Siamo fondamentalmente UNO, uniti nell’Unico Campo Cosciente e le “distanze locali” sono solo un’illusione perché la materia non è altro che Pura Coscienza-Energia (Intelligenza) condensata in forme differenti (locali). I fisici quantistici hanno scoperto che la materia è “vuota”, e che la materia non è altro che informazione-pensiero condensata. Questa prospettiva rivoluzionaria ci invita a riflettere sulle nostre percezioni della realtà e a esplorare la connessione profonda che esiste tra tutti gli elementi dell’universo. Nel contesto della fisica quantistica, la nozione di separazione e individualità si dissolve, rivelando un tessuto di realtà interconnesso in modi che sfidano la nostra concezione tradizionale di spazio e tempo.

Se la materia non è altro che Pura Coscienza-Energia (Intelligenza) condensata in forme differenti (locali), questa intelligenza o mente divina che è tutto, è la realtà percepita in maniera assoluta. Se la nostra mente realizza la sua natura (divina), la natura della mente che illuminata, dimora nell’assoluto e non nel relativo, limitato della realtà relativa. Ciò è semplicemente dimorare nella verità di quello che i Buddhisti chiamano Rigpa, la natura della mente.

Alla fine del 1970 Stephen Phillips, allora studente laureato in fisica presso l’Università della California, conseguì la laurea utilizzando alcuni dei diagrammi riportati in Chimica Occulta. Il dottor Phillips scoprì che le descrizioni chiaroveggenti di Besant e di Leadbeater degli elementi chimici erano completamente in linea con le teorie Quark, Quantum Chromodynamic e delle Super-Stringhe della moderna fisica subatomica. In esoterismo, gli atomi sono chiamati vibrazioni (secondo la teoria delle stringhe appunto tutta la materia è una vibrazione. Originariamente i Greci indicavano con il termine Atomi (dal greco A-tomein ovvero che non si può suddividere ulteriormente) le particelle ultime. Oggi abbiamo teorizzato come particelle ultime le stringhe appunto.

La visione della realtà proposta dalla fisica quantistica ci porta a ridefinire le nostre concezioni sul mondo che ci circonda. La scoperta che la materia è in realtà principalmente “vuota” e che è costituita da informazione-pensiero condensata (le vibrazioni della mente che pensando genera forme, forme pensiero, vibrazioni, stringhe appunto) ci invita a rivalutare le nostre percezioni e a esplorare nuove prospettive sulla nostra connessione con l’universo poiché anche noi siamo tutto e Dio, solo limitati temporaneamente dalla nostra realtà soggettiva illusoriamente relativa (maya per i buddhisti). Questo nuovo paradigma ci spinge a superare le nozioni convenzionali di separazione e individualità, aprendo la strada a una comprensione più profonda della realtà. In questo contesto, ci appare evidente che le “distanze locali” sono solo un’illusione, e che siamo tutti parte di un tessuto interconnesso di coscienza ed energia. La realtà una. Siamo uno. La concezione dell’universo partecipativo, la fusione tra l’osservatore e l’osservato, la possibilità di trasformare la nostra realtà poiché coincide con le vibrazioni del nostro cervello che è come un’antenna che si sintonizza. Più le nostre vibrazioni sono elevate e quindi unitarie meno siamo nell’illusione e andiamo verso la beatitudine dell’assoluto.

E questo oggi non è sono un’affermazione spirituale, “alternativa”, ma è suffragato da premi Nobel (2020 per la fisica) come Roger Penrose secondo il quale in base alla Teoria quantistica della coscienza, “le anime sono contenute all’interno di strutture chiamate microtubuli che vivono all’interno delle cellule cerebrali, i neuroni”.

Sir Roger Penrosecavaliere e OM.[1] (Colchester8 agosto 1931), è un matematicofisico e cosmologo britannicoFellow della Royal Society, è noto per il suo lavoro nel campo della fisica matematica, in particolare per i suoi contributi alla cosmologia; si occupa inoltre di giochi matematici. Laureato all’Università di Cambridge, è professore emerito all’Istituto di matematica dell’Università di Oxford e nel 1988 ha ricevuto, assieme a Stephen Hawking, il Premio Wolf per la fisica. Nel 2020 gli viene assegnato il Premio Nobel per la fisica “per avere scoperto che la formazione dei buchi neri è una robusta previsione della teoria generale della relatività”.

Un punto di vista molto interessante ci dice anche che i buchi neri esistono ma ci mettono un tempo infinito per formarsi e quindi quelli che vediamo sono ammassi di materia in via di collasso gravitazionale.

Se pensiamo a HPB e la teoria di formazione dell’universo con le bolle di Koilon il nesso salta subito all’occhio e anche perché questo grande schema continui all’infinito appunto. Mi ricordo Phan Chon Ton che parlava di Dio che crea come soffiando in un bicchiere pieno d’acqua e sapone e le bolle sono l’universo, non a caso la materia è vuota, ci dicono i fisici.

Pensiamo al buco nero come alla materia condensata in un punto. Quando tutto è condensato è pralaya (l’immanifesto), ma il manvantara (manifesto) e il pralaya sono coesistenti poiché l’immanifesto è eterno e quindi cè sempre. È un paradosso evidente perché non si può affermare che l’immanifesto c’è sempre, se non ché i buchi neri sono osservabili solo dal loro interno e al di fuori di essi la loro formazione è all’infinito , come una curva il cui asintoto è raggiungibile solo all’infinito.

Dire all’infinito ci porta a pensare all’essere fuori dal tempo, che è illusione creata nella realtà relativa che è la curvatura dello spazio tempo formata dalle bolle o vibrazioni (ricordate le stringhe) e il tempo, il tempo stesso è relativo poiché la mente divina crea l’universo vibrando (pensiamo al LOGOS) fino a generare la materia solida che non è altro che illusione poiché tenuta insieme da questa vibrazione che dà “sostanza” alle cose.

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Se osserviamo l’universo microscopico e lo paragoniamo alle nostre strutture troviamo una costatante che è la forma del Toro. Tutto ha forma di spirale 3d o di Toro ma si può portare questo modello di creazione dell’universo anche a livelli microscopici e constatare che essa (la creazione) avviene in ogni attimo, costantemente a livelli microscopici, con dei micro buchi bianchi che sono per gli scienziati un’ipotetica regione dello spaziotempo scaturiti da una singolarità dalla quale esce energiamateria e luce. In questo senso sono l’opposto del buco nero. Nell’immagine una teoria del multiverso dove al centro si trova la singolarità (la chiameremo unità, uno … è singola, la singolarità appunto) da una parte un buco nero e dall’altra uno bianco.

