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Rivista Teosofica Svizzera/Ticinese (ADYAR)

~ Società Teosofica Ticinese ri-fondata il 29/9/2009.

Rivista Teosofica Svizzera/Ticinese (ADYAR)

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Foto seminario teosofia Ascona 2019

26 martedì Mar 2019

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Questa galleria contiene 25 immagini.


Marco Boccadoro, 10.3.2019. Bellezza, Saggezza e Armonia nella ricerca spirituale

24 domenica Mar 2019

Posted by abcsocial in Articoli della Rivista Teosofica Ticinese

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Marco Boccadoro
10.3.2019
Seminario Teosofico-Marco-Boccadoro
Cos’è la bellezza?
Per Plotino, è una qualità che diventa sensibile alla prima impressione. L’anima, avendola riconosciuta, le si accorda, e allo stesso modo quando è impressionata da una cosa brutta, si agita, la rifugge e la respinge . L’anima , che è vicina all’Essere Immanente, si compiace di contemplare ciò che è dello stesso genere suo, si ricorda di sè e di ciò che le appartiene.
“La bellezza è materia che partecipa di un’idea venuta dagli Dei, se non partecipa né di una ragione né di una forma è il brutto assoluto.”
“Il Bello intelligibile è il luogo delle idee , e il Bene che è al di là lo dirà sorgente e principio del Bello.”[1]
Claude Bragdon [2], riflette sui parallelismi tra Teosofia e Bellezza in un suo affascinante libro in cui enuncia le sette regole della bellezza nell’arte.
Vi avevo già accennato in un precedente seminario, ma vale la pena ricordarle brevemente.
Si tratta di leggi per lo più inconsce che gli artisti, gli architetti hanno seguito nella storia, per creare la Bellezza.
La prima regola è che la bellezza segue la legge dell’Unità che ben conosciamo in teosofia.
Quando pensiamo ad esempio alla cattedrale di Notre Dame, la ricordiamo come un qualcosa di unico, una complessità coordinata.
La seconda legge è la legge della polarità, della dualità, maschile e femminile, sole e luna, giorno e notte, fuoco e acqua. Nelle cattedrali gotiche la dinamica maschile – femminile è onnipresente, come pure i riferimenti ai numeri, siccome le logge massoniche del Medioevo che le costruivano erano custodi delle scienze esoteriche.
La terza legge è la trinità, il tre e i suoi multipli sono frequenti nelle chiese e nelle cattedrali, appunto.
La quarta legge è la consonanza o ripetizione, come ben noto in teosofia,: come il piccolo, cosi il grande. Secondo Hermes Trismegistos, ciò che esiste in grandi dimensioni c’è pure nelle piccole: “così sopra come sotto.”
Il microcosmo e il macrocosmo, come espresso modernamente anche dalla teoria dei frattali. Ogni foglia è un albero in miniatura, ad esempio. Nella musica la tonica torna in sé stessa nell’ottava, il tema vien ripetuto in minore, eccetera.
2
La quinta legge è la diversità nella monotonia, ad esempio i capitelli delle colonne delle arcate del Palazzo Ducale a Venezia: simili ma molto diverse nel dettaglio. Così come tutti gli uomini sono fratelli, ma ognuno ha la sua unicità. L’identità non esclude la differenza.
La sesta legge è il cambiamento ritmico, pensiamo solo all’espansione e alla contrazione dell’universo.
La settima e ultima legge è l’irradiazione, come il Logos irradia la sua vita e luce nell’universo.
Esempi tra molti, il Colosseo, basato su un’ellisse, una figura generata da due punti focali, il Pantheon, basato sul cerchio, le linee delle Cattedrali gotiche che convergono verso un centro comune.
Krishnamurti mette in relazione bellezza e armonia:
