
Vajra tibetano con campana. Il vajra è un oggetto rituale che nel Buddhismo Vajrayāna rappresenta i “mezzi abili” (upāya); la campana (ghaṇṭa) indica invece la saggezza ultima (prajñā) che corrisponde alla vacuità (śunyātā). Nel Buddhismo tibetano viene consegnato all’iniziato un vajra e una campana. Il vajra a cinque punte (rdo-rje rtse-lnga-pa) rappresenta il principio di trasformazione secondo lo Yogatantra.

Vajra tibetano a nove punte ((rdo-rje rtse-dge-pa). Questo tipo di vajra viene utilizzato per le pratiche delle deità irate.
Il Buddhismo Vajrayāna è, secondo le proprie credenze, uno sviluppo del Buddhismo Mahāyāna. Non si può entrare nel Vajrayāna senza aver prima compreso profondamente le dottrine del Mahāyāna come la dottrina dello śunyātā, della compassione (karuṇā), della bodhicitta e della natura di Buddha compresa in ogni essere senziente. Secondo aspetto fondamentale del Vajrayāna è che esso può essere appreso solo per mezzo di una guida, di un maestro (sanscrito: guru, tibetano: bla-ma o lama, giapp. 師 shi).
Ciò premesso questo “veicolo” buddhista si fonda sul termine tantra che significa “continuità”. Questo termine designa l’autentica natura che soggiace all’intera realtà sia essa relativa al saṃsāra o allo stesso nirvāṇa. Questa natura corrisponde alla vacuità. Quando la vacuità si manifesta, si manifesta attraverso l’illusione dell’esistere (māyājāla tib. sgyu-‘phrul dra-ba). Quando si riconosce la vacuità che soggiace ai fenomeni si diviene illuminati. Il tantra è la via che conduce a questa consapevolezza. Il termine tantra non riguarda quindi solo i testi, ma anche le relative dottrine. Il “veicolo” [3]buddhista che trasmette le dottrine dei tantra viene denominato Vajrayāna.
Il Vajrayāna, a detta dei suoi seguaci, si distingue dal Mahayāna perché a differenza di questo “veicolo” persegue il principio del “Frutto” (sans. phala, tib. ‘bras-bu, giapp. 果 ka) e non delle “Cause” (sans. hetu, tib. rgyu, giapp. 因 in). Secondo il Vajrayāna, infatti, il Buddhismo Mahayāna (indicato anche come Pāramitayāna, Veicolo delle Perfezioni, o Sūtrayāna, Veicolo dei Sūtra) persegue, per mezzo della meditazione e dello studio dei sutra, un cammino di perfezionamento attraverso la rinuncia delle condotte negative accumulando meriti e saggezza per realizzare il Frutto del corpo assoluto (dharmakāya) e quello dei corpi formali (rūpakāya). Per il Mahayāna, quindi, il cammino percorso è la “causa” dell’illuminazione.
Il Vajrayāna, invece, persegue il principio del “Frutto” ovvero per tramite dei “mezzi abili” rappresentati dai tantra questo veicolo conduce alla purificazione del corpo e di ciò che lo circonda (Tantra inferiori o esterni: Kriyā Tantra, Caryā Tantra e Yoga Tantra) e a trasformare la dimensione “impura” in “pura” (Tantra superiori o interni: Anuttarayoga Tantra).
Questo percorso della Via del diamante può essere intrapreso, secondo questa tradizione buddhista, solo attraverso delle iniziazioni (sans. abhiṣeka, tib. dbang bskur ba, giapp. 灌頂 kanjō) conferite da un maestro di vajra (vajrācarya). A seguito di ciò il discepolo riceve degli insegnamenti orali (sans. āgama, tib. lung, giapp. 阿含 agon) ovvero dei testi da studiare e delle istruzioni. Per realizzare la “pura visione” della Realtà, il discepolo del Vajrayāna applica il metodo del sādhana (strumento per la realizzazione) che raccoglie varie tecniche:
- Iṣṭadevatā (tib. y-dam, giapp. 本尊 honzon): visualizzare la divinità scelta per la meditazione;
- Maṇḍala (tib. dkyl-‘khor, giapp. 曼荼羅 mandara): visualizzare il sacro ambiente circostante le divinità prescelta per la meditazione;
- Mudrā (tib. phyag-rgya, giapp. 印相 insō): compiere gesti rituali e simbolici;
- Pūja (tib. mchod-pa, giapp. 供養 kuyō): fare offerte alle divinità;
- Mantra: recitare formule sacre;
- Samudācāratā: svolgere azioni religiose.
Per tramite di questi “mezzi abili” uniti alla consapevolezza della vacuità e della purezza di tutto il Reale, il discepolo consegue il “Frutto” che consiste nel completo stato di buddhità. Tale frutto può essere conseguito in più rinascite (via dei Tantra inferiori) o in una sola vita (via dei Tantra superiori).