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2023 Theosophical Seminar in Ascona “The relationship between Art and Theosophy” (in Italiano con sottotitoli in Inglese)

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Series of lectures in Italian with English subtitles “on the influences of Theosophy in art” during the 2023 European seminar in Ascona, Switzerland.

Pier Giorgio Parola, member of the Turin Theosophical Group and scholar of the works of Helena Petrovna Blavatsky, on “Art and Theosophy : the creative process as an awakening of consciousness”.

Martina Mazzotta, academic and curator specialising in philosophy and its relationship with the visual arts, music and science, on “Kandinsky, Cage. Spiritualism in 20th century art and music”.

Brenno Boccadoro, professor of musicology in Geneva and Lausanne, on “The doctrine of planetary music in Marsilio Ficino”.

Roberto Floreani, artist and writer, on “Abstraction and Theosophy”.

Luigi Antonio Macrì, Secretary of the Centre for Theosophical Studies “Tetraktys” of Vallefiorita (CZ), on “Theosophy and Music: Vibration and Sound”.

Flavia Polignano, President of the Theosophical Group “Jiddu Krishnamurti” of Grottaferrata (Rome) on “Art and Theosophy through inspirations, testimonies and traces: some fascinating cases at the beginning of the 20th century

Andrea Biasca Caroni, Presidential Representative of the Swiss Theosophical Society, on “Luigi Pericle, the rediscovered master”.

Marina Tappa, artist and writer, on “Bernardino del Boca: master of collage

Giorgio Piccaia, artist and freethinker, on “Fibonacci, the Golden Section and Harmony in art”

Nicola Marongiu and Cinzia Carrus, photographers, filmmakers and documentary filmmakers, on “The Rose and the Cube, Giuseppe Bosich, in Art, beyond Art”.

Patrizia Conte, President of the Theosophical Group of Turin, on “The Experience of the Theosophical Seminar of Turin on Art and Theosophy”.

Michele Olzi, university researcher and scholar of the relationship between art and spirituality, on “Art, Truth and Spirit between Theosophy and Rosicrucianism”.

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Serie di conferenze in Italiano con sottotitoli in Inglese sulle influenze della Teosofia nell’arte durante il seminario europeo 2023 di Ascona, Svizzera.

Pier Giorgio Parola, socio del Gruppo Teosofico Torinese e studioso delle opere di Helena Petrovna Blavatsky, su “Arte e Teosofia: il processo creativo come risveglio della coscienza”

Martina Mazzotta, accademica e curatrice specializzata in filosofia e il suo rapporto con le arti visive, la musica e la scienza, su “Kandinsky, Cage. Spirituale nell’arte e musica del Novecento”

Relazione di Brenno Boccadoro, professore di musicologia a Ginevra e Losanna, su “La dottrina della musica planetaria in Marsilio Ficino”

Roberto Floreani, artista e scrittore, su “Astrazione e Teosofia”

Luigi Antonio Macrì, Segretario del Centro di Studi Teosofici “Tetraktys” di Vallefiorita (CZ), su “Teosofia e musica: vibrazione e suono”

Flavia Polignano, Presidente del Gruppo Teosofico “Jiddu Krishnamurti” di Grottaferrata (Roma) su “Arte e Teosofia attraverso ispirazioni, testimonianze e tracce: alcuni casi di grande fascino agli inizi del XX secolo

Andrea Biasca Caroni, rappresentante presidenziale della Società Teosofica Svizzera, su

“Luigi Pericle, il maestro ritrovato”

Marina Tappa, artista e scrittrice, su “Bernardino del Boca: maestro del collage”

Giorgio Piccaia, artista e libero pensatore, su “Fibonacci, la sezione aurea e l’armonia nell’arte”

Nicola Marongiu e Cinzia Carrus, fotografi, registi e documentaristi, su “La Rosa e il Cubo, Giuseppe Bosich, nell’Arte, oltre l’Arte”

Patrizia Conte, Presidente del Gruppo Teosofico Torinese, su “L’esperienza del Seminario Teosofico di Torino su “Arte e Teosofia”

Michele Olzi, ricercatore universitario e studioso del rapporto fra arte e spiritualità, su “Arte, Verità e spirito fra Teosofia e Rosacrucianesimo”

TEOSOFIA il martedì sera

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Per chi volesse partecipare per la prima volta : Principianti benvenuti e per capire di cosa si tratta cliccare quì. Chiamare lo 079 621 23 43 oppure scrivere a info@teosofia.ch (scrivete il vostro n. di telefono).

Realtà virtuale, realtà relativa e realtà assoluta. Marco Boccadoro, Ascona ’24


Marco Boccadoro

Seminario Teosofico Ascona,  22-24 marzo 2024

Realtà virtuale, realtà relativa e realtà assoluta

Il tema del seminario teosofico di quest’anno ci dà l’occasione di riflettere su cosa sia la realtà.

Ma che cos`è la realtà ? 

Di  questo quesito si sono  occupati diversi filosofi, a partire dall’antica Grecia:

Parmenide sosteneva che l’essere è eterno, immutabile, e che il cambiamento e il divenire sono solo illusioni. La realtà, per Parmenide, è un’unica e immutabile sfera dell’essere.

Platone credeva che il mondo fisico, che percepivamo attraverso i sensi, fosse solo una copia imperfetta e mutevole di un mondo reale e eterno di “forme” o “idee”. Queste idee, come l’amore, la bellezza, la giustizia, esistono indipendentemente dalla mente umana e sono la vera realtà.

Democrito  rappresenta uno dei primi tentativi di spiegare la realtà attraverso particelle fondamentali. Democrito credeva che tutto ciò che esiste fosse composto da piccole particelle indivisibili chiamate “atomi”. Questi atomi, con le loro diverse configurazioni e posizioni nello spazio, costituiscono la realtà che percepiamo. Come vedremo in seguito, la meccanica quantistica ha smentito questa teoria…

Protagora è famoso per aver detto che  “l’uomo è misura di tutte le cose, delle cose che sono per ciò che esse sono, e delle cose che non sono, per ciò che non sono”. Questa affermazione indica una visione relativistica della realtà, in cui ogni individuo ha la propria percezione e interpretazione del mondo che lo circonda.

Questi sono solo alcuni degli approcci alla realtà presentati dai grandi filosofi greci. Le loro idee hanno avuto un’enorme influenza sulla filosofia occidentale e sono ancora discusse e analizzate oggi.

Molti secoli più tardi,  Kant fa distinzione tra mondo fenomenico e noumenico. Il mondo delle apparenze (fenomeni) è l’unico mondo che possiamo conoscere con certezza, mentre il mondo al di là dell’esperienza (noumeno) è per noi inconoscibile perché non possiamo mai farne esperienza diretta.

Schopenauer introduce il concetto di Velo di Maya , il velo dell’illusione, che ottenebra le pupille dei mortali e fa loro vedere un mondo di cui non si può dire né che esista né che non esista.

Per Krishnamurti, la realtà non può essere compresa attraverso concetti, idee o credenze. Egli sosteneva che la vera comprensione della realtà poteva emergere solo quando l’individuo era libero da tutti i condizionamenti, siano essi culturali, sociali, religiosi o personali.

Una delle sue affermazioni più celebri era che “la verità è una terra senza sentieri”. Questo significava che la ricerca della verità e della realtà non poteva essere guidata da dogmi religiosi o filosofici fissi. Ognuno doveva trovare il proprio cammino, liberandosi da tutte le influenze esterne e esplorando la propria mente senza pregiudizi.

Krishnamurti invitava le persone a osservare la propria mente in modo attento e profondo, senza giudizio o desiderio di cambiamento. Attraverso questa osservazione profonda, sosteneva che si potesse scoprire la realtà in modo diretto, senza le lenti distorsive delle nostre aspettative, paure e desideri.

In effetti,  la realtà consiste in ciò che i nostri sensi, i nostri sensori  percepiscono.

Ma le cose non sono così semplici: gli occhi vedono solo una certa gamma di colori, le orecchie odono solo una certa gamma di frequenze, viviamo in un mondo a tre  dimensioni, ma probabilmente esistono universi a dimensioni maggiori di tre, ecc. Si tratta di sensori imperfetti, ma importanti, poichè  collegano la vita materiale con la nostra coscienza. Questo collegamento può essere alterato dai nostri corpi più densi, da emozioni, modelli che ci costruiamo, o anche purtroppo con l’utilizzo di svariate droghe.

Realtà relativa

Parliamo quindi di realtà  relativa per indicare il concetto secondo il quale  la percezione e l’esperienza della realtà possono variare da individuo a individuo. Immaginiamoci due persone che aspettano un treno. Il primo aspetta un amico che non vede da lungo tempo, e se ne rallegra.

Il secondo dovrà dire addio all’amata che partirà con quello stesso treno.

Le due persone avranno una percezione molto diversa di quella stazione e di quel treno…

La percezione della realtà è influenzata da fattori quali le emozioni, la cultura, le nostre esperienze.

Anche il tempo è percepito in maniera soggettiva. Einstein diceva:

“Metti la mano su un fornello caldo per un minuto e ti sembrerà un’ora. Se ti siedi con una bella ragazza per un’ora, ti sembrerà un minuto. Questa è la relatività”.

Ma non è solo una questione di soggettività, anche il tempo non è assoluto, ma relativo, dipende dal sistema di riferimento.

 …La teoria della relatività ristretta ci dice che, all’interno di un’astronave che viaggiasse ad altissima velocità, il tempo trascorre più lentamente, le sue dimensioni si riducono, e la sua massa aumenta.

Fino alla fine del 19° secolo, la realtà poteva essere descritta dalle leggi della fisica classica. 

Questa credeva di descrivere la realtà fisica, mentre descriveva invece un modello mendace della realtà creato dai nostri sensi , ad esempio che l’esistenza del mondo è indipendente dall’osservatore (poi smentito da Heisenberg), che lo spazio ed il tempo sono indipendenti ed assoluti, (smentito da Einstein), che la materia è composta da atomi pieni, duri ed indistruttibili (smentito da Ernest Rutherford che ha dimostrato che la materia è quasi vuota) che la realtà è un sistema deterministico, cioè che conoscendo le condizioni iniziali, si può predire l’evoluzione passata e futura del sistema (smentito dalla meccanica quantistica) [1]

La conclusione è che la realtà sfugge a qualsisi tentativo di descriverla con un modello.

