Chimica occulta è un libro pubblicato per la prima volta ad Adyar nel 1908 da Annie Besant e Charles Webster Leadbeater, esponenti di spicco della Società Teosofica fondata da Helena Petrovna Blavatsky. Seguito da due riedizioni, nel 1919 a cura di Alfred Percy Sinnett, e nel 1951 ad opera di Curuppumullage Jinarajadasa, contiene il resoconto delle osservazioni occulte effettuate dai due teosofi tra il 1895 e il 1933 con l’utilizzo del cosiddetto terzo occhio sulla natura ultima degli elementi, ravvisando una profonda connessione a livello chimicotra energia e materia, in un’ottica affine all’alchimia.

«Il libro consiste sia in descrizioni coordinate e illustrate di presunte controparti eteriche degli atomi degli elementi chimici allora conosciuti, che in altre esposizioni sulla fisica occulta».[1] In esso si sostiene come la materia in apparenza piena corrisponda in realtà ad un vuoto nel sostrato dello spirito.

Storia e fortuna del libro

Già nel 1878 il fisico e occultista americano Edwin Dwight Babbitt (1829-1905)[2] aveva pubblicato The principles of light and color (I principi della luce e del colore) in cui descriveva l’atomo come un minuscolo vortice di energia da lui ritenuto il più elementare componente della materia.[3]

Tramite le loro capacità di chiaroveggenza, Besant e Leadbeater confermarono sostanzialmente col loro libro Chimica occulta il modello atomico di Babbitt, da loro denominato col termine sanscrito Anu.

Più tardi, verso il 1970, sarebbe stato un giovane fisico di nome Stephen Phillips (a ben vedere si tratta di un a interessarsi alla chimica occulta di Besant e Leadbeater, scoprendo che costoro avevano descritto con precisione il numero delle particelle infinitesimali oggi chiamate quark, i componenti dei protoni scoperti molto tempo dopo la loro morte. L’Anu di cui avevano parlato i due veggenti, inoltre, ossia l’elemento ultimo della materia, fu identificato da Phillips con i sub-quark, e da lui rinominato UPA (cioè Ultimate Physical Atom).[4] Raffigurazione delle due tipologie di «Anu», uno positivo, l’altro negativo

Di duplice natura, positiva e negativa, l’Anu è per i due teosofi il responsabile del costituirsi degli stati di materia e dell’anti-materia, attraverso un movimento rotatorio che nell’Anu positivo fa scorrere verso l’esterno le sue energie creative, generando la realtà fisica, mentre l’Anu negativo sottrae la materia riconvertendola in anti-materia e inviandola verso l’Etere, cioè lo spazio omogeneo di energia che tutto pervade, detto anche koilon, che significa “vuoto“.[4]

Ogni Anu è attraversato da linee luminose assimilati da Phillips alla teoria delle superstringhe: esso appariva infatti ai veggenti composto di 10 spirali filiformi, fatte ognuna di 1680 spirillae più piccole. Ogni spirilla conterrebbe a sua volta sette ordini di spirillae ancora più piccole, finché l’ultimo di essi consisterebbe di sette bolle o vortici nel koilon: si tratterebbe di buchi vorticanti nell’etere, da cui si origina tutta la materia, che risulterebbe dunque riempita di questi punti che per il koilon corrispondono in realtà a dei vuoti. Tutti gli Anu o sub-quark sono dunque tutt’altro che compatti, essendo formati da circa 14 milioni di bolle nel koilon etereo, o bolle di schiuma subquantica.[5]

L’etere, questo mitologico medium respirato dagli dei dell’Olimpo, che impregna gli spazi cosmici, era stato messo al bando da Einstein e tuttavia sostituito dagli scienziati con la teoria del campo di Higgs per spiegare il modo in cui si origina la massa dei corpi. Si è continuato pertanto ad avvertire la necessità di un vacuum dello spazio quale è appunto il campo di Higgs che riempia il vuoto trascinando la materia e rendendola pesante grazie alla cosiddetta “particella di Dio” o bosone Higgs.[6] Progressiva dissezione e ingrandimento degli atomi di idrogenoossigeno e azoto a partire dal loro stato gassoso

Le conclusioni di Besant e Leadbeater furono in seguito confermate da alcuni esperimenti condotti nel 1924 dall’esoterista Geoffrey Hodson,[1] e nei primi anni novanta da un altro chiaroveggente, Ron Cowen, secondo cui non solo l’UPA ma anche l’elettrone consistono di flussi toroidali, costellati di anelli simili ai buchi nel koilon descritti dai due teosofi.[6]

