Siamo nella fase del colonialismo britannico centralizzato e “razionale”, al culmine della potenza imperiale, con un’India amministrata direttamente dalla Corona, economicamente sfruttata ma ormai dotata di una classe politica indigena che inizia a organizzarsi — ed è lì che nasce il Congresso.

Alla metà degli anni Ottanta dell’Ottocento l’India stava attraversando una fase cruciale: gli effetti delle riforme economiche e amministrative del Raj britannico avevano creato una nuova élite di professionisti indiani istruiti in lingua inglese; intellettuali come Naoroji, Ranade e Bonnerjee chiedevano una maggiore partecipazione politica; e si moltiplicavano associazioni locali che reclamavano trasparenza amministrativa e diritti civili. In questo clima, Hume vide la necessità di una piattaforma nazionale che potesse mettere in dialogo indiani e britannici “benevoli” per perseguire riforme costituzionali attraverso metodi legali e non violenti. La prima sessione del Congresso riunì 72 delegati provenienti da diverse regioni e religioni, inaugurando il primo grande spazio politico unitario dell’India coloniale e gettando le basi per il futuro movimento di indipendenza.

Fondazione del Congresso

L’Indian National Congress fu fondato il 28 dicembre 1885 dal teosofo Allan Octavian Hume, un funzionario britannico in pensione, insieme a un gruppo di leader indiani moderati come Dadabhai Naoroji e Womesh Chunder Bonnerjee, primo presidente. L’obiettivo iniziale era fungere da piattaforma di dibattito per riforme costituzionali e maggiore rappresentanza indiana nel governo coloniale britannico.

Ruolo di Annie Besant

Besant si unì al Congresso negli anni 1910 e divenne la prima donna presidente nel 1917, durante la sessione di Calcutta, grazie al suo ruolo nel movimento Home Rule League (lanciato con Bal Gangadhar Tilak nel 1916). La sua presidenza spinse per riforme costituzionali e status di dominion, ma non fu fondatrice.

Presidenza di Gandhi

Gandhi presiedette il Congresso solo nel 1924 (sessione di Belgaum), molto dopo Besant e numerosi altri leader come Tilak (1907, 1918) e Nehru. Fu un leader dominante dal 1920 con il programma non cooperazione, ma non il secondo presidente.

Rapporto fra Besant e Gandhi

Annie Besant e Gandhi condivisero inizialmente obiettivi comuni per l’indipendenza indiana, ma il loro rapporto si deteriorò per divergenze strategiche e ideologiche.

Inizi di collaborazione

Besant, teosofa irlandese e leader della Home Rule League (1916), ispirò Gandhi con il suo attivismo moderato per l’autogoverno indiano entro l’Impero britannico. Gandhi la ammirava pubblicamente nel 1915-1916, definendola una “gran signora” e sostenendo parzialmente il suo movimento, mentre lei elogiava la sua missione sudafricana.

Annie Besant e Gandhi ebbero opinioni divergenti sull’atteggiamento da tenere verso il Rowlatt Act del 1919.

Posizione di Gandhi

Gandhi reagì con una forte opposizione attiva, definendo il Rowlatt Act (che permetteva arresti senza processo e restrizioni alle libertà civili) un attacco ai diritti fondamentali. Lancio il primo satyagraha nazionale a partire dal 6 aprile 1919, con scioperi generali (hartal), digiuni e disobbedienza civile non violenta per contestarlo direttamente.

Posizione di Annie Besant

Annie Besant, leader della Home Rule League e già internata dai britannici nel 1917, si oppose al satyagraha di Gandhi, temendo che avrebbe provocato disordini e un “bagno di sangue”, come avvenne poi con il massacro di Amritsar. Preferì un approccio costituzionale e moderato, criticando il metodo massivo di massa per evitare escalation violente.

Conseguenze del dissenso

Questa divergenza segnò un punto di rottura: Besant rappresentava i moderati nazionalisti, mentre Gandhi radicalizzò il movimento con la non-violenza di massa. Nonostante le previsioni di Besant, il satyagraha galvanizzò l’indipendentismo indiano anche a causa del massacro di Amritsar.

​Il massacro di Amritsar, noto anche come massacro di Jallianwala Bagh, avvenne il 13 aprile 1919 ad Amritsar, nel Punjab, allora parte dell’Impero britannico in India.

Contesto storico

L’episodio si inserì nelle proteste contro il Rowlatt Act, una legge approvata il 18 marzo 1919 che permetteva arresti arbitrari senza processo, estendendo restrizioni di guerra in tempo di pace. Gandhi lanciò una campagna di disobbedienza civile con scioperi generali (hartal) a partire dal 6 aprile, ma disordini scoppiarono in varie città, inclusi atti di violenza contro britannici nel Punjab, portando alla dichiarazione della legge marziale il 13 aprile.