La musica non è nelle note, la musica è tra le note, diceva W.A. Mozart…

Realtà virtuale o aumentata

Qual è la percezione della realtà, nella quotidianità? La nostra società attuale sembra immergersi sempre più in una realtà virtuale, interponendo tra l’uomo ed il mondo vari tipi di schermi.

Possiamo ad esempio  vivere l’esperienza di essere in alta montagna, semplicemente attraverso un computer e una webcam. Tutto diventa semplice, a portata di mano. Una sensazione di onnipotenza. Anche visitando un luogo per la prima volta, abbiamo  l’ impressione, rassicurante a scapito della sopresa, di averlo già visto…

Capita di vedere escursionisti che si avventurano in montagna con scarpe da città, senza esperienza nè equipaggiamento. L’esperienza se la sono fatta al computer.

Nel 2021, 3’680 persone si sono trovate in situazioni difficili nelle Alpi svizzere e hanno dovuto essere salvate (erano state 3’471 l’anno prima). Si tratta di un numero da primato.

I morti  sono stati 201…

Attraverso uno schermo, anestetizziamo il nostro rapporto con il presente, annientiamo il “qui ed ora”…

Tendiamo a delegare tante attività alla cibernetica: invece di parlarsi, ci si messaggia. Gli acquisti si fanno online, persino la guerra si fa a distanza. E’ probabilmente più indolore uccidere il prossimo azionando il mouse.

La tecnologia ci fornisce infinite opportunità, gli smartphones diventano sempre più indispensabili, sempre più arduo staccarsi dai vari social media.

Un viaggio in treno, ormai, sembra una scena di un vecchio film di fantascienza, in cui tutti fissano i piccoli schermi, incapaci di comunicare direttamente fra di loro.

Abbiamo messo uno schermo tra noi e gli altri, aumentando la separatività.

Realtà aumentata 

Insistendo in questa direzione, la realtà virtuale, o aumentata, è una tecnologia che consente di entrare in un ambiente immaginario.

Le molteplici applicazioni della realtà virtuale si hanno nelle simulazioni per la medicina, l’aviazione, i giochi, in architettura, ecc.

Questa si basa su smart glasses, occhiali intelligenti che sono in grado di immergerci in un mondo artificiale. Portando dei guanti appositi possiamo interagire con questo mondo.

Come ogni cosa, anche la realtà aumentata ha però almeno due facce. 

Può servire a scopi didattici, simulando situazioni che servono a istruire personale tecnico, medici, ingegneri. Purtropo però anche per formare piloti di aerei da caccia, militari e via dicendo.

Può inoltre anche essere una porta per fuggire irrimendiabilmente dalla realtà.

Ci si può chiedere ora per quale motivo l’uomo vuole fugggire dal quotidiano, e cercare altre realtà.

La realtà relativa non basta…

La scintilla divina che è in noi sente intimamente che la realtà che conta è un’altra cosa, la realtà che ha a che fare con l’origine di tutto, con l’essere immanente: la Realtà Assoluta.

Realtà Assoluta

La Realtà Assoluta si riferisce a un concetto di realtà che esiste indipendentemente dalla percezione umana o da qualsiasi altro fattore soggettivo.

La Teosofia postula un universo ciclico, che si manifesta, si sviluppa e si dissolve nella Realtà Assoluta. Dopo un periodo di riposo, un nuovo universo appare.

La nostra mente, essendo limitata,  non può comprendere l’Assoluto, che è la sorgente della Manifestazione, l’Essere Immanente. Grazie alla ricerca interiore, ed alla pratica mistica, è possibile però avvicinarsi ad un’esperienza della realtà assoluta. La realtà ultima non può essere compresa solo attraverso la ragione e la logica.

Ci sono livelli di esistenza che ci nascondono la visione della realtà assoluta, il velo di Maya.

La teosofia ci dice anche che la realtà è una manifestazione dell’energia divina o spirituale, e soprattutto che la realtà è Una, come l’unità della vita. L’intero universo è permeato da un’unica e unificante forza o principio. Tutte le cose sono interconnesse e interdipendenti, poiché condividono questa stessa realtà assoluta. Anche la fisica quantistica si confronta oggi con il mistero dell’entanglement  (interconnessione, correlazione) quantistico, un’interazione indipendente dalla distanza fisica di due sistemi quantistici.

Nella Cosmogenesi, la Signora Blavatsky scrive che “tutto ciò che esiste ha solo una realtà relativa, non assoluta, dato che l’aspetto assunto dal noumeno (la realtà in sè) celato dipende dal potere di percezione dell’osservatore….Nulla è permanente all’infuori dell’unica Esistenza celata ed assoluta che contiene in sè stessa il noumeno di tutte le realtà…

Il progresso ascendente dell’Ego è una serie di risvegli progressivi, ognuno dei quali porta con sè l’idea che finalmente siamo giunti alla realtà; ma solo quando avremo raggiunto la Coscienza Assoluta e avremo fuso la nostra con essa, saremo liberi dalle illusioni prodotte da Maya.” [2]

Referenze:

[1] F. Faggin, Irriducibile, Oscar Bestsellers

[2] H.P.Blavatsky,  Cosmogenesi, Stanza 1,  4

Per sapere di più su Marco Boccadoro

Seminario Teosofico di Ascona ’24


Edizione 2024 del Seminario di Ascona

La Società Teosofica Italiana e quella Svizzera continuano la loro collaborazione anche in occasione dell’edizione 2024 del tradizionale Seminario Teosofico di Ascona, dedicato quest’anno al tema: “Realtà virtuale, realtà relativa e realtà assoluta: dialoghi teosofici sull’individuo contemporaneo e il suo vissuto”. 
Il Seminario, in presenza, sarà ospitato nel bel contesto dell’Hotel Ascona, nella ridente omonima località del Canton Ticino (Svizzera), alle pendici del Monte Verità, che fra fine Ottocento e inizio Novecento ospitò una delle più significative esperienze culturali e umane nel segno dell’Utopia e della costruzione di un mondo migliore. 
Il Seminario si svolgerà dal pomeriggio di venerdì 22 marzo a domenica 24 (con conclusione per le ore 12). Sono previste relazioni specifiche, approfondimenti e una sessione di domande e risposte. 
In allegato le informazioni di dettaglio e la scheda d’iscrizione.

Per chi non dormisse in Hotel il seminario ha un costo da versare alla reception dell’Hotel Ascona di Chf. 20.-, così come i pasti vegani/anarcolici di Chf. 25.- a persona/pasto.

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Andrea Biasca-Caroni

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Citazione

“Realtà virtuale, realtà relativa e realtà assoluta: dialoghi Teosofici sull’individuo contemporaneo e il suo vissuto”.


Siamo fondamentalmente UNO, uniti nell’Unico Campo Cosciente e le “distanze locali” sono solo un’illusione perché la materia non è altro che Pura Coscienza-Energia (Intelligenza) condensata in forme differenti (locali). I fisici quantistici hanno scoperto che la materia è “vuota”, e che la materia non è altro che informazione-pensiero condensata. Questa prospettiva rivoluzionaria ci invita a riflettere sulle nostre percezioni della realtà e a esplorare la connessione profonda che esiste tra tutti gli elementi dell’universo. Nel contesto della fisica quantistica, la nozione di separazione e individualità si dissolve, rivelando un tessuto di realtà interconnesso in modi che sfidano la nostra concezione tradizionale di spazio e tempo.

Se la materia non è altro che Pura Coscienza-Energia (Intelligenza) condensata in forme differenti (locali), questa intelligenza o mente divina che è tutto, è la realtà percepita in maniera assoluta. Se la nostra mente realizza la sua natura (divina), la natura della mente che illuminata, dimora nell’assoluto e non nel relativo, limitato della realtà relativa. Ciò è semplicemente dimorare nella verità di quello che i Buddhisti chiamano Rigpa, la natura della mente.

Alla fine del 1970 Stephen Phillips, allora studente laureato in fisica presso l’Università della California, conseguì la laurea utilizzando alcuni dei diagrammi riportati in Chimica Occulta. Il dottor Phillips scoprì che le descrizioni chiaroveggenti di Besant e di Leadbeater degli elementi chimici erano completamente in linea con le teorie Quark, Quantum Chromodynamic e delle Super-Stringhe della moderna fisica subatomica. In esoterismo, gli atomi sono chiamati vibrazioni (secondo la teoria delle stringhe appunto tutta la materia è una vibrazione). Originariamente i Greci indicavano con il termine Atomi (dal greco A-tomein ovvero che non si può suddividere ulteriormente) le particelle ultime. Oggi abbiamo teorizzato come particelle ultime le stringhe appunto.

La visione della realtà proposta dalla fisica quantistica ci porta a ridefinire le nostre concezioni sul mondo che ci circonda. La scoperta che la materia è in realtà principalmente “vuota” e che è costituita da informazione-pensiero condensata (le vibrazioni della mente che pensando genera forme, forme pensiero, vibrazioni, stringhe appunto) ci invita a rivalutare le nostre percezioni e a esplorare nuove prospettive sulla nostra connessione con l’universo poiché anche noi siamo tutto e Dio, solo limitati temporaneamente dalla nostra realtà soggettiva illusoriamente relativa (maya per i buddhisti). Questo nuovo paradigma ci spinge a superare le nozioni convenzionali di separazione e individualità, aprendo la strada a una comprensione più profonda della realtà. In questo contesto, ci appare evidente che le “distanze locali” sono solo un’illusione, e che siamo tutti parte di un tessuto interconnesso di coscienza ed energia. La realtà una. Siamo uno. La concezione dell’universo partecipativo, la fusione tra l’osservatore e l’osservato, la possibilità di trasformare la nostra realtà poiché coincide con le vibrazioni del nostro cervello che è come un’antenna che si sintonizza. Più le nostre vibrazioni sono elevate e quindi unitarie meno siamo nell’illusione e andiamo verso la beatitudine dell’assoluto.

