Seminario Ascona 2015: Scienza e spiritualità: dalla molteplicità delle forme all’unità della vita.

20.3.2015

Marco Boccadoro

Scienza, Leggi della Natura e Unità della vita

 

L’unità fondamentale di tutte le forme di vita è una proposizione fondamentale della Teosofia, espressa nella prima proposizione della Dottrina Segreta dalla Signora Blavatsky, e cioè:

“ esiste un principio onnipresente, eterno, senza confini, un principio immutabile sul quale è impossibile speculare poiché esso trascende il potere di astrazione e di concezione umano. L’impensabile e indescrivibile, il grande respiro.” [i]

La vita si manifesta in forme molteplici, ma lo scopo della molteplicità è l’evoluzione, che a sua volta ci deve ricondurre all’Unità.

Giordano Bruno, apostolo della Teosofia, ha detto: “Dio è il principio interiore di ogni movimento, quella identità che riempie il tutto e illumina l’universo.”

Tutto è contenuto in questo Principio, “poiché l’infinito non ha nulla che è esterno a se stesso.”

Dopo aver delineato il suo concetto di Dio, Bruno procede a definire la natura. “La Natura”, dice, “è una unità di entità viventi, in ognuna delle quali è presente il potere del tutto.” La natura può apparirci in forme innumerevoli, ma deve sempre essere considerata come unita nel suo principio fondamentale. La Natura, quindi, non deve mai essere concepita come una creazione, ma semplicemente come uno sviluppo di questo Primo Principio. Dove, poi, dovremmo cercare Dio? Nelle leggi immutabili della natura, nella luce del sole, nella bellezza di tutto ciò che scaturisce dal seno della madre terra, sotto gli occhi di stelle innumerevoli che brillano nell’ immensità dello spazio, e che vivono e sentono e pensano, e magnificare i poteri di questo Principio Universale “

Inoltre Giordano Bruno postula l’identità di tutte le anime con l’Anima Universale. Sebbene ammetta l’esistenza di un numero infinito di individui, “finalmente essi sono Uno nella loro natura, e la conoscenza di questa unità è lo scopo di tutta la filosofia” [ii]

Se per la Teosofia l’Unità della Vita, e la Fratellanza Universale sua immediata conseguenza sono concetti ovvi, il dibattito sulle leggi della Natura, di chi ne sia l’Autore, se esistano eccezioni alle Leggi (i “miracoli”) e se esista un’ unica Legge, un unico modello che descrive il Tutto, ha occupato a lungo prima i filosofi e poi gli scienziati (e li occupa tutt’ora) .

Gli antichi Greci pensavano che le leggi della natura fossero qualcosa di simile alle leggi degli uomini, e descrivevano spesso i processi fisici in termini legali.

I fenomeni fisici venivano dotati di intelligenza e discernimento, “umanizzati”, per così dire.

Tommaso d’Aquino (1225-1274) scriveva “ E’ chiaro che i corpi inanimati raggiungono il loro obiettivo non per caso, ma intenzionalmente… per cui esiste un essere intelligente da cui tutto viene ordinato verso il suo fine”[iii]

Anche Johannes Keplero, nel sedicesimo secolo, credeva che i pianeti avessero un senso di percezione e seguissero coscientemente delle leggi di movimento colte dalla loro “mente”.

Il concetto delle leggi della natura è stato però formulato esplicitamente e rigorosamente per primo da Cartesio, o René Descartes (1596-1650)[iv]

Cartesio credeva che Dio avesse ordinato le leggi della natura, ma che non avesse altra scelta, poiché erano le uniche possibili leggi sensate. Questa enunciazione (cioè Dio messo alle strette) sembra confutare l’autorità divina, ma Cartesio disse subito anche che le leggi erano inalterabili in quanto emanazione della natura intrinseca divina.

Cartesio è anche in parte responsabile della separatività dell’uomo moderno, l’identificazione con la propria mente e non con un entità organica. Egli ha infatti distinto due realtà indipendenti, la materia e la mente.

Per inciso, questa visione meccanicistica del mondo, se da una parte ha dato un grande impulso allo sviluppo della scienza, dall’altra la frammentazione del modo, visto come un insieme di oggetti separati e poi per estensione di razze, gruppi religiosi, nazioni, è responsabile dei molti disastri sociali, ecologici, economici dei nostri giorni.

Eppure anche Cartesio era vagamente consapevole dell’Unità della Vita: «Tutte le scienze non sono altro che l’umana sapienza che permane sempre unica e identica per quanto differenti siano gli oggetti cui si applica […] Tutte le scienze sono così connesse tra loro che è molto più facile apprenderle insieme piuttosto che separarne una sola dalle altre».[v]

Isaac Newton in seguito (1643-1727) formulò le tre leggi del moto, e la legge di gravità, che spiegano la quasi totalità dei fenomeni meccanici e della cinematica, e che vengono ancora insegnate oggi, in quanto indispensabile strumento della scienza e della tecnologia.

Un’altra pietra miliare nell’enunciazione delle Leggi della fisica è stata posata nel 1860 da James Maxwell, un fisico scozzese.

Le quattro geniali equazioni di Maxwell, sebbene sconosciute ai più, (e purtroppo conosciute solo parzialmente da chi scrive, a suo tempo, all’esame orale di fisica del Politecnico di Zurigo) governano infatti tutto quanto ha a che fare con i computers, l’elettronica, le apparecchiature elettriche, i motori , le onde elettromagnetiche. Maxwell ha anche dimostrato la natura ondulatoria della luce.