Secondo la scienziato Nassim Haramein buchi bianchi e neri sussistono anche a livello microscopico e la creazione a quei livelli avviene perennemente. Il che avrebbe un senso in termini esoterici perché micro e macrocosmo hanno la stessa struttura e tutto si ripete come per le bolle di koilon che sembrano universi se applichiamo lo schema del frattale cosmico.

Per un’approfondimento sulla forma del Toro vedi in fondo all’articolo. ***

La nostra realtà relativa converge in quella assoluta tendente all’infinito come per un ritorno all’origine, il buco nero appunto. Una serie infinita di universi di dimensioni infinite è la manifestazione che dal nulla porta al manifesto, differenziato, temporale. Il tempo e le dimensioni sono momenti della manifestazione e la coscienza a livello microscopico è contenuta in questi microtuboli (e non posso non pensare a un tubo, un tubichino, una cannuccia e alle bolle di sapone alla base del tutto …) che fanno transitare le microparticelle nel nostro essere e lo racchiudono finché siamo limitati da un corpo fisico transitorio. La coscienza è solo apparentemente/illusoriamente limitata poiché in realtà esiste solo una realtà universale, atemporale ed eterna che relativamente viene sperimentata nella nostra dimensione limitata come particolare, legata al tempo e allo spazio se si considera la sua dimensione incarnata. Ricordiamoci sempre che il tempo è un impressione generata dalla curvatura dello spazio che a sua volta nasce dalla manifestazione, solo l’immanifesto è perenne.

Lo scopo dello sviluppo di intelligenza artificiale, computers quantici nella logica del transumassimo è quello di non morire fisicamente evitando lo sgradevole effetto collaterale della vita in carne e ossa chiamato morte. Il nostro caro Elon Musk cerca di progettare dei computers quantici per fare in modo di arrivare a trasferire la coscienza all’interno di realtà simulate e controllate (come in Matrix ma non per produrre energia che era un po’ il punto debole del film). Siamo sempre alle solite, in maniera più sofisticata e tecnologica, l’uomo si prende per Dio e ruba il fuoco agli dei come Prometeo. Marco Boccadoro nella sua conferenza ci ha rassicurati in questo senso e anch’io sono convinto che nessuno arriverà mai a farlo realmente. Sono tutte fantasie che fanno credere agli investitori che sia possibile per aumentare il capitale di Musk, venditore di sogni in borsa. Ci sono poi fior fiore di filosofi che si lanciano in speculazioni sulla linea appena menzionata e che si chiedono se già ora stiamo vivendo in una realtà simulata? Secondo il filosofo David Chalmers è impossibile sapere se stiamo vivendo in una realtà simulata oppure no, ma se anche fosse così le nostre vite non sarebbero meno reali. Il vostro cane esiste davvero o è una simulazione creata da un computer? E voi, siete “persone fisiche” connesse a una macchina (in stile Matrix), siete biologicamente reali oppure siete avatar, personalità simulate? Ma (per non farci mancare nulla) una vita in una realtà simulata sarebbe meno reale di una vita biologica? Di queste e altre questioni ha parlato David Chalmers, filosofo australiano che si occupa in particolare di indagare i misteri della mente e della coscienza umana.

Siamo pedine in una scacchiera gestita da un Grande Simulatore? Efe Murat | Shutterstock
Siamo pedine in una scacchiera gestita da un Grande Simulatore? Efe Murat | Shutterstock

Viviamo in una simulazione? La domanda di base, che altri prima di lui si sono posti, è: viviamo nella finzione, in una realtà simulata? La risposta di Chalmers è quella classica: non possiamo saperlo, perché ogni prova del contrario potrebbe a sua volta essere simulata. «Se la simulazione nella quale stiamo vivendo è perfetta, non sapremo mai se ci siamo dentro», spiega il filosofo: «l’unica possibilità di scoprire se siamo degli avatar è che la simulazione sia imperfetta, o che i simulatori decidano di mostrarci il codice sorgente.»

Simulazione e metaverso. Per mettere a fuoco la questione è importante distinguere tra universo simulato e metaverso. Nel primo caso si parla di ipotesi della simulazione, una teoria filosofica che ha origini antiche e secondo la quale la realtà in cui viviamo sarebbe una simulazione. Nel secondo caso si parla invece di realtà virtuale (in inglese VR, virtual reality), un mondo artificiale nel quale ci immergiamo consapevolmente per un tempo più o meno lungo.

Ipotesi della simulazione. L’ipotesi della simulazione, ovvero la teoria secondo la quale viviamo in una sorta di Matrix, ha origini antiche: il primo a interrogarsi sulla questione fu il filosofo cinese Zhuāngzǐ (369-286 a.C), fondatore del taoismo, che nel racconto Zhuāngzǐ sognò di essere una farfalla si domandò se lui stesso fosse una farfalla che sognava di essere un umano, o un umano che sognava di essere farfalla. Anche Cartesio, nel suo Meditazioni metafisiche, si domandava se stesse vivendo in una sorta di sogno, ipotizzando l’esistenza di un demonio ingannatore (che oggi chiameremmo simulatore) capace di creare da un mondo esterno le sensazioni del nostro mondo, come il calore di un fuoco o l’umidità della pioggia.

Pillola blu o pillola rossa? Nel film di fantascienza Matrix, un classico esempio dell'ipotesi della simulazione, il protagonista Neo poteva scegliere se conoscere la verità (pillola rossa) o rimanere nell'ignoranza (pillola blu). Voi quale pillola scegliereste? © diy13 | Shutterstock
Pillola blu o pillola rossa? Nel film di fantascienza Matrix, un classico esempio dell’ipotesi della simulazione, il protagonista Neo poteva scegliere se conoscere la verità (pillola rossa) o rimanere nell’ignoranza (pillola blu). Voi quale pillola scegliereste? © diy13 | Shutterstock

Facendo un salto temporale fino ai giorni nostri arriviamo alle teorie del filosofo Nick Bostrom, secondo il quale potrebbero esistere molti mondi simulati e molti avatar, e sarebbe perciò impossibile sapere se siamo pure simulazioni -che vivono in modo programmato e sono incapaci di libero arbitrio (un po’ come i personaggi-non-giocanti del film del 2021 Free Guy) – oppure persone realmente esistenti le cui menti sono attaccate a una macchina.

