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Rivista Teosofica Svizzera/Ticinese (ADYAR)

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Rivista Teosofica Svizzera/Ticinese (ADYAR)

Archivi del giorno: febbraio 1, 2012

Laya Yoga

01 mercoledì Feb 2012

Posted by ancaroni in Articoli della Rivista Teosofica Ticinese

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Il Laya Yoga è la scienza che permette di liberare l’energia latente nel sistema nervoso umano.

Quando l’uomo si è evoluto, da animale motivato fisicamente ad animale motivato mentalmente, ha perduto molto della sua forza fisica e della sua capacità di resistenza. È possibile che la forza e la resistenza degli antenati cavernicoli dell’uomo siano ancora racchiuse nel suo Sistema Nervoso Centrale (cioè il cervello e il midollo spinale), sotto forma d’energia potenziale. Il Laya Yoga è la chiave che cerca di schiudere le riserve delle energie nascoste dell’uomo.

Questa energia latente è chiamata « Kundalini » ed è simboleggiata da un serpente avvolto su se stesso tre volte e mezzo. La simbologia del serpente ci dà le implicazioni segrete della « Kundalini ».

Il serpente è un simbolo sessuale fin dai tempi più remoti, e questo ci dice che la Kundalini è intimamente connessa con l’espressione sessuale dell’uomo. Infatti l’attività sessuale scaturisce dal flusso della forza Kundalini, ed è l’esempio più concreto di un’energia latente in noi che ha effetti tanto vasti sulla nostra vita. L’orgasmo dell’unione sessuale, si dice, è simile al tremito e alla beatitudine dell’ascesa della Kundalini.

Questo nesso tra l’attività sessuale e la Kundalini ha portato a svilupparsi due diverse scuole di pensiero. La scuola Tantra insegna l’ascesa e la liberazione della Kundalini usando l’atto fisico del rapporto come un canale attraverso il quale si esprime questa energia. La scuola Yoga insegna che l’attività sessuale deve essere interrotta (Bramacharya), reprimendo cosi la Kundalini fino a quando la pressione diviene sufficientemente forte perché la sua energia si desti. Entrambe le scuole pos­siedono metà della chiave, nei loro rispettivi punti di vista, e il risultato è che entrambe hanno confuso completamente gli occidentali, i quali si sono dati alla pratica degli esercizi non del tutto innocui prescritti dall’una o dall’altra tradizione.

Il serpente, oltre a simboleggiare l’istinto della procreazione, rappresenta la saggezza… la saggezza del controllo mentale. Questo indica che, se esiste un’energia come la Kundalini, può venire liberata solo se la mente esercita un preciso e cauto stimolo nei punti dove è più facile che la Kundalini si manifesti. L’individuo che destasse la Kundalini senza aver acquisito prima il controllo della propria mente mediante le discipline del Raja Yoga, correrebbe il rischio di un’infermità mentale.

L’ultimo punto che si deve sottoporre all’attenzione dello studente riguarda il fatto che il serpente viene sempre mostrato ravvolto in spire. Un serpente si avvolge in tal modo per prepararsi a scattare, ed è cosi che la Kundalini sta dentro di noi, compressa come una molla, e pronta a passare dall’energia statica potenziale alla manifestazione cinetica, nelle condizioni adatte. I tre avvolgimenti rappresentano i tre stati dell’energia (positiva, negativa e neutra), mentre il mezzo avvolgimento rap­presenta la Kundalini, sempre in procinto di passare dalla manifestazione statica a quella cinetica.

In Oriente si insegna che, come l’incantatore di serpenti deve per prima cosa rendersi immune ai veleni, io studente del Laya Yoga deve prepararsi ai trauma del risveglio della Kundalini, o subirne le conseguenze. Inoltre, deve sapere e ricordare che risvegliare la Kundalini è più.’i facile che controllarla e dominarla.

Gli antichi Yogi ottenevano la loro straordinaria conoscenza del corpo umano soprattutto mediante un processo d’introspezione. Per mezzo del Raja Yoga divenivano così intensamente consci di se stessi che « sentivano » interiormente, più che non « vedessero », i principali vasi sanguigni, i nervi e gli organi. Da questa introspezione nacque una teoria relativa all’esistenza di certi « Nadi », o nervi psichici attraverso i quali poteva manifestarsi la Kundalini.

Di questi canali astrali, i tre più importanti vennero chiamati Ida, Pingala e Sushumna. Ida e Pingala scorrono lungo il lato sinistro e destro della spina dorsale (in corrispondenza con il ganglio nervoso simpatico ai due lati della colonna vertebrale), mentre Sushumna scorre in mezzo, in una posizione corrispondente a quella del midollo spinale.

Allegoricamente, Sushumna rappresenta il canale della « Coscienza di Cristo » in tutti noi, che viene tenuto vacante o « crocifisso » dalle emozioni scatenate in Ida e Pingala (i due ladroni appesi ai lati di Cristo).

