature oratorie, in un processo logico che giustappone idee e proposte contrastanti, fautrici di un processo di interazione tra elementi antitetici.

La vecchiaia è anche gioventù; è l’improvviso immergersi nel passato che si fa presente e futuro, la cui verità si ammanta di un manifesto umorismo.

Il vecchio conta i giorni e sa di contare e partecipa, per essere testimone nel bene e nel male, dell’evoluzione umana.

Egli è patrimonio culturale del e nel tempo e malgrado l’incipiente decadenza, non disdegna l’ostentazione, le esibizioni e discussioni riguardanti opinioni erronee o contrastanti da preferire, comunque, a fantasiose argomentazioni.

È un testimone “NON NEGOZIABILE” e la sua presenza, il più delle volte, diventa inopportuna; proprio là, dove egli presagisce invisibili ombre cariche di timori ed ansie giovanili, pronte al riscatto nel gioco della vita.

La vecchiaia è una mirabile e straordinaria realtà di bellezza che viene confusa con il suo COMPIMENTO.

Convertiamoci dunque a lei IN GIOVENTÙ, perché essa è l’arcano sovrano e l’eredità spirituale della nostra infanzia.

E così, mentre il tutto ci appare, le stelle stanno a guardare…..

 

Ascona, Agosto 2014

 

Giancarlo Fabbri

Membro della società teosofica Svizzera

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Video della Relazione di Greta Biasca-Caroni e Antonio Girardi, Seminario teosofico Ascona 2014

07 mercoledì Mag 2014

Posted by abcsocial in Antonio Girardi, Greta Biasca-Caroni

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17 febbraio Adyar Day : non solo un ricordo

14 venerdì Feb 2014

Posted by abcsocial in Antonio Girardi, News

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Tag

Adyar, blavatsky, Monte Verità, teosofia, Theosophical Society


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Care Sorelle e cari Fratelli,

si avvicina il 17 febbraio, giorno della ricorrenza dell’Adyar Day, il giorno in cui i Teosofi di tutto il mondo ricordano il luogo simbolo del movimento teosofico. Desidero condividere con tutti voi questo evento, trascrivendo di seguito un editoriale pubblicato nella Rivista Italiana di Teosofia qualche anno fa.

Confido che tutti nostri Gruppi e Centri considerino questo giorno in tutta la sua importanza e significato.

Con un fraterno saluto e l’augurio di Ogni Bene

Antonio Girardi

(Segretario Generale)

L’Adyar Day: non solo un ricordo

Nell’ambito della Società Teosofica il 17 febbraio viene ricordato come l’Adyar Day. E’ una consuetudine nata negli Anni Venti del secolo scorso e testimonia anche oggi il collegamento, ideale e reale , dei componenti della Società Teosofica, con quello che ne rappresenta il simbolo, il luogo storico per eccellenza, l’epopea di un sogno vivo di Fratellanza, che vide protagonisti Mahatma e  Pionieri e vede ancor oggi coinvolti un numero rilevante di persone, al di là di ogni differenza di razza, credo, sesso o quant’altro.

Nel partecipare alla Convenzione Internazionale della S.T., alla fine del dicembre scorso, ho avuto modo di tornare ancora una volta ad Adyar e di immergermi nella sua straordinaria atmosfera, così ricca di una natura curata e incontaminata, di un vivere un po’ fuori dal tempo, quasi una “zona franca dello spirito”, certo lontana dall’assillo del vivere quotidiano.

Percorrendone a piedi i lunghi viali ho incontrato persone di tutte le razze e di tutti i continenti che si relazionavano armonicamente fra loro; ho guardato con interesse i templi, accuratamente tenuti, dedicati alle varie religioni; ho frequentato la straordinaria Biblioteca, dove filosofi, scienziati e studiosi cercano le tracce della verità; ho visitato le scuole e le opere umanitarie, dove tutti vengono trattati come persone e dove anche chi non ha niente, può studiare e aprire il proprio cuore alla vita; ho osservato la vivida bellezza della natura, con le piante, i fiori, gli animali.

Ho cercato di percepire dentro di me il suono dell’eterno e mi sono chiesto se gli Scopi della Società Teosofica, in primis la Fratellanza, siano ancora validi e se l’azione della Società Teosofica sia di una qualche utilità nel tempo presente.

La risposta è affiorata spontaneamente dal cuore nella forma di alcune domande: in quanti luoghi della terra arde la fiamma dell’ideale della Fratellanza? In quante associazioni di esseri umani è presente uno spaccato vero dell’umanità senza che questo costituisca un ostacolo alla comune ricerca? In quali realtà vi è un autentico tentativo di conciliazione culturale e reale fra scienza, religione e filosofia?

Per un attimo ho percepito, come una vertigine, l’importanza degli ideali e del lavoro teosofico.

Come si può desumere dal suo Primo Scopo la S.T. non ha l’ambizione di essere la sola sperimentazione sul piano della fratellanza, ma ha la consapevolezza di essere “una” di queste sperimentazioni.

Adyar non è soltanto un luogo fisico collocato a Chennai, in India; è un soffio di consapevolezza che coinvolge i teosofi di tutto il mondo e anche tutti coloro che credono nella Fratellanza.