Nel futuro vivremo in una realtà virtuale aumentata ?

Digitale ma reale. Secondo Chalmers, una realtà simulata è in ogni caso una realtà reale: «È reale ciò che fa la differenza, ovvero che ha un potere causativo, ciò che non vive solo nella nostra mente, e ciò che non è un’illusione», afferma: «tutti gli oggetti di una realtà simulata sono dunque reali, perché in una simulazione abbiamo un corpo, vediamo degli oggetti e delle persone e interagiamo con loro: è tutto reale, solo che è digitale.» Il fatto stesso che la nostra realtà potrebbe essere una simulazione e che non sia possibile dimostrare il contrario, sottolinea, è un’ulteriore prova che la realtà simulata è reale.

Metaverso. Il primo a coniare il termine metaverso fu Neal Stephenson nel suo romanzo Snow Crash, del 1992, nel quale si immaginava una realtà virtuale condivisa grazie a Internet, dove gli utenti si muovono e interagiscono in forma di avatar. Più di recente si è tornati a parlare di metaverso con Facebook, ma Zuckenberg e Stephenson hanno visioni diverse: secondo l’autore di Snow Crash il metaverso era un unico mondo virtuale, mentre per il papà di Facebook possono esistere diversi mondi virtuali.

Secondo Chalmers, anche gli oggetti del metaverso sono reali e nella VR è possibile vivere una vera vita: «Immagino che un giorno potremo scegliere se vivere in questo mondo o in quello virtuale, e in molti sceglieranno di vivere nella VR».

La vita nel metaverso è reale. La vita vera ha un senso perché è condita di esperienze, amicizie e obiettivi: tutte cose che esistono nella realtà virtuale, dove però non ci sono la fisicità, la morte, la nascita. In compenso la VR offre più esperienze rispetto alla vita reale, e permette di avere più di un corpo, spazio illimitato e oggetti in abbondanza. «Credo che il metaverso sarà come Internet è ora: avrà cose buone e meno buone, ma nel complesso sarà un’innovazione positiva», afferma Chalmers. Non ci resta che aspettare per vedere fino a che punto arriverà la tecnologia – sempre che i simulatori non decidano di disconnettere le nostre menti dalla macchina che ci tiene in vita (ma questo in realtà è proprio il modo per liberarsi, come Neo in Matrix che si stacca dalla simulazione).

Da chiedersi se questa realtà virtuale, sempre relativa mom sia una maniera di imprigionarci sempre più nella caverna di memoria platonica a guardare delle ombre. Io propendo per questa ipotesi e considero la via per la liberazione passare per una consapevolezza che l’inganno diventa sempre più tecnologico e sofisticato e che comunque la natura della mente illuminata è liberatoria, assoluta, non relativa e virtuale ma ben concreta e possibile. La natura della realtà una volta capita e realizzata l’unità del tutto ci dice che noi siamo il tutto e l’illusione è credersi separati virtualmente o relativamente. Una volta metabolizzato questo a tutti i livelli del nostro essere saremo pronti per evolvere ulteriormente. Questo è lo schema dell’evoluzione, il Piano Divino della grande gerarchia.

AVVISO AI NAVIGANTI, LE SIRENE SONO SEMPRE PIÙ TECNOLOGICHE E SOFISTICATE !

Vi invito a leggere la fonte della mia ricerca all’indirizzo :

https://www.sapienzamisterica.it/dottrina-segreta-e-fisica-quantistica.html

Dottrina Segreta e Fisica Quantistica

e anche https://www.academia.edu/5193239/DOTTRINA_SEGRETA_E_FISICA_QUANTISTICA

L’apparente separazione tra la coscienza umana e quella superumana o divina, svanisce se capiamo come siamo fatti, cioè quando sperimentiamo la natura dei nostri apparati : il corpo vitale, il corpo emozionale e il corpo mentale, tutti formati da materia a diverse densità. Non credo che sarà la realtà virtuale a svelarci l’antica sapienza che permette di creare una via di collegamento tra la coscienza ancorata nel cervello e quella del Sé reale o spirituale. Perso piuttosto che la meditazione e le pratiche spirituali siano un sentiero più adatto all’evoluzione. Vedo tecnosirene all’orizzonte !

SAPIENZA ANTICA E SCIENZA MODERNA

Le Scuole di Sapienza in passato s’identificavano completamente con le Scuole Misteriche. Anticamente Scienza, Filosofia, Etica, formavano un corpo unico di insegnamento che era impartito a poche persone in genere negli antichi Templi. Esteriormente era una scuola, un collegio, dove venivano insegnate scienze, arti, etica, leggi, filantropia, internamente si fornivano le prove pratiche che permettevano di catturare i segreti dei fenomeni cosmici. Tutto ciò era noto sotto il nome di Misteri.

Vi era in ogni nazione antica degna di chiamarsi civile, una Dottrina Esoterica, un sistema designato con il nome di Saggezza, e coloro che si erano votati alla sua prosecuzione furono dapprima denominati uomini saggi o dotti … Pitagora chiamava questo sistema la Gnosi o Conoscenza delle cose che sono.

In Occidente, Erodoto, Talete, Parmenide, Empedocle, Orfeo, Pitagora, tutti, nella loro epoca, andarono alla ricerca della Saggezza nelle Scuole Misteriche egizie, nella speranza di risolvere i problemi dell’universo. Ammonio Sacca insegnava che la Dottrina Segreta si trovava completa nei Libri di Thot (Ermete), da cui Pitagora e Platone trassero entrambi la loro conoscenza e molta della loro filosofia; e questi libri, egli dichiarava, erano “identici agli insegnamenti dei Saggi dell’Estremo Oriente”. Poiché il nome Thot significa un collegio, un’assemblea, non è per nulla improbabile che i libri siano stati così denominati essendo la raccolta delle dottrine del sodalizio sacerdotale di Memphis. Astronomo, era il titolo dato all’Iniziato che conseguiva il settimo grado, dopo di che egli riceveva il Tau, divenendo oltre che Astronomo anche Guaritore. La grande Iniziazione aveva luogo a Tebe in Egitto. Il padre della medicina moderna, Ippocrate, era sacerdote di Asceplio[1], e come tale era un Iniziato al culto di Esculapio. Il giuramento di Ippocrate[2] fatto dai medici, è un giuramento sodale, da sod o mistero, e nell’antichità veniva fatto dal candidato istruito nelle Scuole Misteriche. In Egitto i Misteri erano noti fin dall’epoca di Menes, i Greci li ricevettero solo quando Orfeo li introdusse dall’India. Secondo Erodoto, Orfeo li aveva portati dall’India, e Orfeo è di gran lunga anteriore a Omero e a Esiodo. Le famose “Quattro, ” le sedi dell’istruzione nell’antico Egitto, sono alla base di ogni conoscenza del mondo occidentale trasmesso dall’Egitto alla Grecia e poi all’Occidente[3].

