si avvicina il 17 febbraio, giorno della ricorrenza dell’Adyar Day, il giorno in cui i Teosofi di tutto il mondo ricordano il luogo simbolo del movimento teosofico. Desidero condividere con tutti voi questo evento, trascrivendo di seguito un editoriale pubblicato nella Rivista Italiana di Teosofia qualche anno fa.
Confido che tutti nostri Gruppi e Centri considerino questo giorno in tutta la sua importanza e significato.
Con un fraterno saluto e l’augurio di Ogni Bene
Antonio Girardi
(Segretario Generale)
L’Adyar Day: non solo un ricordo
Nell’ambito della Società Teosofica il 17 febbraio viene ricordato come l’Adyar Day. E’ una consuetudine nata negli Anni Venti del secolo scorso e testimonia anche oggi il collegamento, ideale e reale , dei componenti della Società Teosofica, con quello che ne rappresenta il simbolo, il luogo storico per eccellenza, l’epopea di un sogno vivo di Fratellanza, che vide protagonisti Mahatma e Pionieri e vede ancor oggi coinvolti un numero rilevante di persone, al di là di ogni differenza di razza, credo, sesso o quant’altro.
Nel partecipare alla Convenzione Internazionale della S.T., alla fine del dicembre scorso, ho avuto modo di tornare ancora una volta ad Adyar e di immergermi nella sua straordinaria atmosfera, così ricca di una natura curata e incontaminata, di un vivere un po’ fuori dal tempo, quasi una “zona franca dello spirito”, certo lontana dall’assillo del vivere quotidiano.
Percorrendone a piedi i lunghi viali ho incontrato persone di tutte le razze e di tutti i continenti che si relazionavano armonicamente fra loro; ho guardato con interesse i templi, accuratamente tenuti, dedicati alle varie religioni; ho frequentato la straordinaria Biblioteca, dove filosofi, scienziati e studiosi cercano le tracce della verità; ho visitato le scuole e le opere umanitarie, dove tutti vengono trattati come persone e dove anche chi non ha niente, può studiare e aprire il proprio cuore alla vita; ho osservato la vivida bellezza della natura, con le piante, i fiori, gli animali.
Ho cercato di percepire dentro di me il suono dell’eterno e mi sono chiesto se gli Scopi della Società Teosofica, in primis la Fratellanza, siano ancora validi e se l’azione della Società Teosofica sia di una qualche utilità nel tempo presente.
La risposta è affiorata spontaneamente dal cuore nella forma di alcune domande: in quanti luoghi della terra arde la fiamma dell’ideale della Fratellanza? In quante associazioni di esseri umani è presente uno spaccato vero dell’umanità senza che questo costituisca un ostacolo alla comune ricerca? In quali realtà vi è un autentico tentativo di conciliazione culturale e reale fra scienza, religione e filosofia?
Per un attimo ho percepito, come una vertigine, l’importanza degli ideali e del lavoro teosofico.
Come si può desumere dal suo Primo Scopo la S.T. non ha l’ambizione di essere la sola sperimentazione sul piano della fratellanza, ma ha la consapevolezza di essere “una” di queste sperimentazioni.
Adyar non è soltanto un luogo fisico collocato a Chennai, in India; è un soffio di consapevolezza che coinvolge i teosofi di tutto il mondo e anche tutti coloro che credono nella Fratellanza.
Scrisse di Adyar un poeta: “Stormire di foglie, volo di uccelli e gracchiare di corvi./Il vento porta le cose nuove del tempo che viene. Qualcuno guarda uno stagno e sogna;/ qualcun altro recita un mantram/ e per un attimo si fa silenzio./L’archetipo si declina nel reale/ e un ponte luminoso si apre fra questa e le altre realtà.”
Evoluzione è una parola rassicurante, mi fa pensare al fatto che quello che succede è iscritto in un piano divino che va in una direzione di miglioramento, di crescita e superamento della dimensione contingente.
Pensare all’evoluzione significa tentare di descrivere qualcosa che sfugge alla nostra comprensione… il mio tentativo è forse destinato a fallire… ma a me piacciono le sfide impossibili e quindi ora mi butto.
Immaginiamo l’inizio di un manvantara :
Tutto è riassunto in un punto senza dimensione, e per tutto intendo proprio tutto… significa che il tempo al di fuori di quel punto non esiste… e non esiste neppure nel punto perchè in un punto non c’è spazio (nemmeno per un attimo !!!)-
L’implicazione di quest’affermazione è estremamente vasta… oserei dire infinita e quindi la mia conferenza durerà all’infinito… no scherzo… avevate paura eh ??