“La bellezza non è nei Musei, nei dipinti, nelle statue, o ascoltare un concerto: la bellezza non è nella poesia o nel bel cielo di una serata o nella luce sull’acqua, o nel volto di una bella persona, o in un edificio. La bellezza non può essere percepita da una mente superficiale che è catturata dal disordine del mondo.
C’è bellezza solo quando la mente e il cuore sono completamente in armonia .”
Ed eccoci a riflettere sul significato di armonia, che significa equilibrio, pace, disposizione, proporzione, (derivante da armozein, cioè connettere, collegare) .
L’armonia è presente in tutta la Manifestazione, è la natura dell’universo, il consensus rerum .
La corrispondenza tra i corpi celesti, l’anima, il corpo, e gli elementi della composizione musicale era stata enunciata molte volte nell’antichità. L’ armonia celeste era stata cantata nella Bibbia e la definizione di Boezio di condivisione tra musica del pianeta, umana e strumentale ha rivendicato l’autorità delle arti liberali per dieci secoli.
Keplero, nel quarto libro dell’Harmonices Mundi [3], scopre l’armonia fisica nel movimento dei pianeti, scopre cioè che la differenza tra le velocità angolari massime e minime di un pianeta nella sua orbita approssima una proporzione armonica, e armonie musicali, una specie di coro celeste.
Infatti, i pianeti sembravano approssimare le armonie rispetto alle proprie orbite. Le velocità massime e minime di Saturno (misurate in termini di secondi d’arco visti dal Sole) differivano di un rapporto 4/5 quasi perfetto (la terza maggiore, in musica). I moti estremi di Giove differivano di un rapporto 5/6 (una terza minore ). Le orbite di Marte, Terra e Venere si approssimavano alle seguenti armonie: 2/3 (chiamato “diapente”) per Marte; 15/16 per la Terra, o la differenza tra mi e fa.
Se L’armonia è la natura dell’universo, l’armonia interna è però il presupposto della ricerca spirituale.
La signora Blavatski scrive, nella Voce del Silenzio [4]:
“Prima che l’anima possa vedere, deve raggiungere l’armonia interna, e gli occhi della carne devono essere resi ciechi ad ogni illusione.”
3
L’armonia interna, la virtù, sono, diciamo così, l’equipaggiamento del candidato, necessario per percorrere il Sentiero spirituale:
“La scala per cui sale il candidato è fatta di gradini di sofferenze, queste non possono essere ridotte al silenzio che dalla voce della virtù….Guai a colui che osa contaminare un sol gradino con i piedi fangosi.”
Anche Giordano Bruno [5] ci ammonisce sulla necessità del sentiero di purificazione.
“Non è armonia e concordia dove è unità, dove un essere vuol assorbir tutto l’essere; ma dove è ordine et analogia di cose diverse; dove ogni cosa serva la sua natura. Pascasi dumque il senso secondo la sua legge de cose sensibili, la carne serva alla legge de la carne, il spirito alla legge del spirito, la raggione a la legge de la raggione: non si confondano, non si conturbino. Basta che uno non guaste o pregiudiche alla legge de l’altro, se non è giusto che il senso oltragge alla legge della raggione.”
Radha Burnier [6] scrive:
“La scoperta dell’armonia è l’obiettivo dello yoga e di tutte le grandi opere; anche queste
svelano qualcosa — seppur in modo frammentato — di questa verità fondamentale.
Uno dei Mahatmas scrisse: “riconosciamo solo una legge nell’universo, la legge dell’Armonia, dell’ equilibrio perfetto. Cioè l’esistenza del più sottile sattvaguna o qualità, il che implica la scoperta di cosa significhi veramente yoga.”
Lo “spirito astrale” (corpo mentale superiore?), per Marsilio Ficino, è in grado di percepire l’armonia della Manifestazione, il collegamento tra tutte le cose, l’anima mundi:
