Oisín nel Tír na nÓg
Oisín nel Tír na nÓg è l’echtra, o storia di avventure, più celebre che lo riguardi. Narra del suo incontro con una fata di nome Niamh, che innamoratasi di lui lo portò con sé nel Tír na nÓg (“terra dell’eterna giovinezza”, conosciuta anche come Tír Tairngire, ovverosia “terra della promessa”). Dalla loro unione nacquero un bambino, Oscar, destinato ad essere ricordato per le sue gesta, ed una bambina, Plor na mBan. Dopo tre anni, Oisín decise di tornare in Irlanda per visitare i suoi cari, ma Niamh lo avvertì che, benché gli anni trascorsi a Tír na nÓg fossero stati solo tre, quelli passati in Irlanda erano ormai trecento, e gli sarebbero piombati addosso non appena avesse toccato terra. Gli diede il proprio cavallo, Embarr, e gli fece promettere di non smontare di sella per nessuna ragione. Oisín promise, e ritornò nei suoi luoghi solo per trovare la casa di Fionn, presso la collina di Almu, abbandonata e completamente in rovina. Risolse così di ritornare a Tír na nÓg, ma lungo la strada, mentre cercava di aiutare un uomo a sollevare una pietra su un carro, le sue redini si spezzarono e cadde a terra, divenendo istantaneamente un vecchio canuto proprio come aveva predetto Niamh, mentre il cavallo tornò al galoppo a Tír na nÓg.
Yeats
Secondo una versione della leggenda, Oisín non morì dopo il repentino invecchiamento, ma insieme al suo compagno della Fianna Caílte mac Rónáin sopravvisse fino all’arrivo in Irlanda di San Patrizio, al quale avrebbe narrato le storie della Fianna.
A questa tradizione si ispirò William Butler Yeats per la sua poesia The Wanderings of Oisin.