  1. ^ a b Geoffrey HodsonAn Appreciation of C.W. Leadbeater, in C. W. Leadbeater: a Great Occultist, a cura di Sandra Hodson e Mathias J. van Thiel, p. 15.
  2. ^ Edwin D. Babbitt, su hatch.kookscience.com.
  3. ^ Douglas Baker, L’apertura del terzo occhio, § 3, Edizioni Crisalide, 2011.
  4. ^ a b Sapienza misterica: il Piano Fisico Cosmico, su sapienzamisterica.it.
  5. ^ Universo settenario, su sapienzamisterica.it.
  6. ^ a b Peter TompkinsLa vita segreta della natura, § 5 e 6, Roma, Mediterranee, 2009.

Bibliografia

Traduzioni italiane

Voci correlate

Collegamenti esterni

LA SMENTITA DEFINITIVA ? 

Continuando la ricerca mi imbatto in un forum che riporta :

(Citazione Originariamente inviata da ESPinPhysics) :


Stephen Phillips è un parapsicologo specializzato in una forma molto rara di ESP chiamata micro-psi.

Egli presenta una complessa teoria dei sottoquarti, riassunta in http://www.scientificexploration.org…4_phillips.pdf.

Il mio unico desiderio è che la sua teoria sia ascoltata da qualcuno del Forum di Fisica che capisca la teoria delle stringhe. Phillips ha anche scritto due libri sull’argomento: Percezione extrasensoriale dei quark e ESP di quark e super-corde.

Chiedo rispettosamente al membro interessato del Forum di sospendere temporaneamente le sue convinzioni sull’ESP e di determinare se Phillips ha fatto o meno un uso corretto della teoria delle stringhe.

ESPinPhysics
Vorrei iniziare raccomandando i commenti dell’arbitro (da pag. 527). A parte l’argomento, il giornale ha dei seri problemi.

Detto questo, la risposta alla sua domanda è che la teoria delle stringhe non è usata correttamente in quel documento.

Se ne parla certamente (sia di vecchi che di nuovi tipi), e si specula su una corrispondenza tra, da un lato, certe categorie di stati di superstringhe e, dall’altro, le particelle che l’autore chiama “atomi fisici ultimi” (originariamente da un libro del 1919 dei chiaroveggenti Besant e Leadbeater(1), che l’articolo cita ampiamente). Tuttavia, non esiste una vera e propria argomentazione stringa-teorica a sostegno di tale corrispondenza, e (cosa ancora più importante nel quadro più ampio) non ci sono dati empirici a sostegno dell’ipotesi di una struttura sub-quark. Viene semplicemente affermato.

D’altra parte, ci sono errori in ciò che poco si applica alla teoria delle superstringhe. L’articolo afferma che la compattazione toroidale è necessaria per il modello descritto, e riconosce che ciò dà origine a una fisica irrealistica su larga scala. Si afferma che questa difficoltà può essere evitata compattando alla ipotetica scala subquark, affermando che “ciò che è irrealistico a livello di quark non deve necessariamente esserlo a livello di subquark, dove le rappresentazioni della materia e i gruppi di simmetria che governano le forze subquark non devono essere compatibili con il modello fenomenologico standard” (p. 522). Sfortunatamente, questa strategia non ha successo; anche se la compattazione toroidale avviene alla scala più piccola possibile, questo porta ancora ad una supersimmetria ininterrotta (e ad una mancanza di interazioni di calibro chirale) alle scale più grandi, contrariamente all’osservazione(2).


(1) Annie Besant e Charles W. Leadbeater, autori della Chimica Occulta, sostenevano di avere poteri speciali che permettevano loro di percepire gli “ultimi atomi fisici” della natura. Hanno fatto un mucchio di previsioni errate.

(2) Riducendo la scala di compattazione si ridurrà anche lo spettro di massa dei sottoquarti. La teoria delineata nel documento è troppo vaga perché io possa affermare che questo sarebbe un problema, ma sembra l’opposto di ciò a cui mirava l’autore.

Tradotto con http://www.DeepL.com/Translator (versione gratuita)

A questo punto io non mi intendo abbastanza per esprimermi e lascio la materia a chi desidera andare oltre …