“Dal trattato di Sinesio sui sogni, il Ficino desume l’idea di uno spirito astrale collocato fra il corpo e l’anima mundi. La tesi di un pneuma luminoso di natura siderale che cola nelle vene è Aristotelica. ….Nel sonno e nell’estasi, quando i sensi tacciono, lo spirito può vagare da un’estremità all’altra dell’anima mundi; abbandona il corpo del dormiente migrando nelle regioni dell’immaginario per assistere alle visioni di cui è il protagonista ; può sentire l’armonia delle sfere impressa nell’anima durante la sua discesa sulla terra. ” [7]
Viviamo l’era dell’informazione, pervasiva, ossessiva, e della conoscenza a portata di mano. La saggezza è però un’altra cosa.
Dice Krishnamurti: Nella nostra ricerca di conoscenza, nei nostri desideri acquisitivi, stiamo perdendo l’amore, stiamo smorzando il sentimento per la bellezza, la sensibilità alla crudeltà; stiamo diventando sempre più specializzati e sempre meno integrati. La saggezza non può essere sostituita dalla conoscenza, e nessuna quantità di spiegazione, nessuna accumulazione di fatti, libererà l’uomo dalla sofferenza. La conoscenza è necessaria, la scienza ha il suo posto; ma se la mente e il cuore sono soffocati dalla conoscenza e se la causa della sofferenza viene spiegata, la vita diventa vana e priva di significato …
L’informazione, la conoscenza dei fatti, sebbene sempre crescente, è per sua natura limitata. La saggezza è infinita, include la conoscenza e il modo di agire; ma prendiamo un ramo e pensiamo
4
che sia l’intero albero. Attraverso la conoscenza della parte, non possiamo mai realizzare la gioia del tutto. L’intelletto non può mai portare al tutto, perché è solo un segmento, una parte.
Abbiamo separato l’intelletto dal sentimento e abbiamo sviluppato l’intelletto a scapito del sentimento. Siamo come un oggetto a tre gambe con una gamba molto più lunga delle altre e non abbiamo alcun equilibrio. Siamo addestrati per essere intellettuali; la nostra educazione coltiva l’intelletto perché sia acuto, astuto, acquisitivo, e così gioca il ruolo più importante nella nostra vita. L’intelligenza è molto più grande dell’intelletto, perché è l’integrazione della ragione e dell’amore; ma può esserci intelligenza solo quando c’è conoscenza di sé, profonda comprensione del processo totale di sé.”[8]
Ma torniamo all’argomento iniziale, l’armonia. Ma siamo poi in armonia con l’universo? L’umanità è sì collegata da internet, però divisa da migliaia di lingue, centinaia di caste, religioni, sette religiose e ideologie politiche.
Invece di essere agenti di amore e servizio, molti gruppi incoraggiano le differenze, le critiche, l’opposizione e gli attacchi agli altri.
Chi segue il sentiero della ricerca teosofica sa bene che è necessario invece rifuggire dalla tirannia della materia, dalla separatività, dall’egoismo, dai desideri, per raggiungere l’ armonia con il Sé, la consapevolezza, e sentire la musica celeste, percepire l’unità della vita.
Solo così, forse, si potranno risolvere, almeno in parte, i problemi del pianeta, le guerre, la violenza, la fame, la povertà, l’inquinamento, tutto questo Male, e lasciar entrare il Bene, e Bellezza, Saggezza, Armonia.
Bibliografia:
[1]Plotino, Enneadi, I 6, 1-2, Bompiani, 2000.
[2] Claude Fayette Bragdon, the Beautiful Necessity, start classics
[3] Johannes Kepler, Harmonices Mundi, 1619. (Ioannis Keppleri Harmonices mundi libri V)
[4] H.P. Blavatsky, La Voce del Silenzio, ETI, 2012
[5] Giordano Bruno Nolano, De gli eroici furori, in Dialoghi filosofici italiani, a cura di Michele Ciliberto, Mondadori, Milano 2000
[6]Radha Burnier , On the Watch-Tower, The Teosophist, 2012
[7] B. Boccadoro, Enciclopedia della Musica, Einaudi
[8] J.Krishnamurti, The Book of Life, Harper San Francisco, 1995

