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Rivista Teosofica Svizzera/Ticinese (ADYAR)

~ Società Teosofica Ticinese ri-fondata il 29/9/2009.

Rivista Teosofica Svizzera/Ticinese (ADYAR)

Archivi tag: teosofia

Presentazione dell libro “La Società Teosofica: storia, valori, realtà attuale”

22 sabato Nov 2014

Posted by abcsocial in Antonio Girardi, News, Newsletters Italiane

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Tag

teosofia


Care Sorelle e cari Fratelli,
                                            Vi giunga innanzi tutto un cordiale e fraterno saluto. Desidero segnalarVi un appuntamento Teosofico di grande importanza e significato, anche simbolico.
Il 5 dicembre prossimo – è un venerdì – alle ore 16,30 presso la sala Roccati del Circolo della Stampa, in Corso Stati Uniti 27, verrà presentato il libro “La Società Teosofica: storia, valori, realtà attuale”. Si tratta di un volume di oltre 300 pagine, curato dalla Segreteria Generale della S.T.I. e che ripercorre non solo le vicende storiche del movimento teosofico internazionale e italiano, ma illustra anche le ragioni profonde e gli scopi che hanno fatto sì che la Società Teosofica si diffondesse nel mondo e contribuisse in modo altamente significativo allo sviluppo di alcuni elementi importanti dello spirito del nostro tempo. Un volume inoltre che contiene approfondimenti su temi di grande importanza quali i Maestri, i rapporti fra Teosofia e Scienza, il significato profondo della Teosofia, con i suoi collegamenti culturali con il neoplatonismo e con la gnosi. Sono inoltre pubblicati documenti storici come il verbale di costituzione della Società Teosofica Italiana e il decreto di scioglimento della Società Teosofica Italiana da parte del regime fascista.
Alla luce di tutto questo spero di poter contare sula presenza di rappresentanti del Vostro Gruppo (o Centro).
In allegato troverete il programma dettagliato di questo incontro, che vuole essere per la S.T.I. di contatto e di dialogo anche con tutto il mondo esterno.
Confidando nella Vostra sensibilità, resto in attesa di un cortese cenno di riscontro e colgo l’occasione per un augurio di Ogni Bene.
                                                                                           Antonio Girardi
PRESENTAZIONE VOLUME SULLA ST (Torino 5.12.2014)

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17 febbraio Adyar Day : non solo un ricordo

14 venerdì Feb 2014

Posted by abcsocial in Antonio Girardi, News

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Tag

Adyar, blavatsky, Monte Verità, teosofia, Theosophical Society


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Care Sorelle e cari Fratelli,

si avvicina il 17 febbraio, giorno della ricorrenza dell’Adyar Day, il giorno in cui i Teosofi di tutto il mondo ricordano il luogo simbolo del movimento teosofico. Desidero condividere con tutti voi questo evento, trascrivendo di seguito un editoriale pubblicato nella Rivista Italiana di Teosofia qualche anno fa.

Confido che tutti nostri Gruppi e Centri considerino questo giorno in tutta la sua importanza e significato.

Con un fraterno saluto e l’augurio di Ogni Bene

Antonio Girardi

(Segretario Generale)

L’Adyar Day: non solo un ricordo

Nell’ambito della Società Teosofica il 17 febbraio viene ricordato come l’Adyar Day. E’ una consuetudine nata negli Anni Venti del secolo scorso e testimonia anche oggi il collegamento, ideale e reale , dei componenti della Società Teosofica, con quello che ne rappresenta il simbolo, il luogo storico per eccellenza, l’epopea di un sogno vivo di Fratellanza, che vide protagonisti Mahatma e  Pionieri e vede ancor oggi coinvolti un numero rilevante di persone, al di là di ogni differenza di razza, credo, sesso o quant’altro.

Nel partecipare alla Convenzione Internazionale della S.T., alla fine del dicembre scorso, ho avuto modo di tornare ancora una volta ad Adyar e di immergermi nella sua straordinaria atmosfera, così ricca di una natura curata e incontaminata, di un vivere un po’ fuori dal tempo, quasi una “zona franca dello spirito”, certo lontana dall’assillo del vivere quotidiano.

Percorrendone a piedi i lunghi viali ho incontrato persone di tutte le razze e di tutti i continenti che si relazionavano armonicamente fra loro; ho guardato con interesse i templi, accuratamente tenuti, dedicati alle varie religioni; ho frequentato la straordinaria Biblioteca, dove filosofi, scienziati e studiosi cercano le tracce della verità; ho visitato le scuole e le opere umanitarie, dove tutti vengono trattati come persone e dove anche chi non ha niente, può studiare e aprire il proprio cuore alla vita; ho osservato la vivida bellezza della natura, con le piante, i fiori, gli animali.

Ho cercato di percepire dentro di me il suono dell’eterno e mi sono chiesto se gli Scopi della Società Teosofica, in primis la Fratellanza, siano ancora validi e se l’azione della Società Teosofica sia di una qualche utilità nel tempo presente.

La risposta è affiorata spontaneamente dal cuore nella forma di alcune domande: in quanti luoghi della terra arde la fiamma dell’ideale della Fratellanza? In quante associazioni di esseri umani è presente uno spaccato vero dell’umanità senza che questo costituisca un ostacolo alla comune ricerca? In quali realtà vi è un autentico tentativo di conciliazione culturale e reale fra scienza, religione e filosofia?