Scrisse di Adyar un poeta: “Stormire di foglie, volo di uccelli e gracchiare di corvi./Il vento porta le cose nuove del tempo che viene. Qualcuno guarda uno stagno e sogna;/ qualcun altro recita un mantram/ e per un attimo si fa silenzio./L’archetipo si declina nel reale/ e un ponte luminoso si apre fra questa e le altre realtà.” 

http://www.ts-adyar.org

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Ricordo di Radha Burnier

05 martedì Nov 2013

Posted by abcsocial in Andrea Biasca-Caroni, Antonio Girardi, Articoli della Rivista Teosofica Ticinese

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1 novembre 2013

Ricordo di Radha Burnier

Radha-2008.jpg
Radha Burnier
(1923-2013)
Served as International President of the Theosophical Society from 1980 to 2013
La Presidente Internazionale della Società Teosofica, dott.ssa Radha Burnier, ha lasciato il corpo fisico il 31 ottobre scorso alle 21.00, ora locale. Era nella sua abitazione all’interno del Quartier Generale della Società Teosofica ad Adyar, Chennai, India.
La Società Teosofica Italiana la ricorda con affetto e riconoscenza per il grande lavoro svolto per la S.T. ed a favore della Fratellanza Universale senza distinzioni. La ricorda anche per il costante sostegno e per le sue visite nel nostro Paese, culminate nella partecipazione al Congresso del Centenario dalla fondazione della Società Teosofica Italiana, svoltosi ad Assisi nel 2002 ed al Congresso Mondiale della Società Teosofica, svoltosi a Roma nel luglio del 2010.
Con lei scompare una figura storica in grado di collegare strettamente la tradizione teosofica con il pensiero di Jiddu Krishnamurti, di cui era grande amica.
Eminente sanscritista, ha dedicato molte energie al dialogo interreligioso ed all’emancipazione della donna in India e in molti altri Paesi.

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NEWSLETTER DELLA SOCIETÀ TEOSOFICA ITALIANA

05 mercoledì Giu 2013

Posted by OfferBooker in Antonio Girardi, Articoli della Rivista Teosofica Ticinese

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Annie Besant (Photo credit: Wikipedia)

 

Annie Besant in 1897

Annie Besant in 1897 (Photo credit: Wikipedia)

Newsletter della Società Teosofica Italiana

PRESENTAZIONE
Il contributo forse più importante che il movimento teosofico ha portato alla cultura del tempo, dalla fine dell’Ottocento ad oggi, è questa riaffermazione con forza che la Vita è Una e che tutte le sue parti o componenti sono sempre in reciproca relazione e comunicazione. La portata di tutto ciò è notevole, perché mette nelle condizioni l’essere umano di iniziare dal qui ed ora la sua opera di trasformazione spirituale.
Il cambiamento non è dunque rimandato ad un momento successivo, ma inizia attraverso la piena accettazione della dimensione karmica dell’esistenza quotidiana. Ed ogni piccolo cambiamento nella direzione di una maggior consapevolezza sarà di beneficio non soltanto per se stessi, ma per tutta l’umanità.

ULTIME NEWS

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CONCLUSO IL 99° CONGRESSO DELLA S.T.I. AD AOSTA

Si è svolto ad Aosta dal 24 al 26 maggio scorso il 99° Congresso Nazionale della Società Teosofica Italiana. Si è trattato di un appuntamento…

STOP VIVISECTION

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La ricerca spirituale non può essere ‘venduta’ o essere messa in relazione ad un’prezzo’ da pagare.

10 lunedì Dic 2012

Posted by ancaroni in Antonio Girardi, Articoli della Rivista Teosofica Ticinese

≈ 1 Commento


Alcuni elementi del metodo teosofico

Si possono facilmente rintracciare alcuni elementi che permettono di comprendere il metodo teosofico, facendo emergere nel contempo taluni aspetti di purezza di comportamenti che sono fondamentali nella ricerca della verità da parte dell’essere umano.

Il primo elemento è il principio di Tolleranza, un principio antidogmatico per eccellenza.

Non vi dovrebbero dunque essere, nel campo della spiritualità, fedi, dottrine o principi da imporre autoritariamente agli altri o presunte verità da difendere, quanto piuttosto metodi di dialogo, di studio e di approfondimento da vivere nella concretezza e in una visione olistica e unitaria della Vita.

Il metodo della Tolleranza, la cui base filosofica consiste nell’assenza della presunzione di ‘possedere’ la verità, porta con sé un’importante conseguenza: la mancanza di azioni tese al proselitismo.

Il secondo elemento distintivo è quello dell’assenza dell’interesse economico.

La ricerca spirituale non può essere ‘venduta’ o essere messa in relazione ad un‘prezzo’ da pagare.

Dove c’è libertà spirituale non dovrebbero esserci vincoli di tipo economico o trasferimento di conoscenze ‘a pagamento’.

Il terzo elemento è costituito dall’assenza del segreto quale caratteristica distintiva.

La libera ricerca è trasparente e aperta al dialogo, nonché fiduciosa nell’eterna bontà di tutte le cose; sa che la verità – come ebbe a dire un saggio – si difende da sola e non ha bisogno né di veli né di guardiani.

Il segreto invece (che è cosa ben diversa dalla riservatezza) è fortemente legato, anche storicamente, all’esercizio del potere prevaricante e alla frammentazione dei popoli e delle nazioni.

Sono questi elementi distintivi che, rapportati con la realtà storica e con quella del presente, fanno capire come la tradizione teosofica e quella della Società Teosofica siano emblematiche per quanto riguarda la libertà nella ricerca, l’antidogmatismo, l’amore per il Bello e per il Buono, l’assenza di interessi economici, il superamento del segreto.

Anche per questo possiamo serenamente continuare a parlare di attualità e spiritualità del metodo teosofico.

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