Foto : Seminario Teosofico-Marco-Boccadoro

 

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Da venerdì 22 a domenica 24 marzo 2019 si svolgerà ad Ascona il consueto seminario teosofico europeo

20 mercoledì Mar 2019

Posted by abcsocial in Articoli della Rivista Teosofica Ticinese

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Da venerdì 22 a domenica 24 marzo 2019 si svolgerà ad Ascona il consueto seminario teosofico europeo. Si tratta di un’occasione propizia per avvicinarsi agli studi teosofici. L’entrata a singole conferenze è libera, non sono necessarie conoscenze particolari, le conferenze sono in italiano.

https://teosofia.me/seminarioeuropeo/

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SEMINARIO TEOSOFICO EUROPEO 2019

Hotel Ascona, Via Signore in Croce 1

6612 Ascona

22-24/3/2019

BELLEZZA, SAGGEZZA, ARMONIA NELLA RICERCA SPIRITUALE 

SEMINARIO TEOSOFICO A MONTE VERITA’

ASCONA (SVIZZERA)

22-24 marzo 2019

PROGRAMMA Clicca quì : SEMINARIO ASCONA 2019 (programma) definitivo

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SEMINARIO TEOSOFICO EUROPEO,

22-24/3/2019

HOTEL ASCONA

Via Signore in Croce 1

ASCONA (SVIZZERA)

http://www.hotel-ascona.ch

booking@hotel-ascona.ch

+41 91 785 15 15

SEMINARIO ASCONA 2019 (programma) definitivo

Entrata libera a singole conferenze, 18.- intero seminario (6.-/giorno)

Per chi desidera possibilità di pranzo (Menu a 30.-) e cena (30.-) vegano/vegetariano

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Eranos e la teosofia

06 mercoledì Mar 2019

Posted by abcsocial in Articoli della Rivista Teosofica Ticinese

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Sono innumerevoli le propaggini della teosofia e una di queste è ad Ascona … (non credo neppure che sia in questo schema … ora guardo).

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… approposito di Eranos

Eranos

VIDEO : https://www.lanostrastoria.ch/medias/91334

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Un altro momento saliente nella storia della teosofia ad Ascona è quello della collaborazione tra Olga Froebe, iniziatrice degli incontri di Eranos, e Alice Bailey (che dal ’22 non è più socia di Adyar ma indipendente/espulsa).  Froebe e Bailey collaborarono dal 1930 al 1933 e ad Ascona furono sviluppate alcune idee e progetti importanti. L’utopia che collega questi due momenti è l’idea promossa dalla teosofia che l’umanità,  stia attraversando una fase di cambiamento profondo del proprio stato di coscienza e che questo cambiamento possa pure condurre anche a una trasformazione della sua organizzazione economica e sociale.
https://www.tio.ch/agenda/275673/domenica-l-utopia-teosofica-al-monte-verita-ieri-e-oggi-i-maestri-di-saggezza-si-presentano-all-umanita

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I Colloqui di Eranos (che in greco indica il banchetto, ma di quel tipo che i latini chiamavano coena collaticia, nel quale ognuno porta qualcosa) furono iniziati nel 1933da Olga Fröbe-Kapteyn (1881-1962), su ispirazione di Rudolf Otto (specialista – nella tradizione di Friedrich Schleiermacher – di storia delle religioni presso l’Università di Marburgo, e traduttore di Platone).

Indice

  • 1Primo periodo (1933-1988)
    • 1.1Gli Eranos-Jahrbuch della prima fase [1]
  • 2Nuovo ciclo (dal 1989)
    • 2.1Gli Eranos-Jahrbuch della seconda fase
  • 3Note
  • 4Bibliografia
  • 5Altri progetti
  • 6Collegamenti esterni

Primo periodo (1933-1988)

Fondata nella “Casa Gabriella”, che suo padre aveva comprato nel 1926 sul Lago Maggiore, l’annuale conferenza (Tagung) permise a Olga Fröbe-Kapteyn di riunire in una sorta di “scuola di ricerca spirituale” i maggiori studiosi di religioni orientali e occidentali del suo tempo. Dotata di forte volontà, riuscì a coinvolgere Carl Gustav Jung e Martin Buber (che aveva incontrato a un seminario del 1924 nella comunità del Monte Verità, frequentata da personaggi quali il poeta Ludwig Derleth, l’attore Emil Jannings, Chaim Weizmann, Thomas Mann), coinvolgendo l’amica Alice Bailey e via via diversi studiosi, teosofi, e membri della nobiltà europea.

