Seminario Teosofico del 20.3.2021
Per orientarsi nella lettura della Dottrina Segreta, a mò di bussola nel labirinto di quest’opera affascinante, incredibile e gigantesca, è necessario tenerne presente i principi o assiomi fondamentali, cioè:
- L’esistenza di un Principio Onnipresente, eterno, illimitato, immutabile
- L’eternità dell’universo
- La Fondamentale unità di tutte le anime con l’Anima universale e l’obbligatorio pellegrinaggio di ogni anima attraverso il ciclo delle incarnazioni e del Karma.
E’ di questa terza proposizione che ci occupiamo oggi. Per semplicità la possiamo dividere in due parti:
- L’anima di ognuno di noi è unita alla Super-Anima-Universale, o Alaya.
Il concetto di anima universale, o Anima Mundi, lo Spirito Santo del Cristianesimo, per cui ogni elemento della manifestazione contiene la scintilla divina, l’Unità della vita, ha accompagnato il genere umano fin dagli albori dell’umanità.
Per citare solo alcune fonti, ne parla Platone nel Timeo, è elemento centrale dell’opera di Plotino, ne hanno disquisito Marsilio Ficino, (che aveva tradotto le Enneadi di Plotino), Giordano Bruno, Tommaso Campanella e tanti altri .
Scrive Marsilio Ficino:
“Tra le cose che sono soltanto eterne e quelle che sono soltanto temporali vi è l’anima che è come una connessione e un vincolo fra le une e le altre.”
All’opposto abbiamo il meccanicismo di Democrito, secondo il quale parti che si uniscono casualmente hanno generato gli esseri viventi, e non vi sono forze esterne di natura trascendente che ordinano tutte le cose in vista del raggiungimento di un fine.
In fondo abbiamo due opposte visioni del mondo, la prima che parte dall’alto, la seconda dal basso:
- La prima, che coincide con la visione teosofica, in cui l’Essere Immanente è onnipresente, e pervade la Manifestazione
- La seconda, in cui è il caso a generare la vita.
Anche Einstein la pensava come la signora Blavatsky, a questo proposito. Polemizzando al congresso Solvay a Bruxelles con Niels Bohr, premio Nobel inventore del modello dell’atomo, diceva:
“Non posso credere nemmeno per un attimo che Dio giochi a dadi!”
Le implicazioni di questo postulato sono importantissime: l’insieme dell’umanità, e dell’universo, nel tempo e nello spazio è una cosa sola.
Il Male equivale a ignorare questa grande verità: la separatività, l’egoismo, la violenza, lo sfruttamento dei nostri simili, degli animali, delle risorse del pianeta, le guerre perdono ogni senso alla luce della consapevolezza che stiamo solo danneggiando noi stessi, turbando l’Unità della Vita.
Non a caso Aristotele dice nella “Politica” che L’uomo è per natura un animale sociale.
Le scintille divine presenti in ognuno di noi si attirano, e ce ne rendiamo conto in particolare in questi tempi di confinamento forzato. Ci manca soprattutto il nostro prossimo.
E da sempre il genere umano ha avuto una grande attrazione per l’Universo, di cui il nostro pianeta è una parte infinitesimale: solo nella nostra galassia vi sono, secondo stime della NASA e dell’ESA, circa 100 miliardi di stelle, e probabilmente nell’universo due trilioni di galassie.
Cerchiamo da 60 anni di comunicare con altre forme di vita extraterrestri, ad esempio il progetto SETI Breakthrough Listen utilizza centinaia di radiotelescopi che ascoltano giorno e notte eventuali segnali intelligenti dallo spazio interstellare [1]
La seconda parte della terza proposizione ci insegna inoltre che
- La scintilla scaturita dal Sesto Principio Universale (Buddhi) deve passare attraverso forme elementari, poi acquistare individualità, e seguire un percorso di crescita, accompagnato dal suo Karma, fino a Dhyani-Buddha.
Edoardo Bratina ci spiega in modo molto elegante che cosa sia il Karma, utilizzando le leggi della fisica[2]:
“Il Karma è la legge di causa-effetto, agente su tutti i piani della natura, definita dai tre principi della dinamica,
1) Un corpo permane nel suo stato di moto o quiete finché non subentra una forza esterna (quindi qualunque cosa accada è dovuta ad una causa determinata) . Non esistono effetti senza cause.
2)Una forza applicata ad un corpo imprime al corpo stesso un’accelerazione proporzionale alla forza stessa, cioè i risultati sono sempre proporzionali alle forze poste in azione.
3) Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.”
La Legge del Karma è forse l’unica dottrina che può spiegarci il problema misterioso del Bene e del Male, e riconciliare l’uomo con la terribile e apparente ingiustizia della vita.
Scrive la Signora Blavatsky[3]:
“Di tutte le terribili bestemmie e accuse rivolte virtualmente al loro Dio dai monoteisti, nessuna è più grande o più imperdonabile di quella (quasi sempre) falsa umiltà che fa affermare il presumibilmente “pio” cristiano, in connessione con ogni colpo malvagio e immeritato, che “tale è la volontà di Dio”.
“Non è l’onda che annega un uomo, ma l’azione personale del disgraziato, che va deliberatamente e si pone sotto l’azione impersonale delle leggi che governano il moto dell’Oceano. Il karma non crea nulla, né progetta. È l’uomo che pianifica e crea le cause e la legge karmica regola gli effetti; il quale aggiustamento non è un atto, ma un’armonia universale, che tende sempre a riprendere la sua posizione originaria, come un ramo, che, piegato con troppa forza, rimbalza con corrispondente vigore”
“Intimamente, o meglio indissolubilmente, connessa al Karma, quindi, è la legge della rinascita, ovvero della reincarnazione della stessa individualità spirituale in una lunga, quasi interminabile, serie di personalità. Queste ultime sono come i vari costumi e personaggi interpretati dallo stesso attore, con ognuno dei quali quell’attore si identifica e viene identificato dal pubblico, per lo spazio di poche ore. L’uomo interiore o reale, che personifica quei personaggi, sa per tutto il tempo di essere Amleto per il breve spazio di pochi atti, che rappresentano però sul piano dell’illusione umana l’intera vita di Amleto. E sa di essere stato, la sera prima, Re Lear, la trasformazione a sua volta dell’Otello di una notte ancora precedente; ma si suppone che il personaggio esterno e visibile ignori il fatto. Nella vita reale questa ignoranza è purtroppo, ma troppo reale. Tuttavia, l’individualità permanente è pienamente consapevole del fatto, sebbene, attraverso l’atrofia dell’occhio “spirituale” nel corpo fisico, la conoscenza non sia in grado di imprimersi nella coscienza della falsa personalità.
Questa dottrina della reincarnazione non ha i suoi eguali sulla terra. È un credo in un progresso perpetuo per ogni Ego incarnato, o anima divina, in un’evoluzione dall’esterno all’interno, dal materiale allo spirituale, arrivando alla fine di ogni fase all’unità assoluta con il Principio divino. Di forza in forza, dalla bellezza e perfezione di un piano alla più grande bellezza e perfezione di un altro, con arricchimento di nuova gloria, di nuova conoscenza e potere in ogni ciclo, tale è il destino di ogni Ego, che diventa così il proprio Salvatore in ogni mondo e incarnazione. In altre parole, può ritornare allo stato originale dell’omogeneità dell’essenza primordiale solo attraverso l’aggiunta del frutto del Karma, che solo è in grado di creare una divinità cosciente assoluta, distante solo di un grado dall’assoluto TUTTO.”[3]
Concludendo, qual è il significato della terza proposizione per l’individuo?
Siamo sì tutti sottomessi alla Legge karmica, ma siamo pur sempre liberi di agire, generiamo continuamente nuovo karma, siamo liberi di tendere al Male o al Bene, (e attenzione alle forme-pensiero), influenzando così il destino nostro e dei nostri simili per il futuro.
La consapevolezza del libero arbitrio deve farci tendere verso il Bene, ad un percorso di miglioramento continuo, verso il Bello ed il Buono .
Inoltre, essendoci addentrati sul sentiero della conoscenza dell’Antica Saggezza, abbiamo il dovere morale di mettere in pratica e di servire da esempio per il nostro prossimo quanto vi è enunciato.
Ogni mattina, al nostro risveglio, chiediamoci quindi cosa possiamo fare oggi per essere migliori di ieri.
Bibliografia:
[1] IEEE Spectrum, February 2021, p.35
[2] Annie Besant, Karma o l’Enigma del Destino, E.T.I , 2005
[3] Brani tratti da scritti di H.P. Blavatsky, in particolare da The Key to Theosophy, The Secret Doctrine e H.P.B. Articles.
Pubblicato da Theosophy Magazine (Los Angeles, California, USA), nel giugno 1974, luglio 1988, agosto 1988 e settembre 1988