Per un attimo ho percepito, come una vertigine, l’importanza degli ideali e del lavoro teosofico.

Come si può desumere dal suo Primo Scopo la S.T. non ha l’ambizione di essere la sola sperimentazione sul piano della fratellanza, ma ha la consapevolezza di essere “una” di queste sperimentazioni.

Adyar non è soltanto un luogo fisico collocato a Chennai, in India; è un soffio di consapevolezza che coinvolge i teosofi di tutto il mondo e anche tutti coloro che credono nella Fratellanza.

Scrisse di Adyar un poeta: “Stormire di foglie, volo di uccelli e gracchiare di corvi./Il vento porta le cose nuove del tempo che viene. Qualcuno guarda uno stagno e sogna;/ qualcun altro recita un mantram/ e per un attimo si fa silenzio./L’archetipo si declina nel reale/ e un ponte luminoso si apre fra questa e le altre realtà.” 

http://www.ts-adyar.org

12.940322 80.332031

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Trasmissione LIVE (e Video registrato) del SEMINARIO DELLA SOCIETÀ TEOSOFICA TICINESE, HOTEL ASCONA, ASCONA (CH), 21-23 marzo 2014

05 mercoledì Feb 2014

Posted by abcsocial in News

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Tag

Seminario Teosofia, Seminario Teosofico Ticinese, teosofia, Tesofia Ticinio


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Il seminario è trasmesso live e in differita :

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gruppo

SEMINARIO TEOSOFICO TICINESE

ASCONA (CH), 21-23 marzo 2014

Sesta edizione organizzata  da:

Quest’anno, visto il folto calendario teosofico che prevede il congresso Europeo a Parigi e il Centesimo Congresso Italiano, il congresso di Monte Verità sarà organizzato dalla Società Teosofica Ticinese.

 Il tema sarà di libera scelta da parte dei relatori. Per chi desidera sarà possibile seguire il “fil rouge” : L’armonia della Teosofia. Le relazioni dovranno pervenire per iscritto a info@teosofia.ch entro il 1. marzo e durare massimo 15 minuti. 

 PREMESSA

Da venerdì 21 a domenica 23 marzo 2014 si svolgerà presso l’Hotel Ascona sul Monte Verità di Ascona un Seminario Teosofico organizzato dalla Società Teosofica Ticinese. 

L’inizio dei lavori è previsto per le ore 16.00 di venerdì 21 marzo; il termine per le ore 12.00 di domenica 23 marzo. Nella giornata di sabato sono previste due sessioni di lavoro, con inizio alle ore 9.30 e 15.30.

TEMA E PROGRAMMA:

Tema libero (o per chi desidera  l’armonia della teosofia).

Il Seminario prevede un programma basato su relazioni e approfondimenti specifici, con una metodologia interattiva che consente un diretto contatto con i relatori. Da segnalare fra essi  il Segretario Generale della Società Teosofica Italiana, Antonio Girardi e il rappresentante della Società Teosofica Ticinese, Andrea Biasca Caroni e Marco Boccadoro, socio fondatore della Società Teosofica Ticinese.

NOTE ORGANIZZATIVE :

Il congresso si svolge presso http://www.hotel-ascona.ch

Per chi arriva in automobile: per chi proviene dall’autostrada A4 uscire a Milano Est e prendere la direzione Como-Chiasso (A9), oltrepassare la frontiera, continuare sull’autostrada A2/E35 per almeno 50 km. Arrivati all’uscita Bellinzona Sud-Locarno-Polizia, uscire e girare a sx verso Locarno.

Sempre dritto seguire la strada principale verso Locarno. Alle rotonde andare sempre verso Locarno.

Imboccare la galleria, seguire direzione Ascona e uscire ad Ascona. Proseguire dritto alla rotonda, svoltare alla fine della strada a destra salendo sul Monte Verità (nonostante il divieto d’accesso: non vale per residenti in albergo). Seguire la Via Collina fino al cartello Hotel Ascona.

Per chi arriva da Milano-Malpensa: prendere SS336 per 0.9 km, proseguire fino a Somma Lombardo, prendere l’autostrada Alessandria-Milano, seguire Gravellona Toce-Sempione A26/E62, proseguire fino a Verbania ed uscire, continuare su SS34 per 29 km; ingresso in territorio svizzero, a Brissago proseguire per circa 9 km costeggiando il lago, prendere Strada Collinetta sulla sinistra per 1.4 km, prendere Strada Collina per 400 m.

 

Per chi arriva con il treno: la stazione più vicina è quella di Locarno (3 km). Da qui proseguire con il bus 1 e scendere alla Posta d’Ascona. Shuttle dell’Albergo a disposizione su richiesta dalla Posta di Ascona.

 

Per chi arriva con l’aereo: gli aeroporti più vicini sono: Malpensa e Lugano Agno. Anche gli aeroporti secondari di Milano Linate e Bergamo Orio al Serio possono essere presi in considerazione.

COSTO HOTEL: pensione completa con menù vegetariano, euro 70.-/giorno a persona.

I pasti senza pernottamento verranno regolati a parte.