Dal 1949 e fino al 1978 ne divenne animatore l’orientalista Henry Corbin, che collocò la sede della Fondazione nella casa Eranos, una bella villa di Ascona.

Era lì che si svolgevano le Eranos Tagungen, conversazioni finalizzate allo “studio delle immagini e delle forze archetipali nei loro rapporti con l’individuo”, e più in generale all’esplorazione dei mondi interiori dell’uomo, condotta attraverso le metodologie scientifiche proprie di ognuno dei partecipanti.

Fino al 1988 ai colloqui di Eranos – incontri annuali, da sempre internazionali e multidisciplinari e i cui atti venivano pubblicati negli Eranos Jahrbuch – parteciparono intellettuali dediti a discipline diverse (religioni comparate, sinologia, islamistica, egittologia, indologia, chimica, biologia, astronomia, mitologia comparata, misticismo, buddhismo zen, letteratura, filosofia, scienze politiche, psicologia), che però condividevano, tutti, l’attività di ricerca, e un orientamento culturale interdisciplinare a tonalità, in senso lato, spiritualista.

Tra questi: Martin Buber, Carl Gustav Jung, Mircea Eliade, Károly Kerényi, Gilbert Durand, James Hillman, Erik Hornung, René Huyghe, Gerardus van der Leeuw, Hans Leisegang, Karl Löwith, Louis Massignon, Erich Neumann, Adolf Portmann (direttore dei “Colloqui di Eranos” dopo la morte di Fröbe-Kapteyn), Henri-Charles Puech, Gilles Quispel, Erwin Rousselle, Tilo Schabert, Gershom Scholem, Paul Tillich, Hellmut Wilhelm, Robert Charles Zaehner, Marie-Louise von Franz, Heinrich Zimmer (indologo), e gli italiani Ernesto Buonaiuti, Raffaele Pettazzoni e Giuseppe Tucci.

 

Carl Gustav Jung , fondatore della psicologia analitica (1875 -1961). Non era interessato a Blavatsky, Leadbeater o Besant, ma era in frequente contatto con G.R.S. Mead – dopo che quest’ultimo aveva lasciato il T.S. nel 1909.

Carl Gustav Jung , founder of analytical psychology (1875 –1961). Was not interested in Blavatsky, Leadbeater or Besant, but was in frequent contact with G.R.S. Mead – after the latter had left the T.S. in 1909.

http://gnosis.org/library/grs-mead/mead_index.htm

GEORGE ROBERT STOW MEAD (1863-1933) è nato a Nuneaton, Warwickshire, Inghilterra. Veniva da una famiglia militare – suo padre era un colonnello del Royal Army Ordinance Corps – ma ha scelto di seguire una carriera accademica. Dalla King’s School, Rochester, andò al St. John’s College, Cambridge, per studiare matematica, ma passò alle classiche, dove si laureò con una laurea nel 1884. Nello stesso anno si unì alla Società Teosofica e decise di dedicare la sua vita alla causa della Teosofia.

Durante le sue vacanze, Mead lavorò come volontario presso la sede londinese della Theosophical Society, e in una delle sue visite, nel maggio 1887, incontrò per la prima volta H. P. Blavatsky. Fu subito affascinato, e due anni dopo H.P.B. ripagò la sua devozione dandogli la sua assoluta fiducia e nominandogli la sua segretaria privata. Oltre a gestire la corrispondenza di H.P.B., Mead curò anche la maggior parte delle sue successive opere pubblicate e agì, senza riconoscimento, come assistente alla redazione della sua rivista, Lucifero, per la quale aveva scritto in forma anonima fin dal primo volume.
Lavorando a stretto contatto con la Società Teosofica, Mead pubblicò anche molte delle sue opere: Il mistero del mondo (1895), Plotino (1895), Orfeo (1896) e Pistis Sophia (1896).  Dopo oltre un secolo, la sua edizione di Pistis Sophia rimane una delle migliori traduzioni e commenti disponibili su questo importante testo gnostico.  Poco tempo dopo, Mead pubblicò altre due grandi opere, Frammenti di una fede dimenticata (1900) e Tre volte più grande Hermes (1906). Entrambi esemplificano tutto ciò che di meglio si può trovare nei suoi studi dedicati, scientifici, ma eminentemente leggibili, delle radici spirituali dello gnosticismo cristiano e, più in generale, della religione personale nel mondo greco-romano. Ma il suo lavoro comprendeva molto di più di questo, Mead era ugualmente a suo agio con i testi sanscrito, la letteratura patristica, il pensiero buddista e i problemi della filosofia contemporanea e della ricerca psichica. Ha dedicato la sua energia intellettuale alla complessa interazione tra gnosticismo, ellenismo, ebraismo e cristianesimo.