Seriamente : lo spazio non esiste quindi e nemmeno il tempo nel punto (Pralaya)… ad un certo momento (però dire momento è assurdo perché il tempo non esiste e quindi siamo in un paradosso… beh insomma : evitiamo di fissarci e facciamo cominiciare ‘sta manifestazione… booommm Manvantara o Big Bang … significa che se tutto era riassunto in un punto e fuori non c’è nulla bisogna farsi spazio in questo punto… Mi ricordo Phan Chon Ton che aveva descritto in una delle sue ultime conferenze, (se non sbaglio a Porto) che la manifestazione va vista come un bicchiere d’acqua col sapone e Dio soffia con una cannuccia (Fohat, l’alito Divino… e a guidicare dal casino che c’è su questa terra secondo me aveva anche un po’ bevuto quella sera… ma questo è un altro discorso…) e fa delle bolle (quando Dio gioca alle bolle di sapone viene fuori l’universo… dev’essere bello grosso Dio !!!). Queste bolle non sono altro che spazio libero nel nulla a densità infinita… in pratica quando poi l’universo finisce implode… si sgonfia !!! se ci pensiamo i nostri atomi non sono altro che neutroni con degli elettroni che gli girano attorno ad una distanza che per farvi capire : se un neutrone fosse grande come una capocchia di spillo gli elettroni sarebbero sulla luna… capite quanto tutto sia vuoto ??? La materia che ci sembra così solida in realtà è una frequenza energetica molto bassa… che in termini di percezioni è solida… ma sempre energia è !!! Poi teniamo presente anche la meccanica quantistica che dice che questi elettroni non si sà esattamente su quali orbite girino… l’osservatore che tenta di scoprirlo ne influenza il comportamento : e per dirla in termini filosofici : l’osservatore è l’osservato (se uno influenza l’altro la separazione è solo apparente…) ecco perché è sempre necessario prendere un punto di vista diverso quando pensiamo alla natura ultima della realtà.
Bene… ora pensiamo come faccia questo universo a manifestarsi : pensiamo alla conformazione dello spazio : ci sono i buchi neri… come fossero lo scarico del lavandino che riporta tutto nel nulla… avvicinandosi ad essi si scompare nel non manifesto ok ? ma allora dove nasce il tutto ? Se ci pensiamo bene la creazione è costante : pensate a come sono i pianteti ? Un nocciolo duro che si è solidificato in seguito alla rotazione… su pianeti ancora allo stato non solido si può constatare che la rotazione… lo spin è la costante universale : in pratica… guardate un uragano : sembra un vortice, come lo sono gli elettroni, pensiamo alla rotazione dei pianeti attorno al sole in 3 dimensioni : il sole si sposta nella galassia in un movimento a spirale 3d e i pianeti gli girano attorno seguendolo nella sua peregrinazione… ogni momento dell’universo è diverso… questa è la creazione : il tempo segna un momento differente della coscienza di Dio che si manifesta. Pensate alle eliche del DNA che sono un po’ come il movimento del sole con i pianeti che ci girano attorno. Con quattro Basi azotate (adenina, guanina, citosina e uracile) è possibile codificare tutte le informazioni che compongono poi il corpo fisico umano… incredibile no? L’universo fisico è il corpo di Dio !!! Tutto è vivo ed è solo ad uno stadio evolutivo differente. I minerali sono un momento dell’evoluzione dove lo spirito si sta evolvendo in modo lentissimo (pensiamo ai minerali e alla loro “intelligenza” fisica incredibile e alle proprietà che possono trasmettere al nostra composizione… anche spirituale ! leggevo in un libro di una signora simpaticissima che diceva che quando compriamo un cristallo è come essere al canile. Tutti (i cristalli come i cagnolini) sperano di essere scelti e di trovare un buon padrone e una bella casa !!! Nelle piante poi lo spirito è un pochino più libero di esprimersi e poi nell’animale … beh forse vado un po’ in fretta. Ritorniamo alla nascita dell’universo, eravamo a queste bolle che fanno spazio in questa massa densissima… le bolle sono il Koilon, le particelle primordiali (ma i Bosoni di Higgs cosa sono in termini teosofici ?…) che si arrotolano in spirali tridimensionali le quali fanno lo stesso non so quante volte (7 ?) e creano gli elementi… esteriormente credo che tutto sia solo un ammasso a di fuoco visto che dal non manifesto siamo passati nel manifesto … immaginate l’attrito !!! pensate ad una meteorite che arriva nell’atmosfera e si incendia… da vuoto all’aria l’attrito a quella velocità basta per incendiare e quasi distruggere un sasso… ora pensate di passare al vuoto del nulla verso la manifestazione : un calore pazzesco !!! Strano però che poi le cose si organizzino in un certo modo, non trovate ? in fondo la termodinamica dice andiamo verso il caos e che ci vuole lavoro per vincere questa tendenza : Dio deve essere un gran lavoratore se questo corpo vive e funziona !!! Finché lo spirito anima la materia cè organizzazione e manifestazione ! Torniamo alla questione del tempo pero`: lo spazio e il tempo non sono cose fisse : pensiamo alla relatività di Einstein (che era un tipo tosto a quando ho sentito… l’atomo anche se è piccolo ha fermato i Giapponesi che stavano per rompergli le scatole anche in America !!! In una di queste case qua vicino viveva l’uomo con la ditta più grossa del mondo che avendo sposato un’ebrea è dovuto scappare in America anche lui quando il male ha cercato di prendersi la terra… sto divagando ma è strano come ordine e bene siano amici e caos e male nemici… poi ci sono delle deviazioni nel corso dell’evoluzione dove sembra che il caso prevalga… ma