E questo oggi non è sono un’affermazione spirituale, “alternativa”, ma è suffragato da premi Nobel (2020 per la fisica) come Roger Penrose secondo il quale in base alla Teoria quantistica della coscienza, “le anime sono contenute all’interno di strutture chiamate microtubuli che vivono all’interno delle cellule cerebrali, i neuroni”.

Sir Roger Penrosecavaliere e OM.[1] (Colchester8 agosto 1931), è un matematicofisico e cosmologo britannicoFellow della Royal Society, è noto per il suo lavoro nel campo della fisica matematica, in particolare per i suoi contributi alla cosmologia; si occupa inoltre di giochi matematici. Laureato all’Università di Cambridge, è professore emerito all’Istituto di matematica dell’Università di Oxford e nel 1988 ha ricevuto, assieme a Stephen Hawking, il Premio Wolf per la fisica. Nel 2020 gli viene assegnato il Premio Nobel per la fisica “per avere scoperto che la formazione dei buchi neri è una robusta previsione della teoria generale della relatività”.

Un punto di vista molto interessante ci dice anche che i buchi neri esistono ma ci mettono un tempo infinito per formarsi e quindi quelli che vediamo sono ammassi di materia in via di collasso gravitazionale.

Se pensiamo a HPB e la teoria di formazione dell’universo con le bolle di Koilon il nesso salta subito all’occhio e anche perché questo grande schema continui all’infinito appunto. Mi ricordo Phan Chon Ton che parlava di Dio che crea come soffiando in un bicchiere pieno d’acqua e sapone e le bolle sono l’universo, non a caso la materia è vuota, ci dicono i fisici.

Pensiamo al buco nero come alla materia condensata in un punto. Quando tutto è condensato è pralaya (l’immanifesto), ma il manvantara (manifesto) e il pralaya sono coesistenti poiché l’immanifesto è eterno e quindi cè sempre. È un paradosso evidente perché non si può affermare che l’immanifesto c’è sempre, se non ché i buchi neri sono osservabili solo dal loro interno e al di fuori di essi la loro formazione è all’infinito , come una curva il cui asintoto è raggiungibile solo all’infinito.

Dire all’infinito ci porta a pensare all’essere fuori dal tempo, che è illusione creata nella realtà relativa che è la curvatura dello spazio tempo formata dalle bolle o vibrazioni (ricordate le stringhe) e il tempo, il tempo stesso è relativo poiché la mente divina crea l’universo vibrando (pensiamo al LOGOS) fino a generare la materia solida che non è altro che illusione poiché tenuta insieme da questa vibrazione che dà “sostanza” alle cose.

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Se osserviamo l’universo microscopico e lo paragoniamo alle nostre strutture troviamo una costatante che è la forma del Toro. Tutto ha forma di spirale 3d o di Toro ma si può portare questo modello di creazione dell’universo anche a livelli microscopici e constatare che essa (la creazione) avviene in ogni attimo, costantemente a livelli microscopici, con dei micro buchi bianchi che sono per gli scienziati un’ipotetica regione dello spaziotempo scaturiti da una singolarità dalla quale esce energiamateria e luce. In questo senso sono l’opposto del buco nero. Nell’immagine una teoria del multiverso dove al centro si trova la singolarità (la chiameremo unità, uno … è singola, la singolarità appunto) da una parte un buco nero e dall’altra uno bianco.

Secondo la scienziato Nassim Haramein buchi bianchi e neri sussistono anche a livello microscopico e la creazione a quei livelli avviene perennemente. Il che avrebbe un senso in termini esoterici perché micro e macrocosmo hanno la stessa struttura e tutto si ripete come per le bolle di koilon che sembrano universi se applichiamo lo schema del frattale cosmico.

Per un’approfondimento sulla forma del Toro vedi in fondo all’articolo. ***

La nostra realtà relativa converge in quella assoluta tendente all’infinito come per un ritorno all’origine, il buco nero appunto. Una serie infinita di universi di dimensioni infinite è la manifestazione che dal nulla porta al manifesto, differenziato, temporale. Il tempo e le dimensioni sono momenti della manifestazione e la coscienza a livello microscopico è contenuta in questi microtuboli (e non posso non pensare a un tubo, un tubichino, una cannuccia e alle bolle di sapone alla base del tutto …) che fanno transitare le microparticelle nel nostro essere e lo racchiudono finché siamo limitati da un corpo fisico transitorio. La coscienza è solo apparentemente/illusoriamente limitata poiché in realtà esiste solo una realtà universale, atemporale ed eterna che relativamente viene sperimentata nella nostra dimensione limitata come particolare, legata al tempo e allo spazio se si considera la sua dimensione incarnata. Ricordiamoci sempre che il tempo è un impressione generata dalla curvatura dello spazio che a sua volta nasce dalla manifestazione, solo l’immanifesto è perenne.

Lo scopo dello sviluppo di intelligenza artificiale, computers quantici nella logica del transumassimo è quello di non morire fisicamente evitando lo sgradevole effetto collaterale della vita in carne e ossa chiamato morte. Il nostro caro Elon Musk cerca di progettare dei computers quantici per fare in modo di arrivare a trasferire la coscienza all’interno di realtà simulate e controllate (come in Matrix ma non per produrre energia che era un po’ il punto debole del film). Siamo sempre alle solite, in maniera più sofisticata e tecnologica, l’uomo si prende per Dio e ruba il fuoco agli dei come Prometeo. Marco Boccadoro nella sua conferenza ci ha rassicurati in questo senso e anch’io sono convinto che nessuno arriverà mai a farlo realmente. Sono tutte fantasie che fanno credere agli investitori che sia possibile per aumentare il capitale di Musk, venditore di sogni in borsa. Ci sono poi fior fiore di filosofi che si lanciano in speculazioni sulla linea appena menzionata e che si chiedono se già ora stiamo vivendo in una realtà simulata? Secondo il filosofo David Chalmers è impossibile sapere se stiamo vivendo in una realtà simulata oppure no, ma se anche fosse così le nostre vite non sarebbero meno reali. Il vostro cane esiste davvero o è una simulazione creata da un computer? E voi, siete “persone fisiche” connesse a una macchina (in stile Matrix), siete biologicamente reali oppure siete avatar, personalità simulate? Ma (per non farci mancare nulla) una vita in una realtà simulata sarebbe meno reale di una vita biologica? Di queste e altre questioni ha parlato David Chalmers, filosofo australiano che si occupa in particolare di indagare i misteri della mente e della coscienza umana.

Siamo pedine in una scacchiera gestita da un Grande Simulatore? Efe Murat | Shutterstock
Siamo pedine in una scacchiera gestita da un Grande Simulatore? Efe Murat | Shutterstock

Viviamo in una simulazione? La domanda di base, che altri prima di lui si sono posti, è: viviamo nella finzione, in una realtà simulata? La risposta di Chalmers è quella classica: non possiamo saperlo, perché ogni prova del contrario potrebbe a sua volta essere simulata. «Se la simulazione nella quale stiamo vivendo è perfetta, non sapremo mai se ci siamo dentro», spiega il filosofo: «l’unica possibilità di scoprire se siamo degli avatar è che la simulazione sia imperfetta, o che i simulatori decidano di mostrarci il codice sorgente.»

Simulazione e metaverso. Per mettere a fuoco la questione è importante distinguere tra universo simulato e metaverso. Nel primo caso si parla di ipotesi della simulazione, una teoria filosofica che ha origini antiche e secondo la quale la realtà in cui viviamo sarebbe una simulazione. Nel secondo caso si parla invece di realtà virtuale (in inglese VR, virtual reality), un mondo artificiale nel quale ci immergiamo consapevolmente per un tempo più o meno lungo.

Ipotesi della simulazione. L’ipotesi della simulazione, ovvero la teoria secondo la quale viviamo in una sorta di Matrix, ha origini antiche: il primo a interrogarsi sulla questione fu il filosofo cinese Zhuāngzǐ (369-286 a.C), fondatore del taoismo, che nel racconto Zhuāngzǐ sognò di essere una farfalla si domandò se lui stesso fosse una farfalla che sognava di essere un umano, o un umano che sognava di essere farfalla. Anche Cartesio, nel suo Meditazioni metafisiche, si domandava se stesse vivendo in una sorta di sogno, ipotizzando l’esistenza di un demonio ingannatore (che oggi chiameremmo simulatore) capace di creare da un mondo esterno le sensazioni del nostro mondo, come il calore di un fuoco o l’umidità della pioggia.

Pillola blu o pillola rossa? Nel film di fantascienza Matrix, un classico esempio dell'ipotesi della simulazione, il protagonista Neo poteva scegliere se conoscere la verità (pillola rossa) o rimanere nell'ignoranza (pillola blu). Voi quale pillola scegliereste? © diy13 | Shutterstock
Pillola blu o pillola rossa? Nel film di fantascienza Matrix, un classico esempio dell’ipotesi della simulazione, il protagonista Neo poteva scegliere se conoscere la verità (pillola rossa) o rimanere nell’ignoranza (pillola blu). Voi quale pillola scegliereste? © diy13 | Shutterstock

Facendo un salto temporale fino ai giorni nostri arriviamo alle teorie del filosofo Nick Bostrom, secondo il quale potrebbero esistere molti mondi simulati e molti avatar, e sarebbe perciò impossibile sapere se siamo pure simulazioni -che vivono in modo programmato e sono incapaci di libero arbitrio (un po’ come i personaggi-non-giocanti del film del 2021 Free Guy) – oppure persone realmente esistenti le cui menti sono attaccate a una macchina.

Nel futuro vivremo in una realtà virtuale aumentata ?