Le leggi di Newton hanno comunque mantenuto la loro validità finché un oscuro impiegato dell’Ufficio Brevetti di Berna, Albert Einstein, nel 1905 formulò l’ipotesi della costanza della velocità della luce.[vi]

La teoria della relatività ha in pratica rivoluzionato il nostro concetto di spazio e di tempo.

Ad esempio, la teoria di Einstein dice che oggetti in movimento rimpiccioliscono, e orologi in movimento vanno più lentamente. Nel 1971 un aereo con a bordo un orologio atomico precisissimo ha sorvolato la terra verso ovest (in senso contrario alla rotazione del pianeta quindi), e è stato dimostrato che il tempo sull’ aereo ha effettivamente rallentato.

In pratica il nostro sistema tridimensionale può essere visto come un’ombra di un sistema quadri-dimensionale spazio-tempo, così come la nostra ombra bidimensionale per il sistema a tre dimensioni.

Come non ha senso chiedersi quanto è lunga la nostra ombra (dipende dall’angolazione della sorgente di luce) così ha poco senso misurare un oggetto (dipende dalla velocità relativa osservatore-osservato)

Dopo questo articolato percorso, a che punto siamo oggi?

Sappiamo che esistono quattro forze della natura conosciute:

  • La forza di gravità, la celeberrima mela sulla testa di Newton.
  • L’elettromagnetismo: cariche opposte si attirano, uguali si respingono; è molto più forte della forza di gravità, ma le cariche elettriche, nei corpi, si bilanciano, quindi non le notiamo.
  • La forza nucleare debole: causa la radioattività e ha contribuito a formare l’universo
  • La forza nucleare forte: tiene assieme i neutroni ed i protoni nel nucleo, e queste stesse particelle [vii]

La fisica sta cercano da anni di unificare queste quattro forze in una sola Legge, la Teoria Del Tutto (Grand Unified Theory) ma sembra che il mistero non si lasci svelare facilmente. Sarebbe il Santo Graal della fisica.

L’elettromagnetismo è stato unificato con la forza nucleare debole (nel 1967) ma i tentativi di comporre le quattro forze in un’unica legge, basati sulla meccanica quantistica, sul modello di Feynman, sulla supersimmetria, sulla supergravità, la teoria delle stringhe, lo spazio a 11 dimensioni, non hanno finora avuto successo .

Sembra che più ci si avvicini alla chiave risolutiva del problema, più questa sfugga di mano.

Probabilmente una comprensione scientifica olistica delle leggi della Natura non è alla nostra portata.

L’Unità della vita deve essere percepita con gli occhi del cuore e non della mente.

Scrive Fritjof Capra:[viii]

“L’ essenza del mondo orientale è la consapevolezza dell’Unità e della mutua interrelazione di tutte le cose e di tutti gli eventi, la constatazione che tutti i fenomeni nel mondo sono manifestazioni di una fondamentale unicità…

…entrando nel samadhi (equilibrio mentale, lo stato mentale equilibrato e tranquillo) di purità si ottiene una visione che tutto penetra e permette di divenire coscienti dell’assoluta unicità dell’universo.

La fondamentale unicità dell’universo non è solo la caratteristica principale dell’esperienza mistica, ma è anche una delle più importanti rivelazioni della fisica moderna. Essa diviene evidente a livello atomico e si manifesta tanto più chiaramente quanto più si penetra in profondità nella materia.”

Ma l’unità dell’universo diviene evidente con il principio di indeterminazione di Heisenberg, il quale stabilisce che non si può misurare contemporaneamente precisamente la posizione e la quantità di moto (massa x velocità) di una particella.

Cioè, se decidiamo di misurarne la posizione, non si potrà misurare la quantità di moto, e viceversa.

Esiste un’interazione tra ciò che decidiamo noi e il comportamento della particella, veniamo in altre parole coinvolti da ciò che vogliamo misurare!

Questo principio vale in generale per la meccanica quantistica, e dimostra che l’osservatore è legato alla cosa osservata.

Una spiegazione con gli occhi del cuore la possiamo trovare in Tommaso D’Aquino:[ix]

“Il mondo tende al bene, perché è attratto dal bene assoluto, dal bene in sé. Ma tutto il bene che c’è nel mondo è bene partecipato: il bene perciò cui tende il mondo è un bene fuori del mondo.

Il Bene assoluto, il Bene in sé, il Bene sommo, che attrae il mondo e così lo governa, è uno solo, perciò nel governo del mondo c’è l’unità; ciò è anche conforme alla natura delle cose, cui ripugna lo smembramento.”

Due concezioni del mondo, l’una scientifica, l’altra mistica. Chi ha ragione?

La domanda è mal formulata, in fondo, sono due metodiche complementari per avvicinarsi alla Conoscenza.

Scrive ancora Fritjof Capra:

“La scienza non ha bisogno del misticismo e il misticismo no ha bisogno della scienza; ma l’uomo ha bisogno dell’uno e dell’altra. L’esperienza mistica è necessaria per comprendere la natura più profonda delle cose, e la scienza è essenziale per la vita moderna.”

[i] H.P.Blavatsky, The Secret Doctrine 1:14

[ii] THEOSOPHY, Vol. 26, No. 8, June, 1938

(Pagg. 338-344)

[iii] Tommaso D’Aquino, Summa Teologica

[iv] Stephen Hawking et al., the Grand Design

[v] René DesCartes , Regulae ad directionem ingenii

[vi] Albert Einstein, Zur Elektrodynamik bewegter Körper

[vii] Vedi nota 4

[viii] Fritjof Capra, Il Tao della fisica, Adelphi

[ix] Vedi nota 3, questione 103