Dio è un gran lavoratore e mette apposte le cose, è una questione di tempo !!) Bene torniamo ad Einstein : alla velocità della luce lo spazio si curva e il tempo rallenta… quindi secondo me non essendo il tempo una variabile fissa universale la nostra dimensione, dove e quando ci manifestiamo dipende dal nostro livello evolutivo e la manifestazione esiste sempre in contemporanea con il Pralaya (la non-manifestazione). Se i buchi neri sono lo scarico verso il non manifesto… il rubinetto da dove esce l’acqua è ovunque, in ogni bolla di Koilon che viene soffiata dal creatore… la creazione è sempre in azione e anche la distruzione… la variabile tempo è solo una nostra percezione dovuta alla struttura fisica della nostra mente. Ia coscienza arriva in una dimensione senza tempo… nell’eterno, immutabile… capite che significa ? Almeno intellettualmente si riesce ad intuirlo… ecco poi dobbiamo realizzarlo nella pratica, e li le cose cambiano perché la cartina non è il territorio, e diventare tale coscienza, beh è un lavoro lungo, di molte vite ! E` solo una questione di evoluzione spirituale il dove, come e quando ci troviamo alla luce dei ragionamenti appena esposti.
Dire uomo significa parlare di uno stato evolutivo dove 3 correnti evolutive si incontrano : quella materiale, quella mentale e quella spirituale… La nostra costituzione dipende da queste tre correnti che fanno il loro lavoro in noi. Prendiamo il corpo astrale per esempio : la sua materia per esigenze evolutive discendenti vibra il più possibile ed è solo grazie ad una attenzione costante, a vigilanza mentale, meditazione e studio che riusciamo a dominarlo (anche se angosce, paure, emozioni e passioni continuano ad attraversarlo lo stesso). La sua direzione evolutiva naturale sarebbe quella del massimo casino possibile e darebbe manforte alla struttura separativa ed accentratrice dell’ego. Cos’è l’ego ? L’ego non è altro che il risultato dell’evoluzione della prima catena, il primo corpo di Brahma, del nostro sistema, quella dell’oscurità che da come risultato Ahmkara (quello degli Asura per intenderci). Il principio separativo di esseri spirituali molto evoluti, ma ribelli e turbolenti che contengono la facoltà produttrice dell’io, necessaria per l’evoluzione umana. (Dalla prima conferenza della “Genealogia spirituale dell’Uomo di Annie Besant”). Vediamo che quindi l’io è necessario alla prima fase evolutiva (chiamiamola egoista) dell’uomo. In una fase di contrasto e auto affermazione dove vengono sviluppate molte delle capacità che vengono poi messe al servizio del prossimo una volta compiuta la conversione, il riorientamento animico verso una dimensione di superamento dell’io. Tutto è sempre una questione di fase evolutiva in cui si trova l’individuo e quindi è necessaria grande cautela e astensione dal giudizio onde evitare grossolani errori di valutazione.
La materia mentale per andare oltre appartiene alla corrente evolutiva mentale e l’evoluzione consiste nel ordinare e strutturare un tipo di materia dalle vibrazioni molto elevate e “nervose”… pensiamo ai pensieri che se non dominati e ridotti all’obbedienza affollano la mente in disordine e saltano come una scimmia di ramo in ramo in maniera anarchica e disorganizzata. Ecco in cosa consiste l’evoluzione : lavoro in favore di ordine… un ordine superiore prestabilito dagli archetipi e realizzato in 7 fasi : 3 discendenti di materializzazione, 1 di conflitto e trasferimento delle qualità ottenute attraverso questa discesa nella materia da parte degli involucri più densi allo spirito in un certo qual modo “ignorante”, 3 di risalita e riorganizzazione dove gli archetipi vengono realizzati in maniera sempre più dettagliata su piani superiori. Capite ? Lo spirito per materializzarsi necessita di rivestrirsi di Uphadhi (veicoli) sempre più densi pur mantenendo il contatto con l’assoluto inconoscibile. La monade non è altro che un adombramento, un primo livello di separazione dall’unità spirituale per tuffarsi nel manifestato… in se lo spirito non si manifesta in maniera unitaria… da quando comincia a manifestarsi di separa, si ricopre, vibra ad una frequenza e questa vibrazione scendendo di frequenza diventa la materia. Tutto è vibrazione, logos, parola… a diverse frequenze. La realtà che viviamo è fatta di atomi composti da neutroni ed elettroni, i quali girano ad una distanza che facendo un paragone e pensando ad nucleo dell’atomo come ad una capocchia di spillo dovremmo situare il suo elettrone alla stessa distanza che c’è fra la terra e la luna (la terra come nucleo, la luna l’elettrone). Tutto è essenzialmente vuoto e rimane apparentemente in forma, cioè manifestato, grazie alla vibrazione costante che gli permette di non collassare. La materia non collassa per un equilibrio delicatissimo fra materia e antimateria. Basterebbe uno squilibrio infinitesimale fra le due per una frazione di secondo a far sparire tutto e terminare questa lunghissima conferenza per esempio ! Il bello poi è che questo non deve neppure essere il primo universo perché é palesemente frutto di gerarchie creatrici che hanno raggiunto la maturità in universi passati e ora creano quello che esiste, o l’hanno fatto. Per citare Besant : L’Evoluzione Intellettuale, rappresentata dai Manasadhyani (o Deva solari, o Pitri Agnisvatta), “coloro che forniscono all’uomo l’intelligenza e la coscienza” e : 3. L’Evoluzione fisica, rappresentata dai Chhaya dei Pitri Lunari attorno ai quali la Natura ha plasmato il corpo fisico odierno.