  • Fu nel grande santuario di Tebe che Pitagora, al suo arrivo dall’India, studiò la Scienza Segreta dei numeri.
  • Fu a Memphis che Orfeo volgarizzò la troppo astrusa metafisica indiana a uso della Magna Grecia; e da qui Talete e, secoli dopo, Democrito, appresero tutto quello che sapevano.
  • A Sais spetta tutto l’onore della meravigliosa legislazione e l’arte di governare il popolo, impartita dai suoi Sacerdoti a Licurgo e Solone, che saranno entrambi oggetto di ammirazione per le generazioni future.
  • E se Platone ed Eudosso non fossero mai andati a Eliopoli, molto probabilmente l’uno non avrebbe mai stupefatto le generazioni future con la sua etica, né l’altro con la sua meravigliosa conoscenza della matematica.       

Anticamente I filosofi erano scienziati, e la filosofia era una vera scienza, non semplicemente verbosità dialettica com’è oggigiorn o. Il termine è composto di due parole greche il cui significato è inteso a indicarne il senso segreto, e dovrebbe essere interpretato come “sapienza d’amore.” Amore non è inteso come “tenerezza”, ma è il termine usato per Eros, il principio primordiale nella divina creazione, sinonimo di πόθος ( póthos erroneamente tradotto da google come lussuria), l’astratto desiderio di procreazione nella Natura, risultante in una perenne serie di fenomeni. Significa “amore divino, ” quell’elemento universale della divina onnipresenza diffuso in tutta la Natura, e che è al tempo stesso la causa principale e l’effetto. La “sapienza d’amore” (o filosofia) significava attrazione e amore di ogni cosa celata dietro il fenomeno oggettivo e la sua conoscenza. Nella sua modestia, perfino Pitagora rifiutava di essere chiamato filosofo (uno che conosce ogni cosa celata nelle cose visibili, causa ed effetto, o verità assoluta), e si definiva semplicemente un saggio, un aspirante alla filosofia, o alla Sapienza d’Amore. (non a caso Dante era un “fedele d’amore”)

Con la chiusura di queste Scuole di Sapienza avvenne la grande separazione da una parte un certo tipo di Scienza e dall’altra parte un certo tipo di filosofia e le grandi Religioni di Stato. Dopo essersi allontanate con venti secoli di separazione, la Dottrina Segreta e la Fisica si ritrovano nuovamente assieme con la Teoria della relatività e la Fisica Quantistica.
 

Figura 1. Helena Petrovna Blavatsky

Alla fine del XIX secolo, nel 1888, fu pubblicata in inglese “La  Dottrina Segreta”, per opera di Helena Petrovna Blavatsky. Quest’opera ebbe un’enorme diffusione in tutto il mondo. L’autrice, quando precedentemente scrisse il libro “Iside Svelata”, fece allusione a un libro custodito segretamente in Himalaya, tanto antico che i moderni antiquari non riuscirebbero mai a mettersi d’accordo sulla natura del materiale su cui è scritto. La tradizione afferma che il libro fu trascritto in Senzar,un’antichissima lingua sacerdotale, un cifrario geroglifico.

Un manoscritto arcaico – una raccolta di foglie di palma rese inalterabili all’acqua, al fuoco e all’aria mediante qualche processo specifico ignoto – si trova davanti agli occhi dell’autrice.[5]

La “Dottrina Segreta” fu scritta facendo riferimento all’antichissimo testo il cui nome in tibetano è Libro di Dzyan, diviso in Stanze e in Shloka. Le Stanze che formano le tesi di ciascuna parte sono tradotte in linguaggio moderno, lasciando stare i vocaboli intraducibili perché la fraseologia arcaica risulterebbe incomprensibile. Nel 1988, al tempo del centenario della pubblicazione della Dottrina Segreta, in un simposio a Culver City, California, leader americano teosofo, Jerry Hejka-Ekins ha osservato:

È improbabile che un recensore di libri alla ricezione de La Dottrina Segreta nel 1888 avrebbe giudicato il lavoro come uno che non sarebbe durato oltre un paio di ristampe. Un lavoro pesante di circa 1500 pagine, pieno di termini filosofici e religiosi dell’Estremo Oriente in contrasto con scienza del diciannovesimo secolo e le sue teorie ora scartate. Ma in qualche modo, dopo un centinaio di anni, la Dottrina Segreta rimane in stampa ed è ancora in fase di studio …

La nipote di A. Einstein, nel 1960 ad Adyar, dichiarò che lo zio teneva sempre una copia della “Dottrina Segreta” sul suo tavolo di lavoro (secondo altri autori non ci sono prove, ma poco importa viste le conferme arrivate recentemente da premi Nobel come Penrose). L’astronomo svedese Gustaf Stromberg intimo di A. Einstein era un seguace degli insegnamenti di H.P. Blavatsky, e forse fu la persona che diede la “Dottrina Segreta” ad Einstein. Psicologi della statura di Campbell (e nel video abbiamo visto un breve intervento dagli archivi di Campbell che ricordo aver partecipato agli incontri di Eranos ed essere l’autore de “L’eroe dai mille volti” che fra l’altro ha ispirato George Lucas per scrivere Guerre Stellari, mia piccola curiosità nerd) e Jung hanno dimostrato profondo interesse per gli scritti teosofici (aveva 18 libri di G. R. S. Mead segretario di di H.P. Blavatsky). Sylvia Cranston, scrivendo un libro sulla biografia di Helena Blavatsky ci informa che una parte del mondo scientifico è fortemente interessata a quanto riportato nella Dottrina Segreta.

L’autrice a cui ho rubato questo testo apprese durante una visita a Boston e Cambridge nel 1982 che docenti e studenti di chimica del Massachusetts Institute of Technology (MIT) formulavano progetti per indagare su alcuni insegnamenti de La Dottrina Segreta collegati alle loro specializzazioni. Nel 1988 si venne a sapere tramite il dottor Philip Perchion, uno scienziato che aveva lavorato alla bomba atomica, che docenti e studenti del MIT avevano costituito una società alchemica e studiavano regolarmente La Dottrina Segreta. Perchion disse inoltre che lui e diversi docenti di chimica, perlopiù professori del MIT in pensione, si incontravano periodicamente per discutere La Dottrina Segreta all’Harvard Club di New York.

