Il Laya Yoga è la scienza che permette di liberare l’energia latente nel sistema nervoso umano.

Quando l’uomo si è evoluto, da animale motivato fisicamente ad animale motivato mentalmente, ha perduto molto della sua forza fisica e della sua capacità di resistenza. È possibile che la forza e la resistenza degli antenati cavernicoli dell’uomo siano ancora racchiuse nel suo Sistema Nervoso Centrale (cioè il cervello e il midollo spinale), sotto forma d’energia potenziale. Il Laya Yoga è la chiave che cerca di schiudere le riserve delle energie nascoste dell’uomo.

Questa energia latente è chiamata « Kundalini » ed è simboleggiata da un serpente avvolto su se stesso tre volte e mezzo. La simbologia del serpente ci dà le implicazioni segrete della « Kundalini ».

Il serpente è un simbolo sessuale fin dai tempi più remoti, e questo ci dice che la Kundalini è intimamente connessa con l’espressione sessuale dell’uomo. Infatti l’attività sessuale scaturisce dal flusso della forza Kundalini, ed è l’esempio più concreto di un’energia latente in noi che ha effetti tanto vasti sulla nostra vita. L’orgasmo dell’unione sessuale, si dice, è simile al tremito e alla beatitudine dell’ascesa della Kundalini.

Questo nesso tra l’attività sessuale e la Kundalini ha portato a svilupparsi due diverse scuole di pensiero. La scuola Tantra insegna l’ascesa e la liberazione della Kundalini usando l’atto fisico del rapporto come un canale attraverso il quale si esprime questa energia. La scuola Yoga insegna che l’attività sessuale deve essere interrotta (Bramacharya), reprimendo cosi la Kundalini fino a quando la pressione diviene sufficientemente forte perché la sua energia si desti. Entrambe le scuole pos­siedono metà della chiave, nei loro rispettivi punti di vista, e il risultato è che entrambe hanno confuso completamente gli occidentali, i quali si sono dati alla pratica degli esercizi non del tutto innocui prescritti dall’una o dall’altra tradizione.

Il serpente, oltre a simboleggiare l’istinto della procreazione, rappresenta la saggezza… la saggezza del controllo mentale. Questo indica che, se esiste un’energia come la Kundalini, può venire liberata solo se la mente esercita un preciso e cauto stimolo nei punti dove è più facile che la Kundalini si manifesti. L’individuo che destasse la Kundalini senza aver acquisito prima il controllo della propria mente mediante le discipline del Raja Yoga, correrebbe il rischio di un’infermità mentale.

L’ultimo punto che si deve sottoporre all’attenzione dello studente riguarda il fatto che il serpente viene sempre mostrato ravvolto in spire. Un serpente si avvolge in tal modo per prepararsi a scattare, ed è cosi che la Kundalini sta dentro di noi, compressa come una molla, e pronta a passare dall’energia statica potenziale alla manifestazione cinetica, nelle condizioni adatte. I tre avvolgimenti rappresentano i tre stati dell’energia (positiva, negativa e neutra), mentre il mezzo avvolgimento rap­presenta la Kundalini, sempre in procinto di passare dalla manifestazione statica a quella cinetica.

In Oriente si insegna che, come l’incantatore di serpenti deve per prima cosa rendersi immune ai veleni, io studente del Laya Yoga deve prepararsi ai trauma del risveglio della Kundalini, o subirne le conseguenze. Inoltre, deve sapere e ricordare che risvegliare la Kundalini è più.’i facile che controllarla e dominarla.

Gli antichi Yogi ottenevano la loro straordinaria conoscenza del corpo umano soprattutto mediante un processo d’introspezione. Per mezzo del Raja Yoga divenivano così intensamente consci di se stessi che « sentivano » interiormente, più che non « vedessero », i principali vasi sanguigni, i nervi e gli organi. Da questa introspezione nacque una teoria relativa all’esistenza di certi « Nadi », o nervi psichici attraverso i quali poteva manifestarsi la Kundalini.

Di questi canali astrali, i tre più importanti vennero chiamati Ida, Pingala e Sushumna. Ida e Pingala scorrono lungo il lato sinistro e destro della spina dorsale (in corrispondenza con il ganglio nervoso simpatico ai due lati della colonna vertebrale), mentre Sushumna scorre in mezzo, in una posizione corrispondente a quella del midollo spinale.

Allegoricamente, Sushumna rappresenta il canale della « Coscienza di Cristo » in tutti noi, che viene tenuto vacante o « crocifisso » dalle emozioni scatenate in Ida e Pingala (i due ladroni appesi ai lati di Cristo).

La Kundalini è racchiusa alla base della spina dorsale nel « Kanda » a forma di uovo, dal quale emanano, è detto, settantaduemila nervi psichici, inclusi Ida, Pingala e Sushumna. Lo scopo del Laya Yoga consiste nel destare la Kundalini e nel forzarla ad ascendere lungo Sushumna, svegliando i vari centri vitali situati lungo il percorso, e unendosi finalmente con il centro alla sommità, il Sahasrara, dove si compie l’unione tra la Shakti della Kundalini (energia femminile o negativa) e la Shakti di Siva (energia maschile o positiva).

Questo concetto può essere interpretato simbolicamente o letteralmente. Ogni « Chakra », o centro psichico, quando viene toccato dall’ascendente Kundalini, pone per cosi dire in coabitazione il Dio e la Dea che dimorano al suo interno. Si può dire che questa sia la descrizione dell’unione tra l’aspetto positivo e quello negativo della vita, che avviene nel corso dell’ascesa verso la coscienza spirituale. Solitamente si insegna che il corpo umano contiene sette centri psichici principali, cinque situati lungo la spina dorsale, e due nella testa. Questi centri sono chiamati Chakra o Padma. Chakra significa ruota, e quindi si sottintende che tali centri siano attivi o in movimento. Padma significa loto; e come un loto è qualcosa che cresce, i centri psichici in noi non sono pienamente sviluppati, ma devono ancora schiudere i loro « petali » per sbocciare.

Un centro psichico (Chakra o Padma) può essere definito come un vortice rotante d’energia, situato al punto di congiunzione tra il corpo e la mente. Lo studente, a prima vista, può essere tentato di respingere l’idea dei « centri psichici »; ma se considera che questo insegnamento del Laya Yoga è una teoria vecchia di 2.500 anni, riscoperta solo recentemente dalla psichiatria moderna con la denominazione di « medicina psicosomatica », non potrà fare a meno di provare un interesse razionale. Ogni Chakra è correlato con una ghiandola importante e un centro nervoso del nostro or­ganismo. Per coincidenza, o mediante un metodo d’introspezione analitica che per noi è andato perduto, i punti in cui sono situati i Chakra corrispondono ai punti del corpo umano in cui si manifesta più comunemente la tensione psicosomatica.