1. L’evoluzione monadica che riguarda il progresso della monade stessa in unione con le altre due correnti.
Facciamo un saltino indietro : allora riassumendo :
Ishvara (luce infinita) si manifesta nei suoi tre poteri (la Trimurti) Brahma, Vishnu e Shiva (creativo, conservativo e distruttivo) che sono poi i 3 Logoi della teosofia (perché l’idea del suono che crea, sostiene e distrugge…). Attorno a questa Trimurti si vedono i frutti di universi passati giunti a questa grande altezza spirituale.
In seguito ci sono i 7 pianeti sacri che regnano sui dodici segni zodiacali, o dodici ordini creatori dell’universo vedi tavola diagramma I
Ricerche e referenze correlate :
Deva e Asura
Nella tradizione vedica un gruppo di 33 divinità e demoni che governavano le regioni di cielo, aria e terra, e assistevano l’umanità con i loro poteri benigni. Nella lotta cosmica tra le forze dell’ordine e il caos, ai Deva si contrapponevano i demoniaci Asura. Questo conflitto è rappresentato nel mito che narra che gli dei più potenti sradicarono il monte Mandara, vi avvolsero attorno il serpente Vasuki e lo scagliarono nell’oceano; i Deva tiravano il serpente da una parte, gli Asura dall’altra, finché l’oceano diventò burro. Ne emersero infine il Sole e la Luna, seguiti da Dhanvantari, medico degli dei, che portava l’elisir dell’immortalità.In un altro mito una battaglia infuriò tra Deva e Asura per centinaia di anni; i Deva furono messi in fuga dal demone bufalo Mahisha, ma si salvarono grazie alla collera di Vishnu e Shiva, così violenta da materializzarsi nella forma della divinità Durga, che ebbe la meglio sul bufalo. In numerosi miti gli Asura ottennero l’aiuto di Brahma, che consentì loro, ad esempio, di costruire tre grandi città da cui dominare le regioni di cielo, aria e terra. All’apice della gloria, tuttavia, le città degli Asura furono ridotte in cenere da Shiva e gli stessi Asura vennero scagliati in mare.Nello zoroastrismo gli Asura, o Ahura, erano associati alle forze del bene sotto la guida del dio supremo Ahura Mazda, mentre i Deva o Daeva svolgevano il ruolo opposto, essendo associati allo spirito del male Arimane.
Evoluzione prospettive teosofiche :
Dove siamo arrivati in termine di evoluzione ? Ci sono così tanti livelli di evoluzione raggiunti oggi su questo pianeta che mi sembra doveroso cercare di fare un punto della situazione per quello che ho capito e quello che riesco a decifrare scrivendo. Inizio da un punto fermo doveroso che è quello del superamento del piccolo io : l’evoluzione si misura in termini di capacità di ognuno nel rendere il proprio piccolo e egoistico io servo della volontà superiore in termini di diminuzione dell’autoinganno e di utilità nella realizzazione del piano divino. Quindi partendo dal presupposto che l’evoluzione esiste ed è positiva e mettendolo come assioma per chi ha necessità di mettere dei punti fermi come credenza perché non ha raggiunto una consapevolezza del procedere verso un futuro migliore… si beh mettiamolo come assioma, come credenza. Nei trattati teosofici troviamo le razze, le catene, le ronde e i livelli raggiunti in ogni razza da un involuzione/materializzazione ad una risalita evolutiva più organizzata dove lo spirito riesce a manifestarsi in maniera sempre più ampia (esempio nella prossima razza madre, la 6a assisteremo secondo A. Besant ad una maggiore tendenza all’unità e all’aggiunta della chiaroveggenza astrale, nella 7a alla chiaroveggenza mentale e alla perfetta realizzazione dell’unità; oggi nella maggioranza dei casi assistiamo a una forte tendenza alla separatività.)