Digitale ma reale. Secondo Chalmers, una realtà simulata è in ogni caso una realtà reale: «È reale ciò che fa la differenza, ovvero che ha un potere causativo, ciò che non vive solo nella nostra mente, e ciò che non è un’illusione», afferma: «tutti gli oggetti di una realtà simulata sono dunque reali, perché in una simulazione abbiamo un corpo, vediamo degli oggetti e delle persone e interagiamo con loro: è tutto reale, solo che è digitale.» Il fatto stesso che la nostra realtà potrebbe essere una simulazione e che non sia possibile dimostrare il contrario, sottolinea, è un’ulteriore prova che la realtà simulata è reale.

Metaverso. Il primo a coniare il termine metaverso fu Neal Stephenson nel suo romanzo Snow Crash, del 1992, nel quale si immaginava una realtà virtuale condivisa grazie a Internet, dove gli utenti si muovono e interagiscono in forma di avatar. Più di recente si è tornati a parlare di metaverso con Facebook, ma Zuckenberg e Stephenson hanno visioni diverse: secondo l’autore di Snow Crash il metaverso era un unico mondo virtuale, mentre per il papà di Facebook possono esistere diversi mondi virtuali.

Secondo Chalmers, anche gli oggetti del metaverso sono reali e nella VR è possibile vivere una vera vita: «Immagino che un giorno potremo scegliere se vivere in questo mondo o in quello virtuale, e in molti sceglieranno di vivere nella VR».

La vita nel metaverso è reale. La vita vera ha un senso perché è condita di esperienze, amicizie e obiettivi: tutte cose che esistono nella realtà virtuale, dove però non ci sono la fisicità, la morte, la nascita. In compenso la VR offre più esperienze rispetto alla vita reale, e permette di avere più di un corpo, spazio illimitato e oggetti in abbondanza. «Credo che il metaverso sarà come Internet è ora: avrà cose buone e meno buone, ma nel complesso sarà un’innovazione positiva», afferma Chalmers. Non ci resta che aspettare per vedere fino a che punto arriverà la tecnologia – sempre che i simulatori non decidano di disconnettere le nostre menti dalla macchina che ci tiene in vita (ma questo in realtà è proprio il modo per liberarsi, come Neo in Matrix che si stacca dalla simulazione).

Da chiedersi se questa realtà virtuale, sempre relativa mom sia una maniera di imprigionarci sempre più nella caverna di memoria platonica a guardare delle ombre. Io propendo per questa ipotesi e considero la via per la liberazione passare per una consapevolezza che l’inganno diventa sempre più tecnologico e sofisticato e che comunque la natura della mente illuminata è liberatoria, assoluta, non relativa e virtuale ma ben concreta e possibile. La natura della realtà una volta capita e realizzata l’unità del tutto ci dice che noi siamo il tutto e l’illusione è credersi separati virtualmente o relativamente. Una volta metabolizzato questo a tutti i livelli del nostro essere saremo pronti per evolvere ulteriormente. Questo è lo schema dell’evoluzione, il Piano Divino della grande gerarchia.

AVVISO AI NAVIGANTI, LE SIRENE SONO SEMPRE PIÙ TECNOLOGICHE E SOFISTICATE !

Vi invito a leggere la fonte della mia ricerca all’indirizzo :

https://www.sapienzamisterica.it/dottrina-segreta-e-fisica-quantistica.html

Dottrina Segreta e Fisica Quantistica

e anche https://www.academia.edu/5193239/DOTTRINA_SEGRETA_E_FISICA_QUANTISTICA

L’apparente separazione tra la coscienza umana e quella superumana o divina, svanisce se capiamo come siamo fatti, cioè quando sperimentiamo la natura dei nostri apparati : il corpo vitale, il corpo emozionale e il corpo mentale, tutti formati da materia a diverse densità. Non credo che sarà la realtà virtuale a svelarci l’antica sapienza che permette di creare una via di collegamento tra la coscienza ancorata nel cervello e quella del Sé reale o spirituale. Perso piuttosto che la meditazione e le pratiche spirituali siano un sentiero più adatto all’evoluzione. Vedo tecnosirene all’orizzonte !

SAPIENZA ANTICA E SCIENZA MODERNA

Le Scuole di Sapienza in passato s’identificavano completamente con le Scuole Misteriche. Anticamente Scienza, Filosofia, Etica, formavano un corpo unico di insegnamento che era impartito a poche persone in genere negli antichi Templi. Esteriormente era una scuola, un collegio, dove venivano insegnate scienze, arti, etica, leggi, filantropia, internamente si fornivano le prove pratiche che permettevano di catturare i segreti dei fenomeni cosmici. Tutto ciò era noto sotto il nome di Misteri.

Vi era in ogni nazione antica degna di chiamarsi civile, una Dottrina Esoterica, un sistema designato con il nome di Saggezza, e coloro che si erano votati alla sua prosecuzione furono dapprima denominati uomini saggi o dotti … Pitagora chiamava questo sistema la Gnosi o Conoscenza delle cose che sono.

In Occidente, Erodoto, Talete, Parmenide, Empedocle, Orfeo, Pitagora, tutti, nella loro epoca, andarono alla ricerca della Saggezza nelle Scuole Misteriche egizie, nella speranza di risolvere i problemi dell’universo. Ammonio Sacca insegnava che la Dottrina Segreta si trovava completa nei Libri di Thot (Ermete), da cui Pitagora e Platone trassero entrambi la loro conoscenza e molta della loro filosofia; e questi libri, egli dichiarava, erano “identici agli insegnamenti dei Saggi dell’Estremo Oriente”. Poiché il nome Thot significa un collegio, un’assemblea, non è per nulla improbabile che i libri siano stati così denominati essendo la raccolta delle dottrine del sodalizio sacerdotale di Memphis. Astronomo, era il titolo dato all’Iniziato che conseguiva il settimo grado, dopo di che egli riceveva il Tau, divenendo oltre che Astronomo anche Guaritore. La grande Iniziazione aveva luogo a Tebe in Egitto. Il padre della medicina moderna, Ippocrate, era sacerdote di Asceplio[1], e come tale era un Iniziato al culto di Esculapio. Il giuramento di Ippocrate[2] fatto dai medici, è un giuramento sodale, da sod o mistero, e nell’antichità veniva fatto dal candidato istruito nelle Scuole Misteriche. In Egitto i Misteri erano noti fin dall’epoca di Menes, i Greci li ricevettero solo quando Orfeo li introdusse dall’India. Secondo Erodoto, Orfeo li aveva portati dall’India, e Orfeo è di gran lunga anteriore a Omero e a Esiodo. Le famose “Quattro, ” le sedi dell’istruzione nell’antico Egitto, sono alla base di ogni conoscenza del mondo occidentale trasmesso dall’Egitto alla Grecia e poi all’Occidente[3].

  • Fu nel grande santuario di Tebe che Pitagora, al suo arrivo dall’India, studiò la Scienza Segreta dei numeri.
  • Fu a Memphis che Orfeo volgarizzò la troppo astrusa metafisica indiana a uso della Magna Grecia; e da qui Talete e, secoli dopo, Democrito, appresero tutto quello che sapevano.
  • A Sais spetta tutto l’onore della meravigliosa legislazione e l’arte di governare il popolo, impartita dai suoi Sacerdoti a Licurgo e Solone, che saranno entrambi oggetto di ammirazione per le generazioni future.
  • E se Platone ed Eudosso non fossero mai andati a Eliopoli, molto probabilmente l’uno non avrebbe mai stupefatto le generazioni future con la sua etica, né l’altro con la sua meravigliosa conoscenza della matematica.       

Anticamente I filosofi erano scienziati, e la filosofia era una vera scienza, non semplicemente verbosità dialettica com’è oggigiorn o. Il termine è composto di due parole greche il cui significato è inteso a indicarne il senso segreto, e dovrebbe essere interpretato come “sapienza d’amore.” Amore non è inteso come “tenerezza”, ma è il termine usato per Eros, il principio primordiale nella divina creazione, sinonimo di πόθος ( póthos erroneamente tradotto da google come lussuria), l’astratto desiderio di procreazione nella Natura, risultante in una perenne serie di fenomeni. Significa “amore divino, ” quell’elemento universale della divina onnipresenza diffuso in tutta la Natura, e che è al tempo stesso la causa principale e l’effetto. La “sapienza d’amore” (o filosofia) significava attrazione e amore di ogni cosa celata dietro il fenomeno oggettivo e la sua conoscenza. Nella sua modestia, perfino Pitagora rifiutava di essere chiamato filosofo (uno che conosce ogni cosa celata nelle cose visibili, causa ed effetto, o verità assoluta), e si definiva semplicemente un saggio, un aspirante alla filosofia, o alla Sapienza d’Amore. (non a caso Dante era un “fedele d’amore”)

Con la chiusura di queste Scuole di Sapienza avvenne la grande separazione da una parte un certo tipo di Scienza e dall’altra parte un certo tipo di filosofia e le grandi Religioni di Stato. Dopo essersi allontanate con venti secoli di separazione, la Dottrina Segreta e la Fisica si ritrovano nuovamente assieme con la Teoria della relatività e la Fisica Quantistica.
 

Figura 1. Helena Petrovna Blavatsky

Alla fine del XIX secolo, nel 1888, fu pubblicata in inglese “La  Dottrina Segreta”, per opera di Helena Petrovna Blavatsky. Quest’opera ebbe un’enorme diffusione in tutto il mondo. L’autrice, quando precedentemente scrisse il libro “Iside Svelata”, fece allusione a un libro custodito segretamente in Himalaya, tanto antico che i moderni antiquari non riuscirebbero mai a mettersi d’accordo sulla natura del materiale su cui è scritto. La tradizione afferma che il libro fu trascritto in Senzar,un’antichissima lingua sacerdotale, un cifrario geroglifico.