Nel 1906 Mead iniziò anche la pubblicazione di una serie di monografie dal titolo Echi dalla Gnosi (recentemente ripubblicato in un’edizione del centenario) che riassumono le sue intuizioni sulla formazione della visione del mondo gnostico.  A questo punto Mead aveva già pubblicato otto opere su vari aspetti del mondo paleocristiano e sulla “Teosofia dei Greci”.  Insieme alle sue eccellenti traduzioni dei libri ermetici, queste opere stabilirono la sua reputazione come uno dei più importanti studiosi inglesi nei suoi campi ampiamente scelti.  Mead fu il primo studioso moderno della tradizione gnostica. Un secolo dopo, il corpus della sua opera rimane ineguagliabile per ampiezza e intuizione.

Risorse e commenti compilati da Lance S. Owens

Tradotto con http://www.DeepL.com/Translator

 

The Gnostic Society Library

Gnosis Archive | Library | Bookstore | Index | Web Lectures | Ecclesia Gnostica | Gnostic Society

The G. R. S. Mead Collection

GEORGE ROBERT STOW MEAD (1863-1933) was born at Nuneaton, Warwickshire, England. He came from a military family—his father was a Colonel in the Royal Army Ordinance Corps—but he chose to follow an academic career instead. From King’s School, Rochester, he went up to St. John’s College, Cambridge, to study mathematics but changed to Classics, in which he graduated with a B.A. degree in 1884. In that same year, he joined the Theosophical Society and determined to devote his life to the cause of Theosophy.

During his vacations, Mead worked as a volunteer at the London headquarters of the Theosophical Society, and on one of his visits, in May 1887, he first met H. P. Blavatsky. He was at once captivated, and two years later H.P.B. repaid his devotion by giving him her absolute trust and appointing him her private secretary. In addition to handling H.P.B.’s correspondence, Mead also edited most of her later published works and acted, without acknowledgment, as assistant editor of her magazine, Lucifer, for which he had written anonymously since the first volume.While working closely with the Theosophical Society, Mead also published many of his own works: The World Mystery (1895), Plotinus(1895), Orpheus (1896), and Pistis Sophia (1896).  After over a century, his edition of Pistis Sophia remains one of the best translations and commentary available on this important Gnostic text.  Not long after, Mead published two more major works, Fragments of a Faith Forgotten (1900) and Thrice Greatest Hermes (1906). Both exemplify all that is best in his dedicated, scholarly, but eminently readable studies of the spiritual roots of Christian Gnosticism and, more generally, of personal religion in the Greco-Roman world. But  his work encompassed much more than this, Mead was equally at home with Sanskrit texts, Patristic literature, Buddhist thought, and the problems of contemporary philosophy and psychical research. He devoted his intellectual energy to the complex interplay of Gnosticism, Hellenism, Judaism, and Christianity.

In 1906 Mead also began publication of a series of monographs under the title Echoes from the Gnosis (recently republished in a centennial edition) summarizing his insights into the formation of the Gnostic world-view.  By this time Mead had published eight works on various aspects of the early Christian world and on “The Theosophy of the Greeks.”  Together with his outstanding translations of the Hermetic books, these works established his reputation as one of the foremost English scholars in his broadly chosen fields.  Mead was the first modern scholar of Gnostic tradition. A century later, the corpus of his work remains unequaled in breadth and  insight.

Resources and commentary compiled by Lance S. Owens

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