Secondo A. Besant (vedi “La genealogia dell’uomo”, tavole e diagrammi, tavola D : la genealogia intellettuale) :
Gli Adepti della Catena di Venere (secondo lo schema di Alain di Leo la 6a catena : in ordine Saturno, Sole, Luna, Terra, Giove, Venere, Vulcano). Il loro lavoro (di questi Adepti “extraterrestri” = ricordo che il globo più denso su codesta catena è sul piano astrale.) fu quello di incarnarsi sulla Terra per fare gli istruttori le guide della giovane umanità. Essi formarono il nucleo della grande Fratellanza Bianca, il loro capo era ed è tuttora il Grande Iniziatore. Arrivarono prima della della separazione dei sessi nella 3a razza.
Un’esempio di lotta fra “il bene e il male” il “bianco e il nero”, cito :
Durante la 3a sottorazza della razza AtlantideaCosì parlò, così visse Varãha
terzo avatar di Visnu
Così parlò. L’onnipotente si trasformò in cinghiale, nero come una montagna e ricoperto di oro fino, le zampe nere come i flutti del sacro fiume Yamunã, le setole contorte come gorghi, irresistibile come la sua corrente, splendente come suo padre l’Himãlaya, imperturbabile ed impetuoso, immacolato ed ammaliante nel suo corso.
Il grande corpo lucente di sudore sembra una nube di tempesta carica di fulmini, una collana di perle brilla sulla sua pelle come fosse uno stormo di aironi tra le nubi; le due zanne sono falci che brillano nel buio come luna divisa dalle nuvole; ed avanza portando nelle mani il disco e la conchiglia, come la montagna madre circondata dal sole e dalla luna.
Questo è il cinghiale Sri Varahadeva,
terza reincarnazione di Visnu, che scende sulla Terra per ripristinare l’ordine cosmico scompaginato dal tiranno Hiranyãksa.
La possanza del cinghiale, la sua strenua difesa della prole e della genie,
il suo amore per la Terra sono gli strumenti che il Signore delle creature –Visnu- userà per far riemergere il pianeta dal profondo degli oceani.
Sri Varahadeva, il cinghiale, fiutò la Terra con il suo potente senso dell’odorato e trovatala che giaceva sul fondo dell’oceano Garbhodaka
la sollevò sulle sue potenti zanne. I saggi che furono testimoni di
questa impresa glorificarono il Signore come mahidhrah,
”Colui che sostiene la Terra.”
Il poeta Vaishnava del dodicesimo secolo Jayadeva così loda
il Signore Varaha: “O Kesava! O Signore dell’universo!
O Signore Hari che hai assunto la forma di un cinghiale!
Tutte le glorie a te! La Terra, che era sprofondata nell’oceano
Garbhodaka in fondo all’universo, è ferma sulla punta
della tua zanna come un punto sulla Luna.”
La seconda incarnazione, nella forma di nero cinghiale, si manifestò per uccidere Hiranyaksha, l’archetipo Daitya, la progenie atea di Diti.
Lo Srimad-Bhagavatam narra che una volta Diti convinse suo marito, Kasyapa Muni, ad unirsi a lei al crepuscolo, ora riservata all’adorazione del Signore Supremo. Nonostante che Diti e Kasyapa seguissero rigidamente i principi religiosi, la loro trasgressione portò alla nascita dal grembo di Diti di due gemelli atei. Durante la sua gravidanza il sole rimase oscurato e quando partorì i gemelli si scatenarono grandi terremoti e comete predissero eventi nefasti, nuvole nere fecero piovere immondizie
e le mucche emisero sangue dalle mammelle invece del latte.
Uno dei gemelli fu il prepotente Hiranyaksha che sconfisse i principali governanti dell’universo e rubò le loro ricchezze. In accordo con il significato del suo nome, Hiranyaksha o “colui il cui occhio cerca sempre l’oro ed ha il cuore avido” scavò le ricchezze sepolte della Terra e sconvolgendone l’equilibrio ne provocò la caduta nell’oceano Garbhodaka.
Un giorno il perfido Hiranyaksha si tuffò nel Garbhodaka e nuotò fino
alla dimora di Varuna per combattere contro di lui. Varuna, signore dei mondi acquatici, rifiutò di combattere e lo consigliò invece di affrontare il Signore Vishnu che poteva eliminare per sempre il suo orgoglio.