Un manoscritto arcaico – una raccolta di foglie di palma rese inalterabili all’acqua, al fuoco e all’aria mediante qualche processo specifico ignoto – si trova davanti agli occhi dell’autrice.[5]

La “Dottrina Segreta” fu scritta facendo riferimento all’antichissimo testo il cui nome in tibetano è Libro di Dzyan, diviso in Stanze e in Shloka. Le Stanze che formano le tesi di ciascuna parte sono tradotte in linguaggio moderno, lasciando stare i vocaboli intraducibili perché la fraseologia arcaica risulterebbe incomprensibile. Nel 1988, al tempo del centenario della pubblicazione della Dottrina Segreta, in un simposio a Culver City, California, leader americano teosofo, Jerry Hejka-Ekins ha osservato:

È improbabile che un recensore di libri alla ricezione de La Dottrina Segreta nel 1888 avrebbe giudicato il lavoro come uno che non sarebbe durato oltre un paio di ristampe. Un lavoro pesante di circa 1500 pagine, pieno di termini filosofici e religiosi dell’Estremo Oriente in contrasto con scienza del diciannovesimo secolo e le sue teorie ora scartate. Ma in qualche modo, dopo un centinaio di anni, la Dottrina Segreta rimane in stampa ed è ancora in fase di studio …

La nipote di A. Einstein, nel 1960 ad Adyar, dichiarò che lo zio teneva sempre una copia della “Dottrina Segreta” sul suo tavolo di lavoro (secondo altri autori non ci sono prove, ma poco importa viste le conferme arrivate recentemente da premi Nobel come Penrose). L’astronomo svedese Gustaf Stromberg intimo di A. Einstein era un seguace degli insegnamenti di H.P. Blavatsky, e forse fu la persona che diede la “Dottrina Segreta” ad Einstein. Psicologi della statura di Campbell (e nel video abbiamo visto un breve intervento dagli archivi di Campbell che ricordo aver partecipato agli incontri di Eranos ed essere l’autore de “L’eroe dai mille volti” che fra l’altro ha ispirato George Lucas per scrivere Guerre Stellari, mia piccola curiosità nerd) e Jung hanno dimostrato profondo interesse per gli scritti teosofici (aveva 18 libri di G. R. S. Mead segretario di di H.P. Blavatsky). Sylvia Cranston, scrivendo un libro sulla biografia di Helena Blavatsky ci informa che una parte del mondo scientifico è fortemente interessata a quanto riportato nella Dottrina Segreta.

L’autrice a cui ho rubato questo testo apprese durante una visita a Boston e Cambridge nel 1982 che docenti e studenti di chimica del Massachusetts Institute of Technology (MIT) formulavano progetti per indagare su alcuni insegnamenti de La Dottrina Segreta collegati alle loro specializzazioni. Nel 1988 si venne a sapere tramite il dottor Philip Perchion, uno scienziato che aveva lavorato alla bomba atomica, che docenti e studenti del MIT avevano costituito una società alchemica e studiavano regolarmente La Dottrina Segreta. Perchion disse inoltre che lui e diversi docenti di chimica, perlopiù professori del MIT in pensione, si incontravano periodicamente per discutere La Dottrina Segreta all’Harvard Club di New York.

Dopo la pubblicazione della Dottrina Segreta per opera di H.P. Blavatsky, apparve un articolo intitolato “Chimica Occulta” in Lucifer nel 1895, l’anno in cui A. Besant e C.W. Leadbeater iniziarono la loro collaborazione. I risultati delle prime indagini chiaroveggenti furono raccolti e pubblicati nella prima edizione di Chimica Occulta nel 1908, una ristampa del primo materiale fu pubblicata nel 1919. Il complesso delle osservazioni chiaroveggenti degli elementi chimici di Besant e Leadbeater è stato infine raccolto e pubblicato postumo in una terza edizione di Chimica Occulta nel 1951. La capacità di vedere le cose invisibili di piccole dimensioni è uno degli otto siddhi o poteri psichici[6], dello yoga descritti da Patanjali (400 a.C.).

Nel 1905 Albert Einstein  pubblicò tre articoli a contenuto fortemente innovativo, riguardanti tre aree differenti della fisica, dimostrò la validità della teoria dei quanti di Planck, espose la teoria della relatività ristretta, che precede di circa un decennio quella della relatività generale. Nel 1926 Schröedinger scrisse una serie di quattro articoli in cui mostrò che una meccanica ondulatoria possa spiegare l’emergere di numeri interi e dei quanti, gli insiemi di valori discreti anziché continui. In meccanica quantistica, lo stato di una particella è descritto da una funzione d’onda stazionaria. Nel 1925 venne pubblicato da A.A. Bailey, il “Trattato del Fuoco Cosmico” il cui contenuto è l’insegnamento fornito dal Maestro D.K. noto come il Tibetano, il trattato rappresenta l’insegnamento più rilevante fornito dal Tibetano nel corso della sua collaborazione trentennale con Alice Bailey. Quest’opera monumentale era stata annunciata alla fine dell’Ottocento dalla Blavatsky, istruita dal medesimo Maestro per la stesura della “Dottrina Segreta”. Il Maestro Djwal Khul è stato l’istruttore sia di A.A. Bailey, e sia di Besant Leadbeater, inoltre i chi dettò gran parte de “La Dottrina Segreta” a H. P. Blavatsky e le mostrò molte illustrazioni, fornendo inoltre la maggior parte dei dati contenuti in quell’opera, pertanto è il personaggio cardine di questa opera.

Nella seconda metà del XX secolo la teoria di campo quantistica è stata estesa alla descrizione delle interazioni forti che avvengono all’interno del nucleo fra i quark e gluoni, con la cromodinamica quantistica. Alla fine del 1970 Stephen Phillips, allora studente laureato in fisica presso l’Università della California, conseguì la laurea utilizzando alcuni dei diagrammi riportati in Chimica Occulta. Il dottor Phillips scoprì che le descrizioni chiaroveggenti di Besant e di Leadbeater degli elementi chimici erano completamente in linea con le teorie Quark, Quantum Chromodynamic e delle Super-Stringhe della moderna fisica subatomica. Fornì questi dettagli in un suo libro del 1980, in cui Phillips riconcilia la Chimica Occulta con la fisica moderna dei quark. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare la maggior parte dei fisici, ha considerato seriamente e con interesse il lavoro dei due chiaroveggenti, e il risultato finale è stato un importante validazione tecnica dei dati ottenuti da Leadbeater e Besant. Stephen Phillips ha reinterpretato Besant e Leadbeater precisando che gli Anu non sono gli atomi, ma dei sub-quark. In Chimica occulta Besant e Leadbeater hanno descritto la natura sub-quantica della materia fisica nel 1895,con un secolo di anticipo! L’Anu descritto in Chimica Occulta è stato chiamato UPA (Ultimate-Physical-Atom). Anu è uno dei nomi di Brahmâ, distinto da Brahman, e significa “atomo”: anîyâmsam aniyasâm, “il più atomico degli atomici l’immutabile ed imperituro (achyuta) Purushottama”.

L’Idea Divina di Platone, istruito nei Misteri, nel Timeo è descritta muoversi nell’Æther. Nel 19° secolo l’Etere era pienamente accettato nella scienza, per poi nel 20° secolo essere negato e abbandonato! Ora dopo più di cento anni l’Etere torna da protagonista nella fisica. La nuova teoria “Cinetica Subquantica” è un nuovo paradigma microfisica che incorpora concetti sviluppati nel campo della teoria dei sistemi e termodinamica di non equilibrio. Invece di cominciare le osservazioni fisiche, la cinetica subquantica inizia postulando una serie di ben ordinati processi di reazione, che collettivamente, compongono quella che viene definito l’Etere di trasmutazione primordiale composto sottili “Etheron”o particelle. David Thomson e Jim Bourassa hanno fondato il Quantum Æther Dynamics Institute e stanno sviluppando indipendentemente un modello eterico che integra e unifica la meccanica quantistica, la teoria della relatività e la teoria delle stringhe.

Nel 1982 un’équipe di ricerca dell’Università di Parigi, diretta dal fisico Alain Aspect, ha scoperto che, sottoponendo a determinate condizioni delle particelle subatomiche, come gli elettroni, siano capaci di comunicare istantaneamente una con l’altra indipendentemente dalla distanza che le separa, sia si tratti di metri o di miliardi di chilometri. Significa che siamo fondamentalmente UNO, uniti nell’Unico Campo Cosciente e che le “distanze locali” sono solo un’illusione perché la materia non è altro che Pura Coscienza-Energia (Intelligenza) condensata in forme differenti (locali). I fisici quantistici hanno scoperto che la materia è “vuota”, e che materia non è ma un’informazione-pensiero condensata.


[1] Imhotep fu divinizzato alla sua morte e per i Greci divenne tutt’uno con Esculapio, il dio della medicina.

[2] “Ippocrate aveva una tale fede nell’influenza delle stelle sugli esseri umani, e sulle loro malattie, che esplicitamente raccomandava di diffidare dei medici che fossero ignoranti di astronomia” (Arago).

[3]Diogene Laerzio scrive che Democrito, il padre dell’atomo, studiò per un tempo considerevole presso i sacerdoti egiziani.

[4] Dottrina Segreta III, 295.

[5] Helena Petrovna Blavatsky, Dottrina Segreta I, Introduzione.

[6] A. Besant e C.W. Leadbeater ammisero di essere stati addestrati per sviluppare i poteri psichici dai Maestri orientali noti ai teosofi sotto il nome di Koot Hoomi e Djwal Khul (abbreviato D.K.) detto anche il Tibetano.

Continua qui : https://www.sapienzamisterica.it/dottrina-segreta-e-fisica-quantistica.html

*** testo sul Toro indicato all’inizio.

https://www.a-higher-view.com/the-torus-sacred-geometry

La CIA ha affermato che esistono esperienze di visione a distanza sufficientemente accurate da sfidare la casualità.


Recentemente ho scritto all’MI6 chiedendo se nei loro archivi esiste del materiale su Luigi Pericle visto che si è occupato molto di visione remota, ma non ho ricevuto risposta. Ne parlavamo con l’amico Marco Pasi qualche tempo orsono e lui ha detto che i servizi segreti inglesi sono molto più “segreti di quelli americani”, infatti non ho ricevuto risposta alcuna. Ma non ho scritto alla CIA però e quindi non saprei dirvi con certezza … L’altro giorno però, spinto dalla curiosità, sono andato sul sito ufficiale CIA è ho fatto una piccola ricerca con la parola chiave “Stargate Project” (https://en.wikipedia.org/wiki/Stargate_Project) che era in nome del progetto che si occupava appunto della visione remota negli anni ’70, da cui anche il film divertentissimo :

Beh online si trova un’affermazione all’interno del testo che vi traduco qui di seguito che afferma appunto, come il titolo di questo articoletto che ” che esistono esperienze di visione a distanza sufficientemente accurate da sfidare la casualità”. Su wikipedia naturalmente questa particolare frase, che ricordo ho trovato nel sito ufficiale CIA, era stata omessa. Intenzionalmente ? Credo proprio di sì !!! Chi non vuole credere non crede neppure alle fonti ufficiali !