Dopo la pubblicazione della Dottrina Segreta per opera di H.P. Blavatsky, apparve un articolo intitolato “Chimica Occulta” in Lucifer nel 1895, l’anno in cui A. Besant e C.W. Leadbeater iniziarono la loro collaborazione. I risultati delle prime indagini chiaroveggenti furono raccolti e pubblicati nella prima edizione di Chimica Occulta nel 1908, una ristampa del primo materiale fu pubblicata nel 1919. Il complesso delle osservazioni chiaroveggenti degli elementi chimici di Besant e Leadbeater è stato infine raccolto e pubblicato postumo in una terza edizione di Chimica Occulta nel 1951. La capacità di vedere le cose invisibili di piccole dimensioni è uno degli otto siddhi o poteri psichici[6], dello yoga descritti da Patanjali (400 a.C.).

Nel 1905 Albert Einstein  pubblicò tre articoli a contenuto fortemente innovativo, riguardanti tre aree differenti della fisica, dimostrò la validità della teoria dei quanti di Planck, espose la teoria della relatività ristretta, che precede di circa un decennio quella della relatività generale. Nel 1926 Schröedinger scrisse una serie di quattro articoli in cui mostrò che una meccanica ondulatoria possa spiegare l’emergere di numeri interi e dei quanti, gli insiemi di valori discreti anziché continui. In meccanica quantistica, lo stato di una particella è descritto da una funzione d’onda stazionaria. Nel 1925 venne pubblicato da A.A. Bailey, il “Trattato del Fuoco Cosmico” il cui contenuto è l’insegnamento fornito dal Maestro D.K. noto come il Tibetano, il trattato rappresenta l’insegnamento più rilevante fornito dal Tibetano nel corso della sua collaborazione trentennale con Alice Bailey. Quest’opera monumentale era stata annunciata alla fine dell’Ottocento dalla Blavatsky, istruita dal medesimo Maestro per la stesura della “Dottrina Segreta”. Il Maestro Djwal Khul è stato l’istruttore sia di A.A. Bailey, e sia di Besant Leadbeater, inoltre i chi dettò gran parte de “La Dottrina Segreta” a H. P. Blavatsky e le mostrò molte illustrazioni, fornendo inoltre la maggior parte dei dati contenuti in quell’opera, pertanto è il personaggio cardine di questa opera.

Nella seconda metà del XX secolo la teoria di campo quantistica è stata estesa alla descrizione delle interazioni forti che avvengono all’interno del nucleo fra i quark e gluoni, con la cromodinamica quantistica. Alla fine del 1970 Stephen Phillips, allora studente laureato in fisica presso l’Università della California, conseguì la laurea utilizzando alcuni dei diagrammi riportati in Chimica Occulta. Il dottor Phillips scoprì che le descrizioni chiaroveggenti di Besant e di Leadbeater degli elementi chimici erano completamente in linea con le teorie Quark, Quantum Chromodynamic e delle Super-Stringhe della moderna fisica subatomica. Fornì questi dettagli in un suo libro del 1980, in cui Phillips riconcilia la Chimica Occulta con la fisica moderna dei quark. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare la maggior parte dei fisici, ha considerato seriamente e con interesse il lavoro dei due chiaroveggenti, e il risultato finale è stato un importante validazione tecnica dei dati ottenuti da Leadbeater e Besant. Stephen Phillips ha reinterpretato Besant e Leadbeater precisando che gli Anu non sono gli atomi, ma dei sub-quark. In Chimica occulta Besant e Leadbeater hanno descritto la natura sub-quantica della materia fisica nel 1895,con un secolo di anticipo! L’Anu descritto in Chimica Occulta è stato chiamato UPA (Ultimate-Physical-Atom). Anu è uno dei nomi di Brahmâ, distinto da Brahman, e significa “atomo”: anîyâmsam aniyasâm, “il più atomico degli atomici l’immutabile ed imperituro (achyuta) Purushottama”.

L’Idea Divina di Platone, istruito nei Misteri, nel Timeo è descritta muoversi nell’Æther. Nel 19° secolo l’Etere era pienamente accettato nella scienza, per poi nel 20° secolo essere negato e abbandonato! Ora dopo più di cento anni l’Etere torna da protagonista nella fisica. La nuova teoria “Cinetica Subquantica” è un nuovo paradigma microfisica che incorpora concetti sviluppati nel campo della teoria dei sistemi e termodinamica di non equilibrio. Invece di cominciare le osservazioni fisiche, la cinetica subquantica inizia postulando una serie di ben ordinati processi di reazione, che collettivamente, compongono quella che viene definito l’Etere di trasmutazione primordiale composto sottili “Etheron”o particelle. David Thomson e Jim Bourassa hanno fondato il Quantum Æther Dynamics Institute e stanno sviluppando indipendentemente un modello eterico che integra e unifica la meccanica quantistica, la teoria della relatività e la teoria delle stringhe.

Nel 1982 un’équipe di ricerca dell’Università di Parigi, diretta dal fisico Alain Aspect, ha scoperto che, sottoponendo a determinate condizioni delle particelle subatomiche, come gli elettroni, siano capaci di comunicare istantaneamente una con l’altra indipendentemente dalla distanza che le separa, sia si tratti di metri o di miliardi di chilometri. Significa che siamo fondamentalmente UNO, uniti nell’Unico Campo Cosciente e che le “distanze locali” sono solo un’illusione perché la materia non è altro che Pura Coscienza-Energia (Intelligenza) condensata in forme differenti (locali). I fisici quantistici hanno scoperto che la materia è “vuota”, e che materia non è ma un’informazione-pensiero condensata.


[1] Imhotep fu divinizzato alla sua morte e per i Greci divenne tutt’uno con Esculapio, il dio della medicina.

[2] “Ippocrate aveva una tale fede nell’influenza delle stelle sugli esseri umani, e sulle loro malattie, che esplicitamente raccomandava di diffidare dei medici che fossero ignoranti di astronomia” (Arago).

[3]Diogene Laerzio scrive che Democrito, il padre dell’atomo, studiò per un tempo considerevole presso i sacerdoti egiziani.

[4] Dottrina Segreta III, 295.

[5] Helena Petrovna Blavatsky, Dottrina Segreta I, Introduzione.

