-LETTERINE DI NATALE-
“Grandi sogni di bambini e una grande speranza dell’umanità”
Caro Gesù bambino,
desidero scriverti da un totale oblio in un periodo che non trova più il tempo e lo stato d’animo di voltarsi indietro a rimirare e glorificare la tua venuta come un avvenimento meritevole e il più straordinario della storia umana di questi ultimi due millenni.
In un periodo della mia vita ormai lontano, c’era un momento nel quale “un pensiero di bambino” trovava il tempo di mandarti una letterina per il Natale per invocare tutto ciò che è fonte di benedizione e di gioia ai miei genitori e su di me perché ero sicuro della tua presenza nella mia mente, in cui il mondo degli adulti conviveva col nostro, quello trascendentale dei piccoli, nel quale si avvertiva una tua moderata partecipazione, vicina e lontana nel tempo, come tu fossi il mio Angelo Custode che ispirava il garbo, la gentilezza e i buoni insegnamenti.
Ti confesso di averti sempre prediletto a quel burlesco e obeso personaggio di Babbo Natale che privilegiava le cose materiali alla spiritualità dei sentimenti affettivi.
Fin da ragazzo ho cominciato, poi, a discostarmi da te e a rivolgermi più in alto: al Signore, nostro Dio, e alla Madonna, ai Santi e agli angeli custodi per dopo cedere al silenzio, comunque mai del tutto assopito, nel profondo dell’anima sotto l’incalzare di un turbinio di pensieri esistenziali. Ero così diventato un credente non troppo praticante.
Rivolgo lo sguardo al cielo e ti chiedo, o Signore, indulgenza perché non vorrei averti importunato oltre con le mie (e nostre) insignificanti cose terrene, che appaiono grandi solo a noi poiché sono la nostra piccola realtà.
Da bambino, non potevo non pensare alla mia età e a quella dei miei genitori e mi domandavo quale sarebbe stata la loro vecchiaia e la loro morte, in modo angosciante e persistente, e preoccupandomi di averli ancora allor’quando avessi raggiunto la loro età. E ora, che essi non ci sono più, vivo una sensazione di avvenimenti famigliari un po’carenti dei necessari fattori in uno sconcerto privo di argomenti oltre quelli per il padre e la madre.
Ad ogni modo, alla fine prevarranno i più autentici ricordi, fautori di quelle tenerezze e amorevolezze raccolte nel presepe e nell’albero di natale.
Le letterine pubbliche favoriscono Fratellanza, Amore e Pace mentre quelle personali invocano la salute e la Grazia, ma entrambe, non abbisognano di retorica bensì; di quella illuminazione capace di farci comprendere che non siamo soli e che la vita non finisce con la vita stessa perché il Nulla non esiste.
Ho capito che la perfezione non è di questo mondo e la speranza ultima non spetta alla storia; che la vita eterna non è condizionata dal tempo; tutt’al più; offre un presentimento della stessa vita, o ancora piu; come afferma Platone, “Un immagine mutevole dell’eternità”: Giustamente, una immagine e non la vita per farci capire di non essere arrivati al termine dell’esistenza.
Caro Gesù, fai in modo di farci rivivere la meraviglia dell’infanzia e la riscoperta di questo nostro fantastico pellegrinaggio; di farci presagire la vita oltre la morte e la magnificenza divina; convincici che la vita non è quella compressa in un corpo denso o nel vivere mondano ma che esistono altre aspettative al di là della quotidianità.
Vieni dunque, Bambino senza peccato, a soccorrerci e alleviare la nostra disperazione e l’eccesso di mondanità che sollecita il nostro “EGO”, interiormente fallimentare e deprimente; vieni a sconfiggere le nostre paure, le nostre ansie, tutti i nostri pensieri infondati e privi di senso; intercedi le nostre predisposizioni al malessere di vita, nonostante la possibilità di viverla con più decoro rispetto le precedenti generazioni.
Caro Bambino che nasci ogni anno, fai nascere anche in noi uno stupore infantile di vita e la salvezza del mondo e aiutaci, se non proprio a rinascere, almeno a non morire prima di morire.
Ascona, Natale 2012 Giancarlo Fabbri
-membro della società teosofica svizzera-
Letterine di Natale, very good.
…quando Gesu’ nasce in noi, li leggeremo con il cuore.