Fonte : https://www.cia.gov/stories/story/ask-molly-did-cia-really-study-psychic-powers/

Ed ecco il testo degli storici CIA tradotto automaticamente con deepl :

“La CIA ha davvero studiato i poteri psichici?

Mi sono rivolto alla migliore fonte che conosco per trovare la risposta : Lo staff di Storia della CIA!

Secondo i nostri storici, fin dall’inizio della storia della CIA ci siamo interessati a indagare sull’esistenza di “percezioni extrasensoriali” (ESP) o di altri fenomeni paranormali (generalmente chiamati “parapsicologia”) e, in caso affermativo, sulla loro utilità operativa per l’intelligence.

Il primo documento che i nostri storici hanno trovato su questo argomento è un memorandum del 1948 in cui si ipotizzava che le persone ipnotizzate potessero essere usate per comunicare a distanza.

Tuttavia, abbiamo condotto le nostre ricerche sui fenomeni psichici solo nell’estate del 1972. Abbiamo collaborato con scienziati e ricercatori per verificare se alcune persone potessero “vedere” luoghi e oggetti in tutto il mondo, senza essere realmente presenti. Questa capacità è nota come “visione a distanza”.

La CIA concluse questa ricerca cinque anni dopo, nel 1977, e consegnò il programma alla Defense Intelligence Agency (DIA). Il progetto divenne noto come STARGATE, che in realtà era il nome iniziale del programma per la DIA. In seguito è stato rinominato GRILL FLAME.

A metà degli anni ’90, la DIA restituì il programma alla CIA. Abbiamo accettato di esaminare nuovamente il programma a condizione che un gruppo di studio indipendente lo valutasse. Quattro ricercatori dell’American Institute for Research pubblicarono i loro risultati nel settembre 1995 e il rapporto è disponibile su Internet: basta cercare su Google “An Evaluation of Remote Viewing” per trovare il documento di 183 pagine.

La conclusione del rapporto, che riprendeva le valutazioni degli ufficiali della CIA coinvolti nel programma negli anni Settanta, era che esistevano esperienze di visione a distanza sufficientemente accurate da sfidare la casualità, ma che il fenomeno era troppo inaffidabile, incoerente e sporadico per essere utile ai fini dell’intelligence. Decidemmo di non ripristinare il programma.

Poco dopo, su richiesta del Congresso, abbiamo accettato di rivedere il programma e di declassificare i documenti per il pubblico. Abbiamo lavorato a stretto contatto con la DIA e l’Esercito degli Stati Uniti per raccogliere tutti i documenti pertinenti e abbiamo inserito l’intera collezione di documenti declassificati di tutte e tre le organizzazioni sul sito CIA.gov nella Sala di lettura elettronica FOIA, a cui potete accedere qui.

Se siete interessati a saperne di più, non consultate la sfera di cristallo. Invece, andate sul nostro sito e potrete leggere l’articolo declassificato Studies in Intelligence di Kenneth Kress, “Parapsychology in Intelligence”, che riassume abbastanza bene il programma della CIA.

Spero di essere riuscito a far luce su una parte più inquietante del nostro passato.

Alla prossima volta,

~ Molly”

La cosa mi è sembrata caria e piuttosto rivelatrice e anche un po’ scandaloso il fatto che wikipedia abbia omesso la frase più importante che dimostra l’effettiva esistenza della visione remota. A tutti gli scettici là fuori, credete alla CIA ? Se sì … beh… , ecco, questo è quanto. A presto !

PS : vi allego anche il link di cui si parla nell’articolo https://www.cia.gov/readingroom/docs/NSA-RDP96X00790R000100010031-3.pdf. Ora vado a dare un’occhiata.

Oggi però cercando nel sito dei progetti speciali della difesa https://www.darpa.mil alla voce parapsicologia o visione remota non si trova nulla. Ho un po’ l’impressione che questo genere di cose siano state abbandonate definitivamente dai servizi segreti e dalla difesa per approdare in altri settori della ricerca come questo per esempio https://www.newswise.com/articles/dops-researcher-dr-edward-kelly-to-receive-international-recognition. Linko delle pubblicazioni a prima vista molto interessanti https://bialfoundation.com/com/documentation-centre/ . La ricerca non si ferma mai !

Una nonna degli Hippie, quando Monte Verità si trasferì in Brasile


https://emascheville.net/en/1-sample-2/)

LA NONNA DEGLI HIPPIE

EMMA DE MASCHEVILLE È CRESCIUTA IN UNA COLONIA NATURALISTA E SPIRITUALISTA (leggi Monte Verità) ALL’INIZIO DEL XX SECOLO N EUROPA E, NEGLI ANNI ’70, HA FORMATO UNA GENERAZIONE DI ASTROLOGHI IN BRASILE.

A metà degli anni ’70, un gruppo di giovani dai capelli lunghi bussò alla porta di casa in via Tiradentes, 260, nel quartiere Floresta, a Porto Alegre (Brasile). Quasi tutti indossavano tuniche di cotone e sandali di cuoio, secondo la moda hippie dell’epoca. Cercavano una signora che a quell’indirizzo tracciasse carte astrali e insegnasse astrologia – ormai l’argomento faceva già parte delle conversazioni quotidiane della gente. —

Infine, – disse Emma de Mascheville, Dona Emy, aprendo la porta della casa cittadina, nell’isolato tra le vie Ramiro Barcellos e Dr. Vale (come la maggior parte delle case di via Tiradentes, l’edificio fu demolito nei decenni successivi) . Poi, trascinando il suo accento tedesco, l’astrologo ha aggiunto: — Sono più di 30 anni che ti aspetto. La frase enigmatica aveva un senso, come vedremo più avanti. Per prima cosa, scopriamo qualcosa in più su questo affascinante personaggio, che è diventato una delle voci più rispettate dell’astrologia brasiliana.

Oltre ad aver calcolato più di 10.000 mappe astrologiche, nel corso dei 78 anni della sua esistenza, D. Emy ha sviluppato una dottrina personale e intrasferibile sul rapporto tra il cosmo e la vita umana. Lo ha fatto basandosi non solo su studi teorici, ma anche sull’osservazione della natura e sulla propria esperienza, piena di eventi inaspettati e stimolanti. In questa dottrina, senza modelli interpretativi fissi e irrevocabili, l’astrologia è soprattutto uno strumento di conoscenza di sé: — A chi ci chiede se crediamo nell’astrologia dobbiamo rispondere: “No, la osserviamo e basta!” – lei disse.

Una parte significativa della vita e del pensiero di Emma de Mascheville è raccolta nel libro “ O que o céu e os homens me ensinaram ” – Astrologia per l’età dell’Acquario , edizione indipendente curata da Amanda Costa, coordinata da Antonio Carlos Bola Harres (entrambi discepoli di D. Emy).

Figlia di un pastore protestante e di un artista, Emma nacque in un villaggio (l’attuale comune di Haimhausen) vicino a Monaco di Baviera, in Baviera, nel 1903. Dai quattro agli 11 anni visse in un ambiente paradisiaco, in riva al lago Maggiore, ai piedi del colle conosciuto come Monte Verità, al confine tra Svizzera e Italia. Lì era stata fondata una colonia spiritualista e naturista, di cui sua zia Ida Hoffmann fu una delle fondatrici.

Sul Monte Verità furono presenti personaggi illustri di quell’inizio Novecento innovativo e travagliato, come lo scrittore tedesco Hermann Hesse e la ballerina americana Isadora Duncan, nonché lo psichiatra svizzero Carl Jung e il filosofo austriaco Rudolf Steiner (fondatore dell’Antroposofia). .

 “Sono cresciuta in questo ambiente, dove sono passati i grandi riformatori di quel tempo” — ha detto Dona Emy.

Tocca o clicca sulle foto sottostanti per vedere com’era la vita nella comunità del Monte Verità (tutte le immagini pubblicate in questo reportage appartengono alla collezione della famiglia di Emma).

Per vedere altre foto, clicca qui

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Emma, ​​dopo aver ricevuto i giovani di Porto Alegre in via Tiradentes, li condusse nel garage della casa, dove teneva lezioni di astrologia. Su una lavagna (in realtà, con sfondo verde) appesa al muro, simulava il transito delle stelle per gli studenti, che sedevano per terra o sedevano accanto ad un lungo tavolo su “panche barbecue”, come ricorda Amanda Costa:

“Fin dalla prima volta che sono entrata in quella casa, ciò che mi ha incantato è stato il profumo delle rose piantate nel corridoio che conduceva al retro del cortile, dove si trovava l’ufficio di Dona Emy” — sottolinea.

Un giorno Emma interruppe la lezione per mostrare agli studenti un cimelio: un album con le fotografie della colonia del Monte Verità, rimasto per decenni in fondo a un cassetto.

Le immagini giallastre riportavano alla luce la vita degli abitanti della colonia spiritualista a stretto contatto con la natura, che comprendeva prendere il sole e praticare danze e yoga, oltre a piantare vigneti.

Quando non erano completamente nudi a causa del culto del naturismo, gli abitanti del Monte Verità indossavano abiti leggeri e colorati, come tuniche di lino, che somigliavano – molto! – la moda usata dagli hippy.

Inoltre, vivevano in capanne di legno ed erano seguaci del vegetarianesimo e della medicina naturale.

Emma insegnava astrologia ai giovani negli anni ’70

In breve, adoravano uno stile di vita che, in verità, era abbastanza vicino a quello proposto dai giovani degli anni Sessanta e Settanta.