[6] A. Besant e C.W. Leadbeater ammisero di essere stati addestrati per sviluppare i poteri psichici dai Maestri orientali noti ai teosofi sotto il nome di Koot Hoomi e Djwal Khul (abbreviato D.K.) detto anche il Tibetano.

Continua qui : https://www.sapienzamisterica.it/dottrina-segreta-e-fisica-quantistica.html

*** testo sul Toro indicato all’inizio.

https://www.a-higher-view.com/the-torus-sacred-geometry

Il seguente testo è stato tradotto automaticamente con deepl.com e le foto si trovano all’indirizzo appena citato. (non le ho riportate nella traduzione quindi aprite una pagina con la fonte in inglese per vederle)

Il significato del Toro nella Geometria Sacra: Flusso e coscienza
da Shilo Kherington 18 marzo 2024 in Geometria Sacra, Simboli e Significati
Il simbolo del Torus ha un profondo significato spirituale e un’importanza come simbolo di vita, energia spirituale ed equilibrio universale. Vanta proprietà eccezionali e una struttura distintiva, con una notevole importanza in diversi campi come la spiritualità, la scienza e la tecnologia.

In questo articolo daremo uno sguardo completo al Torus, esaminando le sue proprietà geometriche, la sua storia, il suo simbolismo e il modo in cui può essere applicato nelle pratiche spirituali.

Comprendendo il suo significato spirituale e la sua geometria sacra, possiamo sperare di capire meglio il nostro rapporto con l’universo e il suo sconfinato potenziale.

Indice dei contenuti
Che cos’è il Toro?
Geometria sacra del Toro
Il Torus è una forma matematica che assomiglia a un anello o a una ciambella con le seguenti caratteristiche:

È una forma tridimensionale.
Ha una superficie interna ed esterna.
È una forma continua, cioè non ha inizio né fine.
Ha una simmetria rotazionale.
Ha un foro al centro, noto come “nucleo”.
Il toro in natura e nell’universo
La forma del toro compare spesso in natura e nel cosmo, consolidando ulteriormente la sua importanza come aspetto fondamentale della creazione.

Campi magnetici
I campi magnetici dei corpi celesti, come la Terra e il Sole, presentano strutture toroidali. Questi campi sono generati dal movimento di particelle cariche e svolgono un ruolo cruciale nel mantenere l’equilibrio e la stabilità di questi corpi celesti.

Un esempio è il campo magnetico terrestre, che protegge il nostro pianeta dalle radiazioni solari nocive e contribuisce a mantenere l’ambiente abitabile.

Modelli di flusso energetico
Il Torus può essere osservato anche in vari modelli di flusso energetico, come quelli che si trovano nei vortici e nei sistemi meteorologici come gli uragani. Dimostra equilibrio dinamico e autosostenibilità, dove l’energia fluisce costantemente dentro e fuori dal sistema, creando uno stato di equilibrio.

Strutture biologiche
Mela a toro
In biologia, la struttura a toro compare negli organelli cellulari come i mitocondri e i cloroplasti. Inoltre, è presente nell’anatomia di alcune specie, ad esempio nei ventricoli del cuore o nella forma di una semplice mela.

Questi esempi sottolineano ulteriormente la pervasività di questa forma geometrica unica in tutta la natura.

Storia e origini del toro
Civiltà antiche
Diverse civiltà antiche hanno riconosciuto e venerato il Toro, contribuendo con le loro prospettive uniche a questo potente simbolo.

L’Egitto

Ourobouros
Gli urobori
Gli antichi Egizi erano noti per la loro avanzata comprensione della geometria sacra e la forma del toro era evidente in molti aspetti della loro cultura.

L’Uroboro, un simbolo importante nella mitologia egizia, rappresenta l’infinito e la natura ciclica della vita. È raffigurato come un serpente che si morde la coda formando un cerchio e ha una notevole somiglianza con il ciclo continuo che si trova all’interno della struttura toroidale.

L’India

Nella tradizione indiana, vari simboli come Sri Yantra o Sri Chakra rappresentano il concetto di campo energetico cosmico. Questi schemi geometrici contengono elementi che ricordano la forma toroidale. Il significato del Torus yantra può essere interpretato come un’incarnazione della creazione e della manifestazione divina.

La Cina

La filosofia cinese del Taoismo enfatizza l’armonia con la natura e l’equilibrio tra forze opposte, che si rispecchia nel modello di flusso toroidale presente in tutti i sistemi energetici della natura. Il simbolo Yin-Yang, che rappresenta l’interconnessione e l’unità tra gli opposti, condivide le stesse proprietà di autosostentamento di un sistema toroidale.

Testi sacri e mitologie
Numerosi testi spirituali e mitologie hanno anche fatto riferimento a concetti che risuonano con il simbolismo del Torus.

Induismo

Nell’Induismo, concetti come quello dell’energia Kundalini che sale attraverso i chakra lungo la colonna vertebrale condividono analogie con le energie che fluiscono all’interno di un campo toroidale. Inoltre, il Signore Vishnu è spesso raffigurato mentre riposa su Ananta Shesha, un serpente arrotolato in una forma circolare che risuona con l’immaginario toroidale.

Ruota del Dharma
Ruota del Dharma
Il buddismo

Nell’ambito degli insegnamenti buddisti, Dharmachakra o “Ruota del Dharma” rappresenta la verità universale e l’ordine cosmico, incarnando principi che si allineano con l’interconnessione e l’equilibrio rappresentati dal Torus.

Cristianesimo

Nell’iconografia cristiana, le aureole che spesso circondano le raffigurazioni dei santi o degli esseri divini possono essere interpretate come una manifestazione del loro campo energetico spirituale – un concetto che ricorda un toro energetico personale.

Il toro nell’arte e nell’architettura
Strutture sacre
Tempio di Borobudur
Tempio di Borobudur
Il Tempio di Borobudur, in Indonesia, presenta intricate sculture in pietra che raffigurano la forma del toro come parte dei suoi elementi di design, a simboleggiare l’unità cosmica e l’interconnessione di tutte le cose.

Le rovine del Grande Zimbabwe, in Africa, contengono pareti circolari con torri coniche che ricordano forme toroidali, rappresentando la natura ciclica della vita e il flusso di energia.

Gli stupa buddisti tradizionali, come il Grande Stupa di Sanchi, in India, spesso incorporano la forma del toro come elemento essenziale del loro design, a significare la crescita spirituale e la trasformazione attraverso la meditazione.