La Kundalini è racchiusa alla base della spina dorsale nel « Kanda » a forma di uovo, dal quale emanano, è detto, settantaduemila nervi psichici, inclusi Ida, Pingala e Sushumna. Lo scopo del Laya Yoga consiste nel destare la Kundalini e nel forzarla ad ascendere lungo Sushumna, svegliando i vari centri vitali situati lungo il percorso, e unendosi finalmente con il centro alla sommità, il Sahasrara, dove si compie l’unione tra la Shakti della Kundalini (energia femminile o negativa) e la Shakti di Siva (energia maschile o positiva).

Questo concetto può essere interpretato simbolicamente o letteralmente. Ogni « Chakra », o centro psichico, quando viene toccato dall’ascendente Kundalini, pone per cosi dire in coabitazione il Dio e la Dea che dimorano al suo interno. Si può dire che questa sia la descrizione dell’unione tra l’aspetto positivo e quello negativo della vita, che avviene nel corso dell’ascesa verso la coscienza spirituale. Solitamente si insegna che il corpo umano contiene sette centri psichici principali, cinque situati lungo la spina dorsale, e due nella testa. Questi centri sono chiamati Chakra o Padma. Chakra significa ruota, e quindi si sottintende che tali centri siano attivi o in movimento. Padma significa loto; e come un loto è qualcosa che cresce, i centri psichici in noi non sono pienamente sviluppati, ma devono ancora schiudere i loro « petali » per sbocciare.

Un centro psichico (Chakra o Padma) può essere definito come un vortice rotante d’energia, situato al punto di congiunzione tra il corpo e la mente. Lo studente, a prima vista, può essere tentato di respingere l’idea dei « centri psichici »; ma se considera che questo insegnamento del Laya Yoga è una teoria vecchia di 2.500 anni, riscoperta solo recentemente dalla psichiatria moderna con la denominazione di « medicina psicosomatica », non potrà fare a meno di provare un interesse razionale. Ogni Chakra è correlato con una ghiandola importante e un centro nervoso del nostro or­ganismo. Per coincidenza, o mediante un metodo d’introspezione analitica che per noi è andato perduto, i punti in cui sono situati i Chakra corrispondono ai punti del corpo umano in cui si manifesta più comunemente la tensione psicosomatica.

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Worrell Keely e la Vibrazione Simpatica

01 mercoledì Feb 2012

Posted by ancaroni in Articoli della Rivista Teosofica Ticinese

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John Ernst Worrell Keely (Settembre 3, 1827 – Novembre 18, 1898) era un inventore americano di Philadelphia: inventò il “Motore di Keely” o “Keely Motor”. La chiave delle sue conoscenze è la scoperta della Sympathetic Vibratory Physics, ovvero fisica della vibrazione simpatica. Manipolando le onde sonore si accorse che in particolari casi era possibile generare effetti a dir poco stupefacenti. Alcune delle sue scoperte al tempo sembravano praticamente incredibili, mentre hanno trovato un riscontro ed utilizzo anche commerciale nei giorni nostri:

  • riportò effetti di disintegrazione della pietra con onde sonore (che oggi è un processo di lavorazione comunemente utilizzato);
  • produsse effetti luminosi nell’acqua, oggi conosciuti come Sonoluminescenza;
  • riportò effetti di levitazione acustica, cioè tramite onde sonore (esperimento replicato con esito positivo dalla NASA, sollevando piccoli sassi);
  • notò che alcune geometrie intensificavano la pressione sonora senza aggiungere ulteriore energia, oggi brevetto in uso dalla MacroSonics;
  • osservò un effetto di diminuzione della temperatura in presenza di certe vibrazioni, oggi brevettato come refrigerazione acustica.
Keely utilizzava il suono prodotto da strumenti simili a canne d’organo, o da corni di ottone, propagato attraverso un filo metallico composto da oro, argento e platino (come alcuni gong tibetani), o da un semplice filo di seta. Sollevava sfere, composte dai tre metalli, al solo suono di una nota. Per raggiungere lo scopo si avvalse di molte apparecchiature da lui inventate. Una consisteva in una grossa sfera di rame di trenta centimetri di diametro, bloccata da un sostegno verticale. Al suo interno una serie di piatti metallici e tubi risonanti. Al disotto una serie di aculei di metalli che pizzicati emettevano un suono simile al diapason: veniva chiamato “Liberatore”. Un lungo filo composto da tre metalli: oro, platino e argento, era collegato ad un altro apparecchio “Risonatore” il quale poggiava su di un altro tavolo a 90 centimetri dalla sfera. Era composto da un cilindro metallico di quindici centimetri di diametro, alto venti, costituito da tubi metallici verticali, sui quali si trovava una coppa di ottone e vetro, al cui interno una bussola puntava con l’ago verso il Nord magnetico.