PRENOTAZIONI: vanno effettuate inviando la scheda sotto riportata all’Hotel Ascona, entro e non oltre il primo marzo. Eventuali oneri per mancate prenotazioni o disdette entro tale data saranno a carico dei singoli interessati.

ISCRIZIONE AL SEMINARIO: Euro 15.-/CHF 18.- , da versare al momento dell’arrivo in albergo, con il ritiro della cartellina personale.

Si raccomanda di inviare la scheda di adesione con sollecitudine, per ovvi motivi organizzativi.

SCHEDA DI ISCRIZIONE

Da indirizzare presso:

Hotel Ascona, via Collina, 6612 Ascona (Svizzera) tel. 0041 91 785 15 15, fax 0041 91 7851530; e-mail: booking@hotel-ascona.ch

Tutti gli interessati sono invitati ad annunciarsi all’Hotel Ascona****, via Collina, 6612 Ascona (Svizzera)

tel. 0041 91 7851515

fax 0041 91 7851530;

booking@hotel-ascona.ch

www.hotel-ascona.ch

PROGRAMMA PROVVISORIO

SEMINARIO TEOSOFICO A MONTE VERITA’ – ASCONA (SVIZZERA)

21-23 marzo 2014

PROGRAMMA

VENERDÌ 21 marzo 

Programma Provvisorio

ore 16.00            Apertura del seminario Andrea Biasca Caroni, Antonio Girardi

ore 16.30            Relazione di Andrea Biasca Caroni
Presentazione Ordine di Servizio Rosella Milani
ore 17h00           Pausa

ore 17h30           Relazione Giancarlo Fabbri

ore 18h00           Relazione Patrizia Calvi

Ore 19.00            Cena

SABATO 22 marzo 

ore  07.45           Colazione

ore  09.00           Meditazione

ore  09.30           Relazione Marco Boccadoro

ore  10.00           Relazione Valentino Bulloni

ore  10.30           Pausa

ore  11.00           Relazione Gigi Marsi

ore  12.30           Pranzo

ore  16.00           Relazione Bruna Girardi Nicosia

ore  17.15           Pausa

Relazione Piergiorgio Parola

ore 19.00            Cena

 

DOMENICA  23 marzo

ore  7.45             Colazione

ore  9.00             Meditazione

ore  9.30             Relazione Greta Biasca Caroni

ore 10.00            Relazione Antonio Girardi

Domande e risposte

ore 11.30            Conclusioni

ore 12.30            Pranzo

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Per chi non potesse partecipare ad Ascona un caro saluto e ci vediamo comunque tutti a Creazzo, Vicenza per il Centesimo Congresso Nazionale Italiano. 5-8 giugno 2014.

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Edizione 2013

Edizione 2012

PRESENTAZIONE ASCONA 2012 PATRIZIA MOSCHIN CALVI

Presentation Self EcoCulture Part I English SONJA ZOCH

milton gonzalez ASCONA 2012

Antonio Girardi Monte Verità 2012

Uomo arte e scienza, Giancarlo Fabbri Monte Verità 2012

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Atei e credenti ed l’evoluzione scientifica, Giancarlo Fabbri

05 martedì Nov 2013

Posted by abcsocial in Articoli della Rivista Teosofica Ticinese, Autori, Giancarlo Fabbri, News

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Tag

ascona, Giancarlo Fabbri, Gruppo Fraternitas, teosofia


All’amico ingegnere

Marco Boccadoro

 

 

 

Atei e credenti ed l’evoluzione scientifica

Sembra sia tornata d’attualità la proposta di un dialogo tra credenti e miscredenti di una manifesta volontà di chiarimento con un atteggiamento di una reciproca comprensione e il desiderio di capire e farsi intendere, dopo un lungo periodo di tempo nel quale, chi riteneva “inconoscibile” una concreta esistenza, si teneva lontano da qualsiasi opinione personale.

Il termine “dialogo”, creato con il concilio Vaticano II e dalla chiesa del dialogo, è stata l’apertura della stessa chiesa universale verso gli atei e i credenti di altre confessioni con la quale i cattolici progressisti dialogavano con i progressisti non cattolici, anziché i cattolici non progressisti.

All’ordine del giorno, è ora invalsa la consuetudine di scambiarsi delle lettere epistolari, non tra laici illustri e teologi di indiscusso valore e di alto livello bensì, tra credenti e non, in un consesso nel quale si fanno delle riflessioni filosofiche sui principi e i metodi di una conoscenza scientifica e attorno a un vicendevole scambio di domande, concordate tra le parti, ma prive di attenzione, di significato e originalità.

È difficile comprendere il perché il Papa ed il suo ex-predecessore non dialogano invece con Richard Dawkins per conoscere l’influenza dell’evoluzione sul principio conforme alle leggi del pensiero razionale in base al quale, ogni concetto è identico a se stesso. (L’identità).

Ed è altrettanto strano il perché essi non discutono dell’anima con Antoni Damaso.

È altresì facile organizzare e indirizzare un dibattito per sommi capi dove tutti ne escono più o meno vincenti, perché è un convegno nel quale la contrapposizione tra laici e credenti, tra agnostici e miscredenti, tutte persone religiose e di manifesta cultura umanistica, quest’ultima indifferente alla scienza, finisce col divenire un modello conformista, un luogo comune e stereotipato con domande senza risposta per continuare a non rispondersi in maniera arguta.