Svolgimento

Migliaia di indiani (tra 10.000 e 20.000 stime) si radunarono pacificamente nel giardino di Jallianwala Bagh per la festività sikh di Baisakhi e per protestare contro gli arresti di leader indipendentisti come Saifuddin Kitchlew e Satyapal. Il generale britannico Reginald Dyer, con 50 soldati (in parte gurkha e sikh), bloccò le uscite senza preavviso e ordinò di sparare per circa 10 minuti, esaurendo 1.650 proiettili sulla folla disarmata, inclusi donne, bambini e anziani.

Conseguenze

Le cifre ufficiali britanniche riportano 379 morti e 1.200 feriti, ma stime indiane parlano di oltre 1.000 morti; seguirono repressioni con leggi marziali per due mesi, umiliazioni e ulteriori morti (almeno 115 nei giorni successivi). L’evento galvanizzò il movimento indipendentista, con Gandhi che sospese la satyagraha per condannare le violenze da entrambe le parti, segnando un punto di svolta contro il colonialismo britannico.

​Facciamo qualche passo indietro …

il Congresso Indiano alla fondazione è “figlio anche” della Teosofia, ma non solo della Teosofia.
L’influenza c’è, ed è reale, ma è indiretta e mescolata ad altri fattori.


1️⃣ Fattore-chiave: Allan Octavian Hume (il ponte TS → INC)

  • Allan Octavian Hume è il principale promotore del Congresso nel 1885.
  • Era teosofo dichiarato, membro della Società Teosofica dal 1880, presidente della loggia di Simla e anche vice-presidente della TS dal 1880 al 1888. theosophy.world+1
  • Alcuni studiosi dicono esplicitamente che la TS influenzò profondamente il suo pensiero e che Hume, discepolo di Blavatsky, vide nel Congresso uno strumento per la “missione” di elevazione dell’India. OUP Academic+1

Quindi: la persona che catalizza il Congresso è immersa nel mondo teosofico. Questo “collega i fili”.


2️⃣ Influenza della TS su nazionalismo e clima politico

Studi storici recenti dicono chiaramente:

  • il movimento teosofico ha avuto un ruolo significativo nella formazione del nazionalismo indiano, favorendo orgoglio per le tradizioni indù e buddhiste, riforma dell’educazione, dialogo fra élite indiane e occidentali “simpatetiche”. encyclopedia.pub+1
  • con Blavatsky e Olcott ad Adyar, la TS contribuisce a creare un ambiente in cui gli indiani colti cominciano a vedersi come nazione spirituale e non solo sudditi imperiali.

Più tardi, con Annie Besant, la cosa esplode:

Questo mostra che, nel giro di trent’anni, il canale teosofico diventa uno dei vettori principali del nazionalismo moderato.


3️⃣ Ma alla fondazione del Congresso non c’è solo teosofia

Attenzione però: se zoomiamo su 1885 (Bombay, primo congresso):

  • il Congresso nasce dall’iniziativa di Hume + un gruppo di avvocati, funzionari, intellettuali indiani (Bonnerjee, Naoroji, Ranade, ecc.)
  • è il risultato di un lungo processo: associazioni politiche precedenti, stampa indiana, riforme di Ripon, East India Association, Indian Association, ecc. IJFMR+2Tripura University+2

Quindi:

la TS non “fondò” da sola il Congresso, ma:

  • influenzò profondamente almeno uno dei suoi artefici (Hume);
  • contribuì al clima culturale (orgoglio per l’India, dialogo Oriente–Occidente, idea di “missione” nazionale).

4️⃣ Risposta sintetica alla tua domanda

Se devo tradurla in percentuale “a sensazione teosofica”:

  • sul piano personale: l’influenza è forte (Hume teosofo, poi Besant ai vertici del Congresso).
  • sul piano ideologico: la TS è uno dei filoni che alimentano il nazionalismo, accanto a riformismo indù, liberalismo inglese, economia coloniale, ecc.
  • sul piano organizzativo: il Congresso è primariamente un progetto politico indiano, con Hume come mediatore; la TS è sullo sfondo, non in prima fila.

Quindi io lo direi così, da usare anche in conferenza:

“Il Partito del Congresso non è una creatura della Teosofia, ma senza la Teosofia – e senza teosofi come Hume e poi Besant – la sua nascita e il suo sviluppo avrebbero avuto un volto diverso. La TS è uno dei cordoni ombelicali spirituali del nazionalismo indiano, non l’unico.”