Proprio allora Sri Varahade aveva tratto in salvo Madre Terra dall’oceano Garbhodaka. Hiranyaksha alla vista del pianeta Terra che posava sulle zanne del cinghiale, pieno di invidia, così lo rimproverò:
“O animale anfibio, la Terra intera mi appartiene. Non potrai uscire di qui vivo se non mi restituisci il pianeta. Oggi ti spaccherò la testa con la mia mazza.” Il cinghiale balzò fuori dall’acqua proprio come fa un elefante maschio quando esce da un laghetto perché assalito da un coccodrillo.
Il demone inseguì il cinghiale gridandogli:
“O codardo, non provi vergogna a fuggire davanti a chi ti sfida?”
Il cinghiale nero posò la Terra sull’acqua facendola galleggiare con la sua suprema potenza. “O vanaglorioso Hiranyaksha, io sono veramente un cinghiale selvatico che desidera uccidere un prepotente come te.
Smettila di parlare in modo così borioso e vincimi se puoi.”
Così sfidato Hiranyaksha si agitò come un cobra.
Si diresse verso il cinghiale e lo attaccò con la sua mazza, ma Sri Varahadeva schivò facilmente il suo colpo. Hiranyaksha ed il cinghiale si colpirono ripetutamente a vicenda, ma entrambi schivarono abilmente
i colpi del nemico. Lo scontro brutale fece perdere sangue ad entrambi. Ogni ferita aumentava la collera degli adirati contendenti, che sembravano due tori che combattono per una mucca.
Una intera notte poi un giorno ancora e per mille anni si batterono ed erano sanguinanti e sfiniti. Varaha allora chiamò il suo indistruttibile disco Sudarsana alla cui vista il demone scagliò la sua mazza e il suo tridente infuocato contro il cinghiale. Come un rapace afferra la sua
preda, così il cinghiale afferrò la mazza e fece a pezzi il tridente
con il suo disco Sudarsana tagliente come un rasoio.
Viste le sue armi distrutte, il demone colpì con il pugno l’ampio
petto di Sri Varahadeva. Sebbene il pugno del demone avesse
la potenza di frantumare la roccia, il suo rumore sordo sembrò
al Signore quello di una ghirlanda di fiori.
Allora il perfido Hiranyaksha ricorse alla magia, creando con l’illusione altri mille demoni, temporali, venti impetuosi, nuvole minacciose
e un diluvio di macigni, ma il disco Sudarsana del cinghiale
dissipò queste magie. Hiranyaksha allora provò a stritolare Sri Varahadeva tra le sue braccia, ma il Signore, che non è limitato
dallo spazio e dal tempo, sfuggì alla presa del demone.
Quando Hiranyaksha tentò un ultimo assalto,
il cinghiale lo colpì con i suoi denti a falce alla base dell’orecchio, Hiranyaksha annaspò con gli occhi sporgenti che gli uscivano
dalle orbite e cadde al suolo come un albero sradicato.
Ricoperto dal sangue del demone, le gote di Sri Varahadeva tornarono ad essere rosse come un elefante diventa rosso scavando la terra.
Le lodi dei saggi
I saggi dei sistemi planetari superiori glorificarono Sri Varahadeva
–il cinghiale- come mayamaya ovvero Signore di tutta la conoscenza, di tutta la misericordia e di tutta l’illusione. Egli aveva ritrovato
la Madre Terra, con benevolenza l’aveva inserita nella sua orbita
e con grande sforzo aveva sconfitto la magia e l’ingordigia di Hiranyaksha.
I saggi lodarono Sri Varahadeva –il cinghiale-
anche come “Insuperabile goditore di tutti i sacrifici”.
Dalla Sri Isopanishad (Mantra 1) apprendiamo che
tutto deriva dalla Terra e tutto finisce nella Madre Terra
e perciò il devoto si propone di rispettarla.
Invece chiunque stupidamente desideri di abusare di
ciò che appartiene alla Terra viene distrutto come Hiranyaksha.
Così visse
I cinghiali sono nemici da abbattere perché vivono profondamente la Terra,
essi rivendicano il diritto alla vita contro la cupidigia e l’invidia dell’uomo.
La saggezza orientale induista, mille e mille anni fa, ha saputo distinguere demone e salvatore.
The later of two Bruno portraits often uncritically accepted as genuine. Engraved by C. Meyer in Paris, first quarter of the 19th century (Photo credit: Wikipedia)
February 17, 2013
Marco Boccadoro
“L’evoluzione: prospettive teosofiche”
Evoluzione : prospettive teosofiche
Il tema di questo seminario teosofico è l’Evoluzione.
Quando si parla di evoluzione, il pensiero corre subito a Charles Darwin.
La teoria dell’evoluzione di Darwin (On the origin of species, 1859) ci dice che le varie forme di vita discendono da un antenato comune, e che le creature complesse derivano da organismi più semplici in modo naturale, con il passare del tempo. Le mutazioni casuali genetiche degli organismi che permettono la continuazione della specie rimangono, e sono trasmesse alle prossime generazioni. Questa è la selezione naturale. Gli organismi che non beneficiano di queste mutazioni si estinguono. (un po’ come succede per le razze d’allevamento o per le piantine di pomodori selezionate…)
Se Darwin ha intuito l’Armonia e l’Unità della Vita, dove la teoria non convince, invece, è di fronte all’ enorme complessità anche solo a livello cellulare, persino dei batteri più semplici.