Grande Stupa – Sanchi, India
Grande Stupa – Sanchi, India
Arte antica
Sri Yantra: Questo disegno geometrico sacro induista-buddista raffigura nove triangoli intrecciati all’interno di una cornice circolare, che formano 43 triangoli più piccoli disposti in strati concentrici, che creano una struttura toroidale complessiva che rappresenta l’unione tra le energie divine maschili e femminili.

Mandala di sabbia tibetani: Questi intricati mandala creati dai monaci buddisti presentano spesso motivi geometrici che formano un cerchio o una sfera centrale circondata da anelli o strati concentrici, che simboleggiano il flusso continuo di energia e la connessione alla coscienza universale.

Cerchi nel grano: È interessante notare che molte formazioni di cerchi nel grano trovate in tutto il mondo mostrano complessi disegni geometrici che incorporano forme toroidali. Le origini dei cerchi nel grano rimangono un mistero, ma la presenza del Torus e di altri motivi non fa che aumentare il fascino e il mistero della geometria sacra.

Arte e architettura contemporanea
Sculture di Anish Kapoor: Kapoor è noto per le sue sculture di grandi dimensioni che esplorano la forma e la materialità creando spazi dinamici al loro interno; diverse opere, come “Tall Tree & The Eye”, presentano strutture toroidali che invitano gli spettatori a contemplare il loro significato spirituale.

L’Atomium di Bruxelles: Progettata da André Waterkeyn per l’Esposizione Universale del 1958, questa struttura unica nel suo genere rappresenta un cristallo di ferro ingrandito 165 miliardi di volte, mostrando un distinto motivo toroidale all’interno delle sue sfere interconnesse.

Museo Guggenheim di Bilbao di Frank Gehry: Il famoso architetto Frank Gehry ha progettato questo museo iconico con una forma organica e fluida che ricorda un toro, mostrando l’armonia tra forma e funzione.

Il Museo Guggenheim di Frank Gehry a Bilbao
Il Museo Guggenheim di Bilbao di Frank Gehry
Simbolismo e significato spirituale del toro
Unità e completezza
Il simbolo del toro ci aiuta a capire che tutte le parti dell’universo sono interconnesse, come pezzi di un intricato puzzle, con la sua superficie liscia e continua che rappresenta unità e completezza. Abbracciare questo concetto ci permette di trovare armonia in noi stessi e nell’ambiente circostante, favorendo un senso di unità con gli altri.

Il flusso di energia e coscienza
Pensate all’energia che scorre nel vostro corpo come l’acqua in un fiume: si muove, cambia e si rinnova continuamente. Il Torus esemplifica questa idea con la sua forma unica che forma un ciclo infinito in cui l’energia si muove a spirale verso l’esterno prima di tornare al punto di partenza. Questo flusso dinamico rispecchia le nostre esperienze di vita, quando cresciamo, impariamo e ci trasformiamo nel corso del nostro cammino spirituale.

Un simbolo di infinite possibilità
Abbracciare il simbolismo del Torus può sembrare di trovarsi sul bordo di un oceano pieno di potenziali percorsi da esplorare. Il suo ciclo infinito rappresenta il cambiamento e il movimento costante, ricordandoci che la vita è piena di opportunità illimitate che aspettano di essere scoperte.

Una rappresentazione della creazione e della manifestazione divina
Approfondendo la geometria sacra, diventa evidente quanto essa sia strettamente connessa alla spiritualità, in particolare per quanto riguarda il Toro. Molte tradizioni spirituali considerano questa forma come una rappresentazione della creazione e della manifestazione divina, simboleggiando il flusso costante di energia dalla sorgente alla realtà fisica.

Il Toro nella Geometria Sacra
L’esplorazione della geometria sacra rivela che molti schemi sono interconnessi, proprio come le nostre vite. Queste forme geometriche si intrecciano in armonia, facendo eco alla nostra interconnessione con gli altri e con l’universo stesso.

Il toro come elemento costitutivo della creazione
La geometria sacra è spesso vista come il progetto della realtà o l’architettura dell’esistenza. In questo contesto, il Torus svolge un ruolo significativo come uno dei suoi modelli fondamentali. Molte forme geometriche complesse, come i solidi platonici (tetraedro, esaedro, ottaedro, dodecaedro e icosaedro), possono essere derivate o collegate a strutture toroidali.

Inoltre, alcuni ritengono che, se osserviamo la realtà attraverso dimensioni superiori (oltre la nostra abituale percezione tridimensionale), tutte le forme possano derivare da un unico campo toroidale che vibra a frequenze diverse.

Toroidi annidati nella geometria sacra
Un aspetto affascinante della geometria sacra è il modo in cui i modelli possono essere trovati all’interno di altri modelli.

Per esempio, i toroidi annidati – più tori uno dentro l’altro – si vedono comunemente in disegni elaborati come il Cubo di Metatron o anche in formazioni frattali come gli insiemi di Mandelbrot.

Questo fenomeno di annidamento rappresenta i livelli di complessità della coscienza e della creazione e illustra anche come tutto sia interconnesso su più scale.

Il toro nascosto nel fiore della vita
Nel caso del Fiore della Vita, un’osservazione attenta rivela diverse strutture toroidali formate da cerchi che si intersecano.

Questi tori nascosti evidenziano che anche all’interno di questo schema apparentemente semplice si nasconde un sistema complesso che rappresenta il flusso continuo e i cicli inerenti all’energia della vita.

Vesica Piscis: Un collegamento tra il toro e il fiore della vita
La Vesica Piscis è un altro simbolo della geometria sacra legato al Torus. È formato da due cerchi sovrapposti, ognuno dei quali passa per il punto centrale dell’altro. Questa forma semplice ma potente crea uno spazio a mandorla chiamato mandorla, che rappresenta l’equilibrio e l’unità tra gli opposti.

Un modello toroidale emerge quando si espande questo concetto aggiungendo altri cerchi sovrapposti in una disposizione sferica (come si vede in strutture come il Seme della Vita e il Fiore della Vita).

Questa connessione tra la Vesica Piscis, il Fiore della Vita e il Torus rafforza il tema generale dell’unità, dell’interconnessione e dell’equilibrio divino.

Il video seguente è un’ottima dimostrazione della relazione tra queste forme e insegna a disegnare!