“E pensi di innovare qualcosa?” — chiese Dona Emy con un sorriso malizioso.

L’identificazione dell’astrologo con le ragazze e i ragazzi che l’avevano cercata è chiara. Ma perché aveva aspettato così a lungo il loro arrivo?

Per decifrare l’enigma è necessario sapere qualcosa in più sulla vita di Emma. Nel 1925, nel caos creatosi in Europa dopo la Prima Guerra Mondiale e in cerca di nuove opportunità di vita, la sua famiglia sbarca a Paranaguá (Brasile) – suo padre era stato invitato a diventare rappresentante di una banca tedesca, che aveva l’immigrato tedesco clienti in Brasile. In Paraná, a casa di sua zia Ida, precedentemente trasferitasi in Sud America, Emma conobbe l’astrologo, violinista e scrittore Albert Raymond Costet de Mascheville, detto Cedaior, che sposò. Fu Cedaior a introdurla alle arti dell’astrologia.

Successivamente, Emma e Cedaior si trasferirono a Cristalina, a Goiás (Brasile), dove parteciparono ad un tentativo fallito di ricreare la colonia del Monte Verità nel Centro-Ovest brasiliano. La coppia – che ebbe cinque figli (ne avrà altri due, dal secondo matrimonio, con l’egittologo e astrologo Walter Pery Klippel) – visse anche a Palmital, vicino a Joinville (Brasile), e a San Paolo finché non si stabilirono definitivamente , a Porto Alegre, nel 1939.

Prima di morire nel 1943, Cedaior predisse che, in futuro, una “nuova umanità” sarebbe emersa dalla California, negli Stati Uniti, come punta di diamante dell’Era dell’Acquario, che già mostrava segni della sua comparsa all’orizzonte. Secondo la profezia, queste persone avrebbero praticato il vegetarianismo e il pacifismo, vestendosi con abiti colorati e comunicando attraverso la musica, cosa confermata dal fenomeno hippie negli anni ’60 e ’70.

Si spiega così la frase di benvenuto pronunciata da Dona Emy davanti ai ragazzi che si recavano da lei, a metà degli anni ’70, nella capitale del Rio Grande do Sul.

                    La giovane Emma

LUCE E OMBRA

Il lavoro di Emma come astrologa ottenne notorietà nazionale nel 1975, quando pubblicò l’articolo Astrology: A Revolutionary Theory , sulla rivista Planeta , all’epoca una sorta di bibbia per chi era interessato a temi esoterici. Da quel momento in poi iniziò ad essere invitata frequentemente a partecipare a conferenze, corsi, conferenze e seminari a San Paolo e Rio de Janeiro.

Nel 1980, D. Emy pubblicò Luz e Sombra – Elementos Básicos de Astrologia , presso la Jupiter School of Astrology, a San Paolo, l’unico libro che pubblicò durante la sua vita. Morì di cancro il 27 dicembre 1981.

Ciò che “ O que o céu os homens me ensinaram ” – Astrologia per l’età dell’Acquario , uscito ora, integra gli insegnamenti di Emma, ​​che si distinguono per il loro rifiuto di un approccio manicheo e per la semplificazione dell’approccio alla vita e al movimento delle stelle.

Non a caso, apparenti dualità, come fede e scienza o destino e libero arbitrio, sono temi trattati nel libro: “Ho capito che non esiste il bene e il male, ma la bipolarità della vita. La natura crea solo azione e riposo, giorno e notte. È la costante trasformazione del cadere e del rialzarsi, che ci appare come separazione, ma, in fondo, è l’eterna esistenza dell’unità”, ha scritto.

Cedaior: astrologo, violinista e scrittore

Copyright © 2024 Emma de Mascheville

Martedì sera teosofico


Che Bella serata ieri sera !

Stiamo continuando a leggere “Il mistero della vita e della forma” di Jinarajadasa.

Le serate teosofiche sono libere e gratuite e non ci sono prererquisiti necessari per partecipare se non la condivisione degli scopi della Società Teosofica che sono : formare un nucleo della Fratellanza Universale dell’umanità senza distinzioni di razza, sesso, credo, casta o colore; incoraggiare lo studio comparato delle religioni, filosofie e scienze; investigare le leggi occulte della Natura e le facoltà latenti nell’uomo.

Per chi desiderasse partecipare chiamare gentilmente Andrea Biasca-Caroni allo 079 621 23 43 o scrivere a info@teosofia.ch

Per quanto riguarda il testo lo potete ordinare quì

Date un occhiata al sito internazionale e a quello italiano che è molto bello !!!

https://www.ts-adyar.org/

https://www.teosofica.org/it/

La Società Tesofica non è un organizzazione settaria, è presente in 156 paesi e permette ai suoi membri di viaggiare in posti bellissimi, conoscere persone interessate alla condivisione spirituale e accoglie i giovani in un ambiente sicuro, sereno e stimolante spiritualmente e intellettualmente.

I centri nel mondo

In Svizzera ci sono 3 centri nuovi : a Lugano, Zurigo e Ginevra.

Esiste una federazione internazionale dedicata ai giovani (sotto i 40 anni) che organizza degli incontri internazionali : https://wfyt.org/

Benvenuti, a presto

Andrea Biasca-Caroni

Curuppumullage Jinarajadasa

Curuppumullage Jinarajadasa

Curuppumullage Jinarajadasa (Sri Lanka16 dicembre 1875 – Wheaton18 giugno 1953) è stato un esoteristascrittore e orientalista singaleseMassone e teosofo, è stato presidente della Società Teosofica Internazionale.

Biografia

Ancora ragazzo, in India, si avvicinò alla teosofia. Nel 1889 Charles Webster Leadbeater, quando accettò di tornare in Inghilterra per fare da tutore al figlio di Alfred Percy Sinnett, portò in Inghilterra con lui anche Jinarajadasa, uno dei suoi allievi. Jinarajadasa si recò al St. John College di Cambridge e studiò lingue orientali. Poi lavorò all’Ananda College di Henry Steel Olcott, in Sri Lanka (Colombo). Intorno al 1904 visitò Chicago, dove incontrò e influenzò Weller Van Hook, il noto chirurgo e autore che poi divenne un teosofo. Jinarajadasa imparò anche l’italiano, il francese, lo spagnolo e il portoghese. Nel 1916 o 1917 si sposò con la femminista inglese Dorothy M. Graham. Ha fondato nel 1917 a Adyar con Annie Besant la “Women’s Indian Association” (WIA).

Jinarajadasa ha anche viaggiato nel Sud America, dove ha fondato rami della Società Teosofica Internazionale. Nel 1946 è diventato presidente della Società Teosofica di Adyar. Nel 1949 ha fondato la Scuola di Saggezza ad Adyar.

È stato anche un massone, membro dell’Ordine Le Droit Humain, raggiunse il 33º ed ultimo grado del rito scozzese antico ed accettato[1].


Jinarajadasa, presidente della Società Teosofica Internazionale tra il 1945 ed il 1953, ha scritto molte opere su teosofiateologiafilosofia e l’occultismo. Ha inoltre partecipato alle ricerche di Besant e Leadbeater per la stesura di Chimica occulta, sull’atomo occulto.

Opere

  • Manuale di teosofia a cura di Giorgio Pisani e Maria Luisa Zanaria.
  • Il mistero della Vita e della Forma, raccolta di conferenze tenute a Chicago da Jinarajadasa.
  • Come si ricordano le vite passate
  • Bhagavad Gita Poema Divino
  • Nel suo nome
  • Il rituale delle Stelle Mistiche
  • Liberi
  • La riunione di est e ovest
  • Il messaggio del futuro
  • Le idee della teosofia
  • La visione divina
  • L’eredità dei nostri padri
  • I sette veli di coscienza
  • La legge di Cristo
  • Teosofia e la ricostruzione
  • Teosofia e pensiero moderno
  • La natura di misticismo
  • Cristo, il Logos
  • Il Signore di lavoro
  • La fede, che è la vita
  • Il regno di diritto
  • Lettere dei Maestri di Saggezza
  • Prima principi della teosofia
  • Indagini chiaroveggente
  • Indagini occulto
  • Fiori e giardini

Rilke e la Teosofia


Da “Esotericism and Occultism in the Works of Rainer Maria Rilke. A New Reading of the Austrian Poet.”

Questo testo su Rilke pubblicato su Academia e che può anche essere tradotto in Italiano in automatico dal sito inizia così :

Prefazione

Rainer Maria Rilke rimane uno degli scrittori più conosciuti e apprezzati al mondo. Il suo fascino si estende ben oltre il suo paese d’origine e persino il suo linguaggio compositivo. Una delle cose più affascinanti di questa popolarità è che è uno dei preferiti da un ampio spettro di lettori: dagli studiosi di letteratura e teorici contemporanei ai pensatori New Age, alle coppie che pianificano le loro cerimonie nuziali. I lettori dediti all’intelletto e coloro che cercano un regno spirituale si rivolgono a Rilke. In questo volume Gísli Magnússon ci aiuta a capire perché è così. Basandosi sul suo lavoro precedente, Dichtung als Erfahrungsmetaphysik: Esoterische und okkultistische Modernität bei R.M. Rilke, questo volume rende disponibile l’indagine di Magnússon sull’esoterismo e l’occulto ai numerosi lettori di lingua inglese dell’opera di Rilke.

Lo studio di Magnússon tenta di riposizionare il nostro atteggiamento nei confronti

TRADUZIONE 

dell’opera di Rilke superando la dicotomia presente nella borsa di studio di Rilke tra una prospettiva cerebrale, atea e una religioso-teologica introducendo una “terza via”. Questa terza via partecipa alla recente ricerca culturale che riunisce correnti della storia europea che sono spesso viste come esterne alla ricerca accademica contemporanea. Questi includono: ermetismo, alchimia, occultismo, spiritualismo e teosofia, o ciò che Magnússon definisce “esoterismo”. E sebbene queste correnti possano apparire arcane o anacronistiche nel nostro mondo tecnologico e postmoderno un po’ logoro, Magnússon ci ricorda che, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, scienziati, artisti e filosofi condussero ricerche approfondite in queste aree nella speranza di trovare un potenziale creativo non disponibile nelle scienze dure o nelle religioni organizzate. Questo volume colloca Rilke esattamente tra questi esploratori del regno spirituale e sfida molti di noi che sono più a loro agio nel vedere Rilke come un metapoeta cerebrale separato con discrezione dal mondo dell’occulto.