Come la Teosofia ha sempre sostenuto, il grande progetto Divino, non il caso, determina l’evoluzione.
Nessuna persona dotata del minimo buon senso potrebbe infatti sostenere che il corpo umano, o anche solo una sua parte, nella sua perfezione, possa essere il frutto di mutazioni casuali.
Comunque il grande merito di Darwin rimane quello di aver enunciato l’Evoluzione della forma, e per quanto riguarda l’Umanità, l’Evoluzione del corpo fisico.
L’approccio olistico all’evoluzione è invece uno dei grandi meriti della dottrina teosofica.
Già un grande apostolo della teosofia, Giordano Bruno, concepiva l’evoluzione in questo modo:
L’animo umano è l’evoluzione più alta della vita cosmica. Proviene dalla sostanza di tutte le cose. Tutti gli esseri umani sono al tempo stesso anima e corpo. Tutti sono monadi viventi, riproducendo in una forma particolare la Monade delle Monadi, in altre parole il Dio- Universo.
La corporalità è l’effetto della forza espansiva della Monade, poi la Monade ritorna su sé stessa. Questo doppio movimento di espansione e di contrazione costituisce la vita della monade. Ma la Monade sparisce solo per riapparire in altra forma in seguito. [1]
Giordano Bruno ha predicato l’Immanenza di Dio che è la vita universale, l’eternità dello Spirito, che ne è parte, e una vita dedicata al Vero, al Buono, al Bello, l’unico modo per vivere la nostra vita particolare in modo da renderla degna della vita universale. [2]
Anche nel campo scientifico, Bruno ha intuito che l’Universo non ha né centro né limiti,
ha anticipato la teoria di Einstein e di Darwin.
Bruno sosteneva, infatti, che spazio, tempo, dimensioni, peso, movimento cambiamenti, eventi, relazioni, prospettive sono sempre relative ad un sistema di referenza (la base della Teoria della Relatività), e la cruciale differenza tra apparenza e realtà.[3]
Si può dire inoltre che Bruno intuì la teoria scientifica dell’evoluzione organica, sostenendo che l’universo è teso al rinnovamento e alla perfezione. Sostenendo l’unità essenziale della natura come pure suggerendo lo sviluppo di forme di vita semplici in esseri complessi, Bruno ha riconosciuto la trasformazione storica di tutti gli organismi sulla terra.
Egli ha percepito l’universo intero come un’entità organica che manifesta un essere superiore immanente, l’Unità della Vita.
Sappiamo che per queste sue idee Giordano Bruno fu imprigionato per otto anni, torturato dall’Inquisizione durante tre anni, e finalmente bruciato sul rogo il 17 febbraio 1600 in Campo dei Fiori a Roma. Nel 2000 la Chiesa Cattolica, per il tramite di Giovanni Paolo II, ha espresso profondo rammarico per l’accaduto.
Giordano Bruno non è mai stato riabilitato dalla Chiesa.
A proposito di evoluzione, la sorte subita da Giordano Bruno è tragicamente attuale anche quattro secoli dopo, pensando alle sofferenze provocate dal fondamentalismo religioso e dall’odio etnico.
Van der Leeuw scrive, a proposito dell’evoluzione:
“ Precisamente come l’evoluzione della forma ci dimostra che il nostro corpo fisico è il risultato di un lungo processo di evoluzione fisica, così nell’evoluzione della vita, la vita dentro di noi è veduta come il risultato di una evoluzione dalle manifestazioni più semplici a stadi sempre più alti, fino a che nel Grande Ritmo della creazione la vita separata ha riguadagnato l’Unità con la divinità da cui provenne “[4]
Evoluzione significa quindi creazione continua per opera di Dio. Come accennavo nello scorso seminario qui a Monte Verità, un ordine e un equilibrio superiori reggono l’universo, e se l’attenzione di Dio dovesse venir meno anche per un solo istante, tutto svanirebbe:
Ad esempio, basterebbe che la forza nucleare forte variasse dello 0.5 %, o la forza elettromagnetica del 4% per distruggere tutto il carbonio e l’ossigeno in tutte le stelle, e quindi ogni possibilità di vita nell’universo!
E ancora, se la forza nucleare debole diminuisse leggermente non esisterebbero le stelle, se i protoni fossero dello 0.2 % più pesanti questi si trasformerebbero in neutroni, destabilizzando gli atomi.
Quindi una leggera variazione del grande equilibrio distruggerebbe tutto.
Ma qual è lo scopo dell’evoluzione umana?