Negli ultimi 150 anni, con il progresso della scienza, è mutata la visione del mondo, del creato e dell’uomo, ma nessuna religione lo ammette per non sconfessare i dogmi e le verità rivelate, datate di millenni.

Certamente, una persona può, se vuole, ignorare il progresso e credere in ciò che più gli conviene e di cercare un avvicinamento a certe coerenze religiose come, ad esempio, la presenza dei fantasmi, degli Ufo, e dove nella quotidianità arriva a confondere l’astronomia con l’astrologia e a consultare gli oroscopi che ci inseguono per tutto il santo giorno.

Sarebbe oltremodo necessario, un confronto tra fede e scienza con delle persone in grado di spiegarci come mai la terra in cui viviamo non abbia quattromila anni, com’è scritto nell’Antico Testamento bensì, molto di più quattro miliardi di anni attraverso i quali, c’è stata una evoluzione e una lotta spietata per la sopravvivenza tra l’ultimo dinosauro e il primo ominide durate 60 milioni di anni.

Sarebbe doveroso, affrontarsi con chi guarda attentamente il cielo per mezzo di potenti telescopi e arriva a conoscere delle immagini spettacolari e impressionanti al limite dell’universo visibile e scopre un piccolissimo sistema solare in una galassia di altri cento miliardi di “soli” e in uno spazio in espansione di altrettanti miliardi di galassie. Ma di ciò che è accaduto, non esiste alcuna traccia e non si trova un accenno nell’antico testamento.

Sarebbe opportuno, dialogare con la fisica moderna che studia le leggi del moto dei corpi, tenendo conto delle loro proprietà corpuscolari e ondulatorie, che sono quelle della meccanica quantistica (WERNER HEISENBERG) che studia le varie forme di energia in energia meccanica e viceversa: la termodinamica.

Sarebbe essenziale, parlare del senso della vita, della sua evoluzione e prepararci a conciliare l’uomo preistorico con la Biologia molecolare e con quel DNA che svela, oltre il funzionamento umano, anche il suo codice genetico, che nemmeno Darwin aveva presunto. Queste conoscenze sono talmente avvalorate tanto che, non sarebbe sufficiente una preghiera come migliore scelta contrapposta.

Oggi il dialogo tra atei e credenti verte sul pensiero, accettato e diffuso nei confronti di una credenza vaga e incerta, mentre è solo il pensiero che rende possibile un dialogo tra le parti, dove Fede e Ragione, per un credente, sono inseparabili; ma per un ateo, il pensare lo indirizza verso il concetto illuministico che ritiene la religione irrazionale e ne sottolinea l’inesistenza e l’assurdità.

Da questa enunciazione scaturisce una verità DEPOTENZIATA da entrambe le parti, che sono convinte delle loro affermazioni e di detenere il privilegio di deliberare in suo nome quali sono le anime riprovevoli e quelle da preservare.

Se per gli atei la verità ha un valore temporale, soggettivo e di poco credito, per i credenti, essi non la posseggono ma si ritengono figli suoi.

I miscredenti, accantonando duemila anni di esperienza e partendo dalla visione del concilio vaticano II, scoprono, ora in Gesù, l’apostolo della verità, l’amore per il prossimo, l’amore dell’uguaglianza e l’elevazione dei poveri; ma non il figlio di Dio.

Da questo momento, la chiesa e tutto il popolo di Dio, mostrano ai non credenti un Gesù pieno di amore dove la verità è Amore; il percorso della chiesa è Amore per l’umanità in suo nome, dove l’amore supera ogni ostacolo nella dedizione verso il prossimo e dove l’amore è misericordia e nobiltà di sentimenti nell’amore tra gli uomini; dove la verità è benevolenza per l’umanità, nonostante entri in conflitto con la giustizia e la responsabilità etica che combattono la morale del perdono.

È difficile stabilire un’uguaglianza tra l’amore, la verità e il Cristo dove le prediche non sono sempre in sintonia con la verità del mondo, la condizione umana e le opinioni di tutti, anche perché, non è possibile amare tutti dello stesso amore.

D’altra parte, atei e credenti sono concordi che non esista la verità assoluta in quanto, se per gli atei essa è relativa e rimane circoscritta nella coscienza individuale e dell’evoluzione, per i credenti essa è del tutto libera o svincolata e si relaziona col tutto rafforzandosi nella convinzione di una verità rivelata, oggettiva e superiore.

È bene che vi sia un dialogo responsabile di confronto ed un comportamento di accoglienza e di rispetto verso le diverse religioni, come essenza fondamentale di una nuova civiltà ritrovata. Però è altresì impossibile un’intesa, che pretenda una rinuncia ai principi della fede.

In verità, esiste una dignitosa ed imparziale realtà, ma dolorosa e inevitabile, che si potrebbe ottenere con le buone maniere e le belle parole per non cedere all’ipocrisia, poichè allora sarebbe più facile riconoscere le tante disparità e smuovere gli errori e le imperfezioni dai sospetti e dalle ingiurie che li accompagnano, anche perché, se si cerca una convergenza di comodo, c’è un serio motivo di ridurre il Cristianesimo a una esposizione di principi con domande e risposte su di esso.