Modi pratici per usare il Toro per la crescita spirituale
Con il suo profondo simbolismo e la sua connessione con i principi universali, il Torus può essere uno strumento prezioso per la crescita spirituale e la comprensione. Incorporandolo in varie pratiche e spazi, possiamo sfruttare le sue energie trasformative per promuovere la guarigione, equilibrare i nostri chakra, migliorare l’intuizione e connetterci con i regni superiori della coscienza.

Ecco alcuni modi pratici per utilizzare il Torus nel vostro cammino spirituale:

Tecniche di meditazione e visualizzazione
Meditazione sul Toro

Iniziate trovando uno spazio tranquillo dove sedervi o sdraiarvi comodamente.
Chiudete gli occhi e fate alcuni respiri profondi per centrarvi.
Visualizzate un campo toroidale che circonda il vostro corpo: l’energia si muove a spirale verso l’interno in alto e verso l’esterno in basso, in un ciclo continuo.
Concentratevi su questa immagine respirando profondamente e lentamente, permettendo al flusso di energia all’interno del toro di pulire la vostra aura, liberare i blocchi e allineare i chakra.
Connettersi con il campo toroidale della Terra:

Campo toroidale umano
Quando meditate o fate esercizi di grounding, immaginate di connettervi con il campo toroidale naturale della Terra che circonda il nostro pianeta. Questo assomiglia a come i nostri campi energetici personali hanno la forma di un toro.

Inspirando l’energia nutritiva della Terra, sentite che questa connessione si rafforza ed espirate le emozioni o i pensieri negativi.

Creare spazi sacri con l’energia toroidale
Altari: Incorporate simboli o oggetti toroidali – come sculture o immagini che raffigurano la forma – nello spazio dell’altare per potenziarne le proprietà energetiche.

Mandala: Create dei mandala con motivi toroidali che rappresentano l’unità, la completezza e le infinite possibilità. Queste espressioni artistiche possono servire come potenti strumenti di meditazione e contemplazione e abbellire il vostro spazio sacro.

Griglie energetiche: Utilizzate cristalli o altri oggetti sacri disposti secondo uno schema toroidale quando costruite griglie energetiche per intenzioni specifiche (ad esempio, guarigione, abbondanza). Questa configurazione può aiutare ad amplificare il flusso energetico e l’efficacia della griglia.

Pratiche di guarigione energetica
Reiki, Pranic healing o Quantum touch: incorporare la consapevolezza del campo toroidale quando si somministrano modalità di guarigione energetica come il Reiki, il Pranic healing o il Quantum touch.

Visualizzate il toro che circonda sia voi che il ricevente durante le sessioni di guarigione per migliorare il flusso energetico e facilitare una connessione più profonda con l’energia vitale universale.

Bilanciamento dei chakra: Durante la meditazione o il lavoro energetico, concentratevi sull’allineamento dei chakra nel contesto del vostro campo toroidale personale. Capire come questi centri energetici si relazionano con i nostri campi toroidali può favorire l’equilibrio e l’armonia del nostro sistema energetico.

Conclusione
Come abbiamo scoperto nel corso di questo articolo, il Toro è più di una semplice forma geometrica; rappresenta un profondo simbolismo e principi universali che possono avere un impatto significativo sulla nostra crescita e comprensione spirituale.

Incorporando il Toro in vari aspetti della nostra vita – dalla meditazione alla visualizzazione, dalla creazione di spazi sacri alla guarigione energetica – possiamo sfruttare il suo potere trasformativo per la crescita personale, il benessere e una maggiore connessione con i regni superiori della coscienza.

Per continuare il vostro viaggio con la geometria sacra e il Torus:

  1. Esplorate i nostri articoli qui sotto sui concetti correlati alla geometria sacra che risuonano con voi, come il Fiore della Vita o il Cubo di Metatron.
  2. Approfondite la vostra conoscenza studiando gli antichi insegnamenti di saggezza di varie tradizioni spirituali e di autori contemporanei incentrati sulla geometria sacra.
  3. Integrare i modelli toroidali nella vostra vita quotidiana attraverso opere d’arte, gioielli o altre forme di espressione creativa che vi ispirano.
  4. Rimanete in contatto e informati iscrivendovi alla nostra newsletter per ricevere aggiornamenti su nuovi articoli e approfondimenti relativi alla geometria sacra, alla spiritualità e alla crescita personale.

Ricordate di affrontare i vostri studi con mente e cuore aperti, lasciandovi guidare dall’intuizione e dalla curiosità mentre scoprite nuove intuizioni su voi stessi, sull’universo e sull’interconnessione di tutte le cose.

Che il vostro viaggio con il Torus vi conduca verso una maggiore consapevolezza di voi stessi, un’armonia interiore e una connessione più profonda con la saggezza divina insita in tutti noi.

Ulteriori letture
Geometria sacra: Filosofia e pratica (Arte e immaginazione) Robert Lawlor espone il sistema che determina la dimensione e la forma delle strutture umane e naturali, dalle cattedrali gotiche ai fiori, dalla musica al corpo umano. Coinvolgendo il lettore anche in esperimenti pratici, conduce con facilità dai semplici principi alla comprensione della spirale logaritmica, della proporzione aurea, della quadratura del cerchio e di altri rapporti e proporzioni onnipresenti.

Quadrivium: The Four Classical Liberal Arts of Number, Geometry, Music, & Cosmology (Wooden Books) Composto da sei titoli di successo della serie Wooden Books – Geometria sacra, Numero sacro, Armonografo, Gli elementi della musica, Solidi platonici e archimedei e Un piccolo libro di coincidenze – rende accessibile a noi oggi l’antica saggezza e la sua sorprendente interconnessione.

Il rapporto aureo: The Divine Beauty of Mathematics Questo libro invita a dare un nuovo sguardo a questo argomento senza tempo, con una raccolta di ricerche e informazioni degne di un libro di testo, accompagnate da oltre 200 splendide illustrazioni a colori che lo trasformano nel libro da salotto per eccellenza.

Geometria sacra: Decifrare il codice Mostrando come le scoperte della matematica si manifestino ripetutamente nella biologia e nella fisica e come abbiano ispirato le più grandi opere d’arte, questo studio illuminante rivela i principi universali che ci collegano all’infinito.

Geometria sacra per artisti, sognatori e filosofi: Secrets of Harmonic Creation. Offrendo un approccio alla geometria sacra che coniuga il mistico con il pratico, il cosmico con il terreno, l’autore rivela come l’arte e la scienza delle armoniche debbano essere studiate obbligatoriamente sia dall’artista e dal ricercatore di verità eterne, sia dallo scienziato che cerca di entrare nelle sacre fondamenta della natura.