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Compagni d’infanzia

 

 

Come uccelli che spaziano lassù nel cielo, tali ci appaiono all’improvviso i pensieri irrequieti dell’infanzia e i sogni sopiti e senza pareti in una dimensione che richiama all’appello i dolci sentimenti affettivi, capaci di suscitare inesprimibili emozioni e gioiose contentezze nei cuori di tutti noi bambini.

 

Eppoi, nel proseguo dell’esistenza, ecco riaffiorare quelle emotività catturate ed evanescenti che si fanno fieri folletti, i cui pensieri, divenuti eterni, si dileguano come figure incorporee nella nebbia della vita e nell’intreccio del tempo, dove sarebbe effimero incalzare “l’attimo fuggente”, che ha acceso profondi turbamenti nei nostri corpi e folli frenesie ai nostri sensi, come in un ultimo travagliato ruggito.

 

Erano i pensieri e le emozioni che ci hanno condotti per mano e accompagnati nell’esperienza della maturità e ci hanno resi combattenti pugnaci nell’affrontare le innumerevoli contese della vita. Ma chi se non noi, Uomini del nostro tempo e della nostra modernità, siamo le uniche vere contrarietà e le malesorti che ci proseguono, nonostante noi viviamo un’esistenza misericordiosa e nella grazia di Dio.

 

Il Signore ci sprona, da subito, a focalizzare gli obiettivi rilevanti e a valutare i problemi, le controversie e argomentazioni nella forma più razionale e analitica; Ci ispira ad amare “per amarci” nel rispetto delle molteplici specificità e prerogative; ci esorta alla tolleranza di quella entità mentale che da un senso al pensiero, che nella filosofia di Platone, costituisce una parte fondamentale e un archetipo eterno ed immutabile delle cose sensibili.

 

Il Signore ci invita ad avversare non solo le animosità e i pettegolezzi, ma a combattere anche le malignità e le menzogne che sono degli attentati morali e materiali dell’uomo nei confronti degli altri uomini e sono gravi manifestazioni condannabili, a causa di quello stolto orgoglio che gli impedisce, sordo e incapace come è, un sincero pentimento e una conversione dello spirito.

 

Ma tante altre sono le contese alle quali Dio ci sottopone con malcelato compiacimento; Egli ci assoggetta e ci mostra quale è il vero impegno di un sollecito riscatto nell’evoluzione.

 

Vorrei citare, per inciso, un’affermazione di Papa Francesco che recita:

“Prima di chiacchierare l’uomo deve mordersi la lingua e quello ci farà bene, perché la lingua si gonfia e non può parlare e non può più chiacchierare.”

 

Con il trascorrere degli anni, l’uomo si interroga sempre più sul senso della vita; di questo nostro passare nel tempo e spazio; del nostro lieve alitare prima dell’ultimo respiro, allorquando d’improvviso, egli vedrà venirgli incontro e apparirgli innanzi le sembianze di bambini, piuttosto ciarlieri e alquanto inavveduti.

 

Sono gli inseparabili compagni dell’infanzia e di un tempo leggiadro e senza ritorno, dove i sogni più candidi non ci avevano ancora dato “L’addio”, non ci avevano abbandonati mentre NOI, finalmente spogli delle stanche membra, assistiamo, ora, al prodigioso passaggio dalla vita illusoria alla vita del reale, attraverso la morte, e rincontriamo i compagni di giochi e di spensieratezza.

 

Si, sono loro: i compagni ritrovati, che non avevano mai cessato di continuare ad essere i gloriosi vessilli della loro immortalità.

 

 

 

 

 

 

Ascona, ottobre 2013

 

FABBRI GIANCARLO,

Membro della Società Teosofica Svizzera

English: Artist along the waterfront in Ascona...

English: Artist along the waterfront in Ascona, Ticino, Switzerland (Photo credit: Wikipedia)