Nell’incertezza, è meglio confidare in Dio piuttosto che sul nulla, nonostante ciò trasferisca la sostanza del dialogo tra atei e credenti in qualcosa di ignoto sul destino dell’esistenza dell’uomo e del mondo, che comporterebbe delle scelte verticistiche e decisive, ma non confortevoli e interpersonali, in quanto Dio non è “familiarmente” né affabile né confidenziale: EGLI è un rischio……

Nel ribadire che è in corso un aspro dibattito riguardante l’atto di fede tra atei e credenti: se per gli atei è un atto di fede nel nulla, per i credenti è un atto di fede in Dio.

Quando il sole, tra quattro miliardi di anni circa, andrà esaurendosi e finirà con l’essere quella meravigliosa candela che scalda e illumina la terra, la vita trascendentale dell’uomo non subirà alcuno cambiamento e nessuna influenza nella fede, mentre quella immanente del miscredente, avrà bisogno di tutti quegli elementi di sopravvivenza tra i quali: IL TEMPO E LO SPAZIO.

 

Si potrà allora affermare che non può esistere trascendenza in un atto di fede nel nulla bensì, solo una realtà vivente del nostro essere.

Se in un periodo di svariati milioni di anni, l’uomo aveva pensato di dovere ricercare la verità nelle stelle e nei cieli, Galileo comprese come il mondo fosse costituito di stelle e pietre, queste ultime, intese come materiale di laboratorio e sperimentazione. Dopo un approfondimento della realtà immanente, Galileo ha voluto ricercare nella pietra “la mano di Dio” e scoprire le prime leggi basilari della natura, da lui definite “l’impronta di Dio”, anziché il “caos primordiale”.

Nasce così una scienza di primo livello che ha rivoluzionato in quattro secoli le strutture della sfera immanentistica che reggono la vita obbedendo ad una logica rigorosa e non al caos. Una logica che governa l’immanente di stelle e galassie e non si può disconoscere come essenza della scienza stessa, nonostante non ne sia riconosciuto il suo autore: egli NON ESISTE.

Si è creata, di conseguenza, una divergenza profonda tra fede e scienza e sarà necessario intraprendere insieme un dialogo aperto e franco per trovare “L’IMPRONTA DI DIO”.

Ci sono diversi aspetti che si concentrano eloquentemente sulle contraddizioni delle opposte tendenze, tutte proiettate alla conquista della scienza. Un primo aspetto è quello di un teologo che affermava come la struttura che sostiene la vita sia energia pura, valida nel trascendente ma non avvalorata nell’immanente e per la quale, la sola energia in sé non sarebbe sufficiente alla vita dell’uomo. È una prima contraddizione alla conquista della scienza, la quale solleva una seconda obiezione al filosofo Immanuel Kant, secondo il quale i concetti di tempo e spazio, sono pilastri portanti di una nostra soggettiva acquisizione intellettuale o psicologica.

Ma se Dio, che regge il mondo, avesse seguito il filoso Kant, il mondo stesso non potrebbe esistere, perché la vita dipende dalla trasformazione dell’energia in massa di energia, di modo che spazio e tempo sono inscindibili.

Tutto ciò dimostra, che se una parte è reale, l’altra deve essere immaginaria, dove reale e immaginario sono proprietà intrinseche fisico-matematiche, scoperte da Galileo già tre secoli prima attraverso la ricerca. L’uomo di misura in quella cosa, definita tempo, con l’orologio e l’altra, chiamata spazio, con il metro. In ultima analisi, non può comunque esistere solamente lo spazio o solo il tempo. Essi devono esserci entrambi e in maniera indissolubile.

In conclusione: quando il sole si spegnerà, NOI CREDENTI, continueremo ad esistere nella sfera trascendentale del creato; essa è una meta come atto di fede in Dio e nelle cose visibili ed invisibili. Per i NON CREDENTI, quando il sole cesserà ogni attività, tutto sarà finito!

Ma scienza e fede, che sono egualmente doni del Signore, continueranno la loro “corsa per la coesistenza” e il bene comune dell’umanità e a “GLORIA DI DIO ONNIPOTENTE”.

Ascona, Novembre 2013

FABBRI GIANCARLO,

Membro della Società Teosofica Svizzera

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Marco Boccadoro, Karma e impegno teosofico

30 giovedì Mag 2013

Posted by abcvisibility in Articoli della Rivista Teosofica Ticinese, Marco Boccadoro

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Tag

Alfred Percy Sinnett, Annie Besant, Catene, Galileo Galilei, Glossary of musical terminology, impegno teosofico, karma, Leonardo Da Vinci, Ronde, servizio, società teosofica, teosofia, Theosophical Society


Henry Steel Olcott (1832-1907, links), Annie B...

Henry Steel Olcott (1832-1907, links), Annie Besant (1847-1933, mitte), Charles Webster Leadbeater (1847-1934, rechts) in Adyar (Chennai) im Dezember 1905 (Photo credit: Wikipedia)

Alfred Percy Sinnett (1840-1921)

Alfred Percy Sinnett (1840-1921) (Photo credit: Wikipedia)

Annie Besant in 1897

Annie Besant in 1897 (Photo credit: Wikipedia)

Marco Boccadoro

Karma e impegno teosofico

Relazione tenuta al 99o congresso Italiano, Aosta

“E ‘solo la consapevolezza delle costanti  rinascite di una stessa individualità in tutto il ciclo della vita, la garanzia che le stesse Monadi devono passare attraverso il “Circolo di Necessità”, premiate o punite da tale rinascita per la sofferenza subita o crimini commessi nella vita precedente; che quelle Monadi stesse, che sono entrate nei vuoti gusci senza sentimenti, o figure astrali della prima Razza emanata dai Pitri, sono le stesse che ora sono in mezzo a noi – anzi, noi stessi, forse, è solo questa dottrina, sosteniamo, che può spiegarci il problema misterioso del Bene e del Male, e riconciliare l’uomo con la terribile e apparente ingiustizia della vita.