Magnússon inizia sottolineando che le prime critiche a Rilke non erano così resistenti nel vedere i collegamenti di Rilke con l’occulto. La principessa Marie Thurn und Taxis-Hohenlohe, amica, ammiratrice e protettrice di Rilke, fu una figura chiave in queste prime critiche. Le sue memorie e lettere rivelano il fascino di Rilke per il mondo dell’invisibile, su cui indagano i primi critici come George H. Blokesch, Eberhard Kretschmar e Alfred Schütze. Ma gran parte della critica a Rilke ha messo da parte il suo rapporto con l’occulto. Fornendo un’analisi attenta delle numerose lettere ed esperienze personali di Rilke, Magnússon ci induce a vedere l’intero Rilke nel contesto personale, culturale e storico in cui operava. Assistiamo alle letture di Rilke di testi occulti e alla sua partecipazione ad esperimenti spirituali o parapsicologici. Ci vengono mostrate le sedute spiritiche di Rilke a Duino e la sua risposta peripatetica ai suggerimenti della “Signora Sconosciuta” che comunicava con lui durante quegli incontri. Tali eventi non possono fare a meno di influenzare le nostre letture delle Elegie duinesi e di Malte Laurids Brigge di Rilke, nonché di molti altri suoi scritti. Parte del contributo di questo studio è quello di ricordare a tutti noi quanto fosse diffusa la sperimentazione occulta e spiritualista all’inizio del XX secolo e quale vasta gamma di artisti e filosofi vi parteciparono. Magnússon evidenzia le capacità telepatiche di Rilke mentre impressiona gli amici con la sua capacità di proiettare la sua volontà sugli altri.

E se qualcuno per una volta portasse delle prove solide per dire che H.P.B. era veramente una spia?


Questo breve estratto di un articolo parla di sospetti e non di prove ;

“Nel 1879 Blavatsky e Olcott si trasferirono in India, fondarono una rivista mensile – The Theosophist – si convertirono al buddismo e suscitarono il sospetto negli ambienti coloniali che Blavatsky fosse una spia russa che agitava la comunità indù contro il dominio britannico (Gandhi era un ammiratore entusiasta e in seguito visitò Blavatsky a Londra). Inoltre, ai loro occhi, era pericolosamente progressista: il primo principio della teosofia era “formare il nucleo di una fratellanza universale dell’umanità, senza distinzione di razza, credo, sesso, casta o colore”.

Francamente fino ad ora non ho trovato nessuna prova solida sull’appartenenza di H.P.B. ad una qualche organizzazione spionistica. Mi chiedo poi se i servizi segreti russi qualcuno li abbia veramente contattati e se mai sia possibile che abbiamo risposto o de-secretato qualche documento. Noi dell’archivio Luigi Pericle stiamo per contattare l’MI5 per chiedere se sia possibile cercare nei loro archivi qualche documento a proposito di una possibile collaborazione di Luigi Pericle, ma da lì ad affermare con certezza che fosse una spia il passo è a tutt’oggi azzardato e si tratta solo di ipotesi e mie congetture basate sul fatto che la CIA aveva effettivamente un Programma Stargate attivo fino al 1995 e che fra gli indirizzi di Luigi Pericle ci sono personaggi in alto nell’amministrazione inglese e pensionati dell’esercito americano. La cosa va approfondita e appena ho delle novità le pubblico.

Per quanto riguarda Mme ho tradotto il comunicato stampa della Società di Ricerche Psichiche che la scagiona completamente e lo pubblico sotto questo video un po’ deboluccio ma meglio di tanti altri.

“Madame Blavatsky è un po’ selvaggia e un po’ irrazionale e parla come se fosse l’Oracolo di Delfi, gli disse Einstein, “ma ammetto di trovare alcune osservazioni interessanti nel suo libro La Dottrina Segreta, che fu pubblicato nel 1888, un’epoca in cui la fisica e la scienza erano in fasce”.

Posando una mano sulla copertina, aggiunse: “Sono stupito di quanto sia in linea con la fisica moderna”.

Comunicato stampa della Società per la Ricerca Psichica – 1986
FONDATA NEL 1882

Sede legale Telefono: 01-937 8984 1
Adam & Eve Mews,
Kensington, Londra, W8 6UG

Comunicato stampa —– Non pubblicabile prima dell’8 maggio 1986

MADAME BLAVATSKY, COFONDATRICE DELLA SOCIETÀ TEOSOFICA, FU CONDANNATA INGIUSTAMENTE,

L'”esposizione” dell’occultista di origine russa Madame H.P. Blavatsky da parte della S.P.R. nel 1885 è messa in serio dubbio, con la pubblicazione nel S.P.R. Journal (Vol. 53 aprile 1986) di una forte critica del rapporto del 1885.

Il caso è stato riesaminato dal Dr. Vernon Harrison, ex presidente della Royal Photographic Society ed ex responsabile della ricerca di Thomas De La Rue, esperto di falsificazioni. Il rapporto del 1885 fu scritto principalmente da Richard Hodgson, un pioniere australiano delle S.P.R. britanniche e americane, che divenne molto noto grazie al caso.

Al centro del caso c’erano due serie di lettere contestate. Una, fornita da due dipendenti licenziati della Società Teosofica presso la sua sede centrale in India, era apparentemente scritta a mano da Madame Blavatsky e la coinvolgeva in fenomeni psichici fraudolenti. L’altra serie, apparentemente scritta a sostegno della Società Teosofica da membri di una confraternita orientale, popolarmente chiamata Mahatma. Il dottor Hodgson accettò la genuinità della prima serie. Egli sostenne che le Lettere dei Mahatma erano produzioni spurie di Madame Blavatsky e di occasionali confederati.

Il dottor Harrison, al contrario, suggerisce che sono le lettere incriminate a essere dei falsi, inventati dagli ex dipendenti per vendetta; mentre la maggior parte delle Lettere dei Mahatma, ora conservate nella British Library, non sono di mano di Madame Blavatsky, né camuffate né in altro modo.

Il dottor Harrison conclude;

“Man mano che l’esame dettagliato di questo Rapporto procede, ci si rende sempre più conto che, mentre Hodgson era pronto a utilizzare qualsiasi prova, per quanto banale o discutibile, per coinvolgere H.P.B., egli ha ignorato tutte le prove che potevano essere utilizzate a suo favore. Il suo rapporto è infarcito di affermazioni distorte, congetture presentate come fatti o fatti probabili, testimonianze non corroborate di testimoni non nominati, selezione di prove e vera e propria falsità.

“Come investigatore, Hodgson viene soppesato e giudicato insufficiente. Il suo caso contro Madame H. P. Blavatsky non è provato”.

Gran parte del documento del dottor Harrison è un esame delle prove calligrafiche presentate nel rapporto del 1885. Egli ritiene che queste prove siano così deboli, di parte e confuse che potrebbero dimostrare che Madame Blavatsky ha scritto “Huckleberry Finn” o che il presidente Eisenhower ha scritto le Lettere del Mahatma.

In una nota introduttiva al documento, l’editore dell’S.P.R., il dottor John Beloff, ricorda che altri ricercatori hanno criticato il rapporto del 1885 e che esso è stato erroneamente considerato come un’opinione ufficiale dell’S.P.R., mentre in realtà l’S.P.R. non aveva opinioni. Notando che il dottor Harrison non è un membro della Società Teosofica, ma un membro di lunga data della S.P.R., il dottor Beloff afferma che;

“Che i lettori siano d’accordo o meno con le sue conclusioni, siamo lieti di offrirgli l’ospitalità delle nostre colonne e ci auguriamo che, in futuro, i teosofi e, in effetti, tutti coloro che hanno a cuore la reputazione di Helena Petrovna Blavatsky, ci guardino in una luce più gentile”.

In risposta alla pubblicazione del documento del Dr. Harrison, il Dr. Hugh Gray, Segretario Generale della Società Teosofica in Inghilterra, ha dichiarato;

“Accogliamo con favore la pubblicazione delle scoperte del dottor Harrison, che confermano in modo dipendente ciò che molti teosofi hanno sottolineato nel secolo scorso. Speriamo che il messaggio teosofico in generale, e l’opera di Madame Blavatsky in particolare, possano ora essere studiati senza la distrazione delle accuse di Hodgson”.

Il dottor Vernon Harrison, che vive nel Surrey, può essere disponibile per interviste a partire dal 6 maggio. Si prega di contattare la S.P.R. in prima istanza.

La Società per la Ricerca Psichica, come già detto, non ha opinioni collettive. Così non fu la S.P.R. a condannare Madame Blavatsky nel 1885, ma solo un comitato della S.P.R., il cui rapporto fu scritto in gran parte dal dottor Hodgson. Allo stesso modo, il documento del dottor Harrison rappresenta solo le sue opinioni personali.

Da tempo esistono relazioni cordiali tra ricercatori psichici e teosofi in Inghilterra. Nel 1982, l’S.P.R. ha scelto come presidente del suo centenario il professor Arthur Ellison della City University, un illustre ingegnere, ricercatore psichico e teosofo.

Madame Blavatsky fondò la Società Teosofica con altri a New York nel 1875, ed è un organismo internazionale attivo in più di 60 Paesi con sede ad Adyar, Madras, India. La Società esiste per promuovere la conoscenza della Teosofia, parola di origine greca che significa Saggezza Divina. L’opera principale di Madame Blavatsky è stata “La Dottrina Segreta” (1888). Morì a Londra nel 1891 all’età di 59 anni.

Per ulteriori informazioni contattare;

Società per la ricerca psichica
Tel. 0l 937 8984
Società Teosofica in Inghilterra
50 Gloucester Place, Londra W1H 3HJ
Tel. 01 935 9261