Gli aculei sollecitati producevano una nota che veniva regolata sul giusto tono, poi l’inventore suonava una tromba e l’ago della bussola ruotava impazzito. Keely, con i suoi strumenti, riusciva a fare molte cose, come far galleggiare sfere di 900 grammi sulla superficie dell’acqua contenuta in un recipiente. La cosa straordinaria era che le tre sfere rimanevano a galleggiare anche dopo che Keely cessava di suonare il suo corno. Solamente al suono di una nota diversa da quella iniziale le sfere affondavano nel liquido; riuscì a farle fluttuare anche nell’aria e di conseguenza fece volare un modello in scala di velivolo di quasi quattro chili!

Inventò anche uno strumento che doveva divenire l’elemento principale di un nuovo motore meccanico: l’arcolaio. Centinaia di sfere, tamburi e ruote, che producevano una potenza inaudita capace di impressionare le persone che assistevano ai suoi esperimenti. Costruì un cannone a vibrazioni per la marina militare, ma risultò troppo complicato nel suo funzionamento.  Ridusse le dimensioni del suo Liberatore, rendendolo grande quanto un orologio da taschino, ma era il procedimento che complicava la realizzazione fuori del suo laboratorio. Era necessario trovare l’accordo di massa, ossia trovare la giusta intonazione fra le vibrazioni corporee di Keely, di risonanza della stanza, degli apparecchi e quelle emesse da eventuali visitatori. Quindi tutto doveva essere preventivamente sintonizzato.

Scoprì anche che le vibrazioni simpatiche erano in grado di disintegrare il quarzo e altri tipi di roccia dura usando la nota giusta. L’accordo di massa sulla prima ottava produce 42.800 vibrazioni al secondo sufficienti allo scopo. Ideò quindi un disintegratore che poteva venire impiegato nell’industria mineraria. Gli imprenditori minerari dell’epoca finanziarono ulteriori ricerche e Keely modificò di nuovo il Liberatore. Rifiutò comunque di rivelare la natura della forza “eterea” utilizzata e il conflitto che si venne a creare con i suoi finanziatori, lo spinse, in preda all’ira, a distruggere parte di quanto aveva scoperto e creato.

Gli effetti del suono hanno contribuito a catalogare le vibrazioni e enumerare quaranta leggi riguardanti la “vibrazione simpatica”. Sono gli argomenti della fisica teorica, delle stringhe e delle Superstringhe, secondo cui l’universo sarebbe la manifestazione dell’energia vibratoria. Dall’analisi della materia emerge che questa è un insieme di vibrazioni contenute nella sua struttura atomica. Le molecole sono composte da atomi, questi da leptoni, da fermioni, da fotoni, da quark e infine dai mesoni. Quindi alla base esiste una “sostanza” formata da particelle fini che possiedono una frequenza, ossia vibrano e si trasformano in materia.

“Nello spazio esiste una quantità infinita di atomi, base di tutta la materia, in condizione di movimento vibratorio costante, infinito nel limite, immutabile nella quantità, inizio di tutte le forme d’energia”. John Keely

Questa oscillazione o risonanza si presenta in cicli di tempo esatti e può essere misurata, controllata e stando agli esperimenti effettuati da Keely, utilizzata. Molti i testimoni fra i quali Nikola Tesla, Jules Verne, Thomas Edison, tanto da spingere i grandi finanzieri dell’epoca a costituire un’azienda, la Motor Keely, impegnando ben cinque milioni di dollari nell’impresa.

Perfino Madame Blavatsky riservò un capitolo al lavoro di Keely, alla forza energetica utilizzata nei suoi esperimenti. Secondo Madame Blavatsky, al signor Keely era stato concesso il permesso di passare oltre un limite perché ciò che inconsciamente aveva scoperto era la terribile forza siderale, chiamata Miscela (Mash Mak) dagli atlantidei, menzionata nel Ashtar Vidya con “un appellativo che non era gradito dare”. Era il Vril di Bulwer Lytton, la forza vibratoria che riduce in cenere centomila uomini ed elefanti; il fiabesco “Occhio di Kapilla” dei libri Indù. Una forza talmente distruttiva che in possesso di un moderno Attila ridurrebbe l’Europa al suo caotico stato primitivo in pochi giorni e senza testimoni in vita. Sempre secondo quanto afferma Blavatsky può essere prodotto un suono tale da sollevare in aria la Piramide di Cheope!

Keely quindi pare si sia affacciato alla soglia di alcuni dei più grandi segreti dell’universo in particolare riguardo a quello attraverso il quale si è sviluppato il mistero delle forze fisiche, quelle stesse forze, quelle vibrazioni che hanno permesso al suo “motore” di funzionare. E Forse a Leedskalnin di costruire il suo Coral Castle.

 

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