Nient’altro che tale certezza può placare il nostro disgustato senso di giustizia. Infatti, se uno non conosce la nobile dottrina e si guarda intorno, e osserva le disuguaglianze di nascita e di fortuna, di intelligenza e capacità, quando si vedono onori elargiti a  sciocchi e intemperanti , su cui la fortuna ha accumulato i suoi favori per semplice privilegio di nascita, e il loro vicino più prossimo, con tutta la sua intelligenza e nobili virtù – molto più meritevole in ogni modo – perire di povertà e per mancanza di compassione, quando uno vede tutto questo e deve allontanarsi, impotente ad alleviare questa sofferenza immeritata, le orecchie che risuonano e il cuore gonfio per le grida di dolore intorno a lui – che la conoscenza benedetta del Karma solo gli impedisce di maledire la vita e gli uomini, come pure il loro  presunto Creatore.” [1]

Inizio la mia relazione con questo bellissimo brano della signora Blavatsky, che, mi pare, riassume in poche righe uno dei motivi per cui vale la pena di occuparsi del Karma.

Ecco  la lucidissima spiegazione che ne dà Edoardo Bratina nell’introduzione al libro di Annie Besant sul Karma.[2]

“Il Karma è la legge di causa-effetto, agente su tutti i piani della natura, definita dai tre principi dellla dinamica, scoperti rispettivamente da Leonardo Da Vinci, Galileo Galilei e Isaac Newton:

1) Un corpo permane nel suo stato di moto o quiete finchè non subentra una forza esterna (quindi qualunque cosa accada è dovuta ad una causa determinata) .Non esistono effetti senza cause.

2)Una forza applicata ad un corpo imprime al corpo stesso un’accelerazione proporzionale alla forza stessa , cioè i risultati sono sempre proporzionali alle forze poste in azione.

3) Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.”

Questo terzo principio è la Legge Unica che sostiene l’universo, il grande equilibrio.

La legge che riaggiusta l’equilibrio disturbato nel mondo fisico, e l’armonia spezzata nel mondo morale. Quindi, dicevamo, il rapporto causa-effetto. Non vi è effetto senza causa.

Le cause sono da ricercare nelle nostre azioni passate e presenti. Non solo nelle azioni, però. A monte di un’azione, c’è il pensiero, la straordinaria capacità dell’essere umano di creare, visualizzare, avere delle visioni. In teosofia, però, il pensiero è materia, si parla di  le forme – pensiero.

Le forme pensiero possono essere buone o malvagie , e purtroppo esse sono molto più potenti di quanto si pensi. Infatti queste magnetizzano attorno a sé gli elementali dello stesso tipo, e si rinforzano, nel bene e nel male.

Scrive La signora  Besant in merito alle forme pensiero:

“Angeli e Demoni di nostra creazione si assiepano attorno a noi, da ogni lato, apportatori del bene e del male agli altri, del bene e del male a noi stessi, come veri agenti karmici.”

E attualmente, vista l’onnipresenza dei mezzi di comunicazione, una forma pensiero può raggiungere in tempo reale tutta l’umanità: pensiamo all’aereo che distrugge le torri del World Trade Center , credo che tutti l’abbiano visto, alle immagini delle varie guerre che quotidianamente vediamo alla televisione, ai film farciti di  omicidi e di violenza, al potere di internet, all’insipido chiacchiericcio di parte dei social networks.

L’effetto di aggregazione e di rinforzo mutuale delle forme pensiero è chiaro nella manifestazione del karma collettivo: ad esempio si pensi all’atmosfera di odio che regnava in Germania negli anni precedenti la seconda guerra mondiale. E La legge del Karma ha puntualmente assegnato un effetto alla causa così generata.

Purtroppo gli esempi non mancano, uno fra tanti:

poco tempo fa, un disoccupato spara davanti a Palazzo Chigi a Roma colpendo un carabiniere innocente e rendendolo tetraplegico. Questa, di sicuro non è la volontà divina, ma un effetto Karmico.

Dove va ricercata la causa di questa azione ? Nel Karma collettivo della crisi economica? Nel licenziamento dell’attentatore ? Negli incitamenti all’odio sui social networks da parte di qualche uomo politico? Nel Karma personale?

E’ giusto che un innocente venga punito?

Nella lettera numero 16 dei Mahatma  ad Alfred Percy Sinnett , il Maestro Koot Hoomi scrive,  a questo proposito:

“ il Karma è simile ad un Libro delle Entrate, in cui tutti gli atti dell’uomo, buoni, cattivi o indifferenti, sono accuratamente registrati a debito ed a credito…

Dove la letteratura poetica cristiana ha creato e vede un Angelo Custode “ che registra”,

la severa e realistica logica buddista, comprendendo la necessità che ogni causa abbia il proprio effetto, mostra la sua vera presenza. Gli oppositori del buddismo hanno molto sottolineato la pretesa ingiustizia che la persona che compie l’azione resti impunita ed una vittima innocente abbia a soffrire- dal momento che la persona che agisce e quella che soffre sono due esseri differenti. Ma mentre in un senso esse possono essere considerate tali, in un altro  sono identiche”.