Per gli insegnamenti teosofici, si può riassumere nel raggiungere piani di coscienza sempre più elevati, in un viaggio attraverso la reincarnazione, la sofferenza, la legge del Karma, fino al ricongiungimento con l’Essere Supremo.
L’Evoluzione, il progetto evolutivo, è l’interazione dello spirito e della Materia.
Attraverso incarnazioni successive, l’Uomo raggiunge piano sempre più elevati, fino ad arrivare al Logos.
Scrive la signora Besant:
L’Uomo nel corso della sua Evoluzione è destinato, nel pensiero dei suoi costruttori, a conquistare e occupare nel corso della presente evoluzioni cinque dei sette piani dell’universo. Egli è destinato ad agire e dominare sul piano fisico, ad agire e dominare sul piano astrale , sul piano mentale , che include lo Svarga degli Indù, il Devacian dei Teosofi; …al disopra di questo viene il piano di Buddhi e più sopra ancora il piano di Nirvana o Turyia-tita. Con che si hanno le cinque distinte regioni dell’universo destinate ad essere occupate dall’umanità nel corso di questa evoluzione. Questi sono gli stadi dell’espansione della coscienza, per i quali l’uomo deve passare per poter condurre a termine il suo pellegrinaggio.[5]
Ci si può chiedere come mai l’Evoluzione dell’Umanità proceda così a stento, con tanta difficoltà.
In realtà alcuni aspetti dell’Evoluzione procedono velocemente, ma altri molto meno.
L’Evoluzione dovrebbe essere, per così dire, bilanciata.
Tutte le grandi religioni rappresentano la Divinità con Il triplice Logos:
Potere, Sapienza, Amore.
L’Uomo è un’ emanazione della Divinità , perciò il progresso dell’Umanità si deve svolgere secondo questa Trimurti. [5]
Il Potere regola l’organizzazione della società, la Sapienza le attività della mente, la consapevolezza, l’Amore comprende la Pietà, la compassione, lo spirito di servizio verso i nostri simili.
L’equilibrio il giusto orientamento di queste attività reggono l’ Evoluzione dell’Uomo.
Per quanto riguarda un aspetto della Sapienza, e cioè la Scienza, vediamo che l’Evoluzione scientifica ha raggiunto livelli impressionanti, e sembra sempre arrivata ai suoi limiti, eppure la Scienza non riesce a penetrare l’essenza delle cose, ma sospinge solamente un po’ più in là i dubbi, le perplessità, il mistero.
Da un punto di vista materiale, le scoperte scientifiche a tutto campo permettono di vivere una vita di agi e di comodità, di annullare le distanze, di vincere la maggior parte delle malattie, di essere in collegamento con il modo intero.
Poiché ogni cosa ha almeno due facce, in realtà, le disparità sociali e la miseria restano immense, nuove guerre si preparano, con armi sempre più potenti, la qualità di vita di troppe persone è tutt’altro che ideale, e nel frattempo si sta depredando il pianeta.
Ma, peggio ancora, il materialismo, la troppa attenzione rivolta al mondo fisico, ci distolgono dagli altri due aspetti della Trimurti.
Il Materialismo pervade il Potere, con nefandi effetti sull’organizzazione delle Società.
I governi, invece di essere una guida di moralità, non danno alcun segnale in tal senso.
Nell’ideale Teosofico, il governo dovrebbe essere ispirato dai Grandi Esseri, ma al massimo vediamo instaurarsi dei governi teocratici al servizio del Male.
L’Amore per il prossimo, la generosità, l’apertura, l’altruismo, il Servizio sono qualità troppo rare.
Quindi, mancando l’equilibrio, che è una delle grandi leggi del Cosmo, non può esserci una evoluzione rapida, ma profondo malessere, insicurezza, insoddisfazione, dolore.
Che cosa dire, allora, dobbiamo disperare? No, l’evoluzione è il progetto divino,
il Male e l’Odio non sono i poteri che reggono il cosmo, quindi tutto ciò può solo rallentare il progresso dell’Umanità, ma non fermarlo.
Per tornare a Giordano Bruno:
“Non c’è morte per noi, né per ogni sostanza; niente diminuisce sostanzialmente, ma ogni cosa, viaggiando nello spazio infinito, cambia aspetto.
E poiché tutti siamo soggetti alla legge della miglior efficienza, non dobbiamo credere, ritenere e sperare altro che siccome tutto proviene dal bene, così tutto è Bene, lavora per il Bene, e finirà nel Bene”[5]
Ancora una cosa: sembra incredibile, ma ho scritto queste righe domenica 17 febbraio di quest’anno, e mi sono accorto solo scrivendo che questa data coincide con quella della morte di Giordano Bruno, e come ricordato sul numero di febbraio della Rivista italiana di Teosofia, con la nascita di C.W.Leadbeater e la dipartita di J. Krishnamurti e di Henry Steel Olcott con l’Adyar Day. Niente succede per caso…