… “l’uomo di una data età, mentre senzientemente non cambia, fisicamente non è quello che era alcuni anni prima. I suoi Skandha (cioè la sua individualità fisica e mentale) sono cambiati.

… Ebbene, se è giusto che un uomo di quarant’anni debba godere o soffrire per le azioni dell’uomo di vent’anni, è ugualmente giusto che l’essere rinato, che è essenzialmente identico al precedente, sopporti le conseguenze de Sé o della personalità che l’ha generato.” [3]

Tornando all’onnipresenza dei mezzi di comunicazione, forse l’effetto peggiore di questa invasione di informazioni per lo più banali o negative è che tutto questo rumore ci impedisce di pensare. Per evolvere, bisogna infatti far sì che alla fine di un’esistenza terrena, nel Devachan le immagini mentali vengano trasformate in virtù, che le aspirazioni di questa vita divengano qualità per la prossima. Se una volta nel Devachan ci presentiamo con un bagaglio leggero, non ci sarà una grande evoluzione nella prossima incarnazione…

Bisogna stare attenti, quindi, ai pensieri, ai desideri, i desideri sono catene.

Ciò che desideriamo l’otterremo, se non in questa vita, in una prossima. E questo vale nel bene e nel male. Aspirazioni positive diverranno talenti, qualità; desideri malvagi, egoistici, violenti, bramosie, passioni, verranno pure esauditi, con conseguenze deprecabili.

Pensiamo piuttosto ad avere un pensiero buono di riserva quando la nostra mente è vuota.

Citando  Peter Pan. : “bastano pensieri felici..sono quelli a portarti in aria”

E qui arriviamo al discorso della libertà individuale, all’impegno personale, all’impegno teosofico.

Siamo sì tutti sottomessi alla Legge karmica, ma siamo pur sempre liberi di agire, generiamo continuamente nuovo karma, siamo liberi di tendere al Male o al Bene, anche solo con il pensiero, influenzando così il destino nostro e dei nostri simili per il futuro.

In particolare come teosofi, senza voler peccare di orgoglio, siamo pur sempre al corrente di tante cose rispetto ai tanti che non sanno, e questa è una pesante responsabilità. Come teosofi, la consapevolezza che ci viene dalla Conoscenza, deve farci  tendere verso il Bene, ad un percorso di miglioramento continuo, verso il  Bello ed il Buono . Invece di opporre l’odio all’odio, ricordiamoci, come scrive la Signora Besant, che l’odio cessa con l’amore.

Dovendo viaggiare spesso in aereo per motivi professionali, ho scoperto che esistono delle cuffie attive, che misurano il rumore esterno con un piccolo microfono, e generano un rumore in contro fase che viene aggiunto al rumore iniziale, in modo da ottenere il silenzio assoluto all’interno delle cuffie.

Vi assicuro che funziona anche con un bambino urlante nelle vicinanze.

Beh, bisogna comportarsi in modo analogo, penso, con il Karma negativo, annullarlo con comportamenti opposti. Ricreare l’equilibrio che regge tutto l’universo.

Opporre l’amore all’odio, l’altruismo all’egoismo, la generosità all’avarizia, la gentilezza all’aggressività. Non è facile, naturalmente, ma funziona, con grande vantaggio verso il grande hard disk akasico che tutto registra, verso il nostro prossimo, e verso noi stessi.

Grazie per l’attenzione.

———————————————————————————————————-

Bibliografia:

[1] Brani tratti da scritti di  H.P. Blavatsky, in particolare da  The Key to Theosophy, The Secret Doctrine e H.P.B. Articles.

Pubblicato da Theosophy Magazine (Los Angeles, California, USA),  in giugno 1974, luglio 1988, agosto 1988 e settembre 1988

[2] Annie Besant, Karma o l’Enigma del Destino, E.T.I , 2005

[3] Lettere dei Mahatma ad A.P.Sinnett, E.T.I., 2010

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Giancarlo Fabbri, Dio, Patria, Famiglia : numi tutelari della nostra vita.

16 martedì Ott 2012

Posted by ancaroni in Articoli della Rivista Teosofica Ticinese

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Tag

fabbri, filosofia morale, giancarlo, lettura, respiro, spiritualità, teosofia, vita


 DIO——-PATRIA——FAMIGLIA

NUMI TUTELARI DELLA NOSTRA VITA

La capacità intellettiva é quieta, e quand’anche attenta, é disadatta e priva di progettualità, perché popolata di pensieri insignificanti e vacui che sembrano rincorrersi come adolescenti chiassosi assorti nel gioco, in un respiro che si fa ansante e lascia presentire infausti sviluppi.

Sono pensieri che affollano e sequestrano le nostre menti dove si sono consumati, fino ad esaurimento, i principi etici e di filosofia morale che hanno preannunciato il “suicidio innaturale” di valori, di criteri e precetti di comportamento, attraverso i quali il mondo occidentale e cristiano aveva vissuto un fondamento di vita secolare, fino ad un recente passato ma senza intravedere ancora che cosa ne sarebbe stato della loro presenza e fine imminente.

L’uomo si incammina verso il suo tempo, la sua modernità e si mescola tra gente sfuggente, assorbita e rapita “dal furore della vita”, nei quali i pensieri si fanno realtà e diventano, protagonisti indistinti del loro domani, proiettati , come sono, verso mete spesso fallaci.

Sono pensieri da dibattere che concernono le nostre esistenze e i principi morali che hanno supportato il peso del mondo individuale e sociale, affossati così repentinamente di una “morte innaturale”, che ha lasciato in eredità dei protagonisti, dei quali non s’intravvedeva ancora, e chissà per quanto tempo, una qualche decisione di merito.

VORREI parlare di Dio perché, evocarlo, significa affermare con certezza la sua presenza e praticare un religioso atteggiamento spirituale di riverenza e dipendenza verso il divino, poiché Dio è l’essere supremo e il creatore dell’universo, e perché Egli è la perfezione espressa nel mistero della Trinità.

VORREI invocare la Patria perché vuole dire partecipare al destino del Paese in cui si è nati, ritrovarsi nella comunità e nutrire per essa un affetto profondo. Il concetto di Patria è, nel suo significato etimologico, “la terra dei Padri” e chiama a raccolta i suoi figli che si sentono legati da quel vincolo di appartenenza e da una solidarietà infinita, sia per nascita, sia per ragioni storiche-culturali.

VORREI chiamare in causa la famiglia per riconoscerci nella nostra infanzia, negli affetti più cari, nel riproporci le nascite e le morti, poiché la famiglia è il focolare domestico dove costruire, non solo quella vita intima e naturale, ma anche plasmare “l’essenza” della persone.

DIO, PATRIA, FAMIGLIA sono le pietre miliari di valori irrinunciabili ed eterni che ci hanno lasciato tracce di un glorioso passato ma anche un vuoto incolmato della loro grandezza, al di là del profilo storico, politico o sociologico.

È necessario comprendere non solo gli imperscrutabili meccanismi che hanno sorretto le loro secolari dottrine, ma anche “la molla” che ne ha decretato il loro subitaneo tramonto. Tutto ciò che ha avuto ragione di essere nel triplice rapporto, si è consumato in aspri e prolungati contrasti di opinioni, di latenti impulsi e di opposti desideri che si escludevano a vicenda; ma la vera realtà era quel rapporto privilegiato con Dio, Patria e Famiglia che erano la nostra esistenza nel mondo, perché in essi era confluito il corso di tutta l’umanità, il vincolo sentimentale e morale con la vita e il timore della morte, il nostro passare nel tempo, il parlare soli e con noi stessi, eppoi, con gli altri e con quella piccola cellula che è la famiglia nella quale è riposta l’aleatorietà della vita con le sue verità e menzogne.

È importante parlare di ciò che è accaduto senza dissotterrare, per questo, l’ascia di guerra, nonostante ci siano state responsabilità da contrastare per riconsegnare il destino di una vita ai suoi primordi, alle origini, attraverso l’evoluzione umana e la potenza divina.

Gli uomini attuali sostengono argomentazioni, secondo le quali NON tutto deve passare volutamente per intercessione di Dio, ma nessuno di loro, fino ad oggi, ha saputo replicare, con ovvietà, al mistero della nascita della vita e della morte dell’uomo in rapporto al luogo e alla durata della vita stessa, nei quali il proprio “SÉ” si era confrontato con i suoi caratteri ereditari e con quelli di coloro con i quali aveva convissuto e con la fatalistica domanda: “se (il) tutto finirà, che cosa ci sarà dopo di “lui”? forse ci sarà il vuoto primordiale, il silenzio profondo del tempo interminabile?…….

Ci saranno anche coloro che troveranno il modo di criticare con sarcasmo i vetusti pregiudizi, non rendendosi conto di averne creati altrettanti, un po’ più attuali e pensando di sfuggire, così, alle loro paure ancestrali, alle loro vite appartate e immaginarie, alle loro grettezze e povertà morali.

L’uomo ha inteso superare, pertanto, i vecchi pregiudizi con altri in nome di un modernismo che non avrebbe dovuto disconoscere le stesse origini e ritenerli superati, cosicché essi non sono stati affrontati bensì, solamente evitati in nome di un orientamento culturale che tendeva a presentare ogni attività e manifestazione in un contesto storico nel quale si erano formate e sviluppate e dove avevano liberato le ombre notturne della nostra vita, trascinando l’uomo in uno stato di profonda inquietudine.

Non è facile varcare l’ovvietà che ci impedisce di pensare a Dio, Patria e Famiglia, nonostante nuove affermazioni e opposte finalità: prima esse stabilivano un ossequioso ordinamento dei pregiudizi, ora, per converso, servono a contrastarle volutamente e affidarle alle tradizioni divenute sclerotiche.

È difficile rianimare un corpo inerme, ma sarà utile riflettere, perché ciò che è accaduto nella vicenda, “NON PUÒ NON ESSERE, NÉ ESSERE ALTRIMENTI DA CIÒ CHE È STATO”.

 

 

 

Ascona, 15 ottobre 2012                                                                